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    L'anno prossimo compirò il grande balzo scolastico dalla scuola media al liceo. Viste, più o meno, le età di tutti mi rendo conto che la maggior parte di voi ci è già passata, ciononostante mi rivolgo a ciascuno in questo Topic per conoscere ricordi da chi l'ha vissuto, aspettative da chi ancora lo deve frequentare e... consigli da tutti.  ;)

    Topolino08

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    Aoimoku
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      Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
      Risposta #1: Venerdì 7 Lug 2017, 14:50:51
      Fuggi finché sei in tempo!

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      Vito65
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        Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
        Risposta #2: Venerdì 7 Lug 2017, 23:15:23
        E perchè fuggire? Sono anni faticosi ma contrassegnati dalla speranza, indispensabili per formarsi e per crescere.

          Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
          Risposta #3: Venerdì 7 Lug 2017, 23:42:08
          Scegli un liceo con materie per le quali sei più portato e cerca di farti un gruppetto di amici, sperando non ci siano bulli ad infastidirti.

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            Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
            Risposta #4: Sabato 8 Lug 2017, 18:35:05
            Sei liceale, quindi farai l'università. Studia solo l'inglese e le materie funzionali agli studi futuri. Il tempo a studiare il resto è perso, il 6 è  più che sufficiente.
            Investi un anno per andare all'estero, possibilmente Inghilterra, non importa se finisci un anno dopo, puoi anche farlo l'anno prima di iniziare l'università, ma farlo a 15-16 secondo me è il momento più adatto. Fregatene di tutto e tutti ma sì rispettoso e creati un gruppo di amici solido.
            Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
            (G. Testori)

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            feidhelm
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              Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
              Risposta #5: Sabato 8 Lug 2017, 18:48:16
              Sei liceale, quindi farai l'università. Studia solo l'inglese e le materie funzionali agli studi futuri. Il tempo a studiare il resto è perso, il 6 è  più che sufficiente

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              In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

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              Aoimoku
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                Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                Risposta #6: Sabato 8 Lug 2017, 19:33:17
                Vai a lavorare e tra 10 anni alla riunione delle medie divertiti a vedere i tuoi mancati colleghi liceali e universitari che hanno ottenuto solo un simpatico quadretto a muro mentre tu offrirai a tutti grazie alle riparazioni in nero che avrai fatto in tutti quegli anni

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                  Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                  Risposta #7: Sabato 8 Lug 2017, 20:42:04
                  Vai a lavorare e tra 10 anni alla riunione delle medie divertiti a vedere i tuoi mancati colleghi liceali e universitari che hanno ottenuto solo un simpatico quadretto a muro mentre tu offrirai a tutti grazie alle riparazioni in nero che avrai fatto in tutti quegli anni

                  Confermo. Ho due lauree in due materie diverse e se torno indietro imparo a fare la pizza e mollo tutto a 15 anni.
                  Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                    Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                    Risposta #8: Sabato 8 Lug 2017, 22:26:53
                    Sei liceale, quindi farai l'università. Studia solo l'inglese e le materie funzionali agli studi futuri. Il tempo a studiare il resto è perso, il 6 è  più che sufficiente.
                    Investi un anno per andare all'estero, possibilmente Inghilterra, non importa se finisci un anno dopo, puoi anche farlo l'anno prima di iniziare l'università, ma farlo a 15-16 secondo me è il momento più adatto. Fregatene di tutto e tutti ma rispettoso e creati un gruppo di amici solido.

                    Se uno studia per bene almeno le basi, certi errori non li fa...

                    Tralasciando questo, e premettendo che al liceo scientifico avrei preferito di gran lunga studiare più inglese che letteratura latina, reputo il tuo consiglio dannoso per un ragazzo che vuole formarsi, indipendentemente se deciderà di fare il pizzaiolo o l'ingegnere.

                    Non sapere di letteratura italiana, di storia, di geografia, di storia dell'arte e chi più ne ha più ne metta non serve a rendere più agevole il percorso futuro, ma solo a crescere più ignoranti e vuoti.
                    « Ultima modifica: Martedì 11 Lug 2017, 15:04:10 da cicciochicco80 »
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                      Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                      Risposta #9: Sabato 8 Lug 2017, 23:00:27

                      Se uno studia per bene almeno le basi, certi errori non li fa...

