Dopo più di un anno in cui la linea dei direct-to-video proponeva prodotti atipici spesso televisivi, sperimentali o con protagonista la banda Disney e quella del Bosco dei Cento Acri, ecco arrivare un sequel vero e proprio, opera dei Toon Studios e non legato ad alcun progetto televisivo. Un sequel "normale", che non raggiunge i livelli grafici di splendore de
Il Re Leone 3 ma che si assesta nella media (alta) del periodo. Il medioevo dei direct-to-video era stato bruscamente chiuso da
Il Re leone 3 e tutti i prodotti che avrebbero seguito sarebbero stati più che accettabili. Non sfugge alla regola quindi questo
Mulan 2 che avrebbe dovuto far parte di una trilogia, che pare al momento essersi interrotta. E gli elementi per proseguirla ci sarebbero pure, viste le premesse, con una Cina nuovamente minacciata, questa volta dalle armate mongole. Dopo un decennio di prodotti dalla trama debole si continua la strada tracciata da
La Carica dei 101 2, arricchendo il film di numerosi elementi ben coordinati tra loro. La carne al fuoco è molta, moltissima e vede Mulan e Shang partire in missione per conto dell'Imperatore, con lo scopo di far sposare le sue figlie coi principi di un reame limitrofo per poter stringere il patto tra regni che spaventerà l'armata mongola. Ma non c'è solo quello, il film è pieno di sottotrame che spesso e volentieri prevaricano la trama principale intrecciandola coi fatti di Yao, Ling e Chien-Po, che finiranno per innamorarsi delle tre principesse, la quali si ritroveranno a loro volta ad essere divise tra amore e dovere. E oltre a questo c'è Mushu, che timoroso di perdere il posto che si è guadagnato come lare della famiglia Fa cercherà in tutti i modi di mandare a monte la relazione tra Shang e Mulan.
E aiutato dagli eventi finirà anche per riuscirci, in quello che è forse il primo litigio "serio" di coppia tra personaggi di un classico Disney. Insomma una continua contaminazione di eventi, che ha luogo in quello che, come il primo film, si potrebbe considerare un road movie. Non manca pure un elemento "nuovo", il concetto di Yin e Yang, il cui simbolo accompagna tutto il film, non risparmiando il logo, e simboleggiando il superamento delle divergenze (di coppia, di vedute, di modus operandi). Un bel lavoro quindi, che fornisce a
Mulan un degno sequel, bilanciandosi alla perfezione tra argomento bellico (pretestuoso) e tematiche un po' più universali, e affogando tutto in una massiccia dose di umorismo. Una storia che, come molti classici, metterà in scena una morte apparente, quella di Shang, che strano a dirsi risulterà molto più convincente di tante altre ben più illustri. I personaggi hanno imparato a recitare bene infatti, senza i manierismi e gli sterotipi visti in precedenti lavori dei Toon Studios, e la Mulan disperata che strilla isterica accanto al burrone dove Shang è precipitato appare più impressionante e convincente che mai.
Un caso particolare che riguarda Mushu è il doppiaggio non più ad opera di Enrico Papi ma di Tonino Accolla, doppiatore ufficiale di Eddie Murphy. La cosa strana è che questo è una sorta di ritorno alle origini, visto che il personaggio in originale era stato doppiato proprio da Murphy. Un ritorno alle origini però imperfetto visto che in questo sequel Mushu non è doppiato da Murphy ma da Mark Moseley.
E poi viene il comparto grafico, sicuramente inferiore a quello di molti prodotti recenti, con stilizzazioni che si traducono in povertà grafica. E disegno non perfettamente identico all'originale, ma un animazione è molto buona che non fa notare queste imperfezioni. Nella seconda parte poi queste imperfezioni scompaiono quasi del tutto, in rapporto all'innalzamento tonale, e pure i colori e i fondali che nella prima parte erano forse troppo brillanti e accesi, con tonalità di verde troppo cariche, diventano nella seconda parte una gioia visiva a causa delle scene serali colorate in modo molto simile al Classico.
La colonna sonora è opera di Jeanine Tesori, da poco all'opera con la musica di
Rapunzel. La canzoni del film non sono molte, si parte con l'originale
Lesson Number One, che accompagna gli allenamenti delle allieve di Mulan, e che introduce nel film la tematica degli opposti in equilibrio. Pur essendo un bella canzone, il pezzo mostra tutte le debolezze del comparto grafico "povero" del film, che nel resto della durata migliorerà invece nettamente. C'è poi un anomalia nello scenario musicale DIsneyano:
A Girl Worth Fighting For (Redux) altro non è che il seguito della canzone che i soldati cantavano nel primo film, sognando la donna ideale. Si erano già sentiti reprise, cover, e rifacimenti di brani celebri, ma questa ha un testo del tutto nuovo, anche se se collegato al vecchio costituendo una sorta di sequel musicale. C'è poi
Like Other Girls, canzone delle principesse che ritornerà poi nei titoli di coda in una versione pop. Nei credits è presente anche
Here Beside Me, melodico fuori programma, in perfetto stile musical.
Un filmetto dunque niente male che coinvolge al punto giusto e fissa un nuovo standard medioalto che si ripresenterà in seguito per altri sequel non di punta come il prossimo
Red & Toby 2.
da
La Tana del Sollazzo