Papersera.net

Ringrazio, in ordine d’apparizione: Anapisa, Geronimo, Atius, Dr. Paperus, Castyano, Brigo, Bunny 777, per le gentili parole, anche se mi state sopravvalutando.
Sul serio, non me l’aspettavo. Siamo un bel po’ OT, ma ringrazio davvero.
C’è da dire che avvertivo molta fatica (anche fisica) nel fare quei disegni e siccome il più severo giudice sono io stesso, alla fine quei disegni non mi convincevano mai. Forse un paio, ma c’era sempre qualcosa che mi lasciava perplesso.
Geronimo ha ragione: non è che ricordino molto Gottfredson (e mi sembra anche logico… mai pensato di essere a quei livelli!) ma comunque il suo tratto era sempre presente nella mia mente.

Aggiungo però un’altra cosa: in effetti mi dissero che, indipendentemente dal livello che potevo raggiungere, era conditio sine qua non l’aver fatto l’Accademia delle Belle Arti, e aver studiato (e bene anche) Anatomia e Prospettiva, e lo capisco anche.
Non avendo mai frequentato l'Accademia, e rendendomi conto che non riuscivo ad avvicinarmi più di tanto a quei minimi livelli (me lo diceva Carpi, non Ciccio Formaggio) nonostante i miei sforzi (un po’ come qualche paradosso dei filosofi greci), ho allora gettato la spugna, conscio che non sarei mai arrivato al livello richiesto. Ma non rosico.
In compenso, almeno ho conosciuto personalmente G. B. Carpi, Luca Boschi, Cavazzano, Frank Thomas & Ollie Johnston… che mi hanno aiutato a sviluppare la mia mano guidandomi e consigliandomi. E poi anche Valentina De Poli e molte giovani leve (allora) come Camboni, la Ziche, Mastantuono. Scarpa l’ho mancato di poco, Barks invece di molto.
Ho poi studiato colorazione con Barbara Canepa, ma questo è un altro discorso.
Chiudo l'OT ma sarebbe interessante lo spostamento in un topic apposito. 

I Misteri di Paperopoli - Zio Paperone e l'avventura sui tetti
Se i Diari usciti nell'Almanacco anticipavano di un trentennio lo sviluppo della città rispetto alla saga donrosiana, questi Misteri lo fanno addirittura di un secolo con il filantropo Augustus Quackfier, un contemporaneo di Cornelius Coot visto che arrivò a Paperopoli all'inizio dell'800 (a città appena fondata, praticamente), contribuendo notevolmente alla sua crescita con la costruzione di numerosi edifici.
Al di là di queste 'storicizzazioni', la storia di per se non presenta nulla di particolare: il solito duello ZP-RK con un finale che tutti conosciamo da decenni. Speriamo in qualcosa di più 'alternativo' nel prossimo episodio.
Paperino, Bum Bum e l'inventore maldestro
Per quanto apprezzi il personaggio e la varietà di situazioni che propone, questa mi è sembrata più demenziale del solito, con risultati a dir poco incredibili, poco convincenti anche in un fumetto 'estremo'. I disegni 'pasticciati' di Mastantuono (simili a quelli di Intini, per certi versi) non mi hanno aiutato ad apprezzare un po' di più il tutto, neanche a livello grafico.
Pippo e l'ombra dilettevole
Una breve quasi muta che però non ho ben capito. Se non per il fatto che Pippo ha molta cura della sua ombra, al punto da risultare quasi 'altra' da lui.
Detective Donald - Il caso Numero Uno
Questa di Vito Stabile è una serie 'sospesa', nel senso che si rifà a personaggi, situazioni, storie e periodi più o meno specifici avendo come base una sorta di Anni '40 'atemporali'. In fondo è questo il suo fascino: essere una serie 'in costume' dove i protagonisti non sono antenati di quelli presenti pur collegandosi a fatti e luoghi 'reali' che li hanno riguardati in passato, nella narrativa Disney sia italiana che barksiana. Collegarsi e 'scollegarsi' ad un tempo passato, ad un fumetto passato senza avere la necessità di 'coerenza': in genere certi voli temporali senza precise connessioni con la storiografia paperopolese non mi entusiasmano troppo ma in questo caso devo dire che si è trattato di un gioiellino vintage fine a se stesso (grazie anche alle dinamiche tavole di Carlo Limido). Il passaggio da un primissimo Scrooge ad un PP8 quacktowniano fino ad un Capitan Beagles (alias Cuornero poi Nonno Bassotto) è guidato, oltre che dal titolare della serie, anche da una deliziosa Paperetta-Oletta nel suo look 1940'. Se non proseguirà (come pare) spero almeno che la sua protagonista abbia modo di farsi rivedere, anche in un aspetto e con un nome più 'tradizionali'. 
Topolino, Eta Beta e il ciarliero fandoniatore
Sembra che la presenza di Eta Beta debba essere spesso collegata a storie con alieni. Il personaggio e il suo gangarone sono già 'alternativi' di loro, per cui li vedrei meglio interagire con situazioni 'terrestri' piuttosto che con altri 'simili' (senza dimenticare che l'origine del personaggio, per quanto futuribile, era comunque terrestre). Questi plot 'marziani' non mi entusiasmano, anche quando il protagonista è disegnato senza banali esagerazioni, come in questo caso. Ma, al di là dell'aspetto estetico, la storia non mi ha preso.

