Recensione Topolino Gold 1 - Le storie di Natale Varare una
nuova testata “per cultori” non deve essere mai un’impresa semplice. Se infatti sul versante delle (moltissime) collane più generaliste si può chiudere un occhio sulla proposta di contenuti estremamente variegati ed eterogenei, l’attenzione si rafforza nel caso di un programmatico indirizzo a una platea di lettori posizionati su una scala che va dall’appassionato di rango al rompiscatole incontentabile. Con
Topolino Gold la Direzione Bertani dà avvio a un contenitore abbastanza inedito nel panorama storico delle testate disneyane, ma perfettamente in linea con quanto stiamo vedendo da un anno a questa parte con pubblicazioni destinate non allo specifico target di
Topolino o dei mensili, né tantomeno agli occasionali “lettori da treno”.
Topolino Fuoriserie, trasportando fuori dal libretto i due filoni di
PK e
Wizards of Mickey con delle storie inedite create
ad hoc, ha aperto infatti la strada a edizioni cartonate con una foliazione contenuta, una cura editoriale inizialmente spartana e poi via via più accettabile e un prezzo ancora abbastanza nazionalpopolare per dei fumetti Disney in grande formato. Insomma, un precedente già importante che, a dicembre 2020, ha portato a due novità decisamente peculiari:
Topolino Extra e, per l’appunto,
Topolino Gold. Se nel primo caso l’obiettivo è abbastanza semplice e accattivante almeno sulla carta (il primo numero dedicato a
Foglie Rosse di Claudio Sciarrone uscirà a giorni), e cioè una sorta di “aggiornamento” di quella
Limited De Luxe Edition finita in un certo disordine editoriale nel corso degli anni, è con il secondo che bisogna ragionare di più sulle possibilità che può avere una testata del genere e, soprattutto, sulla effettiva collocazione di questo prodotto nel già estremamente ampio panorama delle testate disneyane.
Con
Topolino Gold, vista anche la collaborazione di un grande esperto come
Luca Boschi, l’idea è quella di riproporre in una versione d’
élite storie più classiche rispetto agli inediti scoppiettanti (e forieri di polemiche nerd) del
Fuoriserie, ma anche alle ristampe su
Extra delle storie cult di recente produzione. Nella dicotomia tra tradizione e innovazione, da cui conseguono la riscoperta delle radici da un lato e il consolidamento degli
instant classics del settimanale dall’altro,
questa nuova collana rappresenta «lo scrigno di questi fumetti senza tempo, i grandi classici Disney, che hanno appassionato tanti lettori di Topolino e che sono rimasti nel cuore di tutti noi»: così parlò
Serena Colombo, nell’editoriale che apre un volume dedicato esclusivamente al
Natale secondo Romano Scarpa. Scelta giustissima per una partenza coi fiocchi, essendo uno dei nomi di punta della pluridecennale produzione a fumetti Disney e, sicuramente,
tra i più spendibili sul mercato italiano per notorietà e importanza.
Il volume si apre con una bella illustrazione di Walt Kelly per la copertina di Walt Disney’s Comics and Stories 64 del 1946, slegata dalle storie qui ristampate ma comunque evocativa nei riguardi del tema natalizio
Indubbiamente
questa nuova collana ha dei punti di forza notevoli sui quali si può sviluppare un discorso molto interessante relativo al culto della suddetta tradizione disneyana, a partire dal fatto che fino a pochi anni fa era ancora impensabile avere prodotti Disney così eleganti nelle biblioteche domestiche. Il volume, in continuità con
Fuoriserie, è delle
dimensioni corrette per poter apprezzare in un formato migliore del settimanale storie apparse nel passato meno recente di Topolino. A ciò si unisce l’utilizzo di
un’ottima carta lucida, elemento che contribuisce a far apparire l’albo come un oggetto di un certo valore se paragonato all’infinita sequela di vattelapesca economici da edicola. Se tutto ciò viene poi arricchito da
una copertina a tema firmata da Casty e, in particolare, da Mike Peraza per quanto riguarda i caldi e confortevoli colori natalizi, beh!, questa pubblicazione appare come una pura gioia per gli occhi, pronta far bella figura sullo scaffale migliore della propria abitazione.
