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Zio Paperone e la corona dei desideri

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Samu
Visir di Papatoa
PolliceSu

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PolliceSu
    Zio Paperone e la corona dei desideri
    Martedì 22 Mar 2022, 21:06:59
    https://inducks.org/story.php?c=I+TL+3238-1

    "Zio Paperone e la corona dei desideri" rientra senza dubbio nel novero delle storie cui sono più legato ed affezionato tra quelle scritte da Vito Stabile.
    Uscita nel Dicembre 2017, in tema con i festeggiamenti per il 70esimo anniversario della nascita (fumettisticamente parlando) dello Zione, la suddetta vicenda prima di essere una bella storia celebrativa del personaggio del vecchio Paperone è prima di tutto una bella storia.
    Nel senso che è costruita bene, la sceneggiatura risulta fluida e scorrevolissima, sa essere appassionante e divertente nei momenti più leggeri e "intima" nei momenti più riflessivi.
    Vito ha dimostrato più volte non solo di sapere scrivere delle belle trame e delle belle storie ma anche e soprattutto di saper scrivere bene i personaggi.
    E per scrivere bene i personaggi Disney è necessario trattarli dando loro quella umanità che li rende universali e senza tempo, sempre attuali ed ancorati ad un presente che perdura dalle loro origini ai giorni nostri.
    E i personaggi dimostrano la loro umanità nei momenti di vulnerabilità, specie quando si ritrovano a riflettere sui propri errori e su un comportamento che se fosse stato corretto all'inizio magari non avrebbe portato a delle cattive conseguenze.
    Come succede al buon vecchio Paperone in questa storia, lui che - a detta di Paperino - anagraficamente parlando è quasi un "coetaneo" delle più longeve tartarughe che fanno capolino nell'isola dove è ambientata la storia, e che si ritrova lui stesso, il papero più duro e più furbo tra tutti a maturare, a crescere, a ripensare ai propri (freschissimi) errori e alle cattive conseguenze di un'azione, o meglio, di un pensiero troppo irruento.
    Le due vignette mute che lo mostrano da solo, riparato nell'antro di una grotta dell'isola, a testa china davanti ad un misero fuoco riescono a raccontare del suo stato d'animo più di tante parole e con grande umanità, restituendo al lettore un personaggio squisitamente riflessivo.
    Poi è molto interessante il tema del passato che - quasi per magia - si intreccia con il presente, con uno storico incontro tra Paperone e il suo avo Malcolm, così come sono piacevoli le citazioni ad alcune storiche vicende barksiana e che in una storia che prende poi un calzante sbocco sui ricordi del buon Paperone credo ci stiano a pennello.
    Ma la cosa che mi ha fatto amare questa storia sin dalla prima lettura sul Topo originale è proprio l'umanità con cui viene delineato il personaggio di Zio Paperone, intraprendente, schivo ed anche inizialmente egoista da un lato ma dall'altro dotato di un forte sentimento umano e di riflessione.
    Un bilancio di difetti e di pregi che consente al suo carattere di essere ben sfaccettato (e ben delineato da Vito) e con cui mi è stato facile empatizzare, con la percezione che quel personaggio che sta vivendo quell'avventura e che io sto leggendo non sia soltanto un celebre papero protagonista di tanti fumetti nel corso degli anni ma in primis una personalità non così tanto dissimile dall'essere umano.
    Ecco, questo è il Paperone che più mi piace leggere e che più mi appassiona, sia in termini del carattere del personaggio e chiaramente anche per la vivacità dell'avventura che gli è stata costruita attorno.

    E poi devo fare, anche se a distanza di cinque anni, un grande plauso ad Alessandro Perina per la parte grafica di questa storia, che ho apprezzato e stimato tanto quanto la bella sceneggiatura che i suoi disegni hanno servito con delicatezza, espressività ed un piglio dinamico che si accompagna alla grande al carattere brioso e mai fiacco o poco ispirato di cui gode questa bella ed intensa avventura.  ;)

    *

    dr. Paperus
    Diabolico Vendicatore
    PolliceSu

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    PolliceSu
      Re:Zio Paperone e la corona dei desideri
      Risposta #1: Mercoledì 23 Mar 2022, 13:38:34
      Nel 2017 si celebravano i 70 anni di Zio Paperone, e chi meglio di Vito per confezionare una bella storia a tema? :D