Molto graziosa la storia d'apertura firmata da Massimiliano Valentini e Marco Palazzi.
L'idea della città che presenta la storia che di lì a poco verrà raccontata l'ho trovata un piacevole e simpatico espediente e apprezzo molto la volontà di dedicare un ciclo di storie che abbia come protagonista la città dei Paperi, poiché potrebbe essere l'occasione per osservare meglio certi luoghi di Paperopoli che magari, spesso, appaiono solo di scorcio nelle storie e che invece, in questo modo, possono passare dall'essere una semplice ambientazione fino a diventare i protagonisti stessi della nuova avventura.
Nello specifico, mi è piaciuta parecchio questa storia d'apertura (tra l'altro annunciata da una splendida copertina, sia per il concept che per il disegno finale) ed ho trovato interessante e vivace il rapporto delineato dallo sceneggiatore tra Paperino e lo Zione, con il primo che, in più punti, è riuscito a strapparmi diversi sorrisi (specie quando si dà, con ben scarsi risultati, all'esplorazione dei vari comignoli oppure quando è convinto di essersela finalmente "scacciata" dagli obblighi che lo legavano allo Zio  ).

In secondo luogo, mi è piaciuta molto anche la storia di Corrado Mastantuono con Bum Bum protagonista.
È stata una vicenda molto graziosa e simpatica da leggere, ben scritta, vivace e fresca e che è riuscita a farmi divertire con allegria e spensieratezza proprio per la simpatia che mi ha trasmesso il suo protagonista.
Una ulteriore nota di merito da parte mia all'autore va poi sicuramente per la resa delle vignette che mostrano il confronto tra l'Archimede che si vede in foto e il maldestro inventore Bum Bum in carne ed ossa.
E poi è stato molto simpatico vedere il papero dentuto calarsi nei panni di Archimede, non solo metaforicamente parlando ma anche e soprattutto a livello concreto ed effettivo.

È stata una buona lettura anche la storia di chiusura, con Topolino ed Eta Beta.
Non l'ho trovata eccessivamente lunga ed anzi, mentre la leggevo, ho avuto la sensazione che la storia si stesse prendendo il suo giusto spazio, senza risultare né troppo affrettata e neanche "leziosa" o troppo dilungata.