                      Tralasciando questo, e prmettendo che al liceo scientifico avrei preferito di gran lunga studiare più inglese che letteratura latina, reputo il tuo consiglio dannoso per un ragazzo che vuole formarsi, indipendentemente se deciderà di fare il pizzaiolo o l'ingegnere.

                      Non sapere di letteratura italiana, di storia, di geografia, di storia dell'arte e chi più ne ha più ne metta non serve a rendere più agevole il percorso futuro, ma solo a crescere più ignoranti e vuoti.

                      Rispetto la tua opinione ma sono fortemente, totalmente, convintamente e ostinatamente in disaccordo. Intanto sarei curioso di sapere perché una persona che ha letto Manzoni o Boccaccio, che conosce la capitale dell'Uzbekistan, che conosce bene le cause della guerra civile americana sarebbe meno vuota (che è quasi un giudizio) di una che non lo ha fatto.
                      Ma oltrepassando questo io puntavo ad altro. Io non inveisco contro la cultura, tutt'altro, io sono un curioso di natura, appassionato alla lettura di ogni genere, interessato ai temi della storia, della psicologia, dell'arte, della letteratura, divoro libri e lo faccio per scelta, mentre i miei amici mi prendono in giro quando dico di stare dietro ad un tomo di 1300 pagine.
                      Ma in Italia dobbiamo finirla di considerare indispensabili cose che non lo sono, cose che dovrebbero far parte del bagaglio culturale solo se il singolo individuo lo ritiene necessario.
                      Il resto è violenza, nè più nè meno.
                      Al ragazzo in questione rilancio convintamente il mio messaggio: punta fortemente su ciò che ti è utile, sacrifica lo studio del latino e investi ore nell'inglese, se non ti piace manda al diavolo Boccaccio e punta tutta la tua forza di volontà su ciò che importerà veramente per il tuo futuro. Se poi nel tempo libero ti diverti a leggere Twain, Dumas, Hugo, tanto meglio per te, spero tu ne tragga la soddisfazione che ne ho avuto io, perché sono cose che consiglio a tutti.
                      Ma la funzionalità è un'altra cosa, e dipende da ciò che vorrai fare. Il mondo va avanti a velocità stratosferica, non perder tempo dietro il latino o il decamerone se nella vita vuoi fare l'ingegnere, non perder tempo dietro la matematica se nella vita vuoi fare l'avvocato, e così via dicendo. Falle solo se ti piaceranno o nel tempo libero.
                      Qui in Italia per 20 anni abbiamo vissuto in un mondo parallelo, dove smettere di studiare per fare l'idraulico, o l'imbianchino o l'agricoltore era quasi motivo di vergogna per i genitori. Molto meglio studiare filosofia del diritto o la divina commedia, e siamo pieni di laureati in giuri e letteratura e filosofia e storia a spasso. Ma meno vuoti. Noblesse oblige.

