La Golden Age dei Toon Studios prosegue con
Tarzan 2, altro buon prodotto che con la sua uscita aprì la strada alla lunga serie di midquel. A dire il vero la carenza di trame plausibili da potersi collocare dopo la parola fine aveva già fatto sì che alcuni sequel precedenti si collocassero in mezzo alla storia principale raccontandone, non senza forzature, gli eventi accaduti durante le ellissi narrative. C'erano stati
La Bella e la Bestia - Un Magico Natale e
Il Re Leone 3 - Hakuna Matata, ma finora lo sguardo all'indietro era sempre stato "giustificato", ricorrendo a lunghi flashback, e collocando quindi la linea narrativa principale in coda al Classico originale. Ma con
Tarzan 2 le cose cambiano: nessun flashback, nessuna giustificazione, il racconto ha luogo durante la crescita di Tarzan, e più precisamente durante la canzone
Son of Man. C'è inoltre da dire che gli eventi avvenuti dopo il Classico erano già stati raccontati ne
La Leggenda di Tarzan, serie televisiva dallo scarso comparto grafico ma dalla buona sceneggiatura, da cui era stata tratta anche la compilation
Tarzan & Jane, scambiata da alcuni per il sequel ufficiale del Classico del 1999.
Una storia molto semplice quella di
Tarzan 2 che vede il futuro re delle scimmie nel pieno del suo complesso di inferiorità. La sua inadeguatezza, il suo sentirsi diverso lo spingono alla fuga, e a confrontarsi con un altro reietto sociale: lo Zugor, un vecchio gorilla burbero e meschino, costretto all'eremitismo a causa della veneranda età. Non è l'unico personaggio nuovo, ci sono anche i villain, un terzetto comico composta da una gorilla madre e i suoi due bambini extra-large, che esiliati anch'essi dal branco cercano vendetta. L'esclusione è il tema principale di un film che avrebbe potututo farne un uso migliore, e che invece spesso e volentieri si lascia andare ad un umorismo un po' troppo goffo e scollacciato, che nuoce al carisma dei personaggi. E se anche si può accettare la goffaggine della famigliola di gorilla, è un peccato che la figura dello Zugor cada spesso nell'infantilismo, ma probabilmente è un fatto voluto, inserito per sottolineare e condannare gli atteggiamenti egoistici a cui una vita di solitudine spesso e volentieri porta. Un abbassamento tonale necessario quindi, che si concilia con l'età infantile di Tarzan, e che di certo non svilisce poi troppo un film che ha dalla sua un comparto grafico davvero niente male. Animato dallo staff Australiano dei Toon Studios,
Tarzan 2 si avvicina moltissimo allo stile del Classico originale, pur non raggiungendo i livelli di mimesi del
Re Leone 3. Il disegno dei personaggi pur non scadendo, spesso mostra una mano diversa, lo stile dei Toon Studios, che per forza di cose non è lo stesso della Feature Animation. Una differenziazione che non è più da considerarsi qualitativa, visti i grandi budget stanziati per queste ultime produzioni domestiche, ma puramente stilistica e, come tale, ora apprezzabile. Sfondi e colorazione invece sono assolutamente impeccabili, con le ombre della giungla lussureggiante proiettate sui corpi dei personaggi che fanno loro acquisire un'ottima tridimensionalità.
E poi ci sono le canzoni, che vedono ancora una volta la partecipazione di Phil Collins, ormai collaboratore stretto alla Disney dopo il primo
Tarzan e
Koda, Fratello Orso. Phil questa volta scrive solo due canzoni, gradevoli anche se non ai livelli eccellenti del Classico, e soprattutto non le canta in Italiano ma solo in versione originale (fortunatamente direbbero alcuni). La prima è
Leaving Home (Find My Way), gradevole canzone che accompagna l'autoesilio di Tarzan. mentre la seconda, più pop, è l'allegra
Who Am I?, "canzone della crescita" che accompagna a suon di gag la ricerca di Tarzan di una specie a cui appartenere, e che tornerà nel finale e nei titoli di coda. C'è poi una terza canzone che prosegue la tradizione del recupero di brani celebri del primo film: si tratta di
Son of Man, che nel primo
Tarzan, seguiva la crescita del protagonista e che qui apre egregiamente il film.
Parentesi nella vita di Tarzan raccontata in modo assai gradevole,
Tarzan 2 è lontano dai capolavori (relativi) che di lì a poco avrebbero sfornato i Toon Studios, ma è nel complesso un buon lungometraggio capace di aprire all'insegna della qualità l'epoca dei midquel che sarebbe ben presto proseguita con
Bambi 2 e con l'imminente
The Fox and the Hound 2.
da
La Tana del Sollazzo