Recensione Topolino 3383 Si conclude in questo numero
Paperbridge, la serie in cinque puntate scritta e disegnata da
Marco Gervasio che ci ha tenuto compagnia nelle scorse settimane e a cui è dedicata anche la copertina di
Andrea Freccero. È giunto quindi il momento di tirare le somme. La storia ad una prima lettura risulta abbastanza riuscita anche grazie alle suggestive atmosfere del college e delle confraternite, che molta presa hanno nell’immaginario collettivo. I colori
rétro, già ampiamente usati in tutta la saga di Fantomius, non fanno che aumentare la sensazione di mistero. I problemi sorgono però se vogliamo scavare un pochino sotto la patina.
Ci rendiamo conto, infatti, che – come purtroppo a volte capita nelle storie dell’autore – la trama scorre via senza particolari colpi di scena e senza essere approfondita al meglio. Un esempio a supporto di quella che è comunque un’impressione personale è la scoperta, avvenuta nello scorso episodio, che riguarda il
Professor Krimen, guida e mentore della Confraternita dei Mascherati. Ebbene, il personaggio, chiaro riferimento a
una classica storia di Guido Martina, non viene in alcun modo introdotto nel corso della trama, quindi la sua rivelazione non sortisce alcun effetto nello spettatore e finisce per diventare un po’ una citazione fine a sé stessa. E non è l’unico caso, basti pensare alla ripresa del “sursum corda” o alla comparsa di un noto personaggio nell’ultima vignetta; un
cliffhanger che apre ad un secondo ciclo di storie, ma che al contempo sembra messo lì solo per far spalancare la bocca ai lettori.
La sensazione è che l’autore sia sempre più impegnato in una
insistente ricerca di una continuity fra le sue storie e quelle dei suoi predecessori, nell’incessante inseguimento del fuoco d’artificio, e tralasci poi di sviluppare la trama, che ha anche un buon potenziale ma non riesce ad esplodere. Anche i personaggi sono abbastanza stereotipati: da una parte abbiamo i ricchi arroganti, dall’altra i poveri intelligenti, da un lato il bene e dall’altro il male, ma in una divisione talmente netta, talmente sottolineata che risulta un pochino stucchevole. Nel mezzo si posiziona
Quacky, ricco e arrogante all’inizio, che grazie anche al nuovo amico Tommy e all’amore per la sorella di quest’ultimo cambia e si posiziona in una sorta di limbo, indeciso se fare la cosa giusta o rimanere fedele ai vecchi amici. Anche questa sua evoluzione appare però un po’ casuale perché non viene approfondito molto il rapporto di amicizia con Tommy.
L’enigma da risolvere…
Il fatto che poi nessuno dei due (giovani paperi promettenti, iscritti ad un college prestigioso) riesca a decifrare inizialmente il
Libro degli errori lascia sconcertati (le cose poi che vi sono scritte non suscitano neanche un qualche effetto comico). Detto questo non ci troviamo sicuramente di fronte ad una brutta storia ma, appunto, forse sarebbe preferibile una citazione in meno e un po’ più di attenzione ai dettagli.
Prosegue in questo numero anche la nuova serie
Minni prêt-à-porter sceneggiata da
Valentina Camerini, con la prima parte dell’episodio
In passerella ragazze, disegnata da
Marco Mazzarello. Minni deve aiutare l’amica stilista Betty a realizzare una collezione di moda per partecipare ad una importante sfilata in un grande centro commerciale. Purtroppo come spesso accade, Betty, sotto pressione, attraversa un blocco creativo e tocca a Minni aiutarla, riportandola ai tempi della scuola, quando creare era ancora solo un divertimento e non un lavoro. La sfilata ha quindi luogo, ma la puntata si interrompe proprio sul più bello e non sappiamo se la collezione creata dalle due amiche sarà apprezzata da pubblico e critici oppure no. La storia è molto carina, la trama semplice ma fresca e, come già detto la settimana scorsa, ricorda un po’ le atmosfere di
Minni & Company, storico mensile degli anni Novanta dedicato a un pubblico per la maggior parte femminile. Bella l’idea poi di concludere l’episodio lasciando un po’ di
suspense nei lettori che dovranno attendere una settimana per conoscere l’esito della sfilata.
Paperino e l’effetto Ingordzilla (
Pesce/
Bertolucci) vede Ciccio ingigantito per errore da un’invenzione di Archimede e i danni, ahilui!, ricadono sul parente più ricco della pigra oca: Paperon de’ Paperoni. La storia è molto carina, richiama le sensazioni dei grandi giganti delle pellicole, da
Godzilla appunto (a cui il titolo fa riferimento) a
King Kong, ma l’effetto finale risulta molto mitigato trattandosi di Ciccio, il più mansueto e goloso personaggio di Paperopoli, un po’ come nel film
Tesoro, mi si è allargato il ragazzino, commedia fantascientifica degli anni Novanta (
sequel di
Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi) dove era un pupone gigante a “terrorizzare” la città.
Fumetto e cinema a confronto In
L’assistente talentuoso (
Panaro/
Guerrini), Archimede, oberato come sempre di lavoro, mette un annuncio per cercare un nuovo assistente e, quando finalmente lo trova, trascura un pochino il suo fedele amico Edi. La storia è semplice, portata avanti di mestiere, e scorre via liscia dall’inizio alla fine.
Notare le divertenti citazioni musicali riadattate per Archimede! Vita da rock band: Registrare un disco (
Salati/
Urbano) assolve al suo ruolo di breve, presentandoci tutti gli step che servono per arrivare ad avere una registrazione professionale completa, conditi con qualche simpatica gag.
Zio Paperone e il dedalo invisibile (
Moscato/
Vian), infine, è una classica avventura di Paperone e nipoti che, di ritorno da un viaggio a Diafanovia, si imbattono in un castello invisibile e si mettono alla ricerca del tesoro di Ottico VIII; purtroppo non sono gli unici ad essere sulle tracce del prezioso forziere. I disegni di Vian ci restituiscono un’atmosfera un po’ inquietante, soprattutto nella caratterizzazione dei nemici.
Passando ai redazionali, proseguono anche in questo numero i reportage dedicati ai viaggi e al mondo della natura: questa volta la meta è la giungla del Borneo.
In conclusione, ricordiamo che nell’editoriale il Direttore
Bertani ci prepara
ad una nuova serie ambientata nella Roma repubblicana da lui ideata in collaborazione con
Matteo Venerus e con i disegni di
Emmanuele Baccinelli, in partenza proprio sulle pagine di
Topolino la prossima settimana. Nello stesso numero farà il suo esordio anche
Licia Troisi (nota scrittrice fantasy a cui è dedicato anche un articolo) in coppia con
Francesco Artibani.
Voto del recensore:
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