                      ps. precisazione: lasciare da parte le materie poco funzionali al proprio futuro non rende più agevole il proprio futuro, lo rende più agevole solo se quel tempo è investito seriamente nell'applicazione delle altre che funzionali lo sono. Il discorso cambia di molto ed è puramente economico, e come tale agevola eccome, è assiomatico.
                      « Ultima modifica: Domenica 9 Lug 2017, 00:58:27 da Rockerduck87 »
                      Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                        Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                        Risposta #10: Sabato 8 Lug 2017, 23:12:53
                        Io ci sono appena uscito dal liceo, e francamente trovo il consiglio di Rockerduck87 un po' fuorviante: ci sono chiaramente materie che ad uno non possono interessante, tuttavia ritengo che se uno ha intenzione fare il liceo, un minimo di curiosità la debba comunque avere. E parla uno che si è iscritto allo scientifico e la fisica l'ha sempre odiata per come gli è stata insegnata (oserei dire che per fare tutti bella figura all'esame ce la siamo dovuta preparare di nostro pugno, ed era pure materia esterna), tuttavia non mi è mai venuta a meno quella curiosità, e infatti, come ben si può notare da altre discussioni, sono piuttosto ossessionato dal Novecento, e tendo ad osservarlo e comprenderlo in senso lato, non solo da  un punto di vista particolare (peccato che il Novecento in sé non riesca mai ad essere trattato a dovere tra una materia e l'altra, per il nostro sentire è quello più vicino). E il motivo per cui abbia interesse per il Novecento nasce proprio dalla formazione che ho avuto e dal mio interesse per certe tematiche, che si sono fatte sentire nel momento in cui ho approcciato gli argomenti in modo personale, e questo penso sia il più grande traguardo a cui uno studente liceale dovrebbe ambire, sviluppare cioè una forma di conoscenza critica.
                        Al di là degli interessi per la letteratura e la filosofia, il mio grande traguardo è insegnare matematica all'università, di conseguenza di tutte le materie che ho fatto al liceo uno potrebbe benissimo dirmi che non mi sono servite a niente, ed è qui che ci si sbaglia, perché non esiste solo quello che uno studia all'università, esiste un mondo che deve necessariamente essere compreso e vissuto. E uno se lo può vivere solo conoscendolo. Diverse persone mi hanno rimproverato l'utilità di certe mie letture o il fatto che io stesso mi sia messo alla prova e abbia approcciato l'analisi matematica prima ancora di affrontarla in quinta e poi l'università, ma penso che per star bene, oltre alla vita sociale, agli affetti e a tutto quanto, bisogni coltivare anche qualcosa per se stessi a cui poi fare affidamento nei momenti più critici - e fidatevi, serve tantissimo.
                        Perciò il mio consiglio, un po' affettuoso, vuole essere questo: trova nello studio di certi argomenti dei punti che ti possano interessare e vedi se e quando approfondirli per conto tuo, o anche solo fare una veloce ricerca in quei cinque minuti di tempo libero giusto per cominciare ad essere un po' curioso. Poi, vivila con quel giusto stress che ti aiuti a trovare nelle amicizie (sacrosante, potranno non essere quelle amicizie che rimarranno nella vita, non tutte, ma di sicuro ti terranno molta compagnia e ti daranno molta forza in questi cinque anni) e nelle passioni la giusta valvola di sfogo: non fare, soprattutto, sedute intensive di studio, perché, oltre ad avere pesanti ricadute sull'umore e sulle relazioni, non aiutano a stimolare il giusto interesse e portano a sentire lo studio di tutto, anche delle materie preferite, come un peso.
                        Scusate il breve poemetto, ma osservando in questi cinque anni e anche insegnando ad un numero ristretto di ragazzi, nonché facende diverse ore di ripetizioni, si nota che il liceo è una scelta che viene fatta in modo sconclusionato, più come un modo per far vedere di contare qualcosa, trascurando poi il fatto che uno non potrà andare subito a lavorare bensì dovrà studiare all'università... e fidatevi, esiste ancora la discriminazione nei confronti di altre scuole da parte di vari liceali, che poi a conti fatti finiscono per fallire all'università, trovandosi indecisi su quello che vogliono fare della propria esistenza.
                        Ecco, se mi posso permettere l'ultima dritta: non ostentare il fatto che tu stia per fare il liceo. Oltre ad essere poco rispettoso nei confronti degli altri, è uno di quei miti che se viene scardinato mette solo in cattiva luce la persona. Però, osservando il tuo entusiasmo, penso che non sarai quel tipo di persona, e sarai pronto all'occorrenza ad illuminare i tuoi amici con ciò che ti interesserà  ;)

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                        Al ragazzo in questione rilancio convintamente il mio messaggio: punta fortemente su ciò che ti è utile, sacrifica lo studio del latino e investi ore nell'inglese, se non ti piace manda al diavolo Boccaccio e punta tutta la tua forza di volontà su ciò che importerà veramente per il tuo futuro. Se poi nel tempo libero ti diverti a leggere Twain, Dumas, Hugo, tanto meglio per te, spero tu ne tragga la soddisfazione che ne ho avuto io, perché sono cose che consiglio a tutti.

