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Topolino Fuoriserie 2 - PK Danger Dome di Roberto Gagnor e Roberto Vian

0 Utenti e 18 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

    Perfetto, Cornelius: ma è abbastanza probabile che i 10 lettori che pagano 10 euro diventino particolarmente esigenti rispetto al prodotto che hanno pagato o, per usare la tua azzeccatissima metafora, rispetto al biglietto salato della corsa in Fuoriserie. Probabilmente il lettore/viaggiatore in questione si aspetta qualcosa che si avvicini a Frammenti d'Autunno, o a Le Parti e il Tutto, più che una continua action, action, action...Per carità, bella l'azione e la dinamicità di Pk, ma fino ad un certo punto...Come hai detto tu, dopo tante curve pericolose affrontate con le mani aggrappate alle maniglie dell'auto, ci si comincia a chiedere quando arriva il rettilineo...
    Certo, c'è una contraddizione fra un progetto nuovo basato su un personaggio 'vecchio' e la non riproposizione di quei plot che gli hanno dato successo per quasi 25 anni (dagli spillati al libretto). Se le 'novità' fossero convincenti potrebbero starci ma dai commenti sembra proprio di no. Come non convince la continuity dalla periodicità semestrale, altro fattore a sfavore. Prima della chiusura anticipata Bersani tenterà qualcosa: una riduzione del prezzo, una maggior foliazione, una periodicità trimestrale, un cambio di autore (e di plot). Altrimenti... si ritorna al Topo (perché no?)

    comunque interessante il parere di Bersani, ormai il topic tocca proprio tutti ;D
    Dov'è il parere di Bersani?
    « Ultima modifica: Venerdì 22 Mag 2020, 12:43:12 da Cornelius Coot »

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    Vito65
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      Dov'è il parere di Bersani?
      Cornelius, evidentemente non te ne sei accorto: sei tu che stai scrivendo "Bersani" al posto di Bertani. Sta venendo fuori un "qui pro quo" comicissimo!

        Ma Volkabug quale 'Bersani' intendeva? 
        Io pensavo a quello con la t al posto della s (non certo il Pierluigi)  ;D
        « Ultima modifica: Venerdì 22 Mag 2020, 12:56:28 da Cornelius Coot »

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        Vito65
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          Volkabug si riferiva scherzosamente al tuo post di stamattina in cui tu, riferendoti alla politica editoriale di Bertani, per un evidente errore di digitazione hai scritto Bersani.

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            Volkabug si riferiva scherzosamente al tuo post di stamattina in cui tu, riferendoti alla politica editoriale di Bertani, per un evidente errore di digitazione hai scritto Bersani.

            Sisi confermo ;D
            ex Paperinik il Templare e Volkabug, inventore dell'Immergrün; prima niubbo, poi lurkatore, adesso utente affezionato; secondo la monetazione antica TEMPLI*PAPERINICUS*E*PAPERIBUS*MIRUM

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            Sommo Zotnam
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              Dov'è il parere di Bersani?
              Cornelius, evidentemente non te ne sei accorto: sei tu che stai scrivendo "Bersani" al posto di Bertani. Sta venendo fuori un "qui pro quo" comicissimo!

              "Siam mica qui a smacchiare i Neopard!"

                Prima della chiusura anticipata Bersani tenterà qualcosa: una riduzione del prezzo, una maggior foliazione, una periodicità trimestrale, un cambio di autore (e di plot).

