Papersera.net

In questi ultimi numeri si sta sperimentando più del solito, sia a livello narrativo che grafico: due 'prologhi indipendenti' (nel titolo come nella trama mentre l'autore resta Francesco Vacca e il disegnatore Marco Mazzarello), il Pianeta ramingo e l'Amico scomparso, partoriscono una Minaccia dallo Spazio da ricordare fin da subito per diverse cose: un prolungamento a 5 episodi 'suggerito' dal direttore Alex Bertani al medesimo autore Francesco Vacca con un  cambio alle matite non da poco: addirittura Casty, per la prima volta coinvolto in una storia 'mista' con molti paperi e molte papere disegnati in modo alterno, a seconda dei personaggi e delle situazioni: con disinvoltura e brio ma anche con una certa 'rigidità' tipica di chi è alla sua 'prima volta'.

Questa Minaccia dallo Spazio fa scoprire al Dottor Enigm un mondo paperopolese a lui sconosciuto (a meno di qualche precedente che io non ricorda) : dal 'collega' Archimede con cui stabilisce subito un certo feeling a Paperino fino ad Amelia ed alle sue colleghe provenienti da ogni continente, conosciute da noi solo poco tempo fa. Scienza e Magia uniscono le loro forze ed è Atomino a suggerire involontariamente questa unione, colta subito da Topolino come una grossa opportunità, forse l'unica in una situazione disperata.

Nella sua Dimensione Delta Enigm sembra accogliere bene questa variopinta pattuglia che potrebbe inizialmente lasciar perplesso anche l'accademico più 'aperto'. A questo punto poteva esserci anche Roberta che avrebbe perfettamente unito i due mondi, ricca non solo di esperienze scientifiche ma anche di conoscenze magitecniche. Rimandiamo un suo vero 'ritorno' (se mai avverrà, al di là di sporadici camei) ad una prossima occasione. Amelia sembra avere sufficiente compagnia per dover 'scomodare' anche la storica amica.

Ad ogni modo le prossime 4 puntate saranno sicuramente ricche di altri colpi di scena, nel costante sottofondo di un inesorabile conto alla rovescia. Da vedere se e come Atomino e Edi interagiranno fra loro, cosa che non hanno ancora fatto. Anche per i due piccoli collaboratori dovrebbe essere una 'prima volta'. Credo che Casty sia rimasto entusiasta all'idea di disegnare un mondo papero non fine a se stesso (forse non l'avrebbe fatto) ma che interagisce con il suo, quello topesco dei 'padri fondatori' Gottfredson e Scarpa. Al momento non pubblica storie scritte e sceneggiate da lui ma sta facendo interessanti esperienze come disegnatore, dal Macchia di Nucci fino a questa Minaccia spaziale 'mista' di Vacca, non dimenticando  la Generazione Oceano della Giunti, l'unica sua attuale opera completa caratterizzata dal recupero di Estrella Marina.

A proposito di Casty che disegna i paperi, per essere un esordio, non mi è dispiaciuto!
Certo, deve fare ancora un po' di pratica: si vede un po' di "indecisione" sui becchi dei nipotini, o anche in alcune proporzioni (vedi la tuba di Paperone nell'ultima pagina), però niente male, in particolare perché mi sembra che abbia già un suo stile riconoscibile!
La sua Amelia, in ogni caso, è molto bella!

Ora, vedremo se sarà solo un'una tantum, o si metterà a disegnare regolarmente, chissà, anche storie con solo paperi...

(... e se ricominciasse anche a scrivere, magari, e se gli uscisse una storia papera al livello dello Scozzese volante o della Farfalla di Colombo, potrà dire di essersi avvicinato ancora di più al Maestro! )

A proposito di Casty che disegna i paperi, per essere un esordio, non mi è dispiaciuto!
Certo, deve fare ancora un po' di pratica: si vede un po' di "indecisione" sui becchi dei nipotini, o anche in alcune proporzioni (vedi la tuba di Paperone nell'ultima pagina), però niente male, in particolare perché mi sembra che abbia già un suo stile riconoscibile!
La sua Amelia, in ogni caso, è molto bella!

Ora, vedremo se sarà solo un'una tantum, o si metterà a disegnare regolarmente, chissà, anche storie con solo paperi...

(... e se ricominciasse anche a scrivere, magari, e se gli uscisse una storia papera al livello dello Scozzese volante o della Farfalla di Colombo, potrà dire di essersi avvicinato ancora di più al Maestro! )

Mi accontenterei anche di una autoconlusiva al livello della Gara da 100 dollari. In ogni caso le sue due precedenti storie papere erano a mio parere lontanissime da Scarpa. Una era espressamente Ciminiana, l'altra... Mmm boh, diciamo che aveva un non so che di pezziniano per l"invenzione di Archimede, per il resto poi era un po' anonima. Soprattutto, cosa più importante, oltre a mancare di Scarpa queste storie mancavano... Di Casty stesso! Del suo stile c'era molto poco...

A proposito di Casty che disegna i paperi, per essere un esordio, non mi è dispiaciuto!

Certo che esordire con millemila personaggi paperi non deve esser neanche stato semplice 😅.
Comunque ha uno stile particolare, come con i topi del resto, che ho apprezzato.

Recensione Topolino 3482


 Come spesso accade anche in questo numero di Topolino abbondano le storie a puntate. A fare la parte del leone sono Francesco Vacca, con le due storie di apertura, e Tito Faraci che chiude il numero con l’epilogo di Mickey 2.0. Ed è proprio da quest’ultima fatica dell’autore milanese che cominciamo questa recensione ritardataria.

 Alex Bertani, da quando è diventato direttore ha impresso un indirizzo nuovo e riconoscibile ai contenuti presenti sul settimanale, e questo è cosa nota, ma non solo. Anche dal punto di vista organizzativo e “di gestione” si è impegnato affinché tutto ciò che in passato era stato prodotto e pagato potesse trovare modo di venire pubblicato.

 Il cosiddetto “magazzino” ereditato dalla direzione precedente consisteva in alcune centinaia di storie che Bertani ha via via inserito nei “suoi” numeri. Sin dall’inizio del cambio di guardia, nelle occasioni di incontro era stata chiesta pazienza ai lettori, che avrebbero potuto notare dei cambiamenti solo in seguito, in quanto fino a quel momento e per alcuni mesi ancora sarebbero state le storie immagazzinate a farla da padrone sul giornale.

 In questo ambito sono state pubblicate molte storie di una qualità abbastanza scadente, che erano rimaste sul groppone di Topolino perché avevano avuto dei problemi o perché si era (giustamente, in molti casi) ritenuto che non fossero abbastanza soddisfacenti per il lettore. Ma in una ottica di riduzione degli sprechi era necessario che tali investimenti fossero confortati da un utilizzo sul settimanale, in compagnia delle prime saghe che nel mentre il direttore andava commissionando. Insieme a storie di poco conto però erano rimaste immagazzinate perle nascoste, o inconcluse, che Bertani aveva avuto modo di far recuperare o riabilitare.

 Tra queste c’era certamente Mickey 2.0, una saga pensata da Faraci che, nelle intenzioni iniziali dell’autore, doveva procedere per un totale di sette o otto puntate, ma dopo che le prime tre erano state sceneggiate da Faraci e Alessandro Ferrari e disegnate da Claudio Sciarrone, la pubblicazione venne fermata e la saga rimase monca. Una dozzina di anni dopo, ecco il recupero: Bertani si rende conto che si tratta di un prodotto di qualità e, benché incompiuta, decide per la sua pubblicazione sui numeri 3385, 3386 e 3387 del settimanale, risalenti ad ottobre 2020.

 La serie, ambientata in un futuro non troppo lontano, aveva come protagonisti i nipoti dei personaggi che siamo abituati a conoscere, in particolare un giovane Topolino combattuto tra la celebrità e la necessità di sentirsi all’altezza del nome che porta. Particolarmente riusciti erano stati considerati i personaggi di Tip e Tap, che da giovani nipoti del protagonista passavano ad essere gli zii, un pochino svampiti e giocherelloni.

 
Risate a volontà

Il responso dei lettori era stato molto positivo, e le maggiori critiche consistevano proprio nel fatto che la saga non aveva avuto una sua conclusione. Dopo poco meno di due anni ecco che si è deciso di correre ai ripari, con Faraci che ha pensato e sceneggiato un finale per la serie. I disegni in questo caso non sono stati affidati a Sciarrone, evidentemente impegnato in altri progetti, ma a Luca Usai.

 Che il finale non sia completamente quello immaginato dallo sceneggiatore milanese una quindicina di anni fa si evince sin dal fatto che l’epopea del giovane Topolino si interrompe dopo cinque episodi e non più dopo sette o otto. In più, manca quella freschezza del Faraci di fine anni Novanta e di inizio anni Duemila, che invece era stata una risorsa importante nelle prime tre puntate.

 Aggiungendo che probabilmente è stato impossibile riprendere alcuni concetti alla luce delle nuove disposizioni che stiamo man mano scoprendo sulle pagine del settimanale (vedasi in questo senso l’oblio in cui sono precipitati Tip e Tap nel finale di Mickey 2.0, uno dei punti di forza nella prima parte) il risultato finale non è poi così positivo, al di là degli sviluppi di trama che pure hanno destato qualche perplessità.

 Non manca in ogni caso quel citazionismo che oggigiorno sembra essere immancabile, in particolare colpisce la citazione un po’ gratuita a The Killing Joke di Alan Moore. Rimangono dunque cose in sospeso e, in aggiunta a ciò, il finale è troppo simile a quello di