Poi però, iniziando a leggere, cominciano i problemi.
In primo luogo, pur plaudendo all’esperimento con l’augurio che questo volume possa avere altri compagni di mensola in futuro, va detto che
al di fuori della confezione elegante e ambiziosa il contenuto risulta poverello, se inquadrato nell’ottica del target sicuramente esigente cui è indirizzato. Il lettore colto, il “collezionista” di materiale Disney, con estrema probabilità avrà già in varie ristampe le due storie riproposte su
Topolino Gold, vale a dire
Topolino e le delizie natalizie e
Topolino e le dolcezze del Natale. È vero, in nessun caso precedente questo dittico invernale aveva goduto di un palcoscenico tutto per sé di così bella fattura, ma
la sensazione che si ha sfogliando l’albo è di un’edizione solo apparentemente “di pregio”.
Non ci addentriamo nell’analisi della trama delle due storie, che in moltissimi conoscono avendole magari rilette di recente: per chi colleziona
I Grandi Classici Disney, ad esempio, sono nei numeri
24 e
35. Del resto,
stiamo parlando della prima e dell’ultima occasione in cui Scarpa ha fatto recitare Topi e Paperi in ambientazioni natalizie, ed è interessante averle insieme nella stessa sede per poter apprezzare le origini e il crepuscolo di una carriera sfolgorante come quella del Maestro di Cannaregio. Peccato però che
Topolino e le delizie natalizie appaia nella sua
più recente versione totalmente ricolorata, eredità della ristampa presente sul
primo volume della omnia scarpiana del Corriere della Sera, a sua volta ripresa sui
Grandi Classici Disney nel 2017.
E peccato, soprattutto, che l’ingrandimento delle tavole abbia comportato spiacevoli inconvenienti come il disvelamento dei pixel delle immagini digitalizzate: su tutte si veda la resa per nulla eccezionale della diciassettesima tavola a pagina 25.
Sono dettagli, questi, che in una pubblicazione “per cultori” rappresentano un’evidente criticità.
Topolino Gold 1, pagina 25: per un pugno di pixel Altrettanto problematica appare la ristampa di
Topolino e le dolcezze del Natale, una storia che a differenza delle
Delizie lascia da parte la teatralissima commedia martiniana per privilegiare una riflessione malinconica sul vero spirito natalizio; fu, tutto sommato, forse l’ultima storia davvero memorabile firmata da Romano Scarpa, su richiesta della redazione di
Le Journal de Mickey nel 1998. Su
Topolino Gold viene privilegiato
l’adattamento rimontato da Boschi su tre strisce per
Topolino 2405, ed è un po’ un peccato non poter rivedere anche la versione originale di 14 tavole, già pubblicata da noi in b/n nell’
ultimo volume della monumentale opera omnia di cui sopra:
sarebbe stata una bella “chicca” per un eventuale portfolio in appendice, felice consuetudine cui ci hanno abituato le più recenti collane curate da Boschi e Becattini, da
Disney Anni d’Oro a
Uack!, fino a
Tesori Made in Italy e
Disney d’Autore. Per quanto la versione nostrana sia comunque altrettanto godibile nelle sue 23 pagine,
con l’ingrandimento si ripresenta tuttavia l’effetto collaterale della visione evidentissima dei pixel della digitalizzazione in alcune tavole, a partire dalla prima in cui
titolo e splash page non hanno tratto giovamento dal grande formato.
