Recensione Topolino 3448 Il periodo di Natale è molto importante per
Topolino: le atmosfere di questa festa sono un ambiente naturale per i personaggi del cast disneyano e, inoltre, riescono a attirare con facilità anche i lettori occasionali.
Quest’anno a catturare l’attenzione contribuisce anche
una meravigliosa copertina disegnata da Andrea Freccero, che omaggia
il celebre dipinto di Carl Barks Gifts for Shacktown, a sua volta riproposizione della
copertina dell’albo one shot dove ha fatto il suo debutto
Paperino, Zio Paperone e il ventino fatale.
La copertina, con i suoi giochi di luce dovuti all’
effetto olografico, ci immerge immediatamente in un clima di festa e il candore che la ricopre è perfetto per affrontare
il terzo numero consecutivo in cui la tempesta di neve scatenata (?) da Macchia Nera spadroneggia nel Calisota (e in tutte le storie presenti).
È proprio all’ultimo episodio de
Il bianco e il nero che viene affidato il compito di aprire il numero.
Marco Nucci usa l’espediente dell’articolo di un giornalista per fare un breve e leggero riassunto delle puntate precedenti, accogliendo così anche i nuovi (o occasionali) lettori, per poi gettarci immediatamente nell’azione e guidarci verso la risoluzione della minaccia di Macchia Nera.
Al termine dell’avventura, naturalmente, il Natale viene salvato dall’acume di Topolino e il malvagio progetto di Macchia Nera è sventato,
con un interessante plot twist: questo diabolico piano altro non era che… un bluff. Non c’era nessun “attrattore nembico”, nessun reale pericolo e nessuna reale arma, se non
la paura dei cittadini stessi.
Un cattivo imponente e inquietante
Il lettore non può che reagire in maniera polarizzata a questa scelta di sceneggiatura: con grande delusione o con entusiasmo, con poco spazio per posizioni intermedie. Una lettura più negativa potrebbe vedere in questa scelta una via d’uscita pigra, un inutile capovolgimento delle aspettative verso un piano convoluto da parte di un Macchia Nera genio del crimine, riducendolo invece a un Mister Vertigo qualsiasi che riesce a mettere una città intera in ginocchio a colpi di bugie e disinformazione.
È facile tuttavia riconoscere come questi siano in realtà i punti di forza della storia.
Le aspettative del lettore sono sovvertite in quanto anche lui, come i protagonisti e i cittadini di Topolinia, è caduto nel tranello di Macchia Nera: come loro, ha creduto alle sue parole e alle sue capacità. E proprio per questo,
Macchia Nera ne esce come un personaggio potenziato, non indebolito, portando a un successo l’operazione di “
reboot“: è il vero re del terrore ora, la città lo teme e lo rispetta, ed è pronta a versare un cospicuo riscatto solo basandosi sulla rassegnata fiducia in sue capacità quasi senza limiti.
Questi elementi di originalità,
la capacità di Nucci di ingannare il lettore e le atmosfere illustrate da
un Casty in ottima forma, concorrono a formare quella che, senza dubbio, è
una delle migliori storie di Macchia Nera degli ultimi anni.
A seguire,
Francesco Vacca e
Valerio Held regalano una classica storia di buoni sentimenti natalizi con
Paperino, Battista e Miss Paperett in: L’anniversario misterioso. Torniamo in una innevata Paperopoli dove seguiamo i dipendenti di Paperone (incluso il nipote, dato il suo ruolo non ufficiale di lucidatore di monete) in un pedinamento del loro principale con l’obiettivo di scoprire la vera origine di un suo annuale e misterioso impegno.
La storia è interessante per
svariate strizzate d’occhio alla Saga di Don Rosa che citano eventi del passato di Paperone, risultando però un po’ asciutte e al limite del
fanservice collocate come sono in una cornice in cui
l’esplicita morale e i buoni sentimenti, per quanto richiesti dal periodo, arrivano a essere quasi stucchevoli e fini a sé stessi.