                        Se è per questo lo stesso mondo in cui viviamo si sta impoverendo proprio per questa repulsione nei confronti di ciò che non può avere un'utilità nel proprio lavoro: ma dove lo mettiamo tutto il resto? Come fa uno a vivere se non ha un briciolo di coscienza critica? Il liceo in sé deve aiutare in questo, che poi ci riesca o meno è affidato al singolo docente. Lo ripeto: il mio professore di fisica onestamente mi ha fatto odiare la sua materia, però sarebbe scorretto da parte mia, che studierò matematica a breve, ignorare tutto quello che ci sta intorno e soprattutto non possedere lo spirito critico con cui affrontare i problemi della materia. C'è molta più connessione di quanto si pensi tra una materia e l'altra: se uno nella sua vita vuole fare il filosofo, non è che può tenere solo conto di quello che hanno detto Heidegger o Wittgenstein ed ignorare tutto un mondo di certezze che si andava sgretolando grazie ai contributi della fisica di quel periodo. Come uno che sceglie di laurearsi in lingua inglese, non è che mi arriva a leggere Virginia Woolf o Hemingway senza conoscere il contesto storico in cui hanno vissuto e tutto ciò che andava sviluppandosi intorno a loro. Serve decisamente più apertura mentale: che poi ad uno non interessi è un conto, ma dire ad un futuro liceale di studiare certe cose solo per prendersi il sei vuol dire banalmente incitarlo a fregarsene di certe questioni e ad affrontarle con l'approssimazione di uno che si impara a memorie le due formulette che pronuncia l'insegnante quando spiega... O almeno, spero di aver frainteso io...
                        « Ultima modifica: Giovedì 21 Set 2017, 23:03:18 da Andy98 »

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                          Risposta #11: Sabato 8 Lug 2017, 23:21:15
                          Andy confermi esattamente quello che dico io, altro che fuorviante: la curiosità è personale e va sviluppata personalmente. Giusto che la scuola proponga, poi sta a "me" decidere e capire quanto investirci su quel tema. Nel tuo caso hai fatto bene a sviluppare il tuo metodo e va a tuo merito che così giovane tu abbia ponderato bene come muoverti nel contesto.
                          Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                            Risposta #12: Sabato 8 Lug 2017, 23:34:13
                            Se è per questo lo stesso mondo in cui viviamo si sta impoverendo proprio per questa repulsione nei confronti di ciò che non può avere un'utilità nel proprio lavoro: ma dove lo mettiamo tutto il resto? Come fa uno a vivere se non ha un briciolo di coscienza critica? Il liceo in sé deve aiutare in questo, che poi ci riesca o meno è affidato al singolo docente. Lo ripeto: il mio professore di fisica onestamente mi ha fatto odiare la sua materia, però sarebbe scorretto da parte mia, che studierò matematica a breve, ignorare tutto quello che ci sta intorno e soprattutto non possedere lo spirito critico con cui affrontare i problemi della materia. C'è molta più connessione di quanto si pensi tra una materia e l'altra: se uno nella sua vita vuole fare il filosofo, non è che può tenere solo conto di quello che hanno detto Heidegger o Wittgenstein ed ignorare tutto un mondo di certezze che si andava sgretolando grazie ai contributi della fisica di quel periodo. Come uno che sceglie di laurearsi in lingua inglese, non è che mi arriva a leggere Virginia Woolf o Hemingway senza conoscere il contesto storico in cui hanno vissuto e tutto ciò che andava sviluppandosi intorno a loro. Serve decisamente più apertura mentale: che poi ad uno non interessi è un conto, ma dire ad un futuro liceale di studiare certe cose solo per prendersi il sei vuol dire banalmente incitarlo a fregarsene di certe questioni e ad affrontarle con l'approssimazione di uno che si impara a memorie le due formulette che pronuncia l'insegnante quando spiega... O almeno, spero di aver frainteso io...

