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    L'anno prossimo compirò il grande balzo scolastico dalla scuola media al liceo. Viste, più o meno, le età di tutti mi rendo conto che la maggior parte di voi ci è già passata, ciononostante mi rivolgo a ciascuno in questo Topic per conoscere ricordi da chi l'ha vissuto, aspettative da chi ancora lo deve frequentare e... consigli da tutti.  ;)

    Topolino08

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    Aoimoku
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      Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
      Risposta #1: Venerdì 7 Lug 2017, 14:50:51
      Fuggi finché sei in tempo!

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      Vito65
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        Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
        Risposta #2: Venerdì 7 Lug 2017, 23:15:23
        E perchè fuggire? Sono anni faticosi ma contrassegnati dalla speranza, indispensabili per formarsi e per crescere.

          Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
          Risposta #3: Venerdì 7 Lug 2017, 23:42:08
          Scegli un liceo con materie per le quali sei più portato e cerca di farti un gruppetto di amici, sperando non ci siano bulli ad infastidirti.

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            Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
            Risposta #4: Sabato 8 Lug 2017, 18:35:05
            Sei liceale, quindi farai l'università. Studia solo l'inglese e le materie funzionali agli studi futuri. Il tempo a studiare il resto è perso, il 6 è  più che sufficiente.
            Investi un anno per andare all'estero, possibilmente Inghilterra, non importa se finisci un anno dopo, puoi anche farlo l'anno prima di iniziare l'università, ma farlo a 15-16 secondo me è il momento più adatto. Fregatene di tutto e tutti ma sì rispettoso e creati un gruppo di amici solido.
            Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
            (G. Testori)

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            feidhelm
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              Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
              Risposta #5: Sabato 8 Lug 2017, 18:48:16
              Sei liceale, quindi farai l'università. Studia solo l'inglese e le materie funzionali agli studi futuri. Il tempo a studiare il resto è perso, il 6 è  più che sufficiente

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              In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

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              Aoimoku
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                Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                Risposta #6: Sabato 8 Lug 2017, 19:33:17
                Vai a lavorare e tra 10 anni alla riunione delle medie divertiti a vedere i tuoi mancati colleghi liceali e universitari che hanno ottenuto solo un simpatico quadretto a muro mentre tu offrirai a tutti grazie alle riparazioni in nero che avrai fatto in tutti quegli anni

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                  Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                  Risposta #7: Sabato 8 Lug 2017, 20:42:04
                  Vai a lavorare e tra 10 anni alla riunione delle medie divertiti a vedere i tuoi mancati colleghi liceali e universitari che hanno ottenuto solo un simpatico quadretto a muro mentre tu offrirai a tutti grazie alle riparazioni in nero che avrai fatto in tutti quegli anni

                  Confermo. Ho due lauree in due materie diverse e se torno indietro imparo a fare la pizza e mollo tutto a 15 anni.
                  Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                    Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                    Risposta #8: Sabato 8 Lug 2017, 22:26:53
                    Sei liceale, quindi farai l'università. Studia solo l'inglese e le materie funzionali agli studi futuri. Il tempo a studiare il resto è perso, il 6 è  più che sufficiente.
                    Investi un anno per andare all'estero, possibilmente Inghilterra, non importa se finisci un anno dopo, puoi anche farlo l'anno prima di iniziare l'università, ma farlo a 15-16 secondo me è il momento più adatto. Fregatene di tutto e tutti ma rispettoso e creati un gruppo di amici solido.

                    Se uno studia per bene almeno le basi, certi errori non li fa...

                    Tralasciando questo, e premettendo che al liceo scientifico avrei preferito di gran lunga studiare più inglese che letteratura latina, reputo il tuo consiglio dannoso per un ragazzo che vuole formarsi, indipendentemente se deciderà di fare il pizzaiolo o l'ingegnere.

                    Non sapere di letteratura italiana, di storia, di geografia, di storia dell'arte e chi più ne ha più ne metta non serve a rendere più agevole il percorso futuro, ma solo a crescere più ignoranti e vuoti.
                    « Ultima modifica: Martedì 11 Lug 2017, 15:04:10 da cicciochicco80 »
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                      Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                      Risposta #9: Sabato 8 Lug 2017, 23:00:27

                      Se uno studia per bene almeno le basi, certi errori non li fa...

                      Tralasciando questo, e prmettendo che al liceo scientifico avrei preferito di gran lunga studiare più inglese che letteratura latina, reputo il tuo consiglio dannoso per un ragazzo che vuole formarsi, indipendentemente se deciderà di fare il pizzaiolo o l'ingegnere.

                      Non sapere di letteratura italiana, di storia, di geografia, di storia dell'arte e chi più ne ha più ne metta non serve a rendere più agevole il percorso futuro, ma solo a crescere più ignoranti e vuoti.

                      Rispetto la tua opinione ma sono fortemente, totalmente, convintamente e ostinatamente in disaccordo. Intanto sarei curioso di sapere perché una persona che ha letto Manzoni o Boccaccio, che conosce la capitale dell'Uzbekistan, che conosce bene le cause della guerra civile americana sarebbe meno vuota (che è quasi un giudizio) di una che non lo ha fatto.
                      Ma oltrepassando questo io puntavo ad altro. Io non inveisco contro la cultura, tutt'altro, io sono un curioso di natura, appassionato alla lettura di ogni genere, interessato ai temi della storia, della psicologia, dell'arte, della letteratura, divoro libri e lo faccio per scelta, mentre i miei amici mi prendono in giro quando dico di stare dietro ad un tomo di 1300 pagine.
                      Ma in Italia dobbiamo finirla di considerare indispensabili cose che non lo sono, cose che dovrebbero far parte del bagaglio culturale solo se il singolo individuo lo ritiene necessario.
                      Il resto è violenza, nè più nè meno.
                      Al ragazzo in questione rilancio convintamente il mio messaggio: punta fortemente su ciò che ti è utile, sacrifica lo studio del latino e investi ore nell'inglese, se non ti piace manda al diavolo Boccaccio e punta tutta la tua forza di volontà su ciò che importerà veramente per il tuo futuro. Se poi nel tempo libero ti diverti a leggere Twain, Dumas, Hugo, tanto meglio per te, spero tu ne tragga la soddisfazione che ne ho avuto io, perché sono cose che consiglio a tutti.
                      Ma la funzionalità è un'altra cosa, e dipende da ciò che vorrai fare. Il mondo va avanti a velocità stratosferica, non perder tempo dietro il latino o il decamerone se nella vita vuoi fare l'ingegnere, non perder tempo dietro la matematica se nella vita vuoi fare l'avvocato, e così via dicendo. Falle solo se ti piaceranno o nel tempo libero.
                      Qui in Italia per 20 anni abbiamo vissuto in un mondo parallelo, dove smettere di studiare per fare l'idraulico, o l'imbianchino o l'agricoltore era quasi motivo di vergogna per i genitori. Molto meglio studiare filosofia del diritto o la divina commedia, e siamo pieni di laureati in giuri e letteratura e filosofia e storia a spasso. Ma meno vuoti. Noblesse oblige.

