https://inducks.org/story.php?c=W+WDC++63-02Ho avuto modo di conoscere questa breve di Carl Barks grazie alla lettura del numero
36 della Grande Dinastia dei Paperi, quello attualmente in edicola.
E questa ten-pages si è rivelata ai miei occhi come una storia veramente amabile e adorabile, poiché raggiunge un equilibrio secondo me perfetto tra il carattere comico e scanzonato che la anima dalle prime pagine e il piglio più toccante delle sue pagine finali, con l'incontro tra Paperino e l'effettivo possessore della banconota da dieci dollari cui fa riferimento il titolo e che era stata smarrita.
La storia inizia infatti con una impagabile rissa tra i nipotini (loro che tante volte dimostrano un carattere decisamente più saggio ed assennato rispetto allo zio) che discutono animatamente per il possesso di questo deca, ritrovato casualmente per strada.
Paperino si impunta quindi nel ritrovare il suo legittimo possessore e da qui iniziano una serie di gags e di situazioni comiche che culminano nella vignetta che viene auto-censurata dallo stesso Barks (escamotage che ho molto apprezzato e che mi ha strappato una risata di cuore) poiché effettivamente troppo violenta ai danni del povero Paperino, aggredito da una turba di
simil-unni, e i cui effetti si vedono nella vignetta appena successiva, con il papero praticamente spiaccicato a terra nonostante l'armatura protettiva che si era messo addosso per proteggersi.
Ma il momento in cui ho sentito più trasporto nei confronti di questa storia come accennavo all'inizio di questo mio messaggio l'ho trovato proprio alla fine, quando davanti a casa di Paperino avviene il tenero incontro tra i ragazzi e il legittimo possessore della banconota, con una sequenza toccante e che mi ha trasmesso da subito una grande empatia.
Amabile davvero questa ten-pages di Barks, riuscitissima per la comicità e l'umorismo che la anima di un piglio vivace e vibrante ma anche per la tridimensionalità del carattere di Paperino (determinato, testardo, anche diffidente ma essenzialmente
buono) e per un finale che costituisce una tenerissima quadra del cerchio e che mi ha fatto concludere la storia lasciandomi un bellissimo ricordo di sé, tanto per le risate che mi ha fatto fare, quanto per l'emotività che il suo finale mi ha trasmesso.