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Disquisizioni teologiche

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Nebulina
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PolliceSu   (1)

PolliceSu   (1)
    Re: DIO ESISTE!?
    Risposta #90: Mercoledì 14 Mar 2012, 11:40:20
    Io non conosco a fondo la teoria evoluzionistica da un punto di vista paleontologico, non sono neppure una  studiosa di filosofia e teologia, una semplice appassionata; quello che conosco molto bene, per aver compilato una tesi al riguardo e per interesse professionale e personale è la genetica, in pirmo luogo e l'embiologia.
    Non esistono libri di divulgazione che spiegano come avviene la formazione di una nuova vita nell'utero materno, è davvero troppo complicato e necessita di conoscenze propedeutiche troppo specifiche, ma vi posso assicurare, avendolo studiato e studiandolo tutt'ora che prendere confidenza col DNA, con l'assenza dello stesso e sul suo funzionamento fa venire molti dubbi sulla veredicità di un'essenza superiore che abbia creato tutto.

    Per voler toccare un punto che forse non è stato molto sviscerato:
    io credo che la spiritualità, come avete detto nasca dalla paura della morte e dal bisogno umano di credere che la vita e il ricongiungimento con i propri cari possa avvenire prima o poi; data questa premessa, credo che gli uomini abbiano sfruttato questa "debolezza" per esercitare il proprio potere su altri uomini e generare un controllo sociale, da qui l'introduzione gudaico-cristiana del dolore come espiazione di una colpa originale.

    Io credo che non sia da trascurare questo aspetto della cosa.

    ML-IHJCM aspettavo il tuo commento alla questione :-)
     
    « Ultima modifica: Mercoledì 14 Mar 2012, 11:45:05 da Nebulina »

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    Andrea87
    Uomo Nuvola
    PolliceSu

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    PolliceSu
      Re: DIO ESISTE!?
      Risposta #91: Mercoledì 14 Mar 2012, 11:43:24

      Di fronte ad un grido tanto accorato, come si può restare insensibili.

      Melissa Satta potrebbe essere la prova regina dell'esistenza di Dio...

      nah... se fosse un dio giusto la darebbe a tutti e non solo ai milanisti :P
      Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

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      RealPC
      Brutopiano
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      PolliceSu   (1)
        Re: DIO ESISTE!?
        Risposta #92: Mercoledì 14 Mar 2012, 12:08:40
        L'argomento è "esiste un dio", oppure "esiste il dio dei cristiani - ebrei - musulmani - [inserire nome di religione a piacere]"?  :-?

        Perché, a mio modestissimo avviso, si tratta di due argomenti radicalmente differenti. C'è del vero nella massima secondo cui dio è una cosa e la religione un'altra, poiché la religione è sicuramente una creazione umana essendo, per definizione, l'approccio metodologico che una determinata persona o cultura adotta per rapportarsi con il divino. Che le religioni esistano con tutto il loro corredo di dogmi non è in dubbio (anzi ...).

        Piuttosto, permettetemi un piccolo OT - non troppo OT, ma sono shockato nel leggere di gente che ancora crede di essere in crociata e ucciderebbe (letteralmente) in nome di dio: ma siamo matti? Mi viene in mente quel "id + lettera i dell'alfabeto greco", membro di un organo scientifico italiano di massimo rilievo, secondo cui il terremoto in Giappone del 2011 sarebbe una punizione divina (non mi sto inventando nulla, è notizia dell'anno scorso, solo non mi ricordo il nome) ... davvero no comment
        La grandezza di una persona si misura da quanta felicità questa persona ha diffuso nel mondo

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        Giack
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          Re: DIO ESISTE!?
          Risposta #93: Mercoledì 14 Mar 2012, 13:16:30
          Innanzitutto,vorrei pregare Andrea87 di assumere un tono un po' più pacato e aperto al dialogo. Sarò strano,ma trovo che sia irrispettoso nei confronti di chi crede dire che i Vangeli "sono tutte storielle" e chiamare Nostro Signore "JC33".
          Deinde,vorrei ricordare che quelle che il nostro caro Andrea chiama "storielle" sono fatti storici realmente accaduti.
          Possiamo non credere ai Vangeli. Ma sarebbe come non credere al De Bello Gallico. Sono fonti attendibili di,come ho già detto,fatti storici (pensate che abbiamo più prove sull'esistenza di Gesù che su quella di Napoleone).

          Perchè non credo agli atei?
          Esistono,a mio parere,due tipi di atei.
          Il primo,che possiamo osservare soprattutto nelle nuove generazioni,racchiude finti atei,che si professano tali solo perchè non vogliono fare lo sforzo di spingere la loro mente oltre la mera quotidianità,l'hic et nunc.
          Hanno paura di ciò che potrebbero scoprire,perciò si rifugiano nell'edonismo e nell'indifferenza.
          Il secondo tipo racchiude gli atei che non credono nel Dio cristiano,nè nel Dio musulmano (che poi è lo stesso del Cristianesimo),nè negli dei indù,nè in qualsiasi altra forma di divinità riconosciuta tale da tutti,ovvero dalla quale si sviluppa una religione.
          Eppure,se vogliamo osservare l'etimologia di ateo,notiamo che deriva da a-theos,ovvero senza dio. Non senza Dio. E' questo il punto.
          Un "ateo" crederà nella scienza,nella natura,oppure metterà sè stesso come "misura di tutte le cose".
          Il suo dio sarà quindi la scienza,la natura,sè stesso.
          Ecco perchè,a mio paere,non esistono gli atei.