                      ps. precisazione: lasciare da parte le materie poco funzionali al proprio futuro non rende più agevole il proprio futuro, lo rende più agevole solo se quel tempo è investito seriamente nell'applicazione delle altre che funzionali lo sono. Il discorso cambia di molto ed è puramente economico, e come tale agevola eccome, è assiomatico.
                      « Ultima modifica: Domenica 9 Lug 2017, 00:58:27 da Rockerduck87 »
                      Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                        Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                        Risposta #10: Sabato 8 Lug 2017, 23:12:53
                        Io ci sono appena uscito dal liceo, e francamente trovo il consiglio di Rockerduck87 un po' fuorviante: ci sono chiaramente materie che ad uno non possono interessante, tuttavia ritengo che se uno ha intenzione fare il liceo, un minimo di curiosità la debba comunque avere. E parla uno che si è iscritto allo scientifico e la fisica l'ha sempre odiata per come gli è stata insegnata (oserei dire che per fare tutti bella figura all'esame ce la siamo dovuta preparare di nostro pugno, ed era pure materia esterna), tuttavia non mi è mai venuta a meno quella curiosità, e infatti, come ben si può notare da altre discussioni, sono piuttosto ossessionato dal Novecento, e tendo ad osservarlo e comprenderlo in senso lato, non solo da  un punto di vista particolare (peccato che il Novecento in sé non riesca mai ad essere trattato a dovere tra una materia e l'altra, per il nostro sentire è quello più vicino). E il motivo per cui abbia interesse per il Novecento nasce proprio dalla formazione che ho avuto e dal mio interesse per certe tematiche, che si sono fatte sentire nel momento in cui ho approcciato gli argomenti in modo personale, e questo penso sia il più grande traguardo a cui uno studente liceale dovrebbe ambire, sviluppare cioè una forma di conoscenza critica.
                        Al di là degli interessi per la letteratura e la filosofia, il mio grande traguardo è insegnare matematica all'università, di conseguenza di tutte le materie che ho fatto al liceo uno potrebbe benissimo dirmi che non mi sono servite a niente, ed è qui che ci si sbaglia, perché non esiste solo quello che uno studia all'università, esiste un mondo che deve necessariamente essere compreso e vissuto. E uno se lo può vivere solo conoscendolo. Diverse persone mi hanno rimproverato l'utilità di certe mie letture o il fatto che io stesso mi sia messo alla prova e abbia approcciato l'analisi matematica prima ancora di affrontarla in quinta e poi l'università, ma penso che per star bene, oltre alla vita sociale, agli affetti e a tutto quanto, bisogni coltivare anche qualcosa per se stessi a cui poi fare affidamento nei momenti più critici - e fidatevi, serve tantissimo.
                        Perciò il mio consiglio, un po' affettuoso, vuole essere questo: trova nello studio di certi argomenti dei punti che ti possano interessare e vedi se e quando approfondirli per conto tuo, o anche solo fare una veloce ricerca in quei cinque minuti di tempo libero giusto per cominciare ad essere un po' curioso. Poi, vivila con quel giusto stress che ti aiuti a trovare nelle amicizie (sacrosante, potranno non essere quelle amicizie che rimarranno nella vita, non tutte, ma di sicuro ti terranno molta compagnia e ti daranno molta forza in questi cinque anni) e nelle passioni la giusta valvola di sfogo: non fare, soprattutto, sedute intensive di studio, perché, oltre ad avere pesanti ricadute sull'umore e sulle relazioni, non aiutano a stimolare il giusto interesse e portano a sentire lo studio di tutto, anche delle materie preferite, come un peso.
                        Scusate il breve poemetto, ma osservando in questi cinque anni e anche insegnando ad un numero ristretto di ragazzi, nonché facende diverse ore di ripetizioni, si nota che il liceo è una scelta che viene fatta in modo sconclusionato, più come un modo per far vedere di contare qualcosa, trascurando poi il fatto che uno non potrà andare subito a lavorare bensì dovrà studiare all'università... e fidatevi, esiste ancora la discriminazione nei confronti di altre scuole da parte di vari liceali, che poi a conti fatti finiscono per fallire all'università, trovandosi indecisi su quello che vogliono fare della propria esistenza.
                        Ecco, se mi posso permettere l'ultima dritta: non ostentare il fatto che tu stia per fare il liceo. Oltre ad essere poco rispettoso nei confronti degli altri, è uno di quei miti che se viene scardinato mette solo in cattiva luce la persona. Però, osservando il tuo entusiasmo, penso che non sarai quel tipo di persona, e sarai pronto all'occorrenza ad illuminare i tuoi amici con ciò che ti interesserà  ;)

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                        Al ragazzo in questione rilancio convintamente il mio messaggio: punta fortemente su ciò che ti è utile, sacrifica lo studio del latino e investi ore nell'inglese, se non ti piace manda al diavolo Boccaccio e punta tutta la tua forza di volontà su ciò che importerà veramente per il tuo futuro. Se poi nel tempo libero ti diverti a leggere Twain, Dumas, Hugo, tanto meglio per te, spero tu ne tragga la soddisfazione che ne ho avuto io, perché sono cose che consiglio a tutti.