Topolino Gold 1, pagina 39: per qualche pixel in più Neanche sul versante dell’apparato editoriale, purtroppo, c’è da cantare vittoria. Certo, rispetto al minimalismo del
Fuoriserie o alla sempre più rarefatta presenza di extra nella tramontante
Limited De Luxe, il contributo di Boschi è comunque evidente e la lettura della sua introduzione è, come sempre, piacevole per la qualità delle informazioni (non nuove ai lettori più esperti, ma poco importa:
repetita iuvant!).
Qualche pagina di analisi in più, tuttavia, avrebbe portato questo primo volume di Topolino Gold a un livello decisamente più alto. Anche solo raccogliendo le informazioni disseminate nei redazionali dei
Maestri Disney, dei
Grandi Classici Disney, delle
Grandi Storie Disney avremmo avuto un’edizione pressoché definitiva – almeno per quanto riguarda la critica – di questo dittico natalizio.
A fine volume è invece presente
un’interessante galleria di copertine, italiane e straniere, relative agli albi in cui
Delizie &
Dolcezze sono apparse per la prima volta o in ristampa. A ogni immagine è dedicata qualche riga di commento utile per inquadrare, nel tempo, la fortuna editoriale delle due storie. Anche in questo caso, però, c’è poco da gioire nel constatare
l’evidente mancanza di una precisa e affidabile correzione di bozze prima dell’imprimatur, vista la presenza di grossolani errori: qualche data che non corrisponde all’uscita degli albi, un’edizione
norvegese spacciata per
danese e, in particolare, l’annotazione di una ristampa della storia francese su un presunto volume americano del 1999… con copertina ripresa da un’evocativa illustrazione di Blasco Pisapia del 2006 (naturalmente l’anno corretto è il
2009). A prescindere dal resto, anche il lettore più distratto non potrà non notare quest’ultima imprecisione.
In coda al volume, infine, sulla falsariga dei contenuti delle
Limited De Luxe, compaiono delle
stringate note biografiche relative a Romano Scarpa e Guido Martina, forse però insufficienti per un inquadramento degno di due importanti Maestri del fumetto Disney italiano.
Un albo del 1999 con una copertina del 2006: qui c’è qualcosa che non va… Che conclusioni trarre?
Chi scrive ritiene da tempo che sia sempre più necessario dare la giusta attenzione ai cultori della quasi secolare materia disneyana, con
la possibilità di formare anche nuovi lettori davvero appassionati e non dei semplici e superficiali consumatori. In questo senso l’idea stessa di
Topolino Gold può essere davvero vincente: accanto a pubblicazioni di ottima fattura come
Gli Archivi di Topolino (che, per inciso, al momento non vedranno un terzo numero sul 1951,
come da dichiarazione del Direttore Alex Bertani al The Fisbio Show), i volumi sulle copertine di
Topolino e
Zio Paperone, gli stessi
Disney d’Autore e – immaginiamo –
Topolino Extra,
la collocazione sul giusto piedistallo di storie classiche è assolutamente la benvenuta. Ma per la qualità materiale dell’oggetto in questione e, aspetto assolutamente da non sottovalutare, per il prezzo (€12,90 per 68 pagine, copertina esclusa, di ristampe e pochi contenuti extra) si dovrebbe fare di più. Sappiamo che
Topolino Gold non avrà una periodicità fissa, ma seguirà le fiere o eventuali occasioni di festività come in questo caso: ciò potrebbe comportare degli
auspicabili miglioramenti già dalla prossima uscita, chissà. Un eventuale e indiscutibile punto a favore, ad esempio, potrebbe essere una foliazione variabile a seconda delle esigenze come avvenuto ad esempio nella (da alcuni ingiustamente vituperata) serie dei
Tesori Disney edita tra il 2009 e il 2013. Quella testata condivideva con
Topolino Gold l’ambizione di raggiungere un pubblico esigente disposto a spendere qualche euro in più per un prodotto ben confezionato, fondandosi però su dei punti di forza che per il momento, in questo esperimento di fine 2020, sembrano essere ancora in una prematura fase embrionale.
Ad maiora, ci auguriamo.
Voto del recensore:
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