                Ma qui intendi Samuele?
                Battuta a parte su Bersani... se le cose vanno male in teoria se le cose vanno come come vendite di solito non si offre mai qualcosa al lettore ma anzi gli si chiede di più (prezzo aumentato, foliazione minore e periodicità più lasca o se va bene un cambio d'autore).

                  se le cose vanno male come vendite di solito non si offre mai qualcosa al lettore ma anzi gli si chiede di più (prezzo aumentato, foliazione minore e periodicità più lasca o se va bene un cambio d'autore).
                  In effetti è sempre stato così, però qui la corda è gia bella tirata nella norma (fra prezzo, foliazione, periodicità e soggetti). Se solo una di queste voci si tira di più la corda si spezza proprio (o si spezzerà comunque). Tra le varie ipotesi di 'salvezza', in effetti, l'unica possibile sembra quella del cambio d'autore, magari fra un anno (dopo che Gagnor avrà terminato la sua 'saga', sebbene mi pare di aver capito che non sarà breve).
                  « Ultima modifica: Venerdì 22 Mag 2020, 14:36:20 da Cornelius Coot »

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                  Sommo Zotnam
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                    Perché aspettare un anno? Si chiuda la serie col terzo o quarto numero, se necessario velocizzando ulteriormente gli eventi (tanto non c'è granché che non possa essere risolto in poche pagine) e via. Han ridisegnato da capo un albo in fretta e furia, figuriamoci se non possono eventualmente cambiare 4 pagine nel finale (anche in Danger Dome del resto sarebbe bastato cambiare le due pagine finali e si poteva chiudere facilmente).

                    Io sono convinto che a parità di prezzo e formato, un volume di PK di Sisti o Artibani, a prescindere se autoconclusivo o inizio di saga ongoing, lo avremmo apprezzato di più e probabilmente comprato in numero maggiore.

                    Di certo però non può uscire un albo ogni 6 mesi. Anche perché così un lettore è davvero "ostaggio" di una saga che non vuole saperne di finire e che impedisce ad altri autori di cimentarsi. Sarei felicissimo di essere "ostaggio" di Sisti e Artibani per 2 anni, ma esserlo di questa saga che stiamo leggendo? Evron ce ne scampi!
                    « Ultima modifica: Venerdì 22 Mag 2020, 14:08:18 da Sommo Zotnam »

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                    MiTo
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                    PolliceSu
                      Cornelius  ha ipotizzato che la direzione editoriale forse, a suo parere, intende effettuare una scrematura dei lettori, per vedere chi seguirà il "nuovo corso": boh... bisognerebbe incrementarli i lettori, non scremarli....
                      Però una collana a 10 euro non li incrementa di certo. Resterà lo 'zoccolo duro' dei pkers. Secondo me Bersani, riguardo Pikappa, ha pensato: meglio 10 lettori che pagano 10 euro piuttosto che 20 che ne pagano 3. Vuoi seguire le gesta del tuo eroe preferito? Facile pagare 3 euro con Topolino. Dovrai pagarne 10 col Fuoriserie.

                      Qui non sono d'accordo. Innanzitutto perché le mini saghe di PK sono sempre durate 4 numeri, quindi diventano 12 euro di Topolino. Che al lettore danno in cambio anche altro materiale al quale magari si appassiona.

                        Qui non sono d'accordo. Innanzitutto perché le mini saghe di PK sono sempre durate 4 numeri, quindi diventano 12 euro di Topolino. Che al lettore danno in cambio anche altro materiale al quale magari si appassiona.
                        Si, però i 12 euro di Topolino annui sono sempre da confrontare con i 20 del Fuoriserie semestrale (anche perché c'era una sola storia pikappica all'anno nel libretto, se non ricordo male). Sperando che nel frattempo, chi anni fa comprava il Topo solo in occasione delle uscite pikappiche, adesso lo acquisti più regolarmente, addizionando la Fuoriserie. Questo considerando il lettore singolo.

