Recensione Disney Collection 11 – Caffè Zombo Sin da quando Panini Comics ha ripreso la pubblicazione delle storie Disney realizzate in Francia per l’editore Glenat da autori esterni (sotto il nome di
Disney Collection),
l’attesa più grande era senz’altro per la ristampa di Caffè Zombo scritto e disegnato da Regis Loisel.
L’autore francese è sicuramente l’artista di punta del gruppo (non ce ne vogliano gli altri autori, ovviamente). Si tratta infatti di colui che ha reinventato la fiaba di
Peter Pan con un incredibile mix di vicende disturbanti e ricche di inquietudine. Inoltre, ha collaborato alla produzione di
Mulan e
Atlantis.
Come se non bastasse, Loisel decide di andare alle
radici del personaggio di Topolino, ovvero tra il 1928 e i primi anni Trenta. Recupera infatti il formato a strisce di
Floyd Gottfredson, e ambienta la trama subito dopo la grande depressione del 1929 (anche se l’anno non viene esplicitato).
Lotta di classe
Fin da subito
veniamo calati nel contesto della crisi lavorativa, con Topolino e Orazio che cercano lavoro insieme ad una marea di altri disoccupati e vengono scartati per motivi del tutto pretestuosi.
La storia gira infatti tutt’attorno a complesse dinamiche lavorative, mascherate con intelligenza da situazioni grottesche e decisamente sopra le righe. Lotta tra poveri
La prima parte della vicenda viene usata da Loisel per presentare i personaggi e il microcosmo che ha creato per l’occasione, strizzando l’occhio ad alcuni cortometraggi classici. Vediamo Topolino e Orazio andare in una breve vacanza con Minni, Clarabella e Paperino (che vive nella sua barca come in
The Wise Little Hen).
Il tono della scampagnata ricorda
The Beach Party (1931) e, soprattutto,
Camping Out (1934). E la presenza della roulotte non può non far pensare anche a
questo corto. Infine, la sintonia tra i personaggi ricorda quella di
The Ransom Plot (1931) di Gottfredson: si tratta della sequenza in cui Loisel realizza
parecchie scene slapstick, decisamente ben riuscite.
La seconda parte ci mostra invece il ritorno dei protagonisti in città e i vari cambiamenti che sono avvenuti in loro assenza: donne e bambini sono andati via, e a rimanere sono solo gli uomini, che lavorano tutto il giorno andando al cantiere marciando e macinando il caffe.
Lotta di genere
Vediamo quindi
le trame di Gambadilegno (perfettamente in parte con il suo arto ligneo)
e Lupo (sinistro avvocato, proprio come nella
Valle della morte), alle dipendenze del sig. Fuller, un infido costruttore dalle fattezze di un ippopotamo.
Da questo momento la storia propone svariate scene in un ambiente lavorativo opprimente,
in cui la lotta di classe appare, come mai prima nei fumetti disneyani, esplicita. I lavoratori vengono sfruttati e privati di volontà, il costruttore cerca di guadagnare dal loro lavoro convincendoli a rifornirsi alla propria mensa, un capo squadra usa la frusta per essere più convincente. Insomma, le storture del mondo del lavoro degli anni Trenta sono un rimando sottile a quelle contemporanee.
Lotta e basta
Loisel non si astiene neanche dal rappresentare la lotta di genere, con le donne Minni e Clarabella determinate a far pesare il loro giudizio. In certi passaggi, vengono rappresentate in maniera decisamente sopra le righe, cosi come Pippo, che risulta più svagato e estraneo dalle dinamiche del solito.
In generale, Loisel mostra Topolino, Orazio e gli altri non come modelli perfetti, ma come esseri umani fallaci e capaci di commettere errori, procedendo per tentativi. Immagine promozionale che punta molto sul binomio Loisel – Gottfredson
Anche dal punto di vista grafico non mancano i tratti realistici. Mickey ha muso e orecchie leggermente allungate, che ricordano quasi un ratto. Pippo ha gli occhi staccati rispetto al naso, dandogli un aspetto decisamente più irregolare.
Pure l’ambiente è maggiormente veritiero, con scenari spogli, fatti di casette di legno malconce, strade con rifiuti e un paesaggio ricco di degrado. A spiccare sono anche i personaggi secondari, come il sig. Fuller e la sua salsiccia usata come sorta di sigaro.
La scelta di usare la striscia serve a richiamare le storie degli anni Trenta, contemporanee al periodo in cui la storia è ambientata. Ma, ovviamente, l’approccio è diverso: ogni striscia non termina infatti con un colpo di scena, oppure non inizia sempre con un riassunto, come succedeva in Gottfredson. La scelta della striscia è puramente stilistica, e viene giustamente presentata in un cartonato orizzontale di 30,5×19,5 cm.
Caffè Zombo è un’opera eccezionale e senz’altro unica all’interno della produzione fumettistica disneyana degli ultimi Trent’anni. Loisel omaggia l’antico utilizzando tematiche attuali e rendendo la storia un classico istantaneo, godibile a più livelli e decisamente intelligente.
Editore: Panini Comics –
Autori: Regis Loisel –
Uscita: 22 giugno 2023 –
Pagine: 76 –
Formato: Cartonato 30,5×19,5 –
Prezzo: € 16,00 –
ISBN 9788828748656
Voto del recensore:
5/5Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2023/07/24/disney-collection-11-caffe-zombo/