Ma la storia più bella del numero per il mio giudizio è senza ombra di dubbio la storia di Vito.
Il Caso Numero Uno è stata una lettura amabile, che mi ha coinvolto pienamente nelle atmosfere di cui mi si stava parlando e dei suoi protagonisti dalla prima all'ultima pagina.
La storia ha un ritmo che la rende appassionante e squisitamente briosa, effervescente e "viva", così come vivi sembrano essere i personaggi che vi sono descritti e che sono caratterizzati in modo tale da sembrare delle persone in carne ed ossa, tanto risultano essere naturali ed "umani" (sia nel bene che nel male) i loro comportamenti e le loro azioni.
Ma, oltre alla bellezza in sé della storia, c'è un elemento ulteriore che secondo me è davvero meritevole di essere rimarcato e di porvi la giusta attenzione.
E mi riferisco alla "regia" della storia e, in particolare, alle vignette mute in essa presenti, cariche di significato e portatrici di quella giusta "pausa" narrativa che consente al lettore di immedesimarsi nei personaggi di cui sta leggendo e nelle loro emozioni, ed ecco un altro motivo per cui ho trovato le loro caratterizzazioni squisitamente umane ed anche "empatiche", con le quali cioè mi è stato molto facile empatizzare.
Specialmente le vignette che mostrano il detective Donald prima serio e dallo sguardo corrucciato e poi subito dopo oscurato, con la sua figura avvolta di nero, sono state cariche di un significato che traspariva, palpabile, dal suo atteggiamento, rivelando con semplicità (e, al contempo, con maestria) la freddezza del rapporto con lo Zione.
Così come è stata bellissima ed anche pregna di significato la sequenza che porta il focus sullo stesso Paperone e che lo induce a riflettere, al tempo stesso, su due fronti: il denaro e gli affetti.
Bella, bellissima questa storia, l'ho amata pagina per pagina tanto è stata coinvolgente non solo la trama in sé (il tema del passato che si intreccia con il presente, le dinamiche tra Paperino e Oletta e tra Paperino e lo Zio...) ma anche e soprattutto per come tutto questo è stato descritto, con una regia che trovo veramente sublime e di stampo quasi cinematografico, perché a vedere certe inquadrature mi sembrava di non stare più leggendo un fumetto, bensì di trovarmi davanti alla proiezione della pellicola di un film che, piano piano, cominciava ad aprirsi davanti ai miei occhi.
Con il tutto valorizzato dal punto di vista grafico dall'arte effervescente, briosa ed amabilmente espressiva di Carlo Limido, i cui disegni vivaci e dinamici accompagnano alla grande questa perla di sceneggiatura che secondo me Vito, con questa storia, è riuscito a regalare ai suoi lettori.

Non ho molto da dire su questo numero..la prima storia, i misteri di Paperopoli, si è fatta leggere.Carina, gag non troppo originali,mi son sembrate piuttosto scontate nel contesto utilizzato.Non una brutta storia ma neanche una storia memorabile, per me.
Memorabile invece Bum bum Ghigno, caspita non mi piaceva una volta questo personaggio,ora lo trovo così buffo e divertente..Qui la gag della foto ,per come è stata sia scritta che disegnata,e riproposta,mi ha fatto divertire troppo  e anche la trama scorre bene, una piacevolissima lettura  ^-^
Detective Donald una bella scoperta  ora non mi sembra di aver letto gli episodi precedenti, ma questo è carinissimo, a me piacerebbe un proseguo.
Infine è stato piacevole ritrovare anche Ete Beta con Flip  una graziosa avventura extra terrestre.
Ottimo e interessante l'articolo sul compianto Rodolfo Cimino,semplice,chiaro,diretto.Bellissimo il materiale presentato, dalle sceneggiature a matita dello stesso Cimino ai disegni dei sui amici e colleghi che hanno lavorato con lui.Pensare che dalla sua mente siano state create quasi 700 storie, sembra quasi impossibile  .
Questi sono gli articoli che mi piacciono tanto!

