Probabilmente (sicuramente?) rappresenterò un voce fuori dal coro, almeno in parte. Seppur con notevole ritardo, ho letto questo secondo volume, ma nel farlo mi sono prima riletto il precedente. Li ho letti, insomma, insieme. Ne è venuta fuori una visione d'insieme differente da quella che ci si potrebbe immaginare. Le lunghe pause tra un volume e l'altro non giovano di certo (ma questa non è una colpa di nessuno, Gagnor in primis), né alla memoria, né allo sviluppo narrativo, soprattutto in relazione alla poca foliazione; la storia però, così letta, ha uno sviluppo più ampio e le dinamiche rappresentate si dipanano e comprendono meglio. Resto dell'idea che alcune "smussature" dovrebbero essere fatte; nell'insieme, tuttavia, se proprio volessi "dare i punti", direi che questa seconda puntata mi sembra meglio riuscita della precedente, ma sono, e resto, fermamente convinto che giudicare una storia (perché di questo stiamo parlando), leggendola in questa maniera, sia un errore di fondo. Al netto di tutti i discorsi che si possono fare sulla continuity, o su altri aspetti di trame verticali, orizzontali o diagonali (esistono, poi?), che si possono, e devono, fare, ma che vedo collocati su un altro piano.
Anche il cambio di disegnatore ha giovato alla leggibilità, c'è poco da dire. Mi spiace, in fondo, di questo cambio in corso d'opera: ritengo fermamente giusto avere affidato il primo numero a Lavoradori, perché giusto era ripartire da lui. Forse l'unico errore in tal senso è stato quello di non provare a variare un poco lo stile per avvicinarlo maggiormente a quello delle storie precedenti, al tratto del primo Lavoradori stesso.
In conclusione, se c'è un progetto più ampio alle spalle (mi pare che Gagnor avesse paventato una ricostruzione del PKteam, in una diretta con Fisbio), penso che qui si potrebbero stare gettando delle basi per il proseguio. Mi rendo conto che questo PK è diverso da altri, ma la cosa mi intriga...