Ci ho messo un po’ prima di scrivere qualcosa su quest’altra notizia: non riesco facilmente ad accettare l’idea che – dopo Francesco – non ci saranno più chiacchierate nemmeno con Luca.
Non mi azzardo nemmeno ad elencare tutti i pregi del “sommo Boschi”, in tanti l’hanno fatto e sono certo che non sono riusciti ad elencarli tutti: la sua conoscenza del mondo del fumetto era di un’altra categoria, inarrivabile. E non mi riferisco solo al fumetto Disney: la sua formazione partiva da lontano, il suo coinvolgimento era trasversale e profondo in ogni iniziativa *culturale* legata al fumetto, legato al fumetto d’autore italiano in quella Bologna di Pazienza, Scozzari, Tamburini… ma anche massimo esperto degli oscuri autori italiani di funny animals di scarsissimo successo nati per imitare il successo dei suo amati personaggi Disney. Ecco. Avevo detto che non mi sarei messo ad elencare le sue qualità professionali, ma l’ho fatto: è impossibile scindere Luca dal suo lavoro, dalla sua passione e dalle cose che riusciva a fare con un entusiasmo e una competenza unici.
Mi rifugio allora come tanti di noi nei ricordi personali, da quando con la prima paga ricevuta durante il servizio militare acquistai il volume di Granata Press “I Disney Italiani”, un inestimabile tesoro seminale per molti di noi, poi negli anni pioneristici di Internet i primi messaggi scambiati in inglese, perché ci eravamo conosciuti sulla Disney Comics Mailing List e non sospettava che anche io fossi italiano (all’epoca si usavano pseudonimi), i consigli dati per identificare sceneggiatori e disegnatori quando si iniziava a costruire l’inducks, il primo invito “stampa” per accedere ad una fiera (Expocartoon) per la presentazione del libro su Cavazzano, o addirittura il “pass VIP” per la mostra a Napoli con Don Rosa nel 2002.
L’invito a Pistoia nel settembre 2004, quando aprì le porte di casa sua (e del suo sublime studio) ad un gruppo di amici, inebriandoci di aneddoti, mostrandoci chicche e rarità che non potrò mai dimenticare, mettendo in pratica quei principi di inclusione e condivisione che erano alla base della sua personalità e cultura, sempre più rari da trovare, non solo nel mondo del fumetto.
E poi il rapporto col Papersera: il sostegno e l’incoraggiamento per la realizzazione di questo sito e l’impegno speso per quella che anche grazie a lui è risultata essere la nostra iniziativa di maggior “successo”: il Premio Papersera, per il quale si fece tramite per coinvolgere – a sua insaputa – Luciano Bottaro e molti altri nel tempo, passandomi i numeri di telefono, facendosi garante della serietà dell’iniziativa, l’articolo su “I Maestri Disney” dedicato a Rodolfo Cimino in occasione della nostra visita per il Premio, che è probabilmente la cosa di cui vado più orgoglioso…
E’ molto, molto probabile che senza di lui questo sito non sarebbe mai esistito, che quindi molti rapporti di amicizia (e non solo…) non sarebbero mai nati, e addirittura mi spingo a dire che il mondo del fumetto Disney avrebbe seguito il destino di molte altre testate a fumetti che non sopravvissero agli anni Ottanta: immaginate non fosse mai stato pubblicato Zio Paperone: Barks avrebbe avuto solamente pubblicazioni disperse e zoppicanti, Don Rosa sarebbe apparso in maniera frammentaria su testate tipo Mega Almanacco, per finire nell’oblio ben presto. Si è parlato di Rinascimento Disneyano alla fine degli anni Novanta, e il suo ruolo è stato di certo determinante.
Abbiamo perso molto, non sarà colmabile questo vuoto, nessuno ha una formazione e una competenza come quella di Luca, per di più accompagnata da un’umanità e una disponibilità rarissima. La sua eredità morale è una montagna, non possiamo far altro che tentare di prendere ispirazione da lui e tentare maldestramente di continuare a fare del nostro meglio per onorarla.
Senza scimmiottarlo, che non siamo capaci.
Ciao Luca!