Recensione Topolino 3462


 Si rischia sempre di dare inizio a queste recensioni con considerazioni che partono da spunti presenti nel numero in oggetto per estendersi in generale a ciò che il direttore Bertani sta facendo o intende fare con il Topo.

 In questo caso sarà fatta un’operazione opposta: conoscere già l’opinione di Bertani permetterà di scorgerne l’emanazione nel numero in questione. Infatti, uno dei più grandi meriti che i lettori hanno sempre attribuito al nuovo corso è indubbiamente quello di “chiudere sempre ciò che era rimasto inconcluso”. Cosa che è puntualmente avvenuta più volte, sia con alcune testate (come alcune serie della Definitive Collection e il PK Giant), sia in riferimento ad alcuni personaggi (Reginella), ma anche rispetto a saghe che non avevano visto il proprio compimento (vedasi ad esempio Star Top).

 Se quindi prima della sua nomina era comune fra gli appassionati di Topolino una certa diffidenza nei riguardi di nuove testate o serie che potevano rimanere “appese” senza conclusione, ora il lettore sa che può seguire sin dall’inizio con fiducia senza il timore di restare con un cerino spento in mano.

 Per questo motivo chi segue il settimanale con una certa assiduità non può non aver guardato con estremo favore alla presenza, all’interno dell’indice del 3462, di un nuovo episodio di Detective Donald, la serie hard boiled con protagonista Paperino ideata dallo sceneggiatore Vito Stabile e disegnata dalle sapienti matite di Carlo Limido. Il nuovo episodio, il quarto, si presenta ai lettori dopo più di cinque anni dall’ultimo, che risale al gennaio del 2017.

 Nel 2016, quando il primo episodio Mistero su tela venne pubblicato sul numero 3149 del settimanale, in cabina di regia c’era ancora Valentina De Poli e Detective Donald aveva colpito immediatamente i lettori per originalità, freschezza e per una ferrea (e allora ancora piuttosto inaspettata) continuity interna, in cui i vari personaggi vengono via via presentati nel corso della storia. L’idea consisteva anche nel chiamare i protagonisti con i loro nomi originali: Donald al posto di Paperino, Daisy al posto di Paperina… con l’eccezione di Oletta, l’assistente del nostro detective pasticcione, interpretata da una sempre vivace Paperetta, personaggio che è stato spesso male utilizzato ma non da Stabile, che lo aveva ripescato con successo tra il 2014 e il 2016 in alcune storie molto simpatiche e riuscite.

 
I tormenti del detective

 L’ultimo episodio pubblicato, tuttavia, si concludeva con un cliffangher che non aveva fino ad oggi trovato compimento. Poteva in epoca Bertani essere possibile che una serie rimanesse appesa senza un finale? Evidentemente no, e la proposta di conclusione dello sceneggiatore ha trovato terreno fertile nel direttore che ha accordato a Stabile di tornare ancora un’ultima volta a Duckburg nell’ufficio di Donald.

 Detective Donald: Il caso numero uno (Stabile/Limido), come le altre con protagonista lo stralunato e irascibile detective, è scritta bene, con verve. Vengono utilizzati diversi registri, la storia viaggia in ottimo equilibrio tra il giallo, la farsa e il dramma familiare, e non mancano alcuni riferimenti barksiani, in particolare a quella pietra miliare che è Il Natale di Paperino sul Monte Orso, e, in generale, alla progressiva evoluzione del carattere di Paperone (o per meglio dire dello Zio Scrooge) da un vecchio e disprezzabile misantropo a un personaggio vitale e pieno di sfaccettature. Anche tecnicamente la sceneggiatura è ben costruita con vignette che si prendono il giusto spazio per sottolineare i vari avvenimenti, con momenti di silenzio e introspezione e che si alternano a tavole più frizzanti e sincopate. Accompagnano questa bella avventura i sempre funzionali ed espressivi i disegni di Limido.