                        Se è per questo lo stesso mondo in cui viviamo si sta impoverendo proprio per questa repulsione nei confronti di ciò che non può avere un'utilità nel proprio lavoro: ma dove lo mettiamo tutto il resto? Come fa uno a vivere se non ha un briciolo di coscienza critica? Il liceo in sé deve aiutare in questo, che poi ci riesca o meno è affidato al singolo docente. Lo ripeto: il mio professore di fisica onestamente mi ha fatto odiare la sua materia, però sarebbe scorretto da parte mia, che studierò matematica a breve, ignorare tutto quello che ci sta intorno e soprattutto non possedere lo spirito critico con cui affrontare i problemi della materia. C'è molta più connessione di quanto si pensi tra una materia e l'altra: se uno nella sua vita vuole fare il filosofo, non è che può tenere solo conto di quello che hanno detto Heidegger o Wittgenstein ed ignorare tutto un mondo di certezze che si andava sgretolando grazie ai contributi della fisica di quel periodo. Come uno che sceglie di laurearsi in lingua inglese, non è che mi arriva a leggere Virginia Woolf o Hemingway senza conoscere il contesto storico in cui hanno vissuto e tutto ciò che andava sviluppandosi intorno a loro. Serve decisamente più apertura mentale: che poi ad uno non interessi è un conto, ma dire ad un futuro liceale di studiare certe cose solo per prendersi il sei vuol dire banalmente incitarlo a fregarsene di certe questioni e ad affrontarle con l'approssimazione di uno che si impara a memorie le due formulette che pronuncia l'insegnante quando spiega... O almeno, spero di aver frainteso io...
                        « Ultima modifica: Giovedì 21 Set 2017, 23:03:18 da Andy98 »

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                          Risposta #11: Sabato 8 Lug 2017, 23:21:15
                          Andy confermi esattamente quello che dico io, altro che fuorviante: la curiosità è personale e va sviluppata personalmente. Giusto che la scuola proponga, poi sta a "me" decidere e capire quanto investirci su quel tema. Nel tuo caso hai fatto bene a sviluppare il tuo metodo e va a tuo merito che così giovane tu abbia ponderato bene come muoverti nel contesto.
                          Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                            Risposta #12: Sabato 8 Lug 2017, 23:34:13
                            Se è per questo lo stesso mondo in cui viviamo si sta impoverendo proprio per questa repulsione nei confronti di ciò che non può avere un'utilità nel proprio lavoro: ma dove lo mettiamo tutto il resto? Come fa uno a vivere se non ha un briciolo di coscienza critica? Il liceo in sé deve aiutare in questo, che poi ci riesca o meno è affidato al singolo docente. Lo ripeto: il mio professore di fisica onestamente mi ha fatto odiare la sua materia, però sarebbe scorretto da parte mia, che studierò matematica a breve, ignorare tutto quello che ci sta intorno e soprattutto non possedere lo spirito critico con cui affrontare i problemi della materia. C'è molta più connessione di quanto si pensi tra una materia e l'altra: se uno nella sua vita vuole fare il filosofo, non è che può tenere solo conto di quello che hanno detto Heidegger o Wittgenstein ed ignorare tutto un mondo di certezze che si andava sgretolando grazie ai contributi della fisica di quel periodo. Come uno che sceglie di laurearsi in lingua inglese, non è che mi arriva a leggere Virginia Woolf o Hemingway senza conoscere il contesto storico in cui hanno vissuto e tutto ciò che andava sviluppandosi intorno a loro. Serve decisamente più apertura mentale: che poi ad uno non interessi è un conto, ma dire ad un futuro liceale di studiare certe cose solo per prendersi il sei vuol dire banalmente incitarlo a fregarsene di certe questioni e ad affrontarle con l'approssimazione di uno che si impara a memorie le due formulette che pronuncia l'insegnante quando spiega... O almeno, spero di aver frainteso io...

                            Nessuno si sta impoverendo, tutti sono più ricchi  ;D solo la nostra italietta si impoverisce.
                            Non hai frainteso nulla, io esorto esattamente a fregarsene di ciò che non gli interessa in una più ampia mira verso ciò che punta, e per quante critiche mi si muoveranno vado avanti a rispondere sempre più convinto. Il suo obiettivo non deve essere il 6, il suo obiettivo deve essere il 10, l'eccellenza, anzi, essere il migliore è l'obiettivo. Anzi, di più: la padronanza  della materia, poiché il voto è solo un insulso giudizio, tendenzialmente arbitrario. E questo predispone anche saper lasciare le cose inutili indietro, come un buon generale sa che terreno cedere al nemico in vista del bene futuro della campagna.
                            « Ultima modifica: Sabato 8 Lug 2017, 23:42:06 da Rockerduck87 »
                            Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                              Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                              Risposta #13: Domenica 9 Lug 2017, 02:24:47
                              Rockerduck 87, quello che proponi non è saggio: concentrare tutte le proprie energie nell'approfondimento di un solo tipo di nozioni lega il proprio futuro alla realizzazione di un unico progetto, che però, come tutti i progetti, può fallire, per le ragioni più disparate; per esempio perché, una volta acquisite le competenze desiderate, scopri che il mercato del lavoro non richiede più quella figura professionale... che fai allora? Difficile riciclarsi in qualcos'altro,  specialmente se fuori dalla propria ristrettissima specializzazione si è praticamente degli analfabeti...

                              È ugualmente poco saggio dire di trascurare la matematica se si vuol fare l'avvocato: il commercialista che si occuperà del lato economico dei tuoi affari potrà fare i peggiori pasticci o addirittura fotterti del denaro senza che tu te ne accorga, perché non sei in grado di controllarlo...

                              Non parliamo poi del trascurare lo studio delle scienze, che porta rispettabilissimi professionisti a credere alle peggiori fesserie internettiane in tema di salute e medicina, come verificheranno sulla propria pelle...

                              E non pensiamo che le materie umanistiche non servano: servono ad esempio a sviluppare una coscienza di sé, e quindi ad evitare, dopo anni dedicati solo al lavoro e al guadagno, la classica crisi che ti getta nelle mani delle peggiori sette pseudoreligiose e fuffistico-spirituali.

