Forse vent'anni fa avrei scritto anch'io le stesse cose di MarioCX perché se c'è una cosa che abbiamo in comune è l'ammirazione per le sceneggiature e i disegni degli autori fra i '60 e i '70 (chiamati non a caso "Anni d'Argento" nel nostro volumone 'Topolino Tremila' che includeva il periodo 1963-1978). Se c'è una cosa che ci differenzia è che Mario, se ho capito bene, ha terminato di leggere Topolino con il n. 2000 del 1994 (e quindi dopo un quarto di secolo ne ha trovate di differenze!) mentre io ho ricominciato proprio intorno a quel numero tondissimo e in quegli anni, dopo quasi un quindicennio di stop dovuto a diversi fattori: grandi autori meno presenti, disegnatori che avevano cambiato in peggio il loro stile - Cavazzano e i suoi seguaci - dialoghi meno incisivi ed elaborati dovuti ad un impoverimento autoriale e, forse, ad una prima fase di politically correct negli anni '80.
Quando tornai a leggere qualcosa sul libretto (mentre non avevo comunque abbandonato i Classici e Grandi Classici con storie dai '50 ai '70), ritrovai alcuni maestri di cui venni a sapere, finalmente, nomi e cognomi, ma anche tanti nuovi disegnatori le cui tavole non riuscivo proprio a digerire: alcuni di loro erano quelli della 'rinascita disneyana' dei '90 usciti dall'Accademia Disney di GB Carpi mentre altri erano i seguaci di Cavazzano con il Maestro compreso (che però per me, all'epoca, poteva esser tale solo nei '70).
Devo ammettere che dopo qualche tempo, "abituando l'occhio" (perché adesso voglio parlare solo dei disegni) ho apprezzato diversi autori che oggi reputo dei grandi anche perché sono rimasti, comunque, nel solco dello stile classico di Scarpa, Carpi, Massimo De Vita, Rota, Gatto, Chierchini, il primo Cavazzano se non Al Hubbard oltre oceano (penso a Turconi). O hanno elaborato uno stile 'barocco' (vedi Mottura e Celoni) che è oggettivamente bello. Oggi i vari Casty, Faccini, Sciarrone, Guerrini, Turconi, Freccero, Mangiatordi, Gervasio, Zironi, Pisapia, D'Ippolito... hanno propri stili variegati sul solco di una classicità ripresa dai maestri cui accennavo prima. E lo stesso Cavazzano, dopo le 'figurine bislacche' degli '80 e '90, ha ripreso una classicità più realista dopo il 2000. Peccato per Massimo De Vita che ha da poco messo le matite a riposo, al top della sua carriera, dopo aver assunto uno stile molto dinamico e scattante che ho ammirato moltissimo, decisamente diverso dai suoi precedenti tratti.
Per cui capisco MarioCX per quello che ha scritto (soprattutto sui disegni perchè per le sceneggiature il discorso sarebbe, forse, più complesso e lungo) anche perché, come scrivevo all'inizio, è rientrato in un mondo (quello del Topolino Libretto) dopo oltre un quarto di secolo ed è normale che abbia reagito così.
Se mai avrà voglia e curiosità di studiarsi parte del percorso saltato dal '94 ad oggi, probabilmente arriverà a giudizi meno tranchant riguardo gli attuali disegnatori ed autori.
Ma sono sicuramente d'accordo con lui su una caratteristica che accomuna alcuni disegnatori attuali (e che vedo criticata nel suo ultimo post): la poca 'pulizia' del disegno, con troppi orpelli, scritte o sfondi che alimentano una certa confusione (a cominciare dai titoli delle storie). Su questo aspetto di strada ce n'è ancora da fare (se mai certi disegnatori lo vorranno perché mi sembrano 'compiaciuti' da tanto 'disordine') ma, considerando le copertine dell'ultimo anno, è sperabile che un certo ordine e una certa pulizia da 'fuori' arrivino anche 'dentro'. E anche riguardo le brevi americane, molte avevano una particolare ironia che poteva renderle delle piccole perle, non dimenticando che nei '60 e '70 hanno dato vita a tanti nuovi personaggi paperopolesi (e ambienti lavorativi come il Papersera) adottati subito o dopo un po' di tempo dagli autori italiani e che sono ancor oggi fra i protagonisti principali del fumetto Disney del nostro paese.