 
Corsi e ricorsi

 Alla fine rimane un sentimento contrastante: la soddisfazione per aver fruito finalmente di una conclusione appagante per una bella serie (che, chissà, potrebbe a questo punto trovare spazio in un volume interamente dedicato) e un sottile dispiacere nel venire a conoscenza che non vi saranno altre storie con questi personaggi.

 In generale l’impressione a fine lettura è che Topolino 3462 sia un ottimo albo, come peraltro accaduto anche per i precedenti. Ridotta la presenza di saghe troppo lunghe va prendendo piede l’ottimo compromesso di mantenere storie che fanno sì parte di serie, ma che allo stesso tempo possono essere perfettamente godibili anche prese da sole. E una perfetta emanazione di questo concetto è riscontrabile nella storia di apertura del numero.

 Apre infatti la serie dedicata ai misteri di Paperopoli la storia Zio Paperone e l’avventura sui tetti di Massimiliano Valentini e Marco Palazzi. Dopo una breve introduzione in cui è la città stessa a rivolgersi al lettore tramite didascalie, la storia si svolge come una tradizionale caccia al tesoro con protagonista Paperone e i nipoti, con l’unica differenza che il terreno di ricerca in questo caso è proprio Paperopoli. Se la ciò darà i suoi frutti o meno sarà il lettore a scoprirlo, ma la città tornerà a parlare, al termine, per dare appuntamento ai prossimi episodi dove saranno presenti altri segreti da svelare.

 
Assolutamente identici

Il punto più alto di questo numero però è toccato dall’infallibile Corrado Mastantuono che, manco a dirlo, anche con Paperino, Bum Bum e l’inventore maldestro fa centro donandoci una delle avventure più divertenti dell’anno. L’autore conosce perfettamente il medium fumetto e in questa avventura ha dimostrato ancora una volta di sapere come sfruttare disegni, espressioni dei personaggi, costruzione della tavola e regia delle vignette per aumentare l’esito comico.

 Il risultato è, a tratti, esilarante. La trama si basa sugli equivoci e sugli scambi di persona, con l’ausilio della dabbenaggine di alcuni personaggi, soprattutto gli antagonisti, in una maniera che può ricordare il miglior Faraci. Mastantuono riesce a dosare anche in maniera ottimale gli elementi ricorrenti, sia che abbiano rilevanza per la trama, sia che abbiano “solamente” il compito di costituire dei tormentoni per strappare una risata.

 Il trio di protagonisti, poi, è collaudato e sempre ben affiatato. La serietà di Archimede e l’assennatezza di Paperino fanno da perfetto contraltare alla caciara e all’ingenuo entusiasmo di Bum Bum. Salvo poi in alcuni casi scambiarsi i ruoli.

 In questa storia poi emerge perfettamente la differenza che sussiste tra il maldestro imbianchino e gli altri personaggi “sopra le righe” del mondo Disney (Paperoga, Sgrizzo, ma anche lo stesso Pippo): Bum Bum Ghigno si rende conto della sua condizione di disadattato, ha presente benissimo che può essere estremamente irritante (e a volta usa ciò a suo vantaggio), sa di essere non particolarmente bello o intelligente. Ne esce un carattere estremamente tridimensionale, con le sue fissazioni e le sue frustrazioni, molto difficile da utilizzare. E che infatti viene utilizzato quasi esclusivamente dal suo creatore. Finché Mastantuono continuerà a farlo in questa maniera non possiamo davvero chiedere di meglio.

 
Dagli all’impostore!

E tale differenza è riscontrabile anche Pippo e l’ombra dilettevole di Roberto Moscato e Giulia La Torre: una breve simpatica nella quale il protagonista esibisce il suo “pensiero laterale”, senza apparentemente rendersi conto che ciò che fa è visto dai più come una inconcepibile stramberia.

 Chiude il numero Topolino e Eta Beta e il ciarliero fandoniatore, che tra fantascienza e i bizzarri alieni immaginati da Davide Aicardi ha il merito di riportare sul settimanale i bei disegni di Lucio Leoni.