Nightmare Before Christmas
Una gestione assolutamente riuscita della retorica del periodo natalizio è invece quella di Nucci con
A Christmas Coot. Si tratta di
una ennesima reinterpretazione del celeberrimo Canto di Natale con Nonna Papera a interpretare il ruolo di Scrooge, visitata dagli spettri del Natale passato, presente e futuro. Nonostante ciò, la storia riesce a distinguersi per originalità dagli innumerevoli tentativi di adattamento del classico di Dickens che abbiamo avuto occasione di leggere in passato.
La ben nota tempesta di neve che per settimane ci ha fatto compagnia tra le pagine di
Topolino ha causato non pochi disagi al collegamento tra Paperopoli e la campagna,
spingendo la famiglia dei paperi a rinunciare all’annuale festa alla fattoria della nonna. Elvira, pur accusando il colpo, si arrende alla causa di forza maggiore e si prepara a celebrare il Natale da sola con Ciccio.
A ridarle la grinta necessaria per prendere la situazione in mano e mantenere viva la tradizione che, impariamo dalle prime pagine, va avanti da
quattro generazioni di Coot, sarà proprio la visita dei fantasmi, che mostreranno alla nonna da un lato quanto siano sempre stati importanti per
l’unità della famiglia dei paperi questi momenti di raccolta e di condivisione di gioia, dall’altro quanto
gli impegni di una famiglia moderna, sempre presa da ritmi frenetici, possano portare rapidamente a dimenticarsi delle consuetudini quando queste vengono a interrompersi per breve tempo.
Questo riesce a darle
la motivazione per combattere e salvare il Natale in fattoria, obiettivo che riuscirà a raggiungere anche grazie a un inaspettato aiuto… dal passato.
Paolo Mottura illustra magnificamente la storia, donando in particolare una riuscita atmosfera onirica alla sequenza centrale della visita dei fantasmi.
Un’ottima vicenda natalizia, insomma, con tutte le carte in regola per diventare uno dei classici per la stagione delle feste, da rileggere di anno in anno.
Paperinik salva il bianco Natale
La chiusura del numero è affidata a
Paperinik in Missione Natale. Nucci, in
A Christmas Coot, aveva mostrato come Paperino fosse arrivato in ritardo e visibilmente stanco al cenone in fattoria;
Marco Gervasio ci spiega ora perché: nei panni di Paperinik era infatti
impegnato a portare in salvo la slitta di Babbo Natale, per permettere a quest’ultimo di fare il suo giro in tempo per consegnare i doni.
Lo gnomo Zimpy ha infatti il desiderio di vivere le emozioni del volo, ma il suo prestito non autorizzato della slitta lo porterà a subire un incidente a Paperopoli, dove
la vettura sarà rubata da Rockerduck con lo scopo di sponsorizzare i suoi grandi magazzini. Tocca a Paperinik sistemare le cose e salvare la festa per i bambini di tutto il mondo. Si tratta di
una storia godibile, arricchita dai disegni di un ispirato Ivan Bigarella e da collegamenti, non pesanti, alle altre storie apparse in questo albo e in quelli precedenti.
Topolino 3448 è
un ottimo numero, che può essere facilmente apprezzato da fan vecchi e nuovi e da quei lettori attirati verso i fumetti Disney anche dal solo clima festivo. La storia più debole, quella del duo Vacca/Held, è comunque una lettura piacevole; le altre si attestano su livelli molto alti, in particolare le due di Nucci, impreziosite in entrambi i casi da disegnatori fuoriclasse.
Con questa lettura, ci uniamo ai personaggi della Banda Disney nei festeggiamenti del Natale appena trascorso e ci prepariamo, per la prossima settimana, a celebrare il Capodanno con una storia a tema di
Topolino giramondo.
Voto del recensore:
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