Recensione Topolino 3449 Spetta ad una nuova saga fantasy traghettarci verso l’anno nuovo: per la precisione,
Cronache degli antichi regni di
Alessandro Sisti e
Francesco D’Ippolito (da un’idea del direttore
Alex Bertani). D’Ippolito, in forma smagliante e sempre più adatto a queste atmosfere dopo
Ducktopia, appare anche come supervisore della colorazione.
Questo primo episodio,
L’araldo delle tempeste, è abbastanza lineare, ma
spicca l’uso di Gilberto come elemento di disturbo di una trama già macchiata da un più o meno latente conflitto in corso tra due potenti regni. Rimane dunque la curiosità di vedere come un personaggio così particolare possa far deflagrare il suo potenziale.
Segue il consueto episodio della serie
Topolino giramondo di
Giuseppe Zironi,
Topolino e il triplo Capodanno. Episodio forse non così consueto, in verità, dato che mescola l’ispirazione avventurosa e naturalistica all’istanza celebrativa del nuovo anno. Il risultato è forse un po’ accidentato nel ritmo, ma si respira comunque l’afflato di coraggio e di affetto del Topolino zironiano.
Sfruttando (non sempre per sua scelta) i paradossi del fuso orario, Topolino riesce a celebrare, appunto, ben tre Capodanni, in un’autentica ridda di viaggi in slitta, pericoli mortali che appaiono e scompaiono nella tempesta, e momenti di autentica complicità con Minni.
A farne le spese è forse la compattezza della narrazione, che si trova a volte frammentata da piccoli inserti quasi autonomi, a causa della mescolanza non sempre felicissima dei due diversi “toni” del racconto.
Saltelli nel tempo
Le due brevi che seguono, invece, non convincono davvero, e
puntano una volta di più i riflettori sul “problema umorismo” del settimanale.
Un umorismo che o attinge ad un’ottima vena, rara quanto efficace, oppure appare omogeneo ad una generica leggerezza che però non basta a strappare la risata.
È appunto il caso di
Paperoga e il mostro di puzza di
Marco Nucci e
Nicola Tosolini e di
Miao cronache feline: Fuori portata di
Pietro Zemelo ed
Enrico Faccini.
La prima storia si impernia su un fatto bizzarro, la nascita di un mostro fatto di puzza in casa di Paperoga, e non va troppo oltre,
volendo trarre dal presupposto delle conseguenze più vagamente poetiche che comiche in senso stretto: di nuovo, quel diffuso senso di leggerezza e vaporosità tipico delle prove più spensierate di Nucci, che è inevitabilmente condannato ad esiti alterni.
La seconda si inserisce nel filone (già non molto felice) delle recenti storie con Malachia, in cui
persino Faccini, mancando lo spunto paradossale e l’opportunità di far recitare a fondo i personaggi, non riesce a far ingranare l’azione.
La storia più inattesa dell’albo è
Topolino e il web 2 punto e basta di
Alessandro Sisti e
Casty. Inattesa non tanto per i disegni di Casty al servizio della penna di qualcun altro (fenomeno inusuale ormai solo fino a pochi mesi fa), ma per la gestione di eventi e personaggi davvero ai limiti del paradossale.
Il dottor Enigm, ospite speciale della vicenda, appare un poco snaturato e calato in un ruolo troppo stretto tanto per lui tanto per le apparenti potenzialità della vicenda. La citazione (che non riveliamo) a una recente lunga storia di Topolino non giova alla credibilità della trama, e lascia anzi con
una lieve sensazione di aver assistito ad un passo falso nella ricerca della continuity interna, sinora invece autentico fiore all’occhiello del settimanale.
Alta, invece, l’attesa per una interessante storia in arrivo sul prossimo numero, ispirata al viaggio della zattera
Kon-Tiki nel 1947 e scritta dallo sceneggiatore
Sergio Cabella, che si avvarrà dei disegni di
Ivan Bigarella. Appuntamento quindi a mercoledì prossimo: buona lettura!
Voto del recensore:
2.5/5Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
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