Newton e Pico in Viaggio nel Sapere - C'è metodo e metodo
... chiaro omaggio ad Al Hubbard: il Paperoga della tavola iniziale è proprio il suo (pon pon più corto compreso).
NON VALE!!! Volevo dirlo io!
Ebbene sì, è stata la primissima cosa che ho notato di questa storia educativa tutto sommato non malaccio O0 e credo che il Paperoga della prima vignetta sia stato proprio inchiostrato a partire da un disegno di Hubbard, come a voler dare continuità a quelle sue storie in cui il nostro Fethry si lasciava influenzare in continuazione da libri di filosofie alternative coinvolgendo il povero Paperino in stressanti vicende.
Da notare, sempre in questa storia, un Pico finalmente
diverso da come lo disegnano in molti: cioè un Paperino con basette, occhiali e sopracciglia (oppure un Paperone con le sopracciglia, la giacca verde e, tutt'al più, il riporto dei capelli), recuperando quindi il look (e il design) dei cartoni animati d'antan in cui Pico faceva da divulgatore scientifico.
Della storia giovanilistica di Topolino e del suo
reboot, un ciclo che non mi ha preso né mai mi prenderà, mi va di dire che la sospensione dell'incredulità è messa a dura prova dal fatto che sappiamo tutti benissimo che Topolino & C. erano già adulti e vaccinati decenni prima che qualcuno immaginasse lontanamente i cellulari, e quindi vederli poco più che post adolescenti alle prese con telefonini provoca quello che in semiologia si definisce
rumore semantico e che impedisce la percezione del messaggio. In sostanza, leggevo e nemmeno capivo cosa stavo leggendo... oltre a non piacermi i disegni: i Topi il più delle volte non sembrano più nemmeno loro, Topolino men che mai.
Simpatica l'idea di dare a Minni l'acconciatura di capelli che aveva negli anni '60 la sua petulante nipotina Melody.
Ottimo come sempre il tratto di Marco Rota, che piace proprio per il suo tocco ultra vintage (non tutti apprezzano il
cavazzanesimo spinto, sapete).
Sul nuovo ciclo fantascientifico che è appena partito per me ci sono luci e ombre.
Ho la sensazione che alcune cose siano state riciclate da una storia abortita di
Star Top, visto che non possono più portarla avanti; la cosa di per sé non è un reato e normalmente si fa proprio così anche negli studi cinematografici; era solo per puntualizzare la cosa.
Sulla storia in sé, beh che dire... per ora si preannuncia interessante e ansiogena quanto basta, con la giusta dose di suspense.
Ci sono molte citazioni colte, non so se le avete... colte.
)
Il
Capitano Adams è un palese riferimento al primo kolossal fantascientifico della storia del cinema:
Il Pianeta Proibito di Fred Wilcox (1956). Leslie Nielsen mai avrebbe pensato di venir citato un giorno su Topolino...
Solo io ho notato l'assonanza tra il Professor Verdisky e Gore Verbinsky?
Non solo: l'incipit della storia, col vice risentito per essere stato scavalcato nel comando, è lo stesso - preciso identico - del primo film di
Star Trek diretto da Robert Wise nel '79... nessuno l'aveva notato? L'assonanza tra Quacker e Decker mi pare palese.
Noto con piacere che il rimando a
Spazio 1999 è stato colto.
La ciurma del Sole Nero - Benvenuto Tomorrow (1° episodio)
Il rimando a Spazio 1999 è evidente, sia nel plot iniziale che in una ambientazione anni '70, non tanto nei retini (che ricollego agli anni 30/50, non ricordandoli nel decennio suddetto) quanto nei disegni di un Canfailla oggettivamente bravo.
In quanto ai famigerati retini, dico anch'io la mia.
1) I retini esistevano non solo nei fumetti degli anni '30-'50 ma sono durati in pratica fino all'inizio degli anni '90, quando arrivò il ciclone Photoshop e il procedimento di stampa cambiò. Quindi negli anni '70 c'erano eccome, visto che non c'era altro modo per ottenere i mezzi toni come l'incarnato. Sono sempre stato abituato a leggere fumetti retinati e la cosa non mi dà particolarmente noia. Anzi apprezzo MOLTO l'idea.
2) Tuttavia... i retini tipografici erano sempre molto fitti, anche quelli dei fumetti
pulp e
low cost, appunto per favorire la leggibilità, non stancare la vista e non risultare
mai più grandi della linea che disegna i personaggi. Così com'è, in realtà sembra che i personaggi semiumani abbiano il morbillo, ed anche in forma molto grave.
Ecco, se magari i pallini fossero stati molto ma molto più piccoli e leggeri sarebbe stato meglio, e la storia ne avrebbe guadagnato in scorrevolezza. A meno che non siano essi stessi una trovata di sceneggiatura (funzionale allo sviluppo della storia) e non un semplice espediente grafico... boh.
Ah, un'ultima cosa: perché la base spaziale ha la forma di... un water?