Sperando di essere nel topic corretto, volevo condividere con voi questo mio racconto (non a tema Disney):
Frammenti - AlbaLe urla dei soldati sotto le mura si possono udire perfino nelle retrovie dell’esercito. Mi riempiono la testa e e scelgono di non andarsene.
Più mi avvicino e più vorrei fuggire.
Quando scendo in campo cerco di guardare, di concentrarmi, ma non voglio vedere veramente quello che accade intorno a me.
Molti dicono di abituarsi. Io no.
Non ce la faccio. In ogni persona che uccido, in ogni soldato che cade vedo i miei amici, i miei genitori, i miei figli.
L’alba che segna l’inizio di un nuovo giorno è una delle poche cose che riesco ancora ad apprezzare in questi giorni di guerra.
È tutta la vita che vengo preparato per questo, ma solo qui e ora ne capisco il senso. Una cosa sola ho davanti: la gloria. Una parola che, piano piano, ti entra nella vita. Gloria. Qualcosa che non si conosce appieno, ma per cui si è pronti a morire.
Ho studiato a fondo il piano di battaglia e ho schierato le truppe nell’assetto migliore per assicurarmi la vittoria. Fra poco sarà il momento.
Per i nostri generali la guerra è un lucroso affare, per noi poveracci un obbligo che si trasforma in una condanna. Una maledetta condanna che ci distrugge la vita.
A loro non importa se moriamo, se cadiamo cercando di difenderli. A loro non importa della nostra vita, non ci danno il giusto valore.
Siamo nelle mani di qualcuno che vede solo la propria gloria e il proprio onore. Qualcuno che non esiterà a buttarci nel fango.
Non conoscono la fatica. Contano sul nostro sacrificio per tornare ai propri manieri sventolando gli stendardi nemici sporchi del nostro sangue.
Mi avvicino alla prima linea, ora dovrò incitare i miei soldati. Alzo lo sguardo e vedo l’esercito nemico anche i mie nemici hanno schierato bene le loro truppe.
Tutto ciò vale queste vite? La mia vita? Le loro vite?
Ora ho un solo pensiero: devo vincere. Vincere per la gloria, vincere per tornare a casa, vincere per poter riabbracciare mia moglie e i miei figli.
Sin dall’infanzia sono stato addestrato a combattere. Ogni volta che la mia spada penetra l’armatura di un soldato nemico, partecipo, per un attimo, al suo dolore.
Presto, solo quando sarò lontano da questo campo di battaglia, apprezzerò il vero trionfo.
Nella mischia saremo insieme, soldati e generali, noi e loro. Lì, forse, saremo tutti uguali, con la stessa paura e lo stesso orrore negli occhi.
Credo che tutti, anche loro, abbiano paura mentre indossano l’elmo. Anche loro, nel profondo, sentiranno qualcosa che li unisce al soldato ferito o allo scudiero atterrito. Questa umanità che ci contraddistingue viene dimenticata e schiacciata dai nostri diversi ranghi sociali.
Il generale si avvicina alla prima linea. Vestito d’oro e di bronzo con lo stemma della casata inciso nel suo petto d’acciaio. Un raggio di sole lo illumina e parrebbe un segno divino. Per me no.
Le parole che ci vengono rivolte mi giungono ovattate. Parole fatte di fumo che si dissolvono non appena pronunciate. Parole false vendute come vere.
Sono qui di fronte a loro. Li osservo e li ammiro. Li ammiro realmente perché, anche se non raccoglieranno che i brandelli di questa vittoria, combattono.
Dinnanzi al pericolo, non cercano di mettersi in salvo, ma affrontano il destino a testa alta. Non cercano la gloria, nessuno gli ha posto innanzi questo sogno.
I loro sguardi si incontrano costantemente. Occhi atterriti ma determinati.
Ho soppesato le poche parole che ho detto loro per spronarli a fare il meglio. Parecchi non mi hanno ascoltato, cercavano la forza per ricominciare un nuovo giorno di sangue.
Basta! Devo smetterla di vaneggiare. Devo concentrarmi su ciò che mi attende. Combatterò e ucciderò. Ne sono sicuro, di questo non ne vado fiero. È uccidendo uomini che difendo altri uomini e lo farò. Non è un vanto, forse me ne vergogno, ma è il mio destino.
Oggi finirà questa guerra! Deve finire! Lo stendardo nemico sarà nelle mie mani prima del tramonto. Solo in quel momento quest’orrore terminerà. Solo allora, lontano dal sangue e dalla violenza potrò assaporare la vera vittoria, la vera gloria.
Silenzio. È l’ora.
Do l’ordine di attaccare.
Le trombe squillano.
La prima fila si lancia all’attacco.
Osservo i miei uomini andare incontro alla morte.
Una nuova battaglia inizia.