 Interessante anche l’apparato redazionale, di cui andiamo a evidenziare alcune chicche.

 In primo luogo Davide Del Gusto scrive un bell’articolo in occasione del decimo anniversario della morte del maestro Rodolfo Cimino, che con le sue storie ha divertito e commosso generazioni di lettori, tra cui anche chi ha scritto queste righe.

 Subito dopo, ma di una incollatura, è con grande soddisfazione che si segnala la presenza di un articolo, sempre di Del Gusto, che celebra i TopoOscar di quest’anno e che va ancora una volta a dimostrare come questo riconoscimento, unico del suo genere per il fumetto Disney, negli anni si stia ritagliando una sua rilevanza e sia sempre più ambito, accompagnato in questo da un crescente entusiasmo dei lettori e degli utenti che partecipano ogni anno sempre più numerosi.

 Concludiamo segnalando la presenza di una “chiamata alle armi” per nuovi disegnatori: Topolino sta cercando forze fresche e questa è un’ottima notizia per centinaia di aspiranti autori che non vedono l’ora di entrare a far parte della famiglia Disney. A loro va il più caloroso dei nostri “in bocca al lupo”.



Voto del recensore: 4/5
Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2022/04/03/topolino-3462/

Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!

Bella recensione, Gumi, mi dispiace solo che analizzi poco le storie riempitive, perché sono sicuro che sapresti esporre un pensiero interessante

Gladstone era bravo (parlo di una decina di anni fa, poi lasciai il forum quindi non so), ma vedo che ora scrive redazionali.

Matita appesa al chiodo da anni, e pure parecchi. L'hobby non è mai andato oltre lo scarabocchio.

In secondo luogo, prima di parlare delle altre storie che compongono l'albo, [...]

Grazie davvero, Samu. Mi sono divertito molto a scrivere questi due pezzi, soprattutto quello su Cimino: una bella sfida concentrare tanta roba in poche pagine cercando di confezionare qualcosa di comprensibile ai più - specie, spero!, ai lettori più giovani.

Citazione da: Samu - Mercoledì 30 Mar 2022, 20:08:08

In secondo luogo, prima di parlare delle altre storie che compongono l'albo, [...]

Grazie davvero, Samu. Mi sono divertito molto a scrivere questi due pezzi, soprattutto quello su Cimino: una bella sfida concentrare tanta roba in poche pagine cercando di confezionare qualcosa di comprensibile ai più - specie, spero!, ai lettori più giovani.

Davide, i complimenti te li meriti tutti perché entrambi i pezzi sono stati scritti veramente bene e poi sei riuscito ad essere esauriente e completo per entrambe le parti, sia per chi sa già di Disney che per i neofiti che si approcciano per le prime volte a questo fumetto ed ai suoi autori e non è una cosa facile da raggiungere.
Mentre leggevo il tuo redazionale su Cimino ho pensato proprio questo: che se lo avessi letto da piccolo, quell'articolo mi avrebbe spinto a saperne di più su quell'autore e su quelle storie.

E va da sé che non potevo tenere per me questa considerazione che andava invece sottolineata e rimarcata, soprattutto se parliamo di due redazionali davvero validi ed esaustivi come quelli da te firmati per questo numero del Topo. 

Per quanto mi riguarda ancorA, ancORA, ANCORA Detective Donald! Sono andato a rileggere anche le tre storie precedenti e si tratta di un ciclo che mi ha divertito e coinvolto dall'inizio alla fine. Spero vi siano molte altre storie a seguire!

Per quanto mi riguarda ancorA, ancORA, ANCORA Detective Donald! Sono andato a rileggere anche le tre storie precedenti e si tratta di un ciclo che mi ha divertito e coinvolto dall'inizio alla fine. Spero vi siano molte altre storie a seguire!

