E finalmente ci siamo. Dopo aver progressivamente innalzato la qualità grafica fino a raggiungere i livelli di perfetta mimesi con l'originale de
Il Re Leone 3, i Toon Studios finalmente sfornano il loro primo autentico sequel, inteso come lungometraggio "gemello" di un film della Disney Feature Animation. Se prima anche il più curato di questi film mostrava uno stile personale che lo discostava anche solo minimamente dalla matrice,
Lilo & Stitch 2 è invece della stessa fattura dell'originale, sia a livello di grafica, e dopo
Il Re Leone 3 non era una novità, che a livello di storia, sceneggiatura, musica, humor e caratterizzazione dei personaggi. Questa è invece una grossa novità, visto che ne
Il Re Leone 3 tutto era al servizio di un lungometraggio tonalmente differente, tanto da non considerarsi affatto un sequel ma un film con gli stessi personaggi de
Il Re Leone.
Lilo & Stitch 2 è invece il vero sequel di
Lilo & Stitch, non "un filmetto con Lilo e Stitch", non "un sequel ben fatto, per essere dei Toon Studios", né "un gran bel film, considerando il budget". Per la prima volta i Toon Studios portano avanti un discorso iniziato dalla Feature Animation senza cambiare di una virgola quanto già fatto e senza metterci del loro, arrivando così a produrre un sequel che non sfigurerebbe certo affianco ad altri sequel illustri di film in CGI che tanto successo sembrano star facendo riscuotere alle rispettive case di produzione in questi ultimi tempi. E viene il fortissimo sospetto che questa omogeneità stilistica e qualitativa possa derivare dal fatto che dopo la chiusura degli studi Feature Animation in Florida, voluta da Eisner per concentrare tutti gli sforzi a Burbank e darsi completamente al 3d, molti artisti che avevano lavorato al Classico siano passati ai Toon Studios, decidendo di intraprendere una carriera più umile ma devota all'animazione tradizionale sull'esempio di Andreas Deja.
Non che fosse la prima volta che sulla scia di
Lilo & Stitch uscivano prodotti correlati, anche di qualità dubbia: la serie televisiva ispirata era infatti sulla cresta dell'onda proprio in quel periodo e i Toon Studios, desiderosi di affermarsi artisticamente, decisero di prendere le distanze da
Provaci Ancora Sittch, puntata pilota della serie realizzata dagli studi televisivi e fino a quel momento sequel ufficiale del film, e di proporre così la loro versione dei fatti. Non che
Lilo & Stitch 2 entri per forza in contraddizione col ciclo televisivo e i suoi due lungometraggi derivati, (anzi, volendo lo si potrebbe collocare senza troppe difficoltà tra il Classico e
Provaci Ancora Stitch) certo è che concettualmente è diversissimo ed è l'emblema del differente modo di lavorare dei Toon Studios. A prodotti televisivi poveri graficamente ma ricchi di azione, viene contrapposto uno stile graficamente eccellente e storie dalle tematiche universali, quindi più "classiche", che sfociano molto spesso nel sentimentalismo. Spazio e commedia erano i due ingredienti quasi opposti che trovavano la loro sintesi nel primo
Lilo & Stitch, ma mentre
Provaci Ancora Stitch aveva scelto di portare avanti solo l'elemento spaziale, più incline all'approccio avventuroso della Television,
Lilo & Stitch 2 decide di essere un sequel "completo", prediligendo ovviamente l'elemento commedia ma non lasciando a
Provaci Ancora Stitch l'esclusiva spaziale. Non a caso è proprio l'elemento fantascientifico a far da connettore agli avvenimenti, giocando quindi un ruolo essenziale ma non invasivo. Stitch è malato, con un colpo di retcon e un interessante flashback viene infatti spiegato che le sue molecole non furono caricate a dovere a causa dell'irruzione degli agenti dell'Alleanza Galattica, che avevano fatto prigioniero Jumba. La strada che lo dovrebbe condurre a morte certa è lastricata di anomali attacchi di "cattiveria", che entreranno in conflitto con le principali sottotrame del film, che vedono Nani e David continuare il loro rapporto fatto di equivoci e incomprensioni, e soprattutto Lilo dover dimostrare (soprattutto a sé stessa) di essere simile a sua madre, progettando una danza Hawaiiana per una festa di paese. Gantu, Cobra Bubbles e l'Alleanza Galattica, che tanta parte avranno nel ciclo televisivo, sono stranamente del tutto assenti, mentre un bel ruolo lo giocano Jumba e Pleakley, che per tutto il film si daranno da fare per trovare a Stitch una cura, riscattandosi parzialmente dalla fama di buffoni procurata loro dalla serie televisiva. Jumba in particolare ci appare come molto umano, e non più ossessionato dal suo essere "genio di male", mentre Prickley, più piatto, continuerà a non perdere occasione di vestirsi da donna.
Che il comparto grafico di questo film sia indistinguibile da quello del Classico potrebbe essere messo in discussione dai più pignoli. E' bene in questi casi ricordare però che anche i più grandi capolavori della Disney Feature Animation come
La Sirenetta e
La Bella e la Bestia non fossero privi di sbavature e imperfezioni qua e là e che i risultati avuti dai Toon Studios in questo caso siano da elogiare, a prescindere dalla simpatia o meno per la barbara pratica di sequelizzare tutto, che da qualche tempo ha preso piede un po' ovunque. E assieme ad un'animazione perfetta e una colorazione acquerellosa di livello altissimo non si può non elogiare una colonna sonora parimenti ottima che come nel predecessore mischia brani preesistenti a brani nuovi: si inizia con una riproposizione del caro vecchio
Hawaiian Rollercoaster Ride, che tornerà pure nei credits in una versione remixata, per poi passare ad un elemento insostituibile del primo
Lilo & Stitch: le canzoni di Elvis Presley. Elvis è ancora molto presente nell'immaginario di Lilo, e la selezione di sue canzoni compiuta per questo film è addirittura superiore a quella del Classico. Tre sono le canzoni stavolta, e tutte inserite in sequenze che mostrano il tempo che passa:
Rubberneckin segue i due protagonisti impegnati a ripercorrere le tappe compiute da Elvis in
Blue Hawaii, mentre
I Need Your Love Tonight è incentrato sui tentativi di Stitch di far risalire il suo livello di bontà, tema ripreso dal primo film.
A Little Less Conversation, nella versione remixata risalente a quattro anni fa, accompagna infine gli allenamenti di Lilo per la gara di ballo. Jeanine Tesori compone infine
Always che, trasposta in versione hawaiiana, diventa
He Makana Ke Aloha (A Gift of Love), antica leggenda hawaiiana che diventerà la danza che Lilo eseguirà al festival, nonchè la base su cui allegoricamente si svilupperà la trama dell'intero film.