Penso che non sia questione di dignità: dopotutto secondo la mia opinione, penso che i gay abbiano tutto il diritto di sposarsi civilmente, ma non in Chiesa, non secondo i dettami cristiani: non mi sembra un pensiero tanto bigotto
Su questo ti do pienamente ragione. Ma infatti nessuno si sogna di imporre alla Chiesa di celebrare matrimoni omosessuali.
(Certo apprezzerei se questa "non interferenza" fosse bilaterale, e se gli alti prelati si astenessero da porre dei veti anche all'ipotesi di unioni civili fra persone dello stesso sesso).
Quello di cui si discute è la possibilità di un matrimonio civile. Al quale io personalmente sono favorevole. Per citare non mi ricordo chi, "opporsi ai matrimoni fra omosessuali perché si è etero è come arrabbiarsi con uno che mangia un tiramisù perché si è a dieta."
La questione adozione è più spinosa. Fino a pochi anni fa ero piuttosto perplessa in materia, ma alcuni studi di cui ho letto sembrano affermare che i figli di coppie omosessuali non parrebbero minimanente "menomati" dalle loro famiglie, sotto nessun aspetto. In seguito a questo, le perplessità sono cadute e mi ritengo favorevole. Ovviamente questo non vuol dire che qualsiasi coppia di omosessuali che si presenta ad un orfanotrofio se ne va a casa con un bambino adottato. Ma questo non succede neanche per gli etero.
Senza contare che molte delle obiezioni che sento fare all'adozione da parte di genitori omosessuali, tipo "il bambino verrà preso in giro dai compagni", mi ricordano tantissimo simili osservazioni che trent'anni fa sentivo fare ai primi genitori che adottavano figli di colore. La società si è evoluta da allora, fortunatamente, e oggi adottare un bambino di colore è guardato oggi per quello che è, un gesto di amore. E i bimbi che prendono in giro i loro compagni "diversi" sono una minoranza e sono guardati per quello che sono, dei bulli maleducati.
Come su questo, confido che in futuro ci evolveremo anche su altri fronti. E credo che quello della tolleranza verso l'omosessualità sia un fronte ormai "maturo", su cui ben presto chi è rimasto indietro dovrà rassegnarsi all'idea di far parte di una minoranza retrograda.