          Qualche altra risposta ai miei "contestatori" (contestazione più che lecita,anzi,graditissima).

          Il mio moderatore preferito (davvero,non sto scherzando),Piccolobush,sostiene che i cristiani pretendano di spiegare con la logica illogicità.
          Eppure,i ragionamenti da me fatti mi sembrano corretti. Per spiegarmi meglio,Gesù,quando sapeva che l'avvrebbero ucciso,avrebbe potuto:
          a)abiurare e dichiarare di non essere Figlio di Dio,in modo da evitare la condanna.
          b)farsi condannare,perchè era pazzo ed era sicuro di essere Figlio di Dio.
          c)farsi condannare,perchè era veramente Figlio di Dio.
          La soluzione "a" non si è avverata,perciò rimangono la "b" e la "c".
          Ipotizziamo che fosse pazzo. Pare strano,quantomeno,che a distanza di 2000 anni ci siano milioni di persone che ascoltano le parole di un pazzo,non trovate? Poi,certo,può sempre accadere,ma sarebbe un'ipotesi ben più assurda della divinità di Gesù.

          Brigitta,Cornelius,Conker e New Amz si concentrano invece sul mio discorso sulla vita eterna.
          Per rispondere,prenderò come base l'esempio addotto da Brigitta sulla sua cara amica scomparsa,per la quale mi unisco alle condoglianze.
          E' rimasto in voi,suoi cari,l'amore che provate per lei,e il suo ricordo. Sono rimasti anche i suoi insegnamenti,grazie ai quali adesso i suoi alunni sono ingenieri,avvocati,medici e insegnanti.
          Quando voi suoi cari morirete (il più tardi possibile spero) e moriranno i suoi alunni (spero tardi anche loro),cosa resterà di lei? Polvere.
          Cosa resterà dei suoi alunni? Polvere. Tra mille anni,cosa resterà dei palazzi costruiti dai suoi alunni divenuti ingenieri,delle menti formate dagli alunni divenuti insegnanti? Polvere.
          Ma se tutto ciò che ci circonda è polvere,allora qual è il senso?
          (Senza alcun intento di offendere nè te,Brigitta,nè la memoria della tua amica,naturalmente)!

          Qualcun'altro,sosteneva che il nostro scopo è procrearci. Mi sorge una perplessità:dunque dopo che abbiamo generato un paio di figli,possiamo anche suicidarci,tanto abbiamo esaurito lo scopo della nostra vita,no?

          Infine,le testimonianze sull'esistenza di Paradiso,inferno e purgatorio da me citate vengono,principalmente,dai Veggenti di Medjugorje (o come accidenti si scrive) e da Fatima.
          A meno che i Veggenti sopracitati non fossero impazziti (ed è strano che i loro cari non se ne siano accorti),allora hanno avuto veramente la visioni e quindi le testimonianze di cui sopra sono vere.
           
          Aspetto le contestazioni. Mi esalta non poco scrivere questi post!  
          « Ultima modifica: Mercoledì 14 Mar 2012, 13:39:16 da Giacomo_Grossi »
          "La solita ostentazione di plutocratica sicumera!"
          "Ti rendi conto che dici sempre le stesse cose?"
          (dialogo tra Paperino e Paperone da "Zio Paperone in:missione effetto farfalle")

          *

          pkthebest
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          PolliceSu   (2)

          PolliceSu   (2)
            Re: DIO ESISTE!?
            Risposta #94: Mercoledì 14 Mar 2012, 14:37:25
            Caro Giack, volente o nolente, se Dio non esistesse, la nostra stessa vita non avrebbe senso.

            Oh, sì. Siamo un po' più evoluti dei gatti, dei cani e delle amebe, e siamo un po' più su della sabbia e dei sassi.

            Ma per il resto, se non si ammette un Dio superiore, si è solo ed inevitabilmente morali a sé stessi.

            E allora si possono anche i principi più comunemente applicati nella società, per uso inveterato.

            L'omicidio è reato perché in una società evoluta come la nostra appunto (scusa il bisticcio) l'evoluzione lo ha portato a ritenere cosa barbara. Ma sia chiaro che non vi è un appoggio in senso lato "morale" perché questa pratica sia ritenuta sbagliata e basta. La morale comune lo percepisce come tale e basta, ma non è stato così nei secoli.

            Questo è il dato di fatto: senza Dio, ognuno può regolarsi come crede, perché si fa presto a dire che la vita ha comunque un senso, ma il trovarsi qui non sarebbe altro che frutto del caso, come frutto del caso è tutto il resto.