                              In conclusione, una scuola superiore ben fatta è formativa e un aiuto per la vita: non per niente l'esame finale del ciclo è detto di maturità ;)
                                       
                              In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

                                Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                Risposta #14: Domenica 9 Lug 2017, 07:37:02
                                Rockerduck io penso tu sia deluso dagli studi fatti, che non ti hanno dato alcun sbocco lavorativo e quindi sostanzialmente dici di non studiare con attenzione nulla, se non la materia che sarà necessaria per lavorare
                                Ebbene, io penso sia una sciocchezza. Al liceo uno non si può impegnare per fare il minimo, perché gli insegnanti se ne accorgono e i debiti formativi abbonderanno.
                                La matematica credimi serve eccome all'avvocato e io che sono nel campo, anche se mi manca ancora il titolo effettivo ti posso assicurare che è così
                                Per quanto riguarda l'inglese non tutti hanno i soldi per andare all'estero per approfondire la materia
                                Ai tempi anche io avrei voluto fare un viaggio studio, ma ahimè mi è stato negato
                                Insomma, non scaricare sulle giovani generazioni la tua insoddisfazione per lauree senza sbocchi effettivi
                                Bisogna diffondere la cultura sempre e comunque e avere studenti preparati e volenterosi, anche se il Paese sembra andare una direzione diversa
                                La cultura è importante indipendentemente dall' immediata utilità pratica e ogni conoscenza acquisita prima o poi ci servirà, come diceva mia nonna

                                « Ultima modifica: Domenica 9 Lug 2017, 08:58:49 da ele684 »

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                                  Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                  Risposta #15: Domenica 9 Lug 2017, 10:03:01
                                  Rockerduck io penso tu sia deluso dagli studi fatti, che non ti hanno dato alcun sbocco lavorativo e quindi sostanzialmente dici di non studiare con attenzione nulla, se non la materia che sarà necessaria per lavorare
                                  Ebbene, io penso sia una sciocchezza. Al liceo uno non si può impegnare per fare il minimo, perché gli insegnanti se ne accorgono e i debiti formativi abbonderanno.
                                  La matematica credimi serve eccome all'avvocato e io che sono nel campo, anche se mi manca ancora il titolo effettivo ti posso assicurare che è così
                                  Per quanto riguarda l'inglese non tutti hanno i soldi per andare all'estero per approfondire la materia
                                  Ai tempi anche io avrei voluto fare un viaggio studio, ma ahimè mi è stato negato
                                  Insomma, non scaricare sulle giovani generazioni la tua insoddisfazione per lauree senza sbocchi effettivi
                                  Bisogna diffondere la cultura sempre e comunque e avere studenti preparati e volenterosi, anche se il Paese sembra andare una direzione diversa
                                  La cultura è importante indipendentemente dall' immediata utilità pratica e ogni conoscenza acquisita prima o poi ci servirà, come diceva mia nonna


                                  Io sono laureato in economia, una laurea che il lavoro me lo ha dato. Posso essere un fallito, i giudizi non mi interessano, ma i miei studi non lo sono stati. Studiare Giurisprudenza è stato un errore, ma personale, nessuno mi ha puntato il fucile alla testa per farmi scegliere.
                                  La vita di una persona si gioca all' Università (se la fa) il resto conta davvero poco, chi dice il contrario mente, in buona o cattiva fede. All' Università devi mettere tutto te stesso, uscire con 110 e uscire il prima possibile. Quello che fai alle superiori è dispersivo, metà di quello che si impara dovrebbe essere a discrezione dello studente, la pretesa di insegnare cose forzatamente e senza l effettivo interesse di chi deve imparare è una violenza. E ora se non vado errato c è l obbligo della sufficienza ovunque. Lol.

                                  E non facciamone un discorso economico, niente anno in Inghilterra? bene, 6 mesi, 3 mesi, corsi integrativi purché seri.
                                  E inoltre non voglio demoralizzare nessuno, voglio solo che chi fa determinate scelte poi sia cosciente di come comportarsi perché il mondo fuori non lascia tante seconde possibilità, e ne vedo fin troppo ragazzi cresciuti con preconcetti FOLLI, basati solo sull'estetica che rimpiangono di non aver avuto chiaro subito cosa dovevano fare per il loro bene. Io sono felice, e un po' orgoglioso di essere uscito in tempo da una mentalità aristocratica e anacronistica che mi ero fatto, e recuperato, non con pochi sacrifici, il tempo perduto e gli errori fatti. Vorrei che gli altri non ne facessero, ma quando mi guardo intorno purtroppo ne vedo tanti, e immancabilmente poi il prezzo è salato.
                                  « Ultima modifica: Domenica 9 Lug 2017, 10:09:59 da Rockerduck87 »
                                  Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                                    Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                    Risposta #16: Domenica 9 Lug 2017, 12:00:43

                                    Io sono laureato in economia, una laurea che il lavoro me lo ha dato. Posso essere un fallito, i giudizi non mi interessano, ma i miei studi non lo sono stati. Studiare Giurisprudenza è stato un errore, ma personale, nessuno mi ha puntato il fucile alla testa per farmi scegliere.
                                    La vita di una persona si gioca all' Università (se la fa) il resto conta davvero poco, chi dice il contrario mente, in buona o cattiva fede. All' Università devi mettere tutto te stesso, uscire con 110 e uscire il prima possibile. Quello che fai alle superiori è dispersivo, metà di quello che si impara dovrebbe essere a discrezione dello studente, la pretesa di insegnare cose forzatamente e senza l effettivo interesse di chi deve imparare è una violenza. E ora se non vado errato c è l obbligo della sufficienza ovunque. Lol.

                                    E non facciamone un discorso economico, niente anno in Inghilterra? bene, 6 mesi, 3 mesi, corsi integrativi purché seri.
                                    E inoltre non voglio demoralizzare nessuno, voglio solo che chi fa determinate scelte poi sia cosciente di come comportarsi perché il mondo fuori non lascia tante seconde possibilità, e ne vedo fin troppo ragazzi cresciuti con preconcetti FOLLI, basati solo sull'estetica che rimpiangono di non aver avuto chiaro subito cosa dovevano fare per il loro bene. Io sono felice, e un po' orgoglioso di essere uscito in tempo da una mentalità aristocratica e anacronistica che mi ero fatto, e recuperato, non con pochi sacrifici, il tempo perduto e gli errori fatti. Vorrei che gli altri non ne facessero, ma quando mi guardo intorno purtroppo ne vedo tanti, e immancabilmente poi il prezzo è salato.

