Recensione Humour Collection 1 - Papernovela di Silvia Ziche C’erano davvero pochi dubbi riguardo al fatto che toccasse a
Silvia Ziche con la sua
Papernovela a fare da apripista a
Humour Collection, la nuova collana dedicata ai maestri della comicità Disney (che per ora si concentrerà sull’autrice veneta). Questa lunghissima saga fumettistica, pubblicata in ventiquattro puntate da giugno a novembre del 1996 su
Topolino 2115-2138, è uno splendido esempio di come una scrittura intelligente e ironica, affiancata da una satira ben posata, riesca a risultare attuale e divertente anche a distanza di ventisei anni.
Nel corso della propria carriera l’autrice ha saputo conquistare il cuore dei lettori grazie al suo
tratto fresco ed immediato, capace di regalare espressività e plasticità ai protagonisti ritratti, e alla sottile ironia con cui le sue storie si pongono perfettamente in equilibrio tra il comico e il satirico senza mai eccedere.
Papernovela rappresenta
la perfetta consacrazione delle consolidate doti della Ziche: un’epopea comica che fa da specchio ad una società al tempo teledipendente e consumista e che oggi più che mai, con l’avvento del “protagonismo da social” e del “
bingewatching” offerto dalle piattaforme di
streaming, permette al lettore di ritrovarsi, sorridere e riflettere dinanzi le tematiche affrontate dall’autrice.
Per cercare di risollevare i catastrofici ascolti del proprio network televisivo, “inspiegabilmente” ignorato dai paperopolesi nonostante vengano trasmessi H24 scatti fotografici in bianco e nero di Paperopoli, Paperone, spinto dal successo della seguitissima soap opera
Bruttiful, decide di realizzare la propria telenovela:
Il Papero del Mistero. Con un cast di dilettanti, scenografie riciclate ed un copione assolutamente improvvisato, il vecchio spilorcio riesce immediatamente a conquistare i palinsesti e la sua trasmissione, sempre più infarcita di altrettanto improvvisati spot di prodotti P.d.P., diventa lo spunto per lanciare
un improbabile concorso a premi capace di richiamare all’interno del cast della soap perfino alcuni storici arcinemici.
Il continuo crescendo di gag e situazioni al limite del folle trova passiva e mesta giustificazione da parte di un sempre più dipendente popolo di ascoltatori. Silvia Ziche si diverte a rappresentarlo tramite
una tipica famiglia media paperopolese (moglie, marito e figlio piccolo) che, oltre a non perdersi nessun episodio della serie, trova continua giustificazione alle palesi assurdità in cui si va dipanando l’improvvisata trama. Lo sceneggiato conquista il cuore dei cittadini che, sempre più catturati dai continui colpi di scena e misteri che si susseguono di episodio in episodio, finiscono preda dell’ennesimo tranello architettato da Paperone.
L’immancabile iniziativa commerciale associata allo sceneggiato In questa saga
l’autrice dimostra di saper perfettamente conoscere il mezzo mediatico e il pubblico a cui è destinato il prodotto oggetto di parodia. La stessa Ziche, nella splendida intervista raccolta nel volume, racconta che ad ispirare il proprio lavoro è stata la sua infanzia. Intenta a fare i compiti in salotto, l’autrice dava le spalle alla televisione mentre sua madre guardava le telenovele sudamericane. Questa
“assimilazione osmotica” dei (per lo più improbabili) dialoghi ha permesso all’autrice di comprendere le dinamiche di un particolarissimo genere di sceneggiato televisivo, fatto di un continuo susseguirsi di colpi di scena, di apparizioni e sparizioni improvvise di personaggi che, riportate all’interno del panorama paperopolese, ha offerto lo spunto per agganciare una moltitudine di gag.
Come prima opera scritta e disegnata da Silvia Ziche,
Papernovela merita senza dubbio un posto d’onore all’interno del panorama delle storie Disney d’autore sia per la comicità che per la grande attualità che conserva. Ciò è merito della congenita dote dell’autrice, da sempre capace di osservare con garbo la quotidianità catturandone con intelligenza e sensibilità gli aspetti comici che riversa nelle vignette che dal 2007 aprono il settimanale
Topolino all’interno della rubrica
Che aria tira a….
Un interrogativo che attanaglia da ventisei anni! Oltre a riproporre la storia,
ristampata in precedenza solo in
volumetti da edicola in minor formato, il volume dedica ampio spazio all’approfondimento grazie alla
prefazione di Alex Bertani e ai
ricchi contenuti extra che beneficiano della esperta collaborazione di Davide Del Gusto, penna decisamente nota tra le pagine del Papersera.
Visto l’enorme successo che l’opera di Silvia Ziche ha saputo conquistare e mantenere nell’arco di quasi trent’anni, è facile che molti lettori la conoscano e possiedano già una raccolta dei ventiquattro episodi in cui si articola
Il mistero del Papero del Mistero, ma
la nuova edizione proposta da Panini, oltre a presentarsi in un’elegante formato cartonato, contiene un’interessante ed articolata intervista all’autrice, e le varie appendici affrontano un’approfondita analisi dell’opera e di come l’influenza dei media si sia andata ad affermare all’interno delle storie Disney nel corso degli anni. A chiusura del volume una digressione sul successo internazionale di
Papernovela e sulle varie pubblicazioni italiane e straniere che si sono susseguite negli anni.
Unico difetto, di certo non imputabile all’autrice e a chi ha curato i contenuti del volume, è costituito dal sesto episodio di cui si presume siano state smarrite le tavole originali, visto che pare essere stato inserito scansionando pagine già rilegate, e si presenta con una colorazione meno brillante rispetto al contenuto generale.
Una pecca tutto sommato perdonabile che, unitamente al prezzo (14,90 €) non proprio a buon mercato, non va ad inficiare il punteggio pieno che questa pubblicazione si merita.
Papernovela rimane una di quelle storie che non possono in alcun modo mancare all’interno della biblioteca di ogni appassionato Disney in quanto rappresenta la genialità di un’autrice che, durante gli anni Novanta in cui il soffio della sperimentazione attraversava le pubblicazioni Disney italiane, ha saputo cogliere l’attimo e riversare all’interno della propria opera un perfetto spaccato di costumi, manie e debolezze del nostro Paese che oggi più che mai si presenta attuale ed è capace di divertire e far riflettere.
Voto del recensore:
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