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E per gli atei più scettici, ecco la prove inconfutabili che li convinceranno:

Dell'esistenza del demonio?

A questo punto, le foto di inizio topic non erano così fuori luogo...

che razza di dio è uno che permette l'uscita dell'episodio 2? 

"Dio esiste per via dell'Episodio IV, il diavolo esiste per via dell'episodio II"

(parodiando non ricordo quale matematico che disse "Dio esiste perché la matematica non è contraddittoria, il diavolo esiste perché non possiamo dimostrarlo")

(si scherza, eh)

(parodiando non ricordo quale matematico che disse "Dio esiste perché la matematica non è contraddittoria, il diavolo esiste perché non possiamo dimostrarlo")

Ho trovato la frase attribuita (a seconda di dove la leggevo) ad Andre' Weil o Hermann Weyl

Non ho mai creduto che dio fosse un nome, quanto un aggettivo e come tale lo uso, con la minuscola 

A quanto mi risulta, grammaticalmente e' un nome. L'utilizzo della maiuscola o minuscola di solito ha implicazioni teologiche piuttosto significative e puo' dare importanti indicazioni sulle credenze religiose di chi scrive (mi ero stupito della minuscola perche' tu - se ho ben capito - dichiari di credere "in dio": nella cultura occidentale degli ultimi quindici secoli, in genere uno dichiara di credere o no "in Dio", usando questa parola per una qualche forma della divinita' delle religioni abramitiche).

Mi chiedo quale visione teologica porti modificare la grammatica facendo passare la parola "dio" da sostantivo ad aggettivo (molto ingenuamente, per un'associazione di idee forse balorda, mi viene da dire che riesco a "grokkare" una possibile risposta).

Scusa se non ho risposto prima: me n'e' mancato il tempo (cosi' come mi era mancato quello di commentare alcuni interessanti interventi delle settimane scorse - probabilmente e' meglio cosi').

A questo punto, le foto di inizio topic non erano così fuori luogo...

Mi sono ispirato a quelle

A quanto mi risulta, grammaticalmente e' un nome. (mi ero stupito della minuscola perche' tu - se ho ben capito - dichiari di credere "in dio": nella cultura occidentale degli ultimi quindici secoli, in genere uno dichiara di credere o no "in Dio", usando questa parola per una qualche forma della divinita' delle religioni abramitiche).

Il nome proprio della divinita' abramitica e' Dio, e quindi va scritto sempre maiuscolo. Scrivere 'credo in dio' (in minuscolo) e' scorretto... se si vuol dire che si e' credenti, ma non necessariamente cristiani/ebrei/mussulmani, allora sarebbe piu' corretto dire 'credo in *un* dio', chiamato magari Giove o Manitu' o anche una divinita' senza nome, ed allora la minuscola ci sta, perche' in questo caso si tratta di un nome comune.

Detto questo, io sono ateo. 

Il nome proprio della divinita' abramitica e' Dio, e quindi va scritto sempre maiuscolo. Scrivere 'credo in dio' (in minuscolo) e' scorretto... se si vuol dire che si e' credenti, ma non necessariamente cristiani/ebrei/mussulmani, allora sarebbe piu' corretto dire 'credo in *un* dio', chiamato magari Giove o Manitu' o anche una divinita' senza nome, ed allora la minuscola ci sta, perche' in questo caso si tratta di un nome comune.

Detto questo, io sono ateo. 

Nelle mie credenze religiose dio ha un nome va da se che per me dio non è il nome di dio, ma solo un appellativo/titolo.

Nelle mie credenze religiose dio ha un nome va da se che per me dio non è il nome di dio, ma solo un appellativo/titolo.

 

Eh, ma allora dovresti comunque scrivere qualcosa tipo "il dio" o "il mio dio", e non solo "dio". Senno' e' come se dicessi "Sono andato in banca a parlare con direttore"... non suona mica tanto bene... 

 

Eh, ma allora dovresti comunque scrivere qualcosa tipo "il dio" o "il mio dio", e non solo "dio". Senno' e' come se dicessi "Sono andato in banca a parlare con direttore"... non suona mica tanto bene... 

In circostanze normali se scrivessi come dici suonerebbe male e sarebbe oggetto di ulteriore spiegazioni che non ho voglia di dare. Così passa sotto traccia

Faccio il saputello e preciso che in Teologia questa tua posizione si chiama "anarchia". E ti faccio in un certo qual senso i complimenti perché, in vent'anni che ho appreso questa nozione, sei la prima anarchica che non fa mistero di esserlo a questo livello.

Ah... A me dicevano che son parecchio democratica...

Domanda diretta e senza giri di parole: in base a cosa tu distingui il giusto dallo sbagliato?

In base a tue convinzioni personali? Se sì tratte da dove?

In base ai valori comunemente accettati nella società di cui fai parte secondo l'evoluzione pura di quest'ultima? E in tal caso che fai se il valore sociale non coincide col tuo per cui la società considera giusto ciò che tu pensi sbagliato e viceversa?

Non avevo capito neanche che fosse rivolta a me la domanda, comunque...