                        Con la mia ipotesi di prima, al netto di lettori 'bilaterali' (cioè che oggi acquistino il Topo con una certa regolarità dopo averlo scoperto con PK) ma solo concentrati sulle storie di PK (10 lettori del cartonato paragonati a 20 del libretto) il guadagno, in effetti, non c'è (semmai una certa perdita, considerando quattro numeri: 200 e 240 euro). I lettori 'transfughi' dovrebbero essere almeno 15 (i 3/4 dei pkers e non la metà) per guadagnarci qualcosa: 200 e 300 euro. Siamo sicuri che il 75% dei pkers avranno acquistato la Fuoriserie
                        (e, soprattutto, continueranno a farlo)?
                        « Ultima modifica: Venerdì 22 Mag 2020, 16:37:36 da Cornelius Coot »

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                        Manuel Crispo
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                          Topolino Fuoriserie 3 - PK: Danger Dome
                          Risposta #176: Venerdì 22 Mag 2020, 16:18:35
                          Recensione Topolino Fuoriserie 3 - PK: Danger Dome


                           Gilda Policastro una volta ha scritto: «La critica mostra ma non dimostra». E così, in un’epoca in cui ogni opera dell’ingegno umano sembra essere destinata ineluttabilmente a qualche forma di processo pubblico più o meno ragionato, non è inutile considerare come non esista formula chimica o procedimento alchemico in grado di dimostrare che i difetti percepiti in una determinata storia siano realmente tali.

                           Il giudizio critico si basa su una serie di convenzioni estetiche storicamente determinate. Un incompreso Marcel Proust, snobbato dagli intellettuali del tempo, si abbassò a pubblicare la Recherche a proprie spese. Se Roberto Gagnor, sceneggiatore torinese classe 1977, sia un novello Proust, solo il tempo saprà dircelo. Famoso per aver dotato Brigitta di un alter-ego supereroistico e per parodie come Quacklight e Topolino e il ritorno alla Dolce Vita, complici anche gli studi effettuati in campo cinematografico, lo stile di Gagnor si è sempre distinto per un umorismo “televisivo”, eroicomico e carnevalesco, ricco di citazioni, antifrasi e modi di dire mutuati da certa serialità teen alla CW: a prima vista non proprio l’ideale per l’ennesimo re-start di PK, personaggio che negli anni Novanta fu al centro di una piccola rivoluzione in termini di linguaggio fumettistico in casa Disney Italia.

                           In questi mesi di polemiche furibonde, innescatesi in seguito alla pubblicazione del primo episodio di questo nuovo rilancio pikappico, Un nuovo eroe, si sono spesi fiumi di parole nel tentativo di definire una formula, un ingrediente magico che circoscriva l’essenza di PK. C’è stato chi ha parlato di serietà e di grandi temi; chi di comprimari dalla grande profondità psicologica; chi di rottura della gabbia disneyana, con vignette allungate moderne e inquietanti; chi ha giustamente puntato i riflettori sul maestoso worldbuilding, sulla pianificazione certosina, sulla sapiente integrazione delle citazioni (un esempio per tutti, il lungo rifacimento presente in Terremoto di Francesco Artibani della famosa tavola di Steve Canyon analizzata da Umberto Eco nel suo saggio Apocalittici e integrati) all’interno del narrato.

                           Hanno tutti ragione. Ineluttabilmente, non esiste distillatore in grado di separare l’essenziale dall’accessorio nella complessa formula estetico-narrativa del vecchio PK. Certo molti lettori, nel corso della miniserie PKNE pubblicata sulle pagine di Topolino fra il 2014 e il 2018, hanno lamentato la mancanza di un certo “qualcosa”. Tanti, me compreso, hanno invocato maggiore indipendenza editoriale rispetto al settimanale, e questa indipendenza è arrivata nel 2019 con Un nuovo eroe, primo di una serie di cartonati alla francese da una cinquantina di pagine l’uno.

                           
                          Di PK, evroniani e larvali comprimari

                           Un nuovo eroe non ha avuto l’accoglienza critica che forse i suoi autori si attendevano. A farne le spese è stato soprattutto Alberto Lavoradori, già colonna portante del vecchio PKNA, i cui disegni insolitamente poco curati hanno attirato critiche feroci – a tratti davvero eccessive. Molti lettori delusi, stuzzicati anche dal cambio di disegnatore in corsa, attendevano il seguito della vicenda per poter fare un primo (ineluttabile) bilancio sulla nuova miniserie pikappica. Il seguito si intitola Danger Dome ed è stato pubblicato nel maggio di quest’anno avaro di fiere, in una specie di ovattato silenzio mediatico.