                                    Immagino che il ragazzo abbia deciso di sua spontanea volontà di affrontare un liceo, senza che nessuno gli abbia imposto alcun obbligo (vorrei sperare, perché dall'altra parte anche i genitori fanno i loro bei danni per rovinare gli studi dei figli), pertanto continuo a pensare che sia davvero pericoloso il consiglio che gli viene dato, che non lo aiuti a vivere serenamente quei cinque anni che per forza di cose continueranno con l'università: e lì, quando proprio dovrà dare il suo meglio, prendere il 110 o l'eccellenza come dici tu, si troverà in difficoltà, non riuscirà più a studiare perché avrà vissuto lo studio di tutte le materie che non gli interessavano come una sofferenza, anche solo per prendere quel misero sei di cui ha bisogno.
                                    Invece quello che mi sembra di vedere è un ragazzo ben stimolato al voler conoscere, e al voler sviluppare quella mentalità critica che servirà tantissimo all'università, poiché vi è differenza tra studiare le cose e capirle - come poi è richiesto da uno che si è laureato in un determinato campo - e studiarle solo per superare l'esame di turno (e tanti lo fanno comunque, quindi non è colpa esclusivamente degli istituti superiori), ma se uno non ha un minimo di coscienza personale verrà solo travolto da tutto quanto.
                                    Che se ne fa uno della cultura? Tanto, perché non bisogna porre i paletti e trascurare ciò che non interessa il proprio campo di interesse, una base serve comunque per avere poi lo spirito critico che farà davvero la differenza nell'ambito del proprio progetto di vita.
                                    Un chimico o un fisico non possono assolutamente trascurare quella che viene definita "cultura umanistica", anzi, sarebbe disonesto ignorare gli insegnamenti della storia (relativamente all'uso e allo sfruttamento di certe conoscenze scientifiche), della letteratura (che fa denuncia e predispone un minimo di atteggiamento critico dinanzi a questioni di pertinenza della scienza), della filosofia (trovo impensabile che uno arrivi ad occuparsi di discipline scientifiche ignorando l'epistemologia, la fenomenologia o pensatori come Cartesio, Hume e Kant, almeno le basi si devono porre). Allo stesso modo, un letterato o un filosofo non possono rimanere ancorati a romanzi o a saggi che si occupano principalmente con il loro campo, ma devono essere formati anche relativamente ad altri ambiti, perché l'analisi della realtà procede anche attraverso le scoperte scientifiche (la crisi di inizio secolo scorso è l'esempio più lampante, o ancora pensiamo a Copernico e a Galileo... può un letterato ignorare veramente queste cose e rintanarsi nelle sole letture di Ariosto, Tasso e Marino? Non penso proprio).
                                    Che poi tu sia stato deluso dal metodo di insegnamento scolastico è un conto, ma ripeto: sarebbe alquanto fuorviante indirizzare così un ragazzo che mi sembra decisamente consapevole della sua scelta e proporgli un modello di vita piuttosto sterile e arido, poiché uno potrà anche mettere tutte le proprie energie e studiare esclusivamente ciò che gli servirà per il futuro, ma così svilupperà solo una mentalità chiusa, vuota e puramente individualistica (tu stesso gli hai suggerito di farsi un gruppo di amici solidi, ma dubito che con un atteggiamento del genere sia possibile portare avanti delle amicizie, anche quelle poche e sincere che si potrà fare...).
                                    E fidatevi, la sensazione di vuotezza e di inettitudine, quando si fa sentire, può veramente rovinare una persona, anche per pochi istanti. Se invece ha qualcosa o qualcuno su cui fare affidamento, ne potrà uscire più fortificato di prima. Se un proprio progetto di vita fallirà, si avrà lo spirito necessario a superarlo al più presto e a ricominciare.
                                    Perchè poi è questo il problema della nostra società: non si riesce più a ricominciare quando si fallisce, e ci si lascia abbattere perché non si ha sufficiente apertura al mondo.

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                                      Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                      Risposta #17: Domenica 9 Lug 2017, 12:41:48

                                      ...un modello di vita piuttosto sterile e arido...

                                      Il mio discorso è generale, la motivazione del ragazzo che ha aperto il topic è palpabile e ho la sensazione sarà un futuro centino. Cosa che gli auguro con il cuore.
                                      Continuo a non capire perché un'impostazione utilitaristica della conoscenza sia vuota, sterile arida. Continuo a non capire perché debba essere la scuola a insegnare la coscienza critica, quando spesso fa il contrario, continuo a non capire perché il nozionismo sia ancora così importante in una società "aperta". Continuo a non capire perché si debba far perdere del tempo a persone che di tempo non ne vogliono perdere. La libertà di scegliere, e ben informati, questo conta. Chi vuole studiare tutto e vuole il 10 dappertutto (che non significa padroneggiare la materia), ha ben diritto di farlo.
                                      Ma vi illudete , e alla grande, se pensate che sia il solo modo per vivere una vita "piena". Per riuscire nella vita dovete saper fare bene anche solamente una sola cosa, purchè la facciate con coscienza, con rispetto, con etica, con professionalità. Non importa se è stare davanti ad un giudice, se è fare la pizza, se è riparare problemi idraulici, se è insegnare la divina commedia. Questo deve essere chiaro. Poi ci sono miliardi di motivi per estendere e implementare la proprio cultura, che è, ripeto, una cosa stupenda e appagante. Quando parlo con un adolescente una delle prime cose che gli consiglio è leggersi Twain, perché sono convinto che la cultura sia sinonimo di civiltà. Poi torno a ripeterlo, portare a casa il pane è diverso, diverso, diverso.

                                      Stupendo e indicativo in questo senso è il caso Donnarumma, che gli interessati al calcio (e anche non) ormai conoscono. Il ragazzo ha "marinato" gli esami, e i poveretti del bel-pensiero a scagliarsi contro di lui perchè "non buttare la maturità!". Ma che se ne fa un portiere pagato milioni di Euro della maturità? Lui nella vita ha vinto. Ha vinto senza Dante, senza Kant, senza sapere della guerra civile americana, senza Leopardi, senza la storia del 900. Ha vinto nei confronti della vita e gli è bastato saper parere un pallone, ma per qualche motivo qualcuno si sente in diritto di giudicarlo perchè "sacre bleu, non studia!". Siamo in un universo parallelo, siamo intrisi di feudalesimo mentale, mentre in Scandinavia insegnano come prima lingua l'inglese qui insegniamo il latino erga omnes. Ah si, ma siamo più civili, l'Italia è un esempio di civiltà, "sono gli altri che sono stupidi".


