Recensione Il Club dei Supereroi 6 Questo primo anno di uscite del
Club dei Supereroi si conclude con
un albo quanto mai eterogeneo.
Per quanto nell’editoriale si menzioni il cinquantesimo anniversario della nascita di Super Pippo (che cadeva nel 2015),
la copertina è dedicata ad un trio insolito:
Donald Soffritti ci propone, accanto a Paperinik e Farfalla Purpurea (già visti assieme nel
Clube dos Herois), Brigittik, la controparte super-eroica di Brigitta, creata da Roberto Gagnor nel 2013, per la prima volta presente sulle pagine della testata. Ma andiamo con ordine.
La selezione si apre con un’avventura di Super Pippo appartenente al
ciclo italiano: si tratta di
Super Pippo e l’invasione d’evasione (
Stefano Ambrosio/
Alessandro Perina), esordio dello sceneggiatore milanese sulle pagine di
Topolino. Una storia per certi versi simile alle precedenti – con il tema spaziale ancora una volta al centro della narrazione – e ricca di citazioni.
Solo per citarne alcune: le fattezze degli alieni sembrano una
reference alla cosiddetta
Master Story,
Minaccia dall’infinito, mentre la presenza di una “polizia astrale” si può rinvenire in
Topolino e lo strappo crono-spaziale; c’è abbondanza anche di citazioni esterne al mondo di
Topolino, come la strofa iniziale de
Il gatto e la volpe di Edoardo Bennato. Al di là di questi elementi e degli ottimi disegni di Perina
la storia non spicca molto, tra forzature ed elementi poco credibili (Super Pippo più forte di un buco nero?).
Super Pippo alle prese addirittura con un buco nero
La seconda storia di questo albo riprende la serie che dà nome alla testata.
I Super Eroi e le maxi-formiche (
Arthur Faria jr./
Euclides K. Miyaura), seguito de
I supereroi alla riscossa, vede Spennacchiotto intento a creare formiche giganti che lo aiutino nei suoi piani. Rispetto alle precedenti del filone
questa scorre abbastanza bene, al netto di alcuni dubbi logici che possano inficiarne la lettura (il colore insolito di Vespa Vermiglia, il fatto che senta il pericolo su Paperopoli… in base al danneggiamento della propria sede). Buoni i disegni, ma da rivedere alcune scelte del colorista.
La selezione prosegue con
Il manuale del supereroe: Realtà alternative, di
Gabriele Mazzoleni e
Andrea Lucci. La storia descrive le ipotetiche situazioni in cui Brigittik potrebbe trovarsi usando un congegno per viaggiare tra le varie dimensioni.
Decisamente non si capisce il punto della storia, dove le scelte operate nel finale portano il lettore a rimanere di sasso. Al pari della trama, anche i disegni appaiono poco convincenti.
Più avvincente, al netto della semplicità del plot,
Dal diario di Paperina: Foto molto indiscrete (disegnata da
Irineu Soares Rodrigues), nella quale Paperinika dimostra estrema astuzia e sagacia. Molto godibile nel complesso, al netto dei disegni “bloccati” e poco dinamici.
Un’interessante breve si rivela essere
Pippo e il male minore (
Del Connel/
Paul Murry), cronologicamente
la seconda storia in assoluto con Super Pippo (o Ultra Pippo, nome utilizzato originariamente nella prima apparizione italiana), confusionaria e goffa, ma a suo modo efficace. Uno svolgimento molto semplice e lineare impreziosito dagli apprezzabili disegni di Murry, che colpiscono soprattutto per il realismo delle ambientazioni.
Spioni a Paperopoli Riprende
la riproposizione delle storie originali di Paper Bat (
Ivan Saindenberg/
Carlos Herrero) con
Paper Bat eroe da leggenda – La super cattiveria. Come altre storie di questo primo ciclo dedicato all’alter ego di Paperoga, funziona abbastanza bene. Lo svolgimento non è non del tutto lineare, con salti logici abbastanza evidenti, ma complessivamente si tratta di
una storia che riesce a strappare più di un sorriso. Buoni i disegni, nella loro classicità.