            E se qualcuno mi dicesse che sono le leggi di natura a volere così, e che non sono frutto del caso, ma Dio non esiste, sta solo sbattendo un dio fuori dalla porta e facendone rientrare uno dalla finestra, che sarebbe la materia informe, increata, esistente solo chissà perché. che avrebbe tutte le caratteristiche di un dio, ma non la si ammetterebbe come tale.

            Dimenticavo: la Satta non è dei milanisti, ma solo di Boateng. Un po' di giustizia per i tifosi vorrebbe un premietto pure per noi, pero! ;D
            « Ultima modifica: Mercoledì 14 Mar 2012, 14:39:04 da pkthebest »

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            Dante_94
            Evroniano
            PolliceSu

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              Re: DIO ESISTE!?
              Risposta #95: Mercoledì 14 Mar 2012, 14:40:43
              Che Hitler sia un pazzo lo sappiamo tutti allora perchè esistono ancora i gruppi neonazisti?
              La follia o meno dei veggenti non è un punto di forza ( nè tantomeno una prova empirica ) dell'esistenza di Inferno  o Paradiso.
              inoltre credo che il messaggio di Cristo sia talmente puro e talmente elevato, innovativo, rivoluzionario 2000 anni fa ma anche oggi che l'ipotesi della pazzia la escluderei a priori

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              Cornelius
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                Re: DIO ESISTE!?
                Risposta #96: Mercoledì 14 Mar 2012, 14:48:30
                Perchè non credo agli atei?
                Esistono,a mio parere,due tipi di atei.
                Il primo,che possiamo osservare soprattutto nelle nuove generazioni,racchiude finti atei,che si professano tali solo perchè non vogliono fare lo sforzo di spingere la loro mente oltre la mera quotidianità,l'hic et nunc.
                Hanno paura di ciò che potrebbero scoprire,perciò si rifugiano nell'edonismo e nell'indifferenza.
                Il secondo tipo racchiude gli atei che non credono nel Dio cristiano,nè nel Dio musulmano (che poi è lo stesso del Cristianesimo),nè negli dei indù,nè in qualsiasi altra forma di divinità riconosciuta tale da tutti,ovvero dalla quale si sviluppa una religione.
                Eppure,se vogliamo osservare l'etimologia di ateo,notiamo che deriva da a-theos,ovvero senza dio. Non senza Dio. E' questo il punto.
                Un "ateo" crederà nella scienza,nella natura,oppure metterà sè stesso come "misura di tutte le cose".
                Il suo dio sarà quindi la scienza,la natura,sè stesso.
                Ecco perchè,a mio paere,non esistono gli atei. 

                Il primo tipo di ateo che racconti è l'edonista superficiale dei nostri tempi che non ha voglia, tempo o capacità di approfondire certe tematiche. Però, questo personaggio, secondo me, è un ateo inconsapevole, nel senso che, essendo superficiale e semplice, dirà che si, crede in Dio (lo fanno tutti no? e poi i mari, le montagne, chi li avrebbe creati?) per mettersi in regola con la maggioranza, senza crederci troppo. Un ateo consapevole è una persona che un minimo di ragionamento e interesse ce li mette in questi discorsi.
                Il secondo tipo di ateo che racconti non crede (ovviamente) nel  Dio fine a se stesso ma, se ho capito il tuo ragionamento, credendo nella Natura, nella scienza e in se stesso (mettendosi al centro del mondo) è come se fosse più 'credente' di un religioso e quindi non ateo. Crede nel dio della scienza e nella Dea Natura (e forse, secondo il tuo discorso, si crede 'un dio'). Questo ragionamento è interessante ma oltrepassa il senso più stretto del significato di ateo che dovrebbe essere colui che non crede ad un essere superiore (simile agli uomini in quanto suo figlio, Gesù Cristo, è a sua immagine e somiglianza).
                Esiste poi un altro tipo di ateo, l'ateo devoto, così di moda nella politica italiana degli ultimi anni. Gli esempi più famosi sono quelli di Oriana Fallaci e Giuliano Ferrara. Atei di ferro, sono però vicini alla cultura cristiana e ai suoi simboli religiosi (che diventano culturali, vedi crocifisso) e ne difendono le idee a vantaggio di quella Destra italiana non proprio liberale e contro una Sinistra italiana che continua a deludere.
                « Ultima modifica: Mercoledì 14 Mar 2012, 14:57:51 da leo_63 »

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                Brigitta MacBridge
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                PolliceSu   (2)
                  Re: DIO ESISTE!?
                  Risposta #97: Mercoledì 14 Mar 2012, 15:16:54
                  sulla vita eterna.
                  Per rispondere,prenderò come base l'esempio addotto da Brigitta sulla sua cara amica scomparsa,per la quale mi unisco alle condoglianze.
                  E' rimasto in voi,suoi cari,l'amore che provate per lei,e il suo ricordo. Sono rimasti anche i suoi insegnamenti,grazie ai quali adesso i suoi alunni sono ingenieri,avvocati,medici e insegnanti.
                  Quando voi suoi cari morirete (il più tardi possibile spero) e moriranno i suoi alunni (spero tardi anche loro),cosa resterà di lei? Polvere.
                  Cosa resterà dei suoi alunni? Polvere. Tra mille anni,cosa resterà dei palazzi costruiti dai suoi alunni divenuti ingenieri,delle menti formate dagli alunni divenuti insegnanti? Polvere.
                  Ma se tutto ciò che ci circonda è polvere,allora qual è il senso?