Io spero le ristampino in un volumetto apposito, in modo da potermi recuperare le altre avventure. E, ovviamente, sarebbe bello che la serie proseguisse, se le sceneggiature e i disegni continuano a mantenere questo ottimo livello.

molto simpatico il ruolo di Jones.

Intendi dire che l'ispettore Jones è il Mister Jones vicino di Paperino? Al momento non ci avevo pensato (Jones è un nome piuttosto generico) ma poi, leggendo il tuo commento e rivedendo il battibecco fra i due, la cosa è plausibile anche se l'aspetto non è così specifico (oltretutto i pochi capelli che si vedono sono castani invece che neri). Non ricordo se la figura di questo ispettore era già comparsa nelle precedenti tre storie di questa serie, dove magari i collegamenti con il personaggio barksiano potrebbero essere ancor più delineati.

Citazione da: Simone Cavazzuti - Mercoledì 30 Mar 2022, 19:01:31

molto simpatico il ruolo di Jones.

Intendi dire che l'ispettore Jones è il Mister Jones vicino di Paperino? Al momento non ci avevo pensato (Jones è un nome piuttosto generico) ma poi, leggendo il tuo commento e rivedendo il battibecco fra i due, la cosa è plausibile anche se l'aspetto non è così specifico (oltretutto i pochi capelli che si vedono sono castani invece che neri). Non ricordo se la figura di questo ispettore era già comparsa nelle precedenti tre storie di questa serie, dove magari i collegamenti con il personaggio barksiano potrebbero essere ancor più delineati.

Era già apparso, fin dalla prima puntata!
Solo che non è il vicino (almeno, non ricordo niente al riguardo), ma si pone nel solco delle tante rivalità tra poliziotti e investigatori privati che si sono viste in moltissimi gialli!

Condivido assolutamente quanto detto da Tang e Simone in merito a Detective Donald.
In primis, mi farebbe molto piacere leggere nuove avventure di questo ciclo se Vito, tra gli altri progetti e le altre storie che sta curando, potesse dedicarvisi sempre con il brio, la freschezza e la verve che contraddistinguono le sue sceneggiature.
E poi, come detto da Simone, sarebbe molto bello anche per me la pubblicazione di un volumetto apposito contenente le quattro storie del ciclo uscite dal 2016 ad oggi. 

Citazione da: Simone Cavazzuti - Mercoledì 30 Mar 2022, 19:01:31

molto simpatico il ruolo di Jones.

Intendi dire che l'ispettore Jones è il Mister Jones vicino di Paperino? Al momento non ci avevo pensato (Jones è un nome piuttosto generico) ma poi, leggendo il tuo commento e rivedendo il battibecco fra i due, la cosa è plausibile anche se l'aspetto non è così specifico (oltretutto i pochi capelli che si vedono sono castani invece che neri). Non ricordo se la figura di questo ispettore era già comparsa nelle precedenti tre storie di questa serie, dove magari i collegamenti con il personaggio barksiano potrebbero essere ancor più delineati.

Sì, è proprio lui, Cornelius. 
Ricordo bene che per esempio nell'avventura precedente sulla Questione di Grinta c'erano gli stessi motivi di battibecco tra i due, con il detective Donald che continuava ad indicare Jones come semplice ispettore mentre lui ci teneva a ribadire e a rimarcare, con forza e vigore, di essere "Ispettore Capo !" 

L'unica Detective Donald che ho letto è questa pubblicata ora,i precedenti episodi me li sono persi.È un peccato che questa serie chiuda,la vedrei ristampata anche in un classico,se il numero di pagine ne consentisse il formato adatto.
A me è piaciuta molto - ancora di più della "pubblicizzata" misteri di Paperopoli.
Penso mi rimarrà sempre impressa perché carinissima la vignetta con Paperino da paperotto insieme ad uno scorbutico zio Paperone. O0

Ultima storia piuttosto confusionaria,nonho capito vari passaggi al suo interno