                                      Aggiungo una cosa in post, perché ho riflettuto meglio sul messaggio. Con tutto il rispetto e non prenderla sul personale: ma con quale arroganza puoi definire "vite sterili a aride" persone che per scelta decidono di fare altro e che non trovano nella cultura un loro modo di essere o soddisfarsi? Io ho amici che ignorano la proprietà commutativa, che a 16 anni hanno piantato la scuola perché non ne potevano più, che si sono rimboccati le maniche e hanno cominciato con volontà e passione il mondo del lavoro e a distanza di anni hanno la loro meritata soddisfazione anche senza cultura. E sono persone felici, soddisfatte, realizzate, rispettose del prossimo anche senza leggere i filosofi e senza questa fantomatica coscienza critica. Rimango basito davanti a certe affermazioni, se questo è quello che pensiamo oggi siamo molto oltre ciò che credevo.
                                      « Ultima modifica: Domenica 9 Lug 2017, 13:05:45 da Rockerduck87 »
                                      Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                                        Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                        Risposta #18: Domenica 9 Lug 2017, 14:03:50
                                        Tralasciando questo, e prmettendo che al liceo scientifico avrei preferito di gran lunga studiare più inglese che letteratura latina.
                                        Rispetto al latino, l'inglese e' piu' facile da apprendere fuori dall'ambito scolastico. In generale, a scuola conviene studiare le cose piu' difficili e lasciare quelle piu' facili a dopo. (L'esempio che mi e' piu' presente - guardando i ragazzi cui insegno - e' quello della matematica finanziaria: per quanto ne capisco, ha piu' possibilita' di impararla ad alto livello uno studente di matematica pura che decide di andare in quella direzione dopo la laurea piuttosto che uno che fin dall'inizio cerchi di minimizzare il bagaglio teorico a vantaggio delle applicazioni.)

                                        Non voglio discutere sul ruolo del latino nella scuola italiana.  Ma quanto all'inglese, va detto che la lingua internazionale al giorno d'oggi non e' l'inglese, ma una sua versione molto impoverita e piena di errori. Aver studiato inglese al liceo mi e' servito per saper scrivere bene in questo idioma, ma per i fini puramente comunicativi (e pratici per la mia successiva carriera) avrei potuto studiarlo la meta' e poi migliorare con la pratica.

                                        Investi un anno per andare all'estero, possibilmente Inghilterra, non importa se finisci un anno dopo, puoi anche farlo l'anno prima di iniziare l'università, ma farlo a 15-16 secondo me è il momento più adatto.
                                        Allo scopo di distruggere la propria formazione? E perche' in Inghilterra piuttosto che, per dire, Germania o Francia? Per imparare ad usare in pratica l'inglese (avendone appresa la "teoria" a scuola), bastano alcune settimane per arrivare al livello di sopravvivenza (e poi si migliora man mano, ma qui dipende da quanto serve davvero).

                                        Citazione
                                        Il tempo a studiare il resto è perso, il 6 è  più che sufficiente.
                                        Sospetto che porsi il 6 come obiettivo sia un ottimo sistema per ottenere il 4. Un individuo prudente mira piu' in alto del suo obiettivo minimo.

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                                        • Tra un corto e una sciocca sinfonia...
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                                          Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                          Risposta #19: Domenica 9 Lug 2017, 14:11:52
                                          La vita di una persona si gioca all' Università (se la fa) il resto conta davvero poco

                                          Un papiro di parole per una pochezza imbarazzante di pensieri...

                                          Stupendo e indicativo in questo senso è il caso Donnarumma, che gli interessati al calcio (e anche non) ormai conoscono. Il ragazzo ha "marinato" gli esami, e i poveretti del bel-pensiero a scagliarsi contro di lui perchè "non buttare la maturità!". Ma che se ne fa un portiere pagato milioni di Euro della maturità? Lui nella vita ha vinto.

                                          Sicuro?
                                          « Ultima modifica: Domenica 9 Lug 2017, 14:15:33 da Dippy_the_Dawg »
                                          Sappiate che tutte le cose sono così: un miraggio, un castello di nubi... Nulla è come appare  -  Buddha

                                          https://ilnumeroprimopiugrande.wordpress.com

                                          https://altriproblemidellalieno.wordpress.com

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                                            Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                            Risposta #20: Domenica 9 Lug 2017, 14:41:07


                                            Sicuro?


                                            Si. Ne sono sicuro. Professionalmente è riuscito. Ancora una volta raccontare il contrario è mentire. Ma non sono interessato a discutere su questo, lo portavo come esempio estremo, ma è una realtà fattuale. Poi se volete girare i fatti con forbiti giochi di parole, con falsi moralismi e perbenismi da quattro soldi fatelo pure. Sono cose che non intaccato la realtà, casomai regalano qualche momento di sfogo a chi pratica invidia sociale.
                                            Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                                              Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                              Risposta #21: Domenica 9 Lug 2017, 14:44:12

                                              Sospetto che porsi il 6 come obiettivo sia un ottimo sistema per ottenere il 4. Un individuo prudente mira piu' in alto del suo obiettivo minimo.

                                              Su questo hai perfettamente ragione.
                                              Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                                                Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                                Risposta #22: Domenica 9 Lug 2017, 16:31:56
                                                Dopo aver letto tutte le vostre opinioni in proposito non posso che ringraziarvi per aver speso parte del vostro tempo ad aiutarmi (e colgo l'occasione per fare i miei più sinceri auguri di compleanno a Rockerduck87). Tuttavia quando ho aperto questo Topic non ho scritto quale tipo di Liceo avevo deciso di frequentare, e cioè quello di Scienze Umane che secondo me apre sia alle materie umanistiche che a quelle scientifiche. Purtroppo però molti lo definiscono un "classico semplificato", e questo mi fa non poco arrabbiare. Al contrario io sostengo che sia un indirizzo a parte, che vede il mondo in un modo totalmente diverso, e penso che sia adatto per chi, come me, vuole diventare giornalista...

