Recensione Grandi Autori 89 - Topolino Writers Edition: Rudy Salvagnini Caro lettore che ti trovi qui solo per sapere se devi acquistare il terzo volume della
Writers Edition dedicato allo sceneggiatore padovano
Rudy Salvagnini, ti tolgo immediatamente il dubbio:
sì, vale assolutamente l’acquisto, smetti pure di leggere e fiondati in edicola o in fumetteria. Chi è interessato anche a sapere qualcosina in più prosegua pure, prometto che cercherò di essere breve.
L’albo, pubblicato nell’ottobre scorso, conta 292 pagine e presenta una copertina di un bel ceruleo arricchita dalla solita figura riciclata da una vignetta interna (in questo caso un Paperino di
Alessandro Gottardo proveniente da
Paperino procuratore sopraffino); il contenuto è costituito da nove storie scelte dallo stesso Salvagnini fra le centinaia da lui prodotte negli anni, più una prefazione a firma di
Stefano Intini e una postfazione dell’autore stesso. Il testo introduttivo di Intini svolge molto bene la propria funzione di presentazione dello sceneggiatore: ne emerge un Salvagnini allampanato, baffuto e colto, dalle passioni brucianti (per la musica, per il cinema di genere, per il calcio), ma specialmente
un uomo dall’umorismo travolgente, mai banale, diretta conseguenza della propria cultura e brillantezza. E quando sul finale viene descritta una partita a biliardino con Gottardo e
Lavoradori, sembra quasi di vedere i quattro artisti veneti giocare con una spensieratezza che questi mesi amari ci hanno tolto.
Dal punto di vista delle storie il volume si apre con una avventura piuttosto frenetica, non delle sue migliori:
Zio Paperone e l’inutile statuetta nel luglio 1988, per i disegni di uno splendido
Cavazzano. Con lo stratagemma di una statuetta portasfortuna Salvagnini riesce a mettere in campo l’intero cast principale di Paperopoli coinvolgendo i personaggi in una serie di gag concatenate, forse un po’ ripetitive nello svolgimento.
A seguire, la punta di diamante dell’albo nonché (per me) una delle tre migliori storie della carriera di Salvagnini: l’algido thriller
Topolino e i sogni ricorrenti del gennaio 1994, illustrato da un
Valerio Held in stato di grazia, che gioca sapientemente con le ombre di una storia fosca e memorabile. In questo caso abbiamo esattamente
il genere di giallo topoliniano di cui oggi avverto maggiormente la mancanza: intelligente, secco, semplice, con una scansione eccellente dei tempi narrativi. Magistrale.
Una tranquilla passeggiata notturna Subito dopo un altro capolavoro assoluto:
Paperino & Paperoga allenatori… super allenati, storia del ’94 nella quale ritroviamo l’arte di Cavazzano. Disegni dinamici,
character design dei comprimari eccellente, tempi comici calibrati al millimetro per
un’avventura sportiva scolpita nella memoria di ogni lettore. La Serie C siberiana e il super-catenaccio rinforzato sono da antologia.
Terzo capolavoro, terza storia del 1994 (anno d’oro per Salvagnini, che in quel periodo stava anche pubblicando i meravigliosi
Mercoledì di Pippo), stavolta per i disegni di Intini:
Quando Ciccio va a fare la spesa, forse la miglior storia mai scritta in Italia sull’aiutante di Nonna Papera. Si riprende lo schema a gag concatenate già messo in campo nell’
Inutile statuetta ma qui qualcosa funziona meglio, la storia è surreale ed esilarante, splendida anche nelle sue ripetizioni. Citando lo stesso Intini, è un Ciccio anomalo che fa quasi tenerezza nella sua tontaggine.
Puro fumetto umoristico vecchia scuola, fantasioso nelle sue vicende ma al tempo stesso semplice, immediato.
Segue la divertente
Topolino e l’incredibile situazione del 1995 illustrata da un opportuno
Enrico Faccini, nella quale Topolino viene messo simpaticamente in difficoltà da una serie di eventi in salsa “ai confini della realtà”. Scorrevole
Paperino e il supertraining da concorso del 1998, in cui l’autore di nuovo collabora con l’amico Intini per un classico scontro tra cugini. Nella successiva, Salvagnini torna a realizzare una commedia sportiva:
Paperino procuratore sopraffino, ottima prova del 2003 disegnata brillantemente da Alessandro Gottardo. Pur senza raggiungere il picco comico degli
Allenatori… super allenati, la storia risulta fresca e simpatica e contiene un mistero la cui risoluzione mi ha ricordato il racconto
Buba dello scrittore cileno
Roberto Bolaño.
Quando Ciccio va a fare la spesa… è particolarmente efficiente
Le ultime due storie, la breve
Topolino, Pippo e il rubinetto irriducibile (2005, disegni di
Maria Luisa Uggetti) e la cinematografica
Topolino e la principessa del lago invisibile (del 2010), chiudono forse un po’ fiaccamente quello è un ottimo volume. La prima è simpatica ma non imperdibile e la seconda, al netto di un buon svolgimento e dei disegni di un
De Vita titanico, perde molto fascino in un finale fantasy piuttosto confuso. Eccezionale piuttosto la colorazione, ricca di sfumature.
In chiusura di volume troviamo, come detto, una
postfazione di Salvagnini, vero valore aggiunto di questa Writers: l’autore padovano dedica qualche parola a ogni storia selezionata, in un testo circostanziato e ricco di informazioni interessanti. Ne emerge anche qui un uomo colto, ambizioso e dai molteplici interessi (i suoi testi sul cinema di genere dovrebbero stare sul comodino di ogni appassionato), ma specialmente
un autore pieno di amore per il proprio lavoro, sempre pronto a mettersi in discussione per andare un poco più in là.
L’originalità di Salvagnini è forse il suo più grande punto di forza ed è anche, assieme alla solidità ferrea delle sue sceneggiature, uno degli elementi che negli ultimi anni
Topolino è andato gradualmente perdendo.
Apprezzabile la mancanza, in questa Writers, di episodi random di qualche serie: fa piacere notare che questo difetto della testata sia stato corretto rispetto ai precedenti volumi dedicati a
Pezzin e
Martina. In definitiva un volume consigliato, specie per la sezione centrale che è quella più ricca di storie memorabili. Il prezzo resta sempre un po’ alto, è discutibile la scelta di riciclare il disegno in copertina, ma
stavolta i pregi superano nettamente i difetti.
Voto del recensore:
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