                  Ti rispondo che l'effetto delle nostre opere non cessa del tutto. Magari smette di portarsi dietro il nostro nome, ma si protrae nel tempo. Vicino a casa dei miei c'è un bosco di castagni ultracentenari. Sono tutti innestati, il che vuol dire che quattrocento-cinquecento-seicento anni fa un anonimo contadino è andato in quel bosco ed ha lavorato per innestarli finché erano piccoli alberelli. La sua opera è giunta fino a noi, e anche se nessuno conosce il suo nome, ha contribuito a dare un senso alla sua vita, ed a fornire un utile servizio alle generazioni future. Gli alunni di mia sorella oggi sanno di essere le persone che sono anche per opera sua. I loro figli saranno le persone che saranno, in parte, per opera sua. I loro nipoti idem. Non lo sapranno, non conosceranno il suo nome. Ma ha veramente tanta importanza che il nostro operato si trascini dietro il nostro nome? Non per me.

                  Potrai dirmi che fra tremila anni l'effetto delle nostre opere sarà tanto diluito da non essere più misurabile. Ma ha importanza che sia misurabile? Di nuovo, non per me. Sarà un po' come se la mia individualità si dissolvesse nella storia dell'umanità. Non mi disturba il pensiero e non trovo che tolga di senso alla mia esistenza. Spingendosi ancora più in avanti nel futuro, ci sarà probabilmente un giorno in cui l'intera umanità cesserà di esistere. Ma la mente umana fatica a concepire un futuro lontano di cento anni, figuriamoci una eternità. Pensare di non poter esistere per l'eternità, quando il concetto stesso di eternità è qualcosa che non riusciamo ad afferrare, mi pare logico e naturale.
                  Ma penso davvero che sia una questione di mentalità. Capisco che si possa faticare a comprenderla.

                  Per quanto riguarda il discorso etico, e qui ri-rispondo all'avvocato,  esistono diversi filosofi che hanno trovato risposte non religiose alla questione del fondamento della morale. Per citare il mio preferito, io al liceo mi innamorai del pensiero di Immanuel Kant. Kant scrisse: "Agisci come se la massima della tua azione dovesse diventare per mezzo della tua volontà una legge universale". Banalizzando molto (cosa inevitabile dato che io non ho studiato filosofia se non quei tre annetti al liceo), io la interpreto così: se tutti, ma proprio tutti, condividessero il tuo pensiero e agissero al tuo stesso modo, il risultato sarebbe un mondo a te più gradito o meno? Se tu pensi che sia giusto prendere a schiaffi tutti quelli che incontri per strada, chiediti come sarebbe l'esistenza se tutti prendessero a schiaffi quelli che incontrano per strada. Se il risultato ti pare auspicabile, hai una buona legge morale. Altrimenti no (ripeto che sto banalizzando alquanto il pensiero del filosofo di Königsberg...).

                  Ora, la proposta di Kant può piacere o non piacere, ma è innegabile che ha offerto un metodo "ateo" per definire cosa è bene e cosa è male (che Kant fosse religioso o meno qui non fa alcuna differenza: il "metodo" proposto prescinde dalla religione, è questo che conta). Un metodo "autogeno", diciamo, in cui è la mia ragione a dirmi cosa è bene e cosa è male, e non i comandamenti riportati da un altro. Altri filosofi hanno fatto altre proposte. Che potranno non piacervi, perché magari vi porterebbero, che so io, a ritenere accettabili cose che non vi piacciono. Ma il principio è: è POSSIBILE avere una morale basata sul pensiero non religioso, e questa morale non necessariamente è "faccio un po' quel che mi pare, tanto non devo render conto a nessuno".
                  « Ultima modifica: Mercoledì 14 Mar 2012, 15:18:53 da Brigitta_McBridge »
                  I miei teSSSSori: http://tinyurl.com/a3ybupd

                  "You must be the change you want to see in the world" -- Gandhi

                  *

                  pkthebest
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                  PolliceSu

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                    Re: DIO ESISTE!?
                    Risposta #98: Mercoledì 14 Mar 2012, 15:29:03
                    Se non ricordo male, la sintesi del pensiero kantico è "Guarda sempre all'altro come un fine e mai come un mezzo". Giusto, giustissimo sulla carta.

                    Ma il fine, come giustamente osservavi è cosa che decido io, e lo stesso pensiero di Kant non è immune da deviazioni, del tipo la teorizzazione dell'infanticidio del bambino nato al di fuori del matrimonio, perché nato "contro legge". Dobbiamo quindi uccidere tutti i bambini nati fuori dei matrimoni, perché non saranno mai il fine di qualcuno? E se, davvero, a qualcuno piacesse essere preso a schiaffi per strada, e trovasse l'essere preso a schiaffi come migliorativo dell'esistenza, per quanto assurdo possa sembrare, dovremmo dire che è giusto almeno per lui prendere/essere preso a schiaffi per strada?