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                                                « Ultima modifica: Domenica 9 Lug 2017, 16:32:35 da Topolino08 »

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                                                  Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                                  Risposta #23: Domenica 9 Lug 2017, 16:41:45
                                                  Dopo aver letto tutte le vostre opinioni in proposito non posso che ringraziarvi per aver speso parte del vostro tempo ad aiutarmi (e colgo l'occasione per fare i miei più sinceri auguri di compleanno a Rockerduck87). Tuttavia quando ho aperto questo Topic non ho scritto quale tipo di Liceo avevo deciso di frequentare, e cioè quello di Scienze Umane che secondo me apre sia alle materie umanistiche che a quelle scientifiche. Purtroppo però molti lo definiscono un "classico semplificato", e questo mi fa non poco arrabbiare. Al contrario io sostengo che sia un indirizzo a parte, che vede il mondo in un modo totalmente diverso, e penso che sia adatto per chi, come me, vuole diventare giornalista...

                                                  Topolino08

                                                  Grazie mille, e spero tu abbia compreso quello che ho voluto dire. Spero tu possa esaudire ogni tuo desiderio, è una strada difficile ma non più di altre. Intanto hai ancora un po' di vacanze davanti   :)
                                                  « Ultima modifica: Domenica 9 Lug 2017, 16:42:19 da Rockerduck87 »
                                                  Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
                                                  (G. Testori)

                                                    Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                                    Risposta #24: Domenica 9 Lug 2017, 17:12:54
                                                    Bravo Topolino08. Hai scelto un liceo con materie che ti piacciono ed è questo l'importante. A me dicevano che non sarei sopravvissuta al liceo classico, perché il latino e greco non facevano per me e invece avevo 8 proprio in quelle materie. Anche il tuo indirizzo scolastico sembra molto interessante.
                                                    Non dare retta a menagrami e pessimisti, segui i tuoi sogni e le tue inclinazioni
                                                    In bocca a lupo  :)
                                                    « Ultima modifica: Domenica 9 Lug 2017, 17:14:27 da ele684 »

                                                      Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                                      Risposta #25: Domenica 9 Lug 2017, 19:06:03
                                                      Ma soprattutto,  divertiti.
                                                      If you can dream it, you can do it.

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                                                        Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                                        Risposta #26: Giovedì 13 Lug 2017, 13:54:48
                                                        Posso dire qualcosa di banale, triviale e infantile?

                                                        La scelta delle scuole superiori, a meno che tu non abbia un'indirizzo già definito per quello che vuoi fare - e francamente non credo alla tua età - tu possa averlo è più spesso dettata da altri fattori, tipo dove vanno gli amici o dove ci sono più femmine.

                                                        Tanto poi all'Università, potrai fare comunque quello che vuoi...anche se certo un liceo piuttosto che un altro potrà indirizzarti meglio.
                                                        Ad esempio, pure chi viene dal classico può fare ingegneria, però a differenza di altri dovrà fare dei pre-corsi per recuperare la matematica non svolta.

                                                        In ogni caso il Liceo, per definizione, è fatto per divertirsi. Sono gli anni più belli, indipendentemente dal dove. Studiare si, ma anche godersi la vita, perchè dopo sarà sempre e comunque peggio, sappilo...

                                                        *

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                                                          Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                                          Risposta #27: Giovedì 13 Lug 2017, 14:26:38
                                                          Dico la mia. Io faccio il classico, vivo situazioni assurde, gli insegnanti sono quasi tutti scaldacattedra e via dicendo. Paradossalmente dal ginnasio al liceo la serietà e la competenza degl iinsegnati è molto diminuita. Passo quasi tutta la mattinaa chiacchierare con il mio compagno di banco. Nella mia classe ci sono 21 femmine...
                                                          Perchè di questo mondo siamo solo ospiti, fra i tanti. E non i padroni. Insieme abbiamo dimostrato tante cose, ma la più importante è che non esiste l'impossibile. Antidarwinista

                                                            Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                                            Risposta #28: Giovedì 13 Lug 2017, 18:00:27
                                                            Nella mia classe ci sono 21 femmine...

                                                            Diciamo che non dovresti annoiarti troppo.....
                                                            Solo a guardare e ti passa la giornata... ;D
                                                            Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

                                                            *

                                                            Piccola Pker
                                                            Diabolico Vendicatore
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                                                              Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                                              Risposta #29: Giovedì 13 Lug 2017, 18:10:44
                                                              Tuttavia quando ho aperto questo Topic non ho scritto quale tipo di Liceo avevo deciso di frequentare, e cioè quello di Scienze Umane che secondo me apre sia alle materie umanistiche che a quelle scientifiche. Purtroppo però molti lo definiscono un "classico semplificato", e questo mi fa non poco arrabbiare.

                                                              Io ho frequentato un Liceo Scientifico, con corso sperimentale di Scienze Umane (ibridi oggi morti, un gran peccato, avevo dei compagni di classe pessimi ma il corso lo ritengo ancora buono). Volevo fare la maestra, ma ho scelto, per più motivi, un corso che mi tenesse aperte anche altre vie.
                                                              Cosa ho scoperto?
                                                              Che molto sull'appassionarsi a una materia, oltre che la propensione personale, lo fa anche l'insegnante che ti trovi davanti, e che anche le materie che pensi non ti serviranno a nulla nella vita, magari in un momento inaspettato, magari arruginite, salteranno fuori.
                                                              Alle elementari non si insegna storia dell'arte come la studiamo al liceo, e neppure il latino, ma mi sono ritrovata ad accompagnare dei bambini in gita e a poter rispondere alle loro domande "innocenti", come "perché il tetto è così strano?" o "che c'è scritto lì?" e vedere i loro occhi illuminarsi.
                                                              Poi diciamocela, in matematica e fisica ero un disastro, tanto che quando i professori mi chiedevano perché ero ancora lì, con voti alti in tutte le materie umanistiche, rispondevo "è un liceo scientifico, no? Vado bene in scienze!".
                                                              Tanto per dire, ero un completo disastro in educazione fisica e mi sono ritrovata in caso di emergenza a dover sostituire una collega della materia per tre settimane, il panico! ;D

                                                              Quindi il mio consiglio sincero è tieni occhi e orecchie aperte, ascolta tutto, osserva tutto e trattieni ciò che ti servirà. Il resto non buttarlo, archivialo, tienilo da parte, non sai mai quando ti potrà servire, se per te o se per qualcun altro.