      Quando si tratta di lui, ciò che lo pone un gradino sopra ad altri sono le intuizioni, quelle geniali che servivano da focus per una storia a giganti come Barks (Paperino che si vanta di poter nuotare in un lago ghiacciato e qualcuno che lo sfida; il denaro di Paperone che sprofonda sottoterra); in questo caso, l'egoismo di Paperone messo a dura prova da un oggetto magico che lo obbliga a condividere i desideri. Geniale. Come risulta vincente l'idea stessa di concentrarsi sul peggiore dei difetti di un personaggio per poterlo celebrare, con ovviamente annessa la successiva riabilitazione mediante una serie di buone azioni e sforzi di redenzione. Forse la mancanza di questo aspetto, del resto, è anche una delle poche pecche che si possono trovare nel lavoro di Don Rosa, che nel celebrare 20 anni prima il golden jubilee di Scrooge lo aveva dipinto in maniera più eroica e positiva di quella a cui siamo abituati, in seno alla sua opera di costruzione di una figura umana monumentale ed epica, ma leggermente più lontana dal magnate barksiano delle origini e dal burbero papero che abbiamo quasi sempre trovato nel fumetto italiano; non che quest'ultimo mancasse di grinta, eroismo, tenacia, persino occasionali atti di generosità: tuttavia, il Don lavora(va) anche sugli altri personaggi, per far spiccare le qualità della vecchia tuba in confronto a paperopolesi inetti e superficiali, e, soprattutto, a un Paperino particolarmente mediocre e facilone... persino la Nonna, da sempre pilastro del clan dei paperi ed esempio di saggezza, talvolta nel ruolo di "educatrice" proprio nei confronti di Paperone, nelle storie donrosiane restava una arzilla vecchietta troppo concentrata negli affari della fattoria e, quindi, decisamente "di bassa statura" rispetto al beniamino dell'autore; non è così il Paperone di Vito, calato in un contesto familiare forse meno stereotipato, e più incline alle debolezze, a cedere alla cupidigia e all'opportunismo, sia pure per poi pentirsene in virtù di una ben celata quanto poderosa caratura morale; persino il suo rapporto con la Nonna, emerso nella recentissima Come ai vecchi tempi, diverge radicalmente.

      Inoltre, Vito rende i dovuti omaggi ai grandi maestri (Don compreso) con la (rara) abilità di addentrarsi nel mare magnum del citazionismo senza mai scadere nel fan service, perché pone questa operazione in secondo piano rispetto al solido character- e plot-development. E ne cita tante, di storie: le barksiane Zio Paperone pesca lo skirillione, Zio Paperone e la pietra filosofale, Paperino e il segreto del vecchio castello, l'olio barksiano Return to Morgan's island e le donrosiane Zio Paperone e il ritorno a Testaquadra e Il Papero più ricco del mondo, che vengono rievocate con immagini o frasi, più ovviamente le barksiane Zio Paperone e il tesoro della regina e Paperino e il Natale sul Monte Orso, che prestano alla vicenda attuale intere location e personaggi.

      Qualcosa si potrebbe obiettare: un Malcolm De' Paperoni forse poco incisivo e troppo "buono", più qualche paradosso (come è possibile che le statue d'oro fossero rimaste nella stessa posizione per cinquecento anni? Nessuno era più approdato sull'isola?), mentre il rovesciamento dei ruoli della realtà piratesca nel XVI secolo (i pirati sono gli spagnoli mentre Malcolm è al servizio di una marina britannica che dà loro la caccia - quando la Gran Bretagna ancora non esisteva come entità politica) preferisco considerarlo un volontario omaggio dell'autore ai grandi navigatori inglesi come Drake, "riabilitati" secondo quest'ottica; al netto, comunque, abbiamo una gran bella avventura che varrebbe la pena ristampare dandole la giusta importanza - finora solo una volta su un Disney Big, un po' poco benché si tratti di un prodotto della vecchia gestione; al netto del confronto tra la celebrazione che fa Stabile e quella che fa Don Rosa, però, non mi sento ovviamente di dire che preferisco il pur molto bravo autore nostrano: affrontano il tema da punti di vista diversi e danno interpretazioni differenti del vecchio papero, se quella di Rosa potrebbe sembrare meno umana e credibile, tuttavia quest'ultimo ha il talento di raccontare Scrooge in maniera molto cinematografica, come un eroe degno della Hollywood di una volta; non posso, d'altro canto, non sentire più mia la versione di Vito, figlia di un fumetto italiano d'eccellenza che rivive innanzitutto in particolari quali l'improbabile veicolo di ciminiana memoria adoperato dai paperi per navigare, o l'aggiunta di Paperetta alla tavolata finale, ma anche nei dialoghi e nei rapporti tra i personaggi. Nient'altro da aggiungere, se non che spero di poter assaporare ancora storie del genere realizzate da lui, sotto la direzione Bertani. ;)
      « Ultima modifica: Mercoledì 23 Mar 2022, 14:45:04 da dr. Paperus »
      ex Paperinik il Templare e Volkabug, inventore dell'Immergrün; prima niubbo, poi lurkatore, adesso utente affezionato; secondo la monetazione antica TEMPLI*PAPERINICUS*E*PAPERIBUS*MIRUM

       

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