Recensione Topolino 3415
Questa settimana abbiamo a che fare con un numero molto interessante che ci permette di inquadrare la gestione Bertani del settimanale. All’interno di
Topolino 3415 troviamo infatti
gran parte delle serie e degli autori di punta dell’ultimo periodo:
Marco Nucci alle prese con il mondo di Topolinia,
Marco Gervasio con il suo “
reboot” del diabolico vendicatore e i giovani paperotti di
Area 15, gestiti in questa occasione da
Claudio Sciarrone.
La copertina richiama la storia di apertura,
Macchia Nera e l’inarrestabile Ombra, di Nucci e
Cavazzano. In questa occasione accompagniamo Macchia Nera nei suoi innumerevoli covi durante la pianificazione e l’esecuzione del colpo a Fort Top, e facciamo la conoscenza di un nuovo, improbabile complice: la cagnetta Ombra. L’esagerazione e la comicità la fanno da padrone in questa frenetica sceneggiatura che, valorizzata dall’inconfondibile stile di Giorgio Cavazzano, acquisisce a tratti
la dinamicità di un cortometraggio animato.
Questa storia non rappresenta certo il ritorno sulle pagine di
Topolino del Macchia Nera spietato genio del crimine del passato, ma non punta neanche sulla sua decostruzione come motore della vicenda: al contrario, è
una sua caratterizzazione un poco più ingenua e simpatica che risulta funzionale all’atmosfera del racconto. Quella che ci viene consegnata è una lettura particolarmente piacevole, probabilmente la migliore del numero, che conferma ancora una volta come Nucci si trovi
più a suo agio in storie autoconclusive, dove ha raramente deluso le aspettative. Speriamo dunque che questa avventura non costituisca un
unicum e di poter tornare presto a leggere le avventure di Macchia, chissà se ancora in compagnia di questo complice d’eccezione.
Un nuovo trio all’opera A seguire, la conclusione di
Mi chiamo Paperinik di Marco Gervasio. Dopo un primo episodio molto promettente, che trattava con un taglio diverso lo stesso tema delle
fake news recentemente approfondito dalla saga di Mister Vertigo e che lasciava il lettore col fiato sospeso, ci ritroviamo con
una conclusione parzialmente deludente. Sempre ottime le atmosfere, con un Paperinik chiaramente molto più disinvolto nel vestire i panni del vendicatore piuttosto che quelli del supervigilante, ed è molto interessante il
meticoloso lavoro di Gervasio nel costruire sia una propria continuity interna, sia una continuity con le storie classiche di Martina.
Nonostante questo, però, la risoluzione della vicenda lascia un po’ l’amaro in bocca, incentrata com’è su un piano ordito dall’eroe mascherato che risulta tanto convoluto da aver bisogno di alcune pagine di pura esposizione, e al contempo semplicistico nel suo basarsi anche su una certa ingenuità da parte degli altri personaggi coinvolti. Si tratta di una storia più debole rispetto alle altre nello stesso ciclo, con
buoni spunti non completamente valorizzati. Una nota di merito va agli
originali disegni di Cesarello, in particolare nella resa di vari comprimari e comparse.

Il mondo del gaming reso in maniera credibile Un’altra storia a puntate giunge a conclusione in questo numero. Non è facile dare un giudizio complessivo su
La combo perfetta, che risulta caratterizzata da alti e bassi.
Ottimi sono i disegni di Sciarrone, sempre più a suo agio con il digitale e con la caratterizzazione grafica dei giovani ragazzi di Area 15. A spiccare in modo particolare è
la capacità di trattare argomenti cari ai giovani… ma anche a chi li racconta.
I videogiochi, i tornei di E-sport, la loro rappresentazione sui social non sono raccontati “dall’esterno”, da qualcuno che non li vive e non li capisce completamente, ma da un autore che condivide la stessa passione per il
medium videoludico mostrata dai protagonisti e che si immagina nei panni del giovane lettore.
Questo si riflette in un’attenzione ai particolari e in una spontaneità nel trattare argomenti moderni e tecnologici finora rara tra le pagine di Topolino, valorizzando in modo particolare la sceneggiatura.
A traballare un po’ è ciò che dalla sceneggiatura viene raccontato:
la trama è infatti molto minimale e quasi esclusivamente incentrata sui timori e le emozioni di Quo, che da soli non riescono a giustificare pienamente i tre episodi della storia. Ma forse si tratta di un tema che potrà trovare maggior riscontro con il vero pubblico di riferimento del settimanale, e meno con chi è più grandicello (per quanto appassionato di videogiochi).
A completare l’albo abbiamo due storie brevi:
Paperino e il caos in giardino e
Quando Pippo… ripara lo steccato. La prima continua il recupero della produzione per Egmont di
Marco Rota e si mostra in netto stacco nei confronti di tutte le altre storie presenti sia per i disegni, molto classici, che per la trama, con il caotico assurdo tipico della scuola danese. La seconda, con i testi di
Marco Bosco e i disegni di
Giorgio Di Vita, è poco più di un ciak spalmato su sei pagine, che riesce a strappare un sorriso nel seguire la logica di Pippo.
Topolino 3415 è nel complesso un buon albo, con un ottimo Nucci e la conclusione di due storie a puntate che, seppure con qualche riserva, erano riuscite nelle scorse settimane a coinvolgere e incuriosire. A farci compagnia a partire dal prossimo numero sarà invece
La ventiquattrore di Paperopoli, nuova serie a tema automobilistico che si affianca all’uscita dell’omonimo gioco da tavolo.
Voto del recensore:
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