« Ho sempre cercato di immaginare un posto dove portare le mie due figlie nei pomeriggi del sabato e della domenica, ma un posto dove però potessi divertirmi anch'io! »
Walt Disney
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Cominciamo con lo specificare che non rientro in quella categoria di persone che pur essendo disney-maniaci aborrano i parchi a tema, il merchandising e qualsiasi altra cosa più commerciale di una storia di Guido Martina. Anzi, personalmente mi ritengo un grande fan del Topolino in braghette rosse, quello caruccio che fa da sfondo sulle tazze e sui cuscini... il topo-marchio, insomma.
E se forse è da ritenersi un po' immeritata la considerazione che Disney aveva dei fumetti al punto da interessarvisi principalmente in ambito pubblicitario che non per le storie in sé, d'altro canto è vero che quando si parla di Disney alla massa media (specie al di fuori dell'Italia), i personaggi cui far riferimento non sono certo Zapotec e Marlin, Brigitta, Paperoga o Basettoni... Nell'ottica principale della disneyanità a livello mondiale, i personaggi più famosi e amati, nonché punto fisso nella produzione del merchandising che ogni anno occupa buona parte dei guadagni della compagnia, sono i vari Winnie the Pooh, Trilli, Capitan Uncino, Aurora, Stitch o Buzz Lightyear. Capitanati da Mickey & Friends, ovvero Minni, Paperino, Pippo, Paperina e Pluto. I fantastici 6 per dirla tutta, i personaggi rivolti in modo interplanetario a tutto il mondo, a tutti i bambini e a tutte le bambine, a grandi e piccoli, per simboleggiare la Disney.
D'altronde chi avrebbe mai pensato che un semplice topino schizzato in treno avrebbe dato concretezza a un sogno che Disney in persona percorse tanto a lungo?
Nasce così nel 1955, nella periferia di Los Angeles,
Disneyland Resort , il primo vero parco a tema dedicato a ciò che fino ad allora erano (e son ancor oggi) considerati i simboli della disneyanità, immersi in luoghi fantastici con attrazioni, giostre, e tanti personaggi Disney a far da sfondo impersonati in costume dai membri dello staff. Trilli in quegli anni diventa uno dei maggiori simboli del marchio Disney, messa ad accogliere i visitatori al parco. La Western, che allora aveva la licenza di pubblicare i fumetti Disney americani, decise in seguito di commissionare ai suoi cartoonist delle storie che servissero a pubblicizzare il parco, dunque divenne di norma presentare avventure che avessero come protagonisti Paperino e Capitan Uncino, Pippo e Dumbo, e così via.
Il successo si concretizzò così tanto che vennero aperti numerosi parchi correlati in varie parti del mondo, tutti diretti dalla
Walt Disney Company.
Così, se nel 1955 nacque il tanto desiderato
Disneyland Resort in California, avremmo avuto poi il
Walt Disney World Resort ad Orlando in Florida nel 1971 (nato da un progetto di Walt che immaginava una versione più estesa del vecchio parco, una sorta di Disneyland del futuro);
Tokio Disney Resort, aperto in Giappone nel 1982;
Disneyland Resort Paris (chiamato inizialmente
EuroDisney), in Francia nel 1992 e l'ultimo,
Hong Kong Disneyland Resort, inaugurato in Cina nel 2005.
E' nel Disneyland francese che nel mese scorso ho potuto constatare per la prima volta in vita mia cosa significhi fare una vacanza all'interno del parco. Parco che agli inizi non ebbe un grandissimo successo, per tante delle cause che vi furono in contrasto: a partire dal calo imprevisto dei visitatori il solo primo giorno di inaugurazione, o anche le proteste della massa francese poco incline a vedere di buon occhio l'influenza americana che il parco avrebbe portato (fu criticata l'assenza dai menù di prodotti come vino o tipici piatti francesi), e ben presto si ipotizzò una possibile e vicina bancarotta, nonostante alcuni momenti di buon profitto.
Nemmeno l'introduzione nel 2002 di un altro parco all'interno del complesso,
Walt Disney Studios (ispirato alle pellicole cinematografiche, con attrazioni e spettacoli in tema), riuscì a colmare le sempre più concrete perdite che raggiunsero addirittura un totale di due miliardi di dollari.
Sono state, in successione, tuttavia aggiunte attrazioni nuove, pianificate altre che dovranno vedere la luce (come i Toon Studios) e rimodernate alcune come la
Space Mountain, adesso chiamata
Space Mountain: Mission 2.
Il parco tuttavia è adesso una delle più visitate mete turistiche europee contando oltre 12 milioni di visitatori all'anno.
Per molti una pura fonte di divertimento e spensieratezza, per altri un mero inno al consumismo e al commerciale. Invito ad esprimere le vostre opinioni e sensazioni a riguardo dell'ottica generale dei parchi Disney, che possono essere semplici resoconti vacanzieri o idee, critiche e commenti personali.