la fede abbia recuperato terreno a livello culturale, cioè che (in particolare nel caso del cristianesimo) molte persone si siano riavvicinate alla religione anche trainate dalle figure di papi carismatici come alcuni recenti
Immagino tu ti riferisca essenzialmente all'operato di Giovanni Paolo II e di Francesco pur con le debite differenze nella concretizzazione del loro rispettivo carisma. Giovanni Paolo si trovo' sicuramente a operare in una chiesa più compatta, con i confini ben delineati fra chi si riconosceva come parte del "gregge" e chi vi si opponeva strenuamente, opposizione fra fronti che rispondeva a una logica da guerra fredda, blocchi di incomunicabilità irriducibili a un denominatore comune. Su queste premesse l'operato del Papa di allora, pur non introducendo alcun notevole impulso riformistico in ambito dottrinario, la catechesi anzi fu per molti versi più conservatrice rispetto all'empito rivoluzionario di un Giovanni XXIII o di un Paolo VI e da più parti lo si continua a ritenere per formazione un "curato di campagna polacco", dicevo l'operato del Papa scelse un approccio inclusivista, aiutato in questo da una felicissima attitudine al rapporto con il linguaggio mediatico, un approccio che sostanzialmente intendeva aprire la chiesa a chiunque sorvolando sulle rispettive differenze e sfumature di convinzioni e di vedute. Se dal punto di vista della spettacolarizzazione di questa nuova "Chiesa Universale" fatta di folle e di raduni oceanici la sua missione appare sicuramente come un enorme successo, dal punto di vista del piano dottrinario e del superamento delle differenze, anche di carattere ecumenico, i progressi sono stati di fatto più modesti e chi vede il pontificato di Benedetto XVI sostanzialmente come ripiegato su se stesso, non dimentichi che Ratzinger fu per innumerevoli anni il prefetto del Sant'Uffizio di Wojtyla, ovvero colui che deteneva le chiavi dell'ortodossia della Chiesa. Benedetto si e' trovato sicuramente a gestire una situazione completamente diversa nella chiesa, Papa "tecnico-teologo" si e' messo a fare la conta, a serrare i ranghi, a rimettere i puntini sulle "i" sottolineando il discrimine fra ciò' che significa essere cattolico e ciò che significa magari essere una brava persona ma non per questo necessariamente cattolica. La catechesi e' tornata la centro, "un manuale delle giovani marmotte" che permetta di orientarsi in un mondo ormai multipolare, non più' diviso in blocchi specifici ma liquido, in cui la "pecorella" e' alla ricerca di una parola forte e chiara che ne permetta la ricostruzione di una propria identità. La chiesa ereditata da Francesco appare in una situazione ancor più' complessa, ma probabilmente per questo motivo ancor più ricca di opportunità. Sommerse le grandi ideologie del XX secolo, il XXI sembra un'epoca più dedita a una spiritualità olistica, influssi di varie tendenze danno l'ala a espressioni di carattere sincretico, l'Uomo sezionato, analizzato, de-composto del novecento, l'uomo cubista, psicanalizzato, strutturalista, dodecafonico sembra lentamente ricucire i propri pezzi, spinto dalla new age, da un buddismo talvolta d'accatto, dalle influenze orientali, da un cattolicesimo di recupero, da una musica di nuovo tendente alla melodia, da un mondo non più bipolare ma multipolare, dai viaggi intercontinentali, da una natura sempre più in crisi e di cui sempre più si ha sete, e, ricucendo questi lembi, si trova di nuovo investito da un empito se non di religione, almeno
religioso, ovvero mosso o commosso dal sentimento del
mistero intorno al quale la fiducia positivistica nella scienza novecentesca non ha trovato tutte le risposte. La sfida per un Papa come Francesco e' quella di trovare un nuovo senso alla sua comunità in questo mondo liquido assetato di risposte, che non pare pero' alla ricerca di scatole chiuse e che non sembra per questo motivo necessariamente più disposto a riconoscersi "esclusivamente" in una chiesa, la grande virata impressa dall'ultima enciclica incentrata sulla salvaguardia dell'ambiente come dovere cristiano, ha i tratti del genio, di colpo il Papa ha posto un quesito centrale non solo nell'esistenza del cristiano ma nell'esistenza (e nella sopravvivenza) stessa di tutti gli uomini, imponendo una svolta non solo al carattere programmatico e temporale della chiesa, ma probabilmente anche al centro della sua dottrina. Se la nuova etica cattolica non fosse più incentrata sulla moralità' in ambito sessuale, ma sulla responsabilita dell'uomo come custode del creato, la chiesa ne guadagnerebbe sicuramente un maggiore afflato trans-culturale. In questo gioca sicuramente anche l'influenza della grande tradizione gesuitica (e si pensi a Martini come il miglior frutto di essa) e molto pensiero cattolico riformista di ambito tedesco, dove il principio della
misericordia afferma la grazia di poter soprassedere al dogma insindacabile della chiesa, come se la visione teoretica e ideale dell'Uomo andasse mitigata da una visione pragmatica dell'esistenza concreta; se per esempio l'insegnamento evangelico pone come situazione ideale quella di una coppia inseparabile, questo non significa che il divorzio o una coppia gay debbano essere il male assoluto, e' solo una condizione meno ortodossa, e da questo punto di vista "meno perfetta", ma comunque accettabile per gli aspetti positivi che intrinsecamente riesce a promuovere. In tutto questo discorso non ho volutamente tenuto conto della variante, di non poco conto, di certi movimenti islamici, religione
autocefala quanto altre mai, il cui assertivismo, talvolta violento, in ambito religioso e politico potrebbe causare un parallelo irrigidimento nelle file opposte ottenendo il risultato di indebolire le file del
pensiero debole democratico a favore del
pensiero forte cristiano-cattolico. Ma qui si dischiude un ulteriore, amplissimo ambito di indagine.