                                                              *

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                                                              Cugino di Alf
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                                                                Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                                                Risposta #30: Giovedì 13 Lug 2017, 19:31:39
                                                                Quella sugli insegnanti è una grande verità
                                                                Diciamo che non dovresti annoiarti troppo.....
                                                                Solo a guardare e ti passa la giornata... Grin
                                                                Diciamo che ho ben altri pensieri per la testa...
                                                                Perchè di questo mondo siamo solo ospiti, fra i tanti. E non i padroni. Insieme abbiamo dimostrato tante cose, ma la più importante è che non esiste l'impossibile. Antidarwinista

                                                                *

                                                                Dominatore delle Nuvole
                                                                Diabolico Vendicatore
                                                                PolliceSu   (8)

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                                                                  Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                                                  Risposta #31: Giovedì 13 Lug 2017, 21:30:36
                                                                  Con Rocker abbiamo già avuto un confronto, e ho compreso la sua posizione; e bada bene, non la sottovaluto, anzi ne rispetto la logica interna, senz'altro.

                                                                  Però ora stiamo parlando di licei. Non ha senso iscriversi a un liceo e aspirare al 6. Vuol dire che le materie non ti piacciono. Vai ben altrove, se i tuoi genitori non ti costringono. (E mi sembra non sia il caso di Topolino08)

                                                                  Ora il mio pensiero.

                                                                  Studiare le materie astratte (dove per astratte s'intende senza immediata ricaduta pratica: tipo diritto non è astratto) ha vari vantaggi, intercorrelati fra loro:

                                                                  - serve per la vita. Filosofia e letteratura su tutte, se studiate senza pregiudizi, sono un orientamento formidabile. Secoli di gente che ha già pensato non possono che esserci d'aiuto. Anche in negativo: anzi come diceva qualcun altro è proprio confrontandosi con questo tipo di pensiero, elaborato, un minimo ragionato prima di essere esposto, che si crea il senso critico. Hai voglia a confrontarti con chi blatera la prima cosa che gli passa per la testa senza argomentare la propria posizione (v. topic Nuove testate Disney).

                                                                  - offre una prospettiva di intrattenimento unica, cioè le chiavi per tutta una fetta dell'attività umana in grado di farci passare ore di evasione, invenzione, apertura della fantasia, e che però ha bisogno di introduzione, spiegazione, formazione. Leggere Baudelaire e Borges non è immediato, ma il risultato offre quanto meno una distrazione incomparabile. Nel caso delle scienze fisiche, poi, il diletto della comprensione della natura. E hai voglia ad affidare questa preparazione alla "curiosità" del ragazzo di 13 anni, se non gli offri un percorso con cui arrivarci.
                                                                  Niente di tutto questo ha un "valore morale", di "vuotezza interiore". Unica cosa, direi che è il divertimento più innocuo che possa esistere; e la categoria dell'innocenza personalmente la stimo molto. Ma a parte questo non definisce alcuna scala fra gli esseri umani, per il buon motivo che già pensarne una, di scala, è barbaro.

                                                                  - offre l'alternativa. L'atteggiamento anti-scolastico, provocatorio per finta, è la cosa più mainstream che esista. È terribilmente sistemica. Al contrario, l'astratto è proprio la chiave, l'abitudine al ragionamento, che permette di scardinare i dogmi. Il sistema (sociale, economico, politico, perdonate se trascendo in questo territorio) ha in una pletora di dogmi il suo veleno perenne.
                                                                  Non è una questione di Leopardi o Boccaccio o Platone o Floyd Gottfredson. È una questione di astrazione, di pensiero logico, di fantasia: tre elementi che insegnano a porre in discussione tutto (l'esempio più astruso? La logica che immagina se stessa fallace…)


                                                                  Chiaro che non c'è solo quello. Chiaro che ci sono i gelati, i videogiochi, pure la discoteca per chi la sopporta. Togliete a un bimbo il suo svago e sarete equiparabili ai peggiori assassini.


                                                                  Ma parallelamente, dite a un bimbo che la sua mente non salverà il mondo e avrete firmato la fine di tutto.


                                                                  So long!
                                                                  « Ultima modifica: Giovedì 13 Lug 2017, 21:38:55 da A.Basettoni »

                                                                    Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                                                    Risposta #32: Venerdì 14 Lug 2017, 11:33:39
                                                                    Sono semplicemente commosso. Dopo aver visto i sempre più numerosi post di questo Topic non posso fare altro che ringraziare tutti gli utenti che hanno preso parte alla discussione, perdendo un po' del loro tempo solo per darmi dei consigli. Non lo dimenticherò, statene certi. Approfitto, già che sono qui alla tastiera, per dire anch'io la mia opinione sul discorso scolastico.
                                                                    Personalmente, in questi primi otto anni di esperienza didattica, non ho mai avuto problemi particolari a livello di voti e giudizi perché, in linea di massima, ho sempre puntato al massimo in ogni cosa che ho fatto per arrivare al più grande dei traguardi: la promozione con 10 e lode all'esame di terza media. Questo ha portato, ovviamente, molti svantaggi a livello di "vita professionale", proprio perché svariate volte ho ricevuto insulti e frecciatine dai miei coetanei, incapaci di capire la mia vera natura, preoccupati solo di risolvere la loro invidia dandomi del "cocco" o del "secchione". Quasi nessuno dei miei ex-compagni ha capito che tutto ciò che ho realizzato e che sto costruendo mi servirà come biglietto di entrata nella vita lavorativa, magari per realizzare il mio sogno che ho dalla nascita. La scuola non è un fine, e solo un grandissimo mezzo di crescita e maturazione per far fronte al futuro. Tra i risultati negativi della mia scelta devo considerare anche il fatto di non avere goduto di una serena infanzia: per le cause già citate infatti, sono andato d'accordo con pochissime persone dalla mia età e ciò ha portato alla mia lenta e progressiva chiusura in me stesso.
                                                                    In quest'ultimo anno ho inoltre capito definitivamente che le materie umanistiche fanno decisamente per me ed è stato un gran bene capirlo in tempo per la scelta delle superiori. Con questo però non disprezzerò mai le materie scientifiche, anzi, le rispetterò sempre, senza magari tenerle tanto in considerazione come la Filosofia, l'Arte o la Letteratura.

                                                                    Ringrazio nuovamente tutti  ;)

                                                                    Topolino08

                                                                     

                                                                    Dati personali, cookies e GDPR

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