1) Non è un fatto di distinzione, ma di percezione interiore. Nell'esempio: tu faresti mai del male ad una donna se questa non ti ha fatto alcun male? Non direi, a meno che non tu non abbia della rabbia repressa e che sia solo. Quindi in questo caso sei una persona che non sa pensare da solo, ha bisogno di sfoghi e crede che nessuno è intelligente. Questo è un esempio breve e dato così a caso, ma potrei citare mille altri esempi. LaVey insegna che puoi trattare male le persone solo se fanno del male a te nella tua casa, cioè alla tua persona. Se invece non ti danno alcun fastidio non hai motivo di dargliene tu, altrimenti passi per uno stupido. E la stupidità per come la vedo io in senso di supremazia falsa è ignobile.

2) Convinzioni personali e non, diciamo che mi avvicino a certe ideologie solo se queste vanno d'accordo col mio pensiero. Certo quindi capita che vada d'accordo con più fonti ed allora penso:" Ma senti, io son me stessa, e come tutti gli esseri umani ho pregi e difetti, non sono certo perfetta ma vivrò meglio la mia vita".

3) Dipende se si tratta di rispetto verso l'altro. Dipende dai casi di ogni individuo. Tutti siamo uguali ma allo stesso tempo diversi no? Basterebbe sentire quello che ci dice il cuore... Ma forse è difficile da capire...
All'altra domanda rispondo così: la Società non mi accetta? beh io preparo le valigie e vado via.
Scherzo, però è ovvio che se fosse una società chiusa o senza rispetto- non chiedo regole ma rispetto di ogni individuo(certo se uno manca di rispetto alla mia persona una difesa un poco aggressiva ci sta)- io non ci vivrei bene. Ed i motivi son vari e semplici, perchè non accetto il bigottismo e la xenofobia varia a qualsiasi persona diversa e considerata minaccia solo per voci stupide o altre sciocchezze. Questo non lo potrei sopportare no! /

Madison, se ti affidi a te stessa ed alle tue percezioni interiori, stai dicendo che in sostanza decidi tu a sensazione tua cosa è giusto e cosa è sbagliato, ho capito bene?

E le tue sensazioni che fondamento hanno?

Madison, se ti affidi a te stessa ed alle tue percezioni interiori, stai dicendo che in sostanza decidi tu a sensazione tua cosa è giusto e cosa è sbagliato, ho capito bene?

E le tue sensazioni che fondamento hanno?

Si, hai detto bene.
Il satanismo è un valore della propria persona, contrario al pensiero cristiano che crede un dio superiore che ci giudica.
Certo che sono io a decidere, se faccio cose che mi fanno stare bene e che non nuociono stupidamente ad altri, perchè non posso? Casa mia è casa mia ed anche nei luoghi che frequento non dò alcun fastidio.
Per fare un altro esempio.
Due coppie vogliono fare l'amore in un parco per vari motivi, possano essere che a casa loro è impossibile, o perchè piace a loro la natura stessa. Per me possono anche farlo. Non fanno del male alle piante, non fanno caos, e se lo fanno anche protetto meglio ancora. (mi pare che nel cattolicesimo il preservativo è ancora negato perchè credono lo usino solo per il piacere)
"E se ci sono bambini?" chiederai di sicuro.
Ti risponderei che in fondo il sesso è naturale, e una madre che chiude gli occhi al figlio solo per imbarazzo o altri stupidi motivi secondo me fa solo della "mala educacion".
Perchè poi il bimbo lo vedrà come una cosa "sporca" e questo, secondo me è il vero male. Se poi la coppia finisce in fretta e non lascia sporco ancora meglio, sarei contenta della cosa.

Le mie sensazioni che fondamento hanno? Beh ovviamente da come son cresciuta: ho avuto una vita abbastanza tormentata, ma son rimasta me stessa e controribatto sempre il mio pensiero. Per farti capire meglio, son stata cresciuta in una famiglia dagli otto anni in su dove fumano e bevono di brutto, dove alzare le mani era facile e dove addirittura a volte dicevano di preferire il "caro Duce".
Ecco adesso ho 21 anni, non ho mai fumato, non amo bere e detesto chi è razzista, xenofobo, omofobo ed altre "belle personcine". E non ti dico quanto litigavo con i miei zii che mi davano della "strana, perversa o mongoloide"!!!
Io credo di essere una persona molto ricca, introversa e visionaria, e MI VA BENE così, almeno so di non seguire il gregge e di pensare con la mia testa. Anche a costo di sembrare strana. E questo purtroppo so benissimo che non riuscirò mai a non sembrarlo agli occhi della gente.
Io avevo pensieri come adesso già dagli otto teneri anni di età. E non ho mai picchiato nessuno, a parte per difendermi dalle botte di mia sorella più piccola quando ero bambina.
Quindi faccio qualcosa di grave al prossimo?
Non credo proprio.
Le mie idee rimangono quelle e non le cambierò per nessun altro. Se a questo danno fastidio il "cretino" è lui, non certo io.  :

Le mie idee rimangono quelle e non le cambierò per nessun altro. Se a questo danno fastidio il "cretino" è lui, non certo io.  :

Ok, quello che hai scritto è, dal mio punto divista, molto condivisibile e mi piace il tuo modo di pensare.

Solo un piccolo appunto: le idee non sono mai - e non devono mai - essere ferree. Le idee cambiano nella vita perché  la vita è un'esperienza che ci cambia. Non si cambia per gli altri ma perché noi cambiano. Dunque il cambiamento è solo per noi non per gli altri. E' il dubbio che ci rende migliori non le idee!