Caro, caro Francesco.
Ma come è possibile che tu non ci sia più...
Francesco io l'ho conosciuto, giovanissimo l'ho conosciuto, quando aveva sì e no 16 anni e tanto aveva detto e fatto e tanto aveva insistito che, alla fine, l'avevo invitato a venire a Milano, in Disney, in quella che era la redazione di ZIO PAPERONE, il mensile che pubblicava le storie di Carl Barks. E lui - così giovane - Barks lo conosceva benissimo. La redazione del giornale era in pratica la mia stanza in Disney. Lui mi telefonava una infinita quantità di volte e quindi era venuto a trovarmi in quel di Milano, insieme a un'amica. Francesco già sapeva della mia smodata passione per i gatti e in quell'occasione la sua amica mi aveva portato un bellissimo quadro con un gatto e Francesco un pregevole libro su Savigliano. Non meritavo tanta attenzione, tanto affetto.
Ma più importante di tutto avevano portato la loro simpatia e Francesco la sua bontà d'animo, il sorriso, la "voglia di fare qualcosa".
Era il 1997. L'euro non esisteva ancora, c'erano le lire e, per festeggiare il genetliaco di Zio Paperone personaggio, avevo pensato a riunire in un unico volume tutte le puntate che Don Rosa aveva realizzato narrando della vita di Paperon de' Paperoni, dalla sua nascita in quel di Glasgow. Francesco, e molti altri del Papersera, sapeva benissimo chi fosse Don Rosa. Io l'avevo saputo, traducendo le storie. Faticosamente.
E quindi si arriva al Progetto D.U.C.K., ovvero "Dedicato a Zio Carl da Keno" (Keno è un altro nome di battesimo di Don Rosa). Un volume ricco, con una quantità di articoli che mi sarei pentita poi di avere inserito, ma la pubblicazione era assai accattivante. Ecco quindi Francesco. Avevo scritto una dozzina di impossibili domande per la sezione Curiosità in chiusura del volume. Impossibili domande per risposte impossibili. Solo un lettore attento, profondamente appassionato Barks e a Don Rosa avrebbe saputo rispondere.Francesco.
Glielo dissi. Mi vergognai pure, perché il compito era gravosissimo, almeno ai miei occhi. Ma le curiosità devono essere curiose sennò smettono di essere curiosità.
Ma chi se non l'insuperabile Francesco poteva rispondere a domande tipo " Quante volte Zio Paperone pronuncia la parola UACK?" (riferito ovviamente ai dodici capitoli della Saga. E "Quante e quali donne dialogano con lo Zione nella Saga?" e ancora "Quanti accidenti capitano allo Zione nei 12 capitoli?" e i Paesi stranieri, e gli insulti ricevuti, e i mestieri, e i nemici, gli amici... e il denaro speso e guadagnato. Ma quanto orribile mai potevo essere stata. Francesco non solo raccolse la sfida, ma questo impossibile compito lo rese strafelice, e si appassionò a tal punto da sommergermi di risposte di lì a breve.
Grandissimo Francesco. Grande. La sua passione per il fumetto Disney era in ogni riga, in ogni parola, in ogni sillaba dei suoi scritti, così attenti e pieni di particolari. Così perfetti. No, no: Francesco era stato un fiume in piena e le sue risposte da sole avrebbero occupato un quarto del volume. Epperò grande spazio gli avevo lasciato perché le sue risposte alle domande impossibili mi avevano letteralmente spiazzata. Bravissimo, insuperabile Francesco. Non so nemmeno adesso come abbia potuto calcolare al centesimo il patrimonio dello Zione, nell'evolversi dei 12 capitoli della Saga, ma lo aveva fatto.
Naturalmente quelle Curiosità recano ancora oggi il suo nome, "a cura di Francesco Gerbaldo". Credo sia stato in assoluto la sua prima collaborazione in Disney. Lo ringrazio ancora adesso, perché il risultato fu magnifico e sorprendente. Era il Tutto Disney n.9, e costava 8.500 lire. Del 1997. Francesco aveva 17 anni.
In seguito continuammo a sentirci, anche a vederci.
Poco più di una decina di anni dopo lasciai la Disney e dopo qualche anno il mio unico figliolo perse la vita. E Francesco mi scrisse parole bellissime e profonde, come se il mio figliolo fosse stato suo fratello. Che lui poi perse. e ci scrivemmo ancora.
Era diventato un giornalista con un'ottima penna, ma non si era mai staccato dal giovane Francesco adolescente che avevo conosciuto anni prima, traboccante d'entusiasmo e di passione. Come era contagiosa, quella sua passione. E cadeva giusto, con me. Anche se il destino terribile aveva portato via a me un figliolo e a lui un fratello.
Vola libero, caro, caro Francesco. La tristezza di chi ti ha conosciuto è infinita, e anche di chi non ti ha conosciuto di persona ma ti ha letto. Grazie per la tua passione così totale e inarrestabile. Grazie per non esserti mai sentito arrivato, per essere sempre stato gentile ed educato, per avere sopportato dignitosamente ogni gravoso compito che la vita ci pone.
Sono vicina alla mamma Adonella. Non posso pensare al suo dolore infinito.
Finisco qui questo ricordo che ho di Francesco. Ma i ricordi non sono certo tutti qui. Francesco io lo ringrazio tantissimo. Era tanto più alto di me e sì, in tante cose ne sapeva anche più di me.
Ciao, Francesco, ciao. Ciao. Troppo presto. Mannaggia. Quanta irruenza, quanta fretta.
Grazie, Francesco infinito.
Lidia