                            Nessuno si sta impoverendo, tutti sono più ricchi  ;D solo la nostra italietta si impoverisce.
                            Non hai frainteso nulla, io esorto esattamente a fregarsene di ciò che non gli interessa in una più ampia mira verso ciò che punta, e per quante critiche mi si muoveranno vado avanti a rispondere sempre più convinto. Il suo obiettivo non deve essere il 6, il suo obiettivo deve essere il 10, l'eccellenza, anzi, essere il migliore è l'obiettivo. Anzi, di più: la padronanza  della materia, poiché il voto è solo un insulso giudizio, tendenzialmente arbitrario. E questo predispone anche saper lasciare le cose inutili indietro, come un buon generale sa che terreno cedere al nemico in vista del bene futuro della campagna.
                            « Ultima modifica: Sabato 8 Lug 2017, 23:42:06 da Rockerduck87 »
                            Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
                            (G. Testori)

                            *

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                              Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                              Risposta #13: Domenica 9 Lug 2017, 02:24:47
                              Rockerduck 87, quello che proponi non è saggio: concentrare tutte le proprie energie nell'approfondimento di un solo tipo di nozioni lega il proprio futuro alla realizzazione di un unico progetto, che però, come tutti i progetti, può fallire, per le ragioni più disparate; per esempio perché, una volta acquisite le competenze desiderate, scopri che il mercato del lavoro non richiede più quella figura professionale... che fai allora? Difficile riciclarsi in qualcos'altro,  specialmente se fuori dalla propria ristrettissima specializzazione si è praticamente degli analfabeti...

                              È ugualmente poco saggio dire di trascurare la matematica se si vuol fare l'avvocato: il commercialista che si occuperà del lato economico dei tuoi affari potrà fare i peggiori pasticci o addirittura fotterti del denaro senza che tu te ne accorga, perché non sei in grado di controllarlo...

                              Non parliamo poi del trascurare lo studio delle scienze, che porta rispettabilissimi professionisti a credere alle peggiori fesserie internettiane in tema di salute e medicina, come verificheranno sulla propria pelle...

                              E non pensiamo che le materie umanistiche non servano: servono ad esempio a sviluppare una coscienza di sé, e quindi ad evitare, dopo anni dedicati solo al lavoro e al guadagno, la classica crisi che ti getta nelle mani delle peggiori sette pseudoreligiose e fuffistico-spirituali.

                              In conclusione, una scuola superiore ben fatta è formativa e un aiuto per la vita: non per niente l'esame finale del ciclo è detto di maturità ;)
                                       
                              In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

                                Re: Liceo: ricordi, impressioni, aspettative e... consigli
                                Risposta #14: Domenica 9 Lug 2017, 07:37:02
                                Rockerduck io penso tu sia deluso dagli studi fatti, che non ti hanno dato alcun sbocco lavorativo e quindi sostanzialmente dici di non studiare con attenzione nulla, se non la materia che sarà necessaria per lavorare
                                Ebbene, io penso sia una sciocchezza. Al liceo uno non si può impegnare per fare il minimo, perché gli insegnanti se ne accorgono e i debiti formativi abbonderanno.
                                La matematica credimi serve eccome all'avvocato e io che sono nel campo, anche se mi manca ancora il titolo effettivo ti posso assicurare che è così
                                Per quanto riguarda l'inglese non tutti hanno i soldi per andare all'estero per approfondire la materia
                                Ai tempi anche io avrei voluto fare un viaggio studio, ma ahimè mi è stato negato
                                Insomma, non scaricare sulle giovani generazioni la tua insoddisfazione per lauree senza sbocchi effettivi
                                Bisogna diffondere la cultura sempre e comunque e avere studenti preparati e volenterosi, anche se il Paese sembra andare una direzione diversa
                                La cultura è importante indipendentemente dall' immediata utilità pratica e ogni conoscenza acquisita prima o poi ci servirà, come diceva mia nonna

                                « Ultima modifica: Domenica 9 Lug 2017, 08:58:49 da ele684 »

                                 

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