                    Purtroppo, senza una morale "esterna" è possibile creare dei sistemi di rapporti, anche civilmente molto evoluti, ma, gratta gratta, rischiano sempre di essere fondati sul niente...

                    Te lo ripeto: uccidere è sbagliato, secondo molti di noi. Applicando il Kantismo sarebbe sbagliato perché uccidere impedisce di guardare all'altro come un fine, e non migliorerebbe l'esistenza se tutti uccidessero tutti. Ma qualcuno potrebbe anche trovare giusta l'uccisione di tutta la razza umana e quindi potrebbe pensare che un omicidio di massa sarebbe approvato da tutti, e il risultato essere auspicabile.

                    Giriamoci in giro finché vogliamo: senza Dio un riferimento morale non c'è. Ce lo diamo noi, miseri uomini che sono nulla di fronte al creato, e domina quello che più appare vicino al sentire comune in una data epoca, mutando continuamente. Ma non ha un fondamento assoluto, e questo è il gravissimo problema di fondo.

                    *

                    alec
                    Dittatore di Saturno
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                    PolliceSu
                      Re: DIO ESISTE!?
                      Risposta #99: Mercoledì 14 Mar 2012, 15:56:08
                      Premetto che intervengo saltuariamente (mi ero ripromesso di non farlo, ma tant'è...). E' assodato che vi siano concetti impenetrabili alla mente umana: parliamo di "infinito", ma non è possibile per noi offrirne un modello coerente.  E' qualcosa che ci sfugge.  Se concepiamo l'universo come sferico, dobbiamo ammettere che esista qualcosa AL DI FUORI di tale sfera. Faticosissimo per noi avere la cognizione di un anno luce (360.000 km al secondo X 365 giorni!!!!!!). Siamo dei primati leggermente più scaltri dei gorilla e degli scimpanzè (mica poi troppo!) e, forse, più coglioni dei delfini. Abbiamo evidenti limiti, che ci impongono di pensare da terrestri ( chi ritiene esistano gli alieni li immagina a bordo di astronavi che si muovono nello spazio, cioè in modo assolutamente "umano"). Non riusciremo mai ad essere perfettamente OGGETTIVI. Tuttavia, non esiste società antica senza religione: gli stoici, panteisti, furono accusati di ateismo, solo perchè rifiutavano di seguire i riti canonici. Epicuro ammetteva l'esistenza degli dei, ma sosteneva che essi non interferivano col nostro mondo (insomma, si facevano gli affari loro!)  Per Giordano Bruno Dio è la natura stessa causa e principio delle cose, pur rimanendo da esse distinto. E mi fermo qui. La religiosità è qualcosa che non riusciamo ad evitare, l'ateismo è in realtà un agnosticismo camuffato
                      (posizione, quella agnostica, rispettabilissima, perchè ammette i nostri limiti...)
                      « Ultima modifica: Mercoledì 14 Mar 2012, 15:58:12 da alec »

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                        Re: DIO ESISTE!?
                        Risposta #100: Mercoledì 14 Mar 2012, 16:04:42
                        avvocato, io non sono affatto concorde con lei, tanto che nella mia tesi di laurea su Schopenhauer ho parlato per l'appunto del fondamento di una morale sganciata dalla metafisica, un problema <<assai arduo, contro il quale hanno inutilmente cozzato i filosofi di tutti i tempi e di tutte le genti, e la cui mancata soluzione ha permesso o almeno favorito il sorgere e il consolidarsi dei miti e dei dogmi religiosi>> (citazia dalla mia tesi, come i prossimi estratti, se mi concedete questo momento di autoesaltazione 8-) )


