Torno dopo anni a scrivere sul forum, la discussione è interessante e ci tengo a Pk, quindi sono passato per dire anche la mia.
Dico anche chiaramente che mi era piaciuto "Un nuovo eroe". Non lo trovavo perfetto, ma il concetto di base di un "Planet Pk" mi aveva preso. La premessa di Pk in un mondo lontano, impegnato a darsi da fare per tornare sulla Terra era un po' stereotipata, ma mi intrigava. Il nuovo cast non era molto approfondito, ma c'era qualche premessa potenzialmente interessante e adoro i character design di Lavoradori.
Forse però non avevo capito già da lì che Uno e Lyla si erano teletrasportati sul nuovo pianeta, anche perché i Pk-Corps non si stupivano di due nuovi personaggi sbucati dal nulla, sembrava più una comunicazione. O forse si sono teletrasportati successivamente fra una storia e l'altra, rimane nella storia non è assolutamente spiegato. Quindi il problema non è solo come Uno sia arrivato lì, ma come entrambi i personaggi siano arrivati lì. Penso che anche in una storia su Topolino vorremmo una mezza spiegazione per capirlo. Anche perché in questa saga, in un altro tempo e in un altro spazio, sembrava assai difficoltoso per Pk tornare a casa. Può farlo quando vuole con un teletrasporto non spiegato? Come funziona il viaggio fra un universo e l'altro? Vedo già qualche premessa tradita con spostamenti così facili e comprimari che arrivano lì senza spiegare come abbiano fatto.
Ma in generale della trama si capisce molto poco su cosa stia succedendo. Accettiamo che Uno è lì? Ok, ma allora usiamo bene la sua classica dinamica con Pk. Se l'Intelligenza Artificiale pronuncia una frase come "Ma un Galaxy Gate può anche aprire bolle quantiche come quelle in cui si trova Shikaar ora! Un nascondiglio perfetto per Tuiroon: un intero pianeta in cui creare il Danger Dome e i Decimator fuori dal tempo e dallo spazio" io non ci capisco nulla e mi pongo qualche domanda. Nelle storie buone Pk faceva qualche domandina ad Uno quando faceva affermazioni simili per rendere tutto il più comprensibile possibile al lettore, ma qui non c'è nulla di ciò. Uno prosegue la spiegazione e Pk sembra aver capito tutto, io no. Quindi pure nella caratterizzazione del papero c'è qualcosa che non va se inizio a perdere la mia identificazione con lui.
In alcune vignette è difficile comprendere cosa accada. Le sequenze d'azione hanno bisogno di spazio per respirare o tanto vale non inserirle. Ci sono battaglione in questa storia che durano una pagina, alcune addirittura una sola vignetta. Questo fa un effetto stranissimo nella storia, ad esempio quando entrano in azione i Pk-Corps non fanno in tempo nemmeno a posarsi sul Danger Dome che Pk l'ha già abbandonato. Se notate lo seguono mentre sono in aria, sembra che stiano volando. Non ero neanche riuscito a capire che erano entrati nel mezzo quando hanno fatto il salto del canyon.
Oltre a quello la storia è piena di bruschi cambi di tono in cui si cerca, davvero forzatamente, di portare tutto verso un registro aulico. Tutti i personaggi ad esempio si chiedono "Cosa ci rende quello che siamo?" senza alcun vero motivo durante la trama. Si tratta di passaggi che non avvengono con naturalezza e cercano di alzare il registro narrativo all'improvviso per rendere la storia più adulta, ma sembrano cadere dal nulla, sono forzati e poco dopo si ritorna a un linguaggio più povero (ma almeno naturale), all'azione e alle battute sulla sbobba (spero siano finite quelle).
Non ho nemmeno capito benissimo il finale. Pk crea un esplosione enorme con il Galaxy Gate, con un potere che non avevo capito nemmeno che avesse, spacca tutto... ma sopravvivono tutti? I personaggi si stupiscono che sia sopravvissuto l'evroniano, ma io mi stupisco che siano sopravvissuti loro, che sia sopravvissuto Pk stesso.
Sono solo alcuni esempi, la storia in generale è poco chiara e non è questione di essere Pker o non Pker, pure su Topolino o come storia di Paperinik non l'avrei capita molto. Ci vogliono passaggi più chiari, forse qualche personaggio messo da parte, meno azione e più coerenza nel registro narrativo. Non c'è bisogno di rendere tutto per forza aulico ed epico, non c'è bisogno che Pk cerchi di esserlo. Erano i cattivi ad essere seriosi, il papero in genere era quello che sminuiva gli sproloqui con le sue battute.
Mi auguro che le critiche che leggo qui (con cui concordo) possano aiutare la serie ad andare nella direzione giusta. Gran parte di noi lettori si augura lunga vita per Pk, ma fra le scelte di marketing e quelle narrative è ovvio che nasce della preoccupazione. Io mi auguro che il buon Roberto abbia capito che c'è un problema su come sta andando questo ciclo di storie. Qualsiasi lettore che ho sentito, anche chi non scrive in forum o in gruppi facebook, è estremamente deluso finora. Spero che si vada avanti cercando di inquadrare cosa non ha funzionato per il futuro e con magari un piccolo cambio di rotta. Altrimenti la vedo molto dura per il futuro di Pk.