Recensione Topolino 3408 Un copertinista d’eccezione come
Fabio Celoni regala ai lettori un’illustrazione di grande impatto per il ritorno di Mister Vertigo sulle pagine del nuovo
Topolino. Per lo sfuggente personaggio si tratta della quarta “apparizione” sul settimanale, ammesso che l’uso di questo termine possa dirsi corretto.
In
Topolino e l’ombra di Mister Vertigo (
Nucci/
Panaro), lo sceneggiatore gioca ancora una volta con gli aspetti caratteristici del ciclo: seguitiamo così ad assistere al continuo gioco di specchi fra realtà e finzione, stavolta declinato nella rappresentazione cinematografica dei fatti raccontati nelle precedenti avventure.
Non tutto è stato chiarito, e così
la settima arte si incarica di riempire qualche vuoto, rielaborando gli avvenimenti per restituire un migliore intreccio narrativo: un’operazione che riesce a seminare qualche dubbio nelle certezze di Topolino, nel quale non possiamo che identificarci quali spettatori dell’inedito lungometraggio del re del brivido Alfred Lang.
Come già accaduto in passato, l’episodio si chiude lasciando grande curiosità per la prosecuzione della vicenda, ma non possono che rimanere seri dubbi sul fatto che fra sette giorni il mistero verrà finalmente svelato.
Le apparenze ingannano sempre! Bisognerà attendere una settimana anche per la conclusione di
Zio Paperone, Battista e i segreti del deposito (
Sisti/
Facciotto), storia legata al
gadget componibile attualmente in edicola in abbinamento con il libretto. Tuttora in ostaggio della Banda Bassotti, il maggiordomo del papero più ricco del mondo sembra avere fiutato l’inghippo nel quale si trova; nel frattempo questa puntata intermedia ci offre l’occasione per esplorare qualche nuova stanza dell’edificio più iconico di Paperopoli.
Particolarmente curioso è invece il caso di
Supersoldier (
Bosco/
Mangiatordi, Monteduro), avventura della saga di
DoubleDuck ambientata prima del
reboot avvenuto ormai più di tre anni fa ma pubblicata solamente ora, forse per qualche ripensamento editoriale, forse per fare da traino al nuovo volume della
Definitive Collection, forse per entrambe le motivazioni. La storia scorre velocemente riproponendo i classici elementi del genere spionistico e va pertanto ad aggiungere un buon episodio
stand alone ad una serie che negli ultimi tempi fatica a riguadagnare lo spazio avuto nel passato recente.
La coppia più riuscita di spie disneyane Due spunti piuttosto tradizionali sono infine alla base delle rimanenti avventure del numero. In
Paperino e il gigantesco problema floreale (
Vacca/
Bigarella), viene declinato in maniera abbastanza originale il canovaccio della battaglia fra vicini di casa per un concorso a premi: il risultato finale sarà meno distruttivo del solito, ma non meno sfortunato per Paperino. In
Amelia e la magia tecnologica (
Palazzi,
Valentini/
La Torre), la fattucchiera napoletana vede invece svanire i suoi poteri ed è costretta a reinventare la propria vita come una papera normale, fino all’inevitabile ripristino dello
status quo. Ai punti, si fa apprezzare maggiormente la prima storia, prova d’esordio di uno sceneggiatore indicato anche nell’editoriale di apertura come
un’interessante promessa per il futuro.
Fra i redazionali, segnaliamo l’annuncio della prossima pubblicazione di un volume dedicato al
Deposito di Zio Paperone, con una prefazione dell’architetto
Giacomo Delbene Guidoni, il quale anticipa alcuni passaggi in una breve intervista.
Voto del recensore:
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