                        3.1 La confutazione delle morali precedenti
                        Partendo dal tema di ricercare <<il fondamento della morale indipendentemente da una determinata filosofia>>, ovvero separare l’etica dalla metafisica, Schopenhauer cercava di risolvere un problema <<assai arduo, contro il quale hanno inutilmente cozzato i filosofi di tutti i tempi e di tutte le genti, e la cui mancata soluzione ha permesso o almeno favorito il sorgere e il consolidarsi dei miti e dei dogmi religiosi>> .
                        Viste le premesse, Schopenhauer decide di utilizzare il procedimento analitico, <<un’indagine che prende le mosse dai fatti, dall’esperienza esteriore e da quella interiore della coscienza>>, per <<isolare, nel complesso degli atteggiamenti e delle azioni umane che vi consideriamo legali, degne di lode e approvazione, quella piccola parte di esse che è veramente morale e non determinata da impulsi di altro genere>> .
                        Al contrario di molti filosofi precedenti, che partendo da una metafisica comunemente accettata, giungevano ai principi ed alle basi della morale e facevano tacere i dissidenti minacciando la loro coscienza, Schopenhauer ritiene, riprendendo Kant, che il vero filosofo non può prescindere da ogni motivazione che non sia assolutamente razionale, poiché la minaccia di un castigo divino non rappresenta vera moralità, ma solo un egoismo.
                        Ma se Kant era stato così grandioso nel distruggere le precedenti concezioni morali, la stessa cosa non si potrebbe dire della sua fondazione dell’etica, visto che l’imperativo categorico, <<nonostante tutti gli appelli all’esperienza o gli ossequi alla ragione, continuano a insinuare nell’indagine etica presupposti teologici e metafisici>> , tanto che lo stesso Kant manteneva una prospettiva eudemonistica nel rapporto tra felicità e virtù nella dottrina del bene supremo. Quindi, una vera etica separata da ogni metafisica dovrebbe epurarsi da concetti come imperativo categorico o ragion pratica, che, secondo lo stesso Schopenhauer, rappresentano due prodotti della rapida decadenza senile di Kant, perché vennero ritrattati durante la vecchiaia, nella Critica della ragion pratica, la vecchia esposizione del fondamento della morale data nella Metafisica dei costumi <<in modo rigorosamente sistematico, concludente e preciso>> , creando di fatto una nuova etica teologica.
                        La stessa terminologia (legge, comandamento, dovere ecc…) non sarebbe che un retaggio della morale desunta dalla teologia giudaico-cristiana, visto che nessun tu devi può aver valore senza una minaccia di castigo o una promessa di premio.
                        La causa di questa deriva va ricercata nel procedimento kantiano che consiste nel distinguere tra un a priori e un a posteriori nella stessa coscienza, separando cioè la parte pura della morale accettandola <<in anticipo come esistente senza giustificazione e senza deduzione o prova alcuna>> . Così facendo, Kant rifiutava sia la coscienza umana che ogni tipo di esperienza, ponendo però un paio di concetti astratti, privi di sostanza, a fondamento di una morale che valesse per tutti i possibili esseri ragionevoli, tra cui gli uomini.
                        Infatti, analizzando la celebre formula <<agisci soltanto secondo la massima della quale puoi a un tempo volere che diventi legge universale per tutti gli esseri dotati di ragione>>, Schopenhauer trova proprio nell’astratta affermazione di una validità estesa ad ogni essere ragionevole l’unica motivazione dell’etica kantiana, ovvero che <<l’uomo concepisca da se stesso l’idea di indagare una legge, alla quale la sua volontà dovrebbe adattarsi e sottomettersi>> , fondando la morale su un puro processo di pensiero, senza quell’impulso etico originario che per Schopenhauer è imprescindibile nella creazione di una qualunque legge morale che possa superare la violenza e la potenza dei giganteschi motivi egoistici, una morale che deve però determinare azioni reali fondate su di un impulso empirico.
                        Si nota così un’altra critica mossa da Schopenhauer nei confronti di Kant: la totale mancanza di realtà del suo fondamento morale, anche se, è giusto notarlo, nella seconda Critica, lo stesso Kant aveva in parte modificato la propria visione. In questo modo diede inizio a successive incomprensioni e modifiche del proprio pensiero, come nelle revisioni effettuate da Reinhold o da Jacobi, le quali sfoceranno in seguito nei, come li definiva Schopenhauer, filosofastri idealisti, i quali parlavano vanamente di concetti come l’infinito o l’assoluto, di cui nessuno poteva in verità sapere <<assolutamente nulla>> .
                        Inoltre, questa legge kantiana si appella all’egoismo, dato che ciascuno di noi può volere soltanto cosa è soggettivamente il meglio per noi stessi, diventando una perifrasi dell’unico vero e puro contenuto di ogni comportamento morale: non ledere nessuno, anzi per quanto puoi, aiuta tutti.
                        Ma, su cosa è fondato questo postulato tanto da sopraffare gli stessi istinti malvagi umani? Per Kant ciò rappresenta una legge universale di natura che sarebbe impossibile non volere, anche se, fa notare Schopenhauer, l’esperienza quotidiana ci mostra che in realtà la legge di natura consiste nella sopraffazione del più debole da parte del più forte e che le vere eccezioni sono rappresentate dalla giustizia e dalla bontà.
                        Così, in mezzo a questi sofismi <<di una dottrina etica che ricade ad ogni passo nei vizi tradizionali delle vecchie morali teologiche e metafisiche>> , emerge la sola vera e grande intuizione di Kant a livello di morale, già ripresa da Schopenhauer nel saggio “Sulla libertà del volere”, la quale libertà sarebbe legata all’essere poiché ogni ente agisce seguendo la propria natura.
                        Analogamente, Fichte, che aveva rovesciato questa intuizione, è considerato dal filosofo di Danzica un buffone, autore di una mistificazione filosofica.

