Concordo con TheRymingMen in quanto non si possono considerare come inevitabili difetti, anche evidenti, a cui basterebbe sopperire con un minimo di cura editoriale, e il fatto di essere una collana dal prezzo abbastanza economico non la esime dal fatto che le storie ivi contenute dovrebbero apparire nella loro veste migliore, considerando che sono capolavori del Fumetto Disney, ma anche per una questione di rispetto nei confronti dell'acquirente. Nonostante ciò, questi difetti non devono oscurare i numerosi meriti di questo volume, sia nei redazionali sia, soprattutto, nelle storie.
"Il bel cavaliere e la regina del lago perduto" è una vicenda straordinariamente poetica e romantica, che si presenta al suo meglio all'interno della cornice suggestiva e fiabesca dei Racconti attorno al fuoco di Nonna Papera. I toni struggenti della narrazione di Cimino, i cui dialoghi ricchi di termini dal suono aulico sono formidabili nell'evocare sensazioni e atmosfere, vengono completati alla perfezione dai disegni di un Cavazzano in ottima forma, il cui tratto morbido ed espressivo, ricco di ombre e dettagli naturalistici, è ideale nel comunicare le dirompenti emozioni della sceneggiatura. La storia è arricchita dai consueti topoi ciminiani, compreso il campionario di caratteristi perfettamente azzeccati tra i quali spicca la famiglia Castigador, ma si evidenzia per le vette di lirismo raggiunte in alcune memorabili sequenze, che presentano temi inediti per il fumetto disneyano.
"Ombretta e l'angolo dei salici" abbandona le atmosfere fiabesche dell'avventura precedente, per immergere il lettore nell'epos della frontiera, il selvaggio West narrato dai moderni Omero della macchina da presa e della carta stampata, in cui Cimino si inserisce come uno degli ultimi, e migliori, cantori del sogno americano. Dietro la vicenda romantica del delicato amore tra Ombretta e Bill, nato e cresciuto all'ombra di un salice, si scorgono infatti gli ultimi aneliti di una delle più grandi avventure dell'età moderna: il tramonto del vecchio, lontano West, raffigurato dal paesino natale dei due protagonisti e dall'umile, atavico mestiere di fabbro praticato dal padre di Bill, soppiantato dalla modernità rombante, fredda ed insensibile incarnata dallo spietato Loko J. Motiv.
"Martin il marinaio e le perle nere del Pacifico" è la storia che più ho apprezzato dell'intero numero. Cimino è perfettamente a suo agio nell'ambientazione marinaresca dell'avventura, il cui realismo è accentuato dalla presenza di numerosi termini nautici, e dà sfogo alla sua fantasia nel creare situazioni umoristiche, antagonisti subdoli e temibili quali i pirati cicimbalini, scene di alta drammaticità, lirismo e poesia, ma soprattutto una potente storia d'amore che nasce in modo più dimesso e nascosto rispetto alle vicende precedenti, e di cui in numerose pagine se ne respira solo l'aroma dolcissimo e purificante. Cavazzano è sublime nel raffigurare le mutevoli fattezze dell'Oceano e i lussureggianti scenari vergini e incontaminati della foresta dell'isola; le sue matite donano alla storia quel tocco in più per renderla un capolavoro.
Se a ciò si aggiungono i sentiti contributi di Cavazzano, Stajano e Stabile e la pubblicazione di un soggetto inedito di Cimino, dalla pesa dei pregi e dei difetti mi pare che i primi siano più numerosi degli ultimi, seppur questi siano abbastanza consistenti, e lo consiglio quindi caldamente a chi non abbia ancora letto questi magnifico racconti.