Diverso il discorso per la successiva
È sempre di scena José Carioca – Per un pizzico di fama (disegnata da
Eli Marcos M. Leon).
Una breve piuttosto sconclusionata e con un alto tasso di ambiguità, con il supereroe brasiliano che finisce ad aiutare un candidato super-criminale ad ottenere la fama. Al di là dell’umorismo piuttosto basso, la storia arriva ad un finale risolutore solo per puro caso. Buoni comunque i disegni, che paiono molto ben calibrati per le situazioni umoristiche in cui i due personaggi sono calati.
La selezione di questo albo prosegue con
alcune gag page provenienti da Disney MEGAzine. L’editoriale di accompagnamento ne approfondisce la storia editoriale. Delle quattro storie proposte, tutte sceneggiate da
Francesco Artibani, due sono incentrate sul personaggio di Paperinik e due su Super Pippo. La pungente sagacia di queste brevi è sorretta da disegni semplici, ma
efficaci nel garantire un piccolo sorriso al lettore.
Dialoghi di livello per una storia credibile Passiamo ora alla
saga di Darkwing Duck con una terza parte che ancor di più si addentra nei ricordi, cerca di tirare le fila della
continuity originaria e propone flashback allo scopo di colmare un vuoto di quasi tredici anni. Ricca di colpi scena, questa avventura si giova delle simpatiche interazioni tra “Doppia D” e il suo (quasi) fidato Jet McQuack, con tanto di
easter egg a tema DuckTales. I disegni sono funzionali, nel passare con agilità da una ambientazione urbana al tenue nitore dei flashback.
Come già accaduto nell’albo precedente,
PK ritorna all’interno delle storie olandesi: entrambe le avventure proposte vedono ai testi
Jos Beekman e ai disegni
José Antonio Gonzàles.
L’acqua perduta sembra quasi voler sposare la duplice filosofia narrativa di PK e Paperinik, proponendo un’avventura urbana alla riconquista (appunto) dell’acqua rubata da alieni e trasformata in asteroidi di ghiaccio.
Più esaltante e forse più in linea con la filosofia pikappica
L’invasione dei magmamostri, che invece vede una buona interazione tra i personaggi, un piano malvagio da fermare e la ritrovata arroganza e curiosità di Angus Fangus. Entrambe le storie, peraltro brevi,
si collocano idealmente come seguito della saga di PKNA, ma (come già accaduto per quella del numero scorso) al contempo se ne distaccano per entrare più in una dimensione narrativa da vigilante urbano. Gradevoli, pur senza spiccare particolarmente.
Torna il PK apocrifo Chiude questa selezione l’inedita nordeuropea
Super Pippo e l’inghippo temporale (
Lars Jensen/
Miguel Fernandez Martinez),
celebrativa del 50° compleanno del personaggio. In questa avventura, Super Pippo viene ingannato da uno scienziato e convinto di poter viaggiare nel tempo fino al 1965 (guarda caso, l’anno dell’esordio editoriale del personaggio) per impedire che un determinato avvenimento accada; spetterà a suo nipote
Super Gilberto il compito di smontare l’inganno, perpetrato per motivazioni criminose. Come altre storie di produzione danese,
L’inghippo temporale risulta una lettura faticosa e poco convincente e anche gli spunti più interessanti vengono disinnescati da una sceneggiatura piuttosto facilona.
Complessivamente,
questo albo appare privo di una reale identità, collocandosi nella media degli altri numeri. Come già per le altre uscite, questo
Club presenta una selezione qualitativamente discontinua. Punti di forza di questo primo anno di vita editoriale sono senz’altro la riproposizione delle storie italiane di Super Pippo, le origini di Paper-Bat e la saga di Darkwing Duck. Speriamo per il futuro che il livello medio della testata si elevi, piuttosto che calare ulteriormente.
Voto del recensore:
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