                           Come già il suo predecessore, questo nuovo volume vanta una copertina realizzata da Andrea Freccero e Max Monteduro, interessante nel tratto e nel colore ma sempre stranamente fuori posto, statica, nella quale la tempoliziotta Lyla Lay occupa incomprensibilmente uno spazio di rilievo. Ai disegni della storia la new entry Roberto Vian, artista mestrino classe 1965 che ha raccolto il testimone del veterano Lavoradori mostrando un tratto e una sensibilità compositiva che non avrebbero sfigurato sulle pagine del vecchio PKNA.

                           La vicenda, ancora una volta suddivisa in due tempi, riparte da PK e l’alieno insettoide Derrick in fuga dalla macchina qui rinominata Danger Dome, veicolo cingolato debitore del celebre Tarkus che dal 1971 campeggia sulla copertina dell’omonimo disco degli Emerson, Lake & Palmer. Non ci è dato sapere quando il malvagio evroniano rinnegato Tuiroon si sia intrufolato nel Danger Dome dato che sul finale di Un nuovo eroe si trovava a bordo di una astronave dal riconoscibile design evroniano. Veniamo informati che il Danger Dome è di fatto un veicolo privato appartenente allo stesso Tuiroon, il che collima poco (per ciò che sappiamo del popolo evroniano) con il suo aspetto da “armadillo corazzato”.

                           
                          Perdersi

                          PK e Derrick vengono catturati dai Decimator, fuggono, si avvicinano emotivamente, mentre Lyla, un insolito Uno in versione “crapa fluttuante” e i membri dei cosiddetti PKorps si lanciano nei deserti del pianeta Shikaar per salvare l’eroe dalla furia di Tuiroon. Fra una scazzottata e una corsa su zoomorfiche motociclette corazzate, Gagnor e Vian ci trasportano in un’avventura frenetica che presenta due degli errori di scrittura tipici degli sceneggiatori alle prime armi: un profluvio di situazioni e personaggi poco approfonditi compressi in uno spazio esiguo (il che rende indecifrabili molti passaggi della vicenda, complici anche le numerose incongruenze fra questo episodio e il precedente) e allo stesso tempo una macro-trama semplicistica e banale, che nella sua essenza ricorda in più punti cose già viste e sperimentate. Il cliffhanger con cui si conclude questo quarto tempo della saga di Gagnor è sufficiente a far tremare i polsi di ogni Pker che nutra ancora un briciolo di amore per questo bistrattato universo narrativo.

                           Tante le domande che questo volume lascia senza risposta. Perché Tuiroon viaggia su una base mobile a forma di roditore terrestre? Che fine fanno i vestiti di Derrick quando si trasforma in larva, e a che serviva regredire per colpire il Decimator? Perché mai, su una base evroniana, dovrebbe esserci una sala chiamata Makgupheen? Quando mai i veicoli evroniani hanno avuto le ruote? Da quando Uno è in grado di trasportarsi fisicamente ovunque voglia? Che cosa accade esattamente nella cella anti-evasione? Cosa esattamente fa esplodere PK alla fine dello scontro con Tuiroon? Quand’è che Lyla ha cominciato a parlare come una galeotta appena uscita da un regime di carcere duro?

                           Interrogato in merito alle evidenti dissonanze stilistiche fra il suo PK e quello che tutti i Pkers hanno imparato a conoscere nell’arco di più di vent’anni, Roberto Gagnor ha fornito un blocco di motivazioni oscillanti fra la legittima ricerca di una propria voce autoriale e un malcelato disinteresse per il worldbuilding pikappico. Danger Dome appare costruita su un misto di automatismi di scrittura, comprimari dalla profondità del cartone e battute “alla Marvel” che sovente finiscono col cedere all’assertività per colmare buchi narrativi generati dallo scarso spazio e da una cattiva gestione vettoriale della pagina.

