Su Mottura torno a dire che è unico come sempre, anche se certe pose (ad esempio Nonna Papera, Paperone e il piccolo Ciccio che ridono)
non mi hanno convinto... forse anche lui oberato di lavoro?
Ah, meno male, credevo di essere l'unico ad averlo notato... tutti ad osannare sempre Mottura (che non mi esalta) che non pensavo che qualcun altro oltre me potesse aver notato l'incongruenza di certe pose
"alla G. Gatti".
Poi ho letto che la cosa è stata notata anche da altri, ed allora respiro.
In merito all'ultima storia... non ho mai apprezzato le storie in cui Babbo Natale è un personaggio reale in carne ed ossa che interagisce con i personaggi, che sembrano conoscerlo molto bene ed addirittura essergli amici... ecco, la famosa
sospensione dell'incredulità crolla sotto zero e per me risultano di fatto illeggibili.
Pochissime le eccezioni... ovviamente la
Scavatrice a vapore è una di queste.
Niente da dire sui disegni, di livello molto elevato. E almeno la storia non grondava saccarina e melassa.
Interessanti le citazioni culturali nella storia paperoniana (i calici, persino il nome di Bonnie... sembra una cosa banale, invece dimostra che l'autore si è fatta una bella
full immersion nella tradizione scozzese).
Benissimo, adesso parliamo del vero
pezzo forte del numero.
... le scene durano poco, torna continuamente la voce fuori campo che troppo spesso sottolinea banalità a fine un po' "cinematografico", culminando nell'ultima tavola che è quanto di più inutile spezzando persino l'atmosfera fino ad ora costruita (e forse lo stesso Casty non ha messo troppa cura a disegnare un Macchia Nera sconfitto che avesse uno sguardo convincente, perché era stanco?)
Ma, comunque, questa problematica nei gialli di Nucci c'è sempre stata, ed è il "particolare" che dà fastidio di cui parlavo all'inizio; per il resto, ravviso un sostanziale miglioramento della capacità dello sceneggiatore di tessere una trama credibile e convincente. Sappiamo che gli sta a cuore mostrare il potere della menzogna e delle fake news,
come con Vertigo, adesso con Macchia, e sono convinto che questo non abbia sminuito affatto il personaggio del nero criminale. Azzarderei persino di trovarmi d'accordo con chi l'ha paragonato a quello reso da Gottfredson o Martina (sicuramente il secondo, togliendo armi e violenza varia, ma ha anche qualcosa in più direi).
Che dire? sottoscrivo in pieno.
Intanto mi levo il dente: la storia mi è piaciuta, punto.
Sì, ci sono alcune cose che non mi tornano pienamente, come molti prima di me hanno giustamente fatto notare (sappiamo ormai tutte quali sono) ma reputo queste un peccato veniale: lo sviluppo della storia, il crescendo degli eventi nonché gli immensi disegni del gigantesco Casty sono capaci di inchiodare il lettore. D'altra parte lo dicono tutti, alle scuole di sceneggiatura: l'importante non è
cosa si racconta, ma
come.
Forse si poteva fare ancora meglio, non lo metto in dubbio, ma va bene così. È comunque una storia molto
adulta e realistica, non se n'era accorto nessuno?
E apprezzo moltissimo la messa all'indice delle
, specialmente in questi tempi in cui sembrano voler reclamare maggior valenza e maggior attenzione della verità scientifica, che per definizione è invece incontestabile.