solitudine. Le vignette nella notte piovosa sono sempre stupende, la luce dei lampioni sembra illuminare veramente la pagina. Lieto che molte gag slapstick siano sempre raccontante e non "vissute", lasciando al vissuto pensieri e introspezione. Anche se le gag sui manuali e le rispettive epifanie mi hanno fatto sghignazzare non poco.
Poi, una frase. "Per la prima volta dopo tanto tempo, non vedo l'ora che sia domani".
Rileggete quella frase con attenzione. Gastone ha vissuto uno solitudine totale di tre mesi, derivata da una "delusione" riguardo la sua vita. La fortuna di Gastone comunque esiste e persiste, perché nel magico mondo dei fumetti anche il droghiere ed il meccanico cercano di tirarti su irrompendo nella tua vita, dove nella vita reale... campa cavallo. Ma facciamo che la sospensione dell'incredulità faccia il suo corso, ed ecco che vediamo Gastone atterrito dal suo essere Gastone. Il reato di cui si è macchiato in passato è solo una supponenza ed un antipatia senza pari, ma immaginate chi magari ha un passato ed un peso più pesante, e la difficoltà di fare nuovi incontri.
La caratterizzazione dei personaggi è sufficiente allo spazio dedicatogli, non vedo l'ora di leggere le successive parti per conoscere un po' meglio questo terzetto.
Temo purtroppo che lo status quo si abbatterà sul biondo, riuscirà a passare questa "depressione" e tornare a Paperopoli (richiamato magari dal fatto che senza la sua fortuna la città sembra sia in costante pericolo), lasciandosi dietro anche Priscilla (che, scommetto quello che volete, è già impegnata, vedrete), con "dolore" del nostro.
Comunque questa storia riesce a rendermi simpatico e far tifare per Gastone, roba mica da poco. Va detto, però, che il fortunato papero recentemente ha avuto un processo di redenzione: sempre più rare le storie che lo posizionano come antagonista di Paperino (di cui prende anche il nome), rifiutando quella caratterizzazione Martiniana, Don Rosiana e oserei dire Barksiana, rendendo questa storia più piacevole ed interessante.