                        3.2 Una nuova etica
                        Con quest’ultima critica a Fichte, Schopenhauer esaurisce la parte destruens del proprio discorso, non prima di aver risposto però alla domanda che, se i filosofi precedenti avevano fallito tutti, ciò non fosse dovute a causa della morale da considerare <<un mezzo inventato per domare meglio il genere umano egoista e malvagio>> .
                        Riprendendo con questa affermazione la teoria hobbesiana dell’homo homini lupus, Schopenhauer vede nell’egoismo l’essenza conservativa dell’esistenza degli uomini e degli animali e il più grande avversario della moralità.
                        Nonostante questa visione pessimistica, ammette però l’esistenza di poche persone <<nelle quali è quasi innato il principio di rendere giustizia agli altri>> , ovvero persone che agiscono senza la finalità egoistica del sentirsi meglio o ubbidire a qualche massima religiosa, ma mossi solamente dalla volontà di fare del bene nei confronti degli altri.
                        Tutto ciò è possibile solo nel momento in cui io riconosco l’altro come uguale a me nella sofferenza, annullando quella differenza sulla quale si fonda l’egoismo individuale. È un evento stupefacente e misterioso, che Schopenhauer aveva già trattato nel IV libro del Mondo quando, parlando delle vie per liberarsi dal dolore, aveva tratteggiato la morale della compassione.
                        La nostra partecipazione alla vita altrui si limita ai dolori, non viene sollecitata dall’altrui benessere, che ci lascia invece indifferenti. Questo accade perché il dolore è l’oggetto positivo della sensibilità, mentre la soddisfazione ed il benessere consistono soltanto nella cessazione della mancanza e del dolore. In questo modo, <<quanto più la nostra condizione è felice e quindi è in contrasto con l’altrui, tanto più noi siamo accessibili alla pietà>> . Le azioni genuinamente morali nascono quindi da questo sentimento attraverso la massima Neminem laede; immo omnes, quantum potes, iuva.
                        Il primo grado della morale è quindi un semplice <<non far del male agli altri>> sotto l’impulso dell’egoismo. Questo diritto fondamentale può essere imposto a tutti ed il suo rispetto può essere ottenuto con la forza delle istituzioni coercitive come lo Stato, nonostante per Schopenhauer esso non abbia mai valore e funzione morale, in contrapposizione con la filosofia hegeliana. Infatti, uno Stato che si assume anche la cura del bisogno metafisico dei suoi membri non può che giungere all’inquisizione o alla guerra di religione.
                        La seconda parte della massima, <<aiuta gli altri quanto puoi>>, permette a Schopenhauer di illustrare il concetto di carità, la quale non è stata mai inclusa tra le virtù della filosofia occidentale, al contrario della giustizia, tranne che dal Cristianesimo, che però non estendeva questo principio agli animali, pecca ereditata dal giudaismo, mentre in realtà gli animali condividono con gli uomini la stessa comune esistenza
                        Con somma acutezza, Schopenhauer afferma che i concetti di diritto e torto sono indipendenti da ogni singola legislazione, dato il loro valore naturale. Questa giurisdizione pura esige che <<nessuno faccia un torto>>, al contrario della legislazione positiva degli Stati che invece esige che <<nessuno debba patire>>.
                        In polemica con Kant ed i kantiani, Schopenhauer definisce il concetto di dovere come <<un’azione, la cui semplice omissione lede gli altri>> , presupponendo un obbligo già assunto tra due parti, con la sola eccezione dei doveri dei genitori, assunti unilateralmente nell’attimo preciso in cui mettono al mondo il bambino. Inoltre il filosofo di Danzica ammette l’uso della menzogna quando essa serva ad evitare un’ingiustizia o un sopruso.
                        Con questa denuncia di ogni forma di egoismo Schopenhauer rinvia totalmente il problema del comportamento etico alla sfera interiore e segreta dell’intenzione, a quella insondabile, misteriosa regione dell’Io dove può giungere soltanto il giudizio interiore della coscienza, costretta, del resto, semplicemente a prendere atto di un’inevitabile, necessaria predestinazione, dato che dall’immutabile orrore della realtà vi si può sfuggire solo in virtù di un’esperienza etica privilegiata e di una superiore, ineffabile intuizione mistica.


                        vi può piacere, non vi può piacere... io la condivido in pieno.
                        « Ultima modifica: Mercoledì 14 Mar 2012, 16:06:18 da andrea87 »
                        Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

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                          Re: DIO ESISTE!?
                          Risposta #101: Mercoledì 14 Mar 2012, 16:09:52
                          questo è il punto non riusciamo a visualizzare pensare comprendere coerentemente l'universo e l'idea di infinito sembra contraria alla nostra stessa natura umana...... quello che dimostri è che il problema di Dio, è un problema che hanno tutti, anzi che hanno gli Atei spesse volte più dei credenti ( o presunti tali ).
                          se è vero che l'agnosticismo è la posizione unica che l'uomo oggettivamente può intraprendere, questo non risolve la questione......
                          C'è questo Dio o non c'è?
                          il fatto che io vi dica che ho un cugino a Sydney, l'unica posizione che voi potreste prendere è agnostica ( mi fido ma non ne posso essere sicuro )
                          quello che dobbiamo fare è partire dall'agnosticismo di fondo per concludere è affermare o meno l'esistenza di Dio.... forse per staccarsi dall'agnosticismo e approdare ad una definitiva risposta non basteranno millenni, ma questa non è una scusa per non porsi la domanda

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                            Re: DIO ESISTE!?
                            Risposta #102: Mercoledì 14 Mar 2012, 16:26:56
                            Il mio moderatore preferito (davvero,non sto scherzando),Piccolobush,sostiene che i cristiani pretendano di spiegare con la logica illogicità.
                            Eppure,i ragionamenti da me fatti mi sembrano corretti. Per spiegarmi meglio,Gesù,quando sapeva che l'avvrebbero ucciso,avrebbe potuto:
                            a)abiurare e dichiarare di non essere Figlio di Dio,in modo da evitare la condanna.
                            b)farsi condannare,perchè era pazzo ed era sicuro di essere Figlio di Dio.
                            c)farsi condannare,perchè era veramente Figlio di Dio.
                            La soluzione "a" non si è avverata,perciò rimangono la "b" e la "c".
                            Ipotizziamo che fosse pazzo. Pare strano,quantomeno,che a distanza di 2000 anni ci siano milioni di persone che ascoltano le parole di un pazzo,non trovate? Poi,certo,può sempre accadere,ma sarebbe un'ipotesi ben più assurda della divinità di Gesù.
                            Sarà colpa della mia formazione "tecnica", ma io continuo a vedere diverse forzature nei passaggi che descrivi. Innazitutto dài per vere cose accadute (forse) 2000 anni fa, tramandate in qualche maniera, senza sapere chi ha effettivamente scritto cosa, senza conoscere le eventuali modifiche apportate etc... (c'è un passaggio simpatico nel film "the snatch" dove dei finti ebrei discutono sul come tutta la religione sia nata per un errore di traduzione di una singola parola! Un paradosso, chiaro, ma che evidenzia quella che è una probabilità).
                            Poi direi che le opzioni a), b) c) non esauriscano affatto le alternative possibili, così come la b) viene scartata in maneira arbitraria (ce ne sono stati e ce ne sono di pazzi che hanno radunato folle!)
                            Però appunto di nuovo, tutto ciò comunque cozza con il significato di fede. Uno se crede in qualcosa, deve farlo a prescindere dalla conoscenza, altrimenti non è una fede, è un prendere atto.

                            Sul senso della vita, boh, mai posto il problema, faccio quello che credo più giusto secondo i miei canoni, non per lasciare un buon ricordo (non saprei che farmene non potendo, da morto senza vita eterna, vedere come gli altri mi piangeranno! Sì, sono uno sfrenato individualista ;)) ma per lasciare un buon presente. Quando fra tremila anni si perderà il ricordo mio, di quelli che mi hanno conosciuto e dei loro discendenti, beh, amen!

                            Citazione
                            Infine,le testimonianze sull'esistenza di Paradiso,inferno e purgatorio da me citate vengono,principalmente,dai Veggenti di Medjugorje (o come accidenti si scrive) e da Fatima.
                            A meno che i Veggenti sopracitati non fossero impazziti (ed è strano che i loro cari non se ne siano accorti),allora hanno avuto veramente la visioni e quindi le testimonianze di cui sopra sono vere.
                            Lungi da me l'idea di voler demolire le tue certezze, ognuno ha il diritto di credere in quel che vuole, ma dire che le prove dell'esistenza di napoleone non sono poi così tante e poi fidarsi delle testimonianze senza nessuna prova di persone che nemmeno si conoscono mi pare un po' contradditorio. Senza contare che mi vengono in mente diverse possibilità per spiegare i suddetti fenomeni anche escludendo la pazzia ::)

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                              Re: DIO ESISTE!?
                              Risposta #103: Mercoledì 14 Mar 2012, 16:59:25
                              P.S. Propongo di chiudere il topic perchè fonte di discordie e totalmente improduttivo, in quanto nessuno è disposto a tornare sui propri passi e, sebbene lo scopo iniziale non fosse quello convertitore, la discussione ha preso proprio quella piega.
                              questo era quel che temevo aprendo il topic, ma la prima raccomandazione che ho fatto nel mio messaggio stava proprio nell'evitare contrasti. onestamente questa discussione mi sta appassionando davvero ed è fonte di un dissidio interiore che giudico essenziale.
                              vorrei evitare che questo topic si chiuda soprattutto per quanta passione e quanto fermento intellettuale vedo che si sta facendo largo tra tutti gli utenti del forum delle più disparate opinioni e formazioni. Evitiamo offese e discutiamo apertamente, questo topic filosofico credo sia il più impegnativo che sia mai stato aperto su questo forum, ma anche il topic più importante che sia stato aperto nel grande forum della storia umana ( scusate il retoricismo ). comportiamoci civilmente e mostriamoci all'altezza di discorrere non unicamente di facezie.
                              grazie!

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                                Re: DIO ESISTE!?
                                Risposta #104: Mercoledì 14 Mar 2012, 17:21:24
                                questo topic filosofico credo sia il più impegnativo che sia mai stato aperto su questo forum, ma anche il topic più importante che sia stato aperto nel grande forum della storia umana ( scusate il retoricismo )
                                Va bene, ma ricordiamoci però del punto 8. Scopo di chi si iscrive al papersera non è aprire topic "impegnativi". ;)
                                (Lo dico soprattutto ai bassotti che hanno postato più qui che nel resto del forum... fatevi vedere anche un po' altrove... ::))
                                « Ultima modifica: Mercoledì 14 Mar 2012, 17:23:37 da iuventuri »

                                 

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