E Con Uno come siamo messi? (bolla fluttuante o ci sono delle spiegazioni?...)
Ciao!
Il Grande Tiranno
Quello è, e resta, il minore dei problemi.
E anzi... la cosa può essere risolta non spiegandola nei prossimi volumi con estrema facilità.
Il problema dell'albo è e rimane uno e uno solo, al di là delle paranoie mentali dei lettori che vorrebbero un canone più serrato...
Ma si corre... si corre perché si deve raccontare qualcosa... tralasciando la caratterizzazione dei personaggi, anche quelli introdotti ex novo, anche le idee che vengono introdotte ex novo (e che lascio al beneficio del dubbio se pensate prima o dopo perché sennò ci troviamo già davanti ad una riscrittura dei primi due numeri) e che potevano essere interessanti ma che invece vengono accennate e poi si corre alla sequenza successiva perché si deve andare a raccontare qualcosa. Si corre perché si vuole arrivare a raccontare qualcosa che arriverà poi... quindi si deve correre perché non c'è tempo per raccontarlo e anche gli sviluppi che servono si devono trascurare perché non c'è tempo quindi si sorvola, si parla per frasi fatte, usando personaggi stereotipati perché non puoi approfondirli quel minimo che servirebbe per entrare un minimo in empatia con loro, per ricordarti che siano, chi erano, perché devi raccontare qualcosa che arriverà più avanti. E giunto alla fine ci salutiamo con un "ci vediamo tra tre mesi" arrivando a non raccontare nulla perché non c'è stato tempo.
Per la terza volta ho letto una corsa adrenalinica contro il tempo che però alla fine non mi lascia nulla e non ho assimilato nulla di quanto successo.
Fila meglio dei primi 2 numeri, perché è più lineare, ma non basta...
Vuole fare il maturo e l'impegnato, con tanto di frasi ad effetto e scene che continuano a ricordarmi il PK di Trauma (così come in Un Nuovo Eroe) ma paradossalmente il Wizards of Mickey di Barbieri riesce ad esserlo di più nonostante pecchi di scene in cui è evidente che si abbassi il livello per rendere esplicite le posizioni e le idee di certe personaggi quasi in maniera infantile e la storia riesce a funzionare perché si concentra e si focalizza su un unico messaggio da portare avanti e una trama conscia dei tempi narrativi che gli sono imposti e quindi non cerca di correre, ma anzi si rilassa per permette di assimilare quello che sta succedendo.
Il fatto che qui ci sarebbe stato un paradosso temporale di qualche tipo era quotatissimo (una volta capito nel numero precedente si era tornati indietro nel tempo) anche prima dell'intervento di Sisti. Mi piacerebbe capire quale "tocco delizioso" abbia apportato alla storia (visto che non viene accreditato da nessuna parte).
Dopo averlo letto ritieni che sia necessario andarsi prima a rileggere i precedenti per rinfrescare la memoria oppure si intuisce facilmente ciò che accade in base a quanto ci ricordiamo dai numeri precedenti?
Non c'è bisogno, tanto più che c'è un riassunto immediatamente prima che fa il suo lavoro.