Nelson Mandela, dal giorno del suo 95° compleanno festeggiato nel luglio scorso in ospedale per una seria crisi dovuta ad una infezione polmonare, ha resistito altri quattro mesi per poi lasciarci questa sera.
La sua più grande eredità la si è potuta vedere in diretta da Johannesburg, davanti alla sua casa, dove migliaia di persone di ogni colore (oltre ai neri e ai meticci vi erano molti bianchi e indiani) ballavano e cantavano per celebrarlo, come si usa fare per chi muore in Africa.
Può sembrare una cartolina troppo idilliaca questa di moltissimi giovani di tutte le etnie raccogliersi insieme per il Padre della Patria, visto che problemi di ogni genere non mancano nel Sud Africa, paese-arcobaleno: ancora due milioni di persone - nere - senza elettricità ed acqua in baraccopoli-townships poco dissimili da quelle del periodo dell'Apartheid, forte violenza metropolitana generalizzata, immigrazione non controllata da altri paesi africani, stupri frequenti contro le donne...
Però, considerando che fino a pochi anni fa questi ragazzi di diverso colore non potevano frequentare gli stessi posti, vivendo in mondi paralleli e rigorosamente separati, queste situazioni di unità e comunione non sono da sottovalutare.
Nel bicchiere mezzo pieno c'è la fine dell'odioso regime razzista e la nascita e la crescita di una delle democrazie più liberali del pianeta: se fino a 20 anni fa un nero con una bianca non potevano sposarsi, oggi lo possono fare anche un bianco con un nero o una bianca con una nera, oltre a poter adottare figli (cosa incredibile ed unica in Africa).
Il più grande merito riconosciuto a Mandela è stato quello di essere stato un ottimo traghettatore: ereditare un paese lacerato da profondissime ferite dovute a 40 anni di Apartheid, dove odi, rancori e vendette potevano liberarsi in tutta la loro violenza (e sarebbe stato anche comprensibile, considerando le ingiustizie, le privazioni e le violenze stesse che le popolazioni nere avevano dovuto subire, Nelson compreso con 27 anni di duro carcere) e riuscire a ricomporlo senza che le varie etnie si eliminassero a vicenda, grazie ad una politica di riconciliazione nazionale non facile da praticarsi, visti i precedenti, è stata la sua più grande vittoria, riconosciuta da tutti e presa come esempio da altri paesi con problemi per alcuni versi comparabili.
Non tutti i cittadini bianchi hanno accettato la nuova situazione, preferendo abbandonare il paese per altri lidi (Australia e Stati Uniti, soprattutto). Molte fasce di popolazione bianca si sono impoverite e i farmers bianchi hanno dovuto affrontare diversi problemi con le locali popolazioni nere che rivendicano il possesso delle terre. E per quanto alcune classi di cittadini neri abbiano ottenuto rilevanti miglioramenti economico-sociali, la maggior parte di loro resta tuttora in uno stato di povertà e disagio.
In ogni caso, quello che tutti temevano 20 anni fa, cioè un'altra Yugoslavia lacerata da tremendi conflitti interni, non c'è stato e questo è già un miracolo, un miracolo di Madiba, alias Nelson Mandela.