                           Le pur belle tavole di Vian si trovano spesso a soffocare, compresse fra i mille avvenimenti che lo sceneggiatore torinese si è imposto di infilare a forza in una avventura che ineluttabilmente finisce col collassare sotto il peso di un’architettura insicura. Fra una vignetta e l’altra si aprono vasti crateri di senso. Il frenetico storytelling gagnoriano si ribella a tal punto al concetto di sequenzialità dell’azione che in più momenti sembra di trovarsi di fronte una sorta di proto-fumetto, un fortunato superstite dell’epoca di Will Eisner.

                           Gagnor ha affermato di essersi ispirato, per la sua storia di fughe e inseguimenti, ai film americani “alla Mad Max”, dimenticando forse che quei film problematizzavano la violenza e l’istinto di sopravvivenza dell’uomo. A me appare evidente come Danger Dome non problematizzi alcunché, e non esponga nulla se non il proprio carnascialesco vuoto di idee e di cuore. Ma non posso dimostrarvelo.



                          Voto del recensore: 1/5
                          Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
                          http://www.papersera.net/wp/2020/05/22/topolino-fuoriserie-3-pk-danger-dome/
                          “O con amore o con odio, ma sempre con plutocratica sicumera”.

                            Scrivo qui solo per dire la mia.
                            Ora come ora non ho ancora letto l'albo ma dettagli. Lo farò prima o poi Le cose che ho da dire sono le seguenti:

                            A quanto pare tutti si sono dimenticati del contorto guazzabuglio che era PKNE. Zero motivi di continuare su quella via.

                            Zio Paperone e Rockerduck che litigano in una storia di PK, ma che roba è?Ogni universo deve rimanere staccato.

                            Ma penso che Gagnor lo stia facendo bene, ha messo dei messaggi molto profondi in queste storie, in stile Pikappa. E per quanto riguarda la trama, è semplice e lineare, ma non è scontata, perciò qualcuno non riesce a seguirla: peggio per loro. Ricordiamoci che non cambia nulla se U.N.O. è una palla fluttuante nel tempo e nello spazio.

                            Da quando leggo PK lo avevo sempre considerato tale, perciò non mi sembra un problema.

                            A presto!

                            Scusami,
                            Con l'impaginazione di prima c'era qualcosa che non andava...
                            Era un po' troppo appiccicata.
                            Magari ora la si legge meglio..
                            O almeno lo spero
                            « Ultima modifica: Venerdì 22 Mag 2020, 18:18:12 da Paolo »

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                            hendrik
                            Dittatore di Saturno
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                            PolliceSu   (8)
                              Ora come ora non ho ancora letto l'albo ma dettagli.
                              ...
                              Ma penso che Gagnor lo stia facendo bene, ha messo dei messaggi molto profondi in queste storie, in stile Pikappa.

                              Qualcosa non torna. ;D
                              ... non ferma a Verkuragon!

                                Zio Paperone e Rockerduck che litigano in una storia di PK, ma che roba è?
                                Ogni universo deve rimanere staccato.
                                Ma siamo sempre a Paperopoli e i così detti universi paralleli non è che debbano essere così separati: non ricordo in che contesto ci fosse il litigio (fine a se stesso o collegato direttamente al plot della storia) ma oltre alla Ducklair Tower mi sembra che sia il Deposito di Paperone che la statua di Coot (se non il faro di Capo Quack) fossero spesso presenti. Così come lo sono loro lo possono (devono, per me) essere anche i personaggi 'standard'. Certo, non è che debbano prendere il sopravvento su quelli 'tipici' di Pikappa ma far vedere che ci sono, che interagiscono, mi da un panorama più reale e più interessante di tutta la metropoli calisotiana.
                                « Ultima modifica: Venerdì 22 Mag 2020, 20:12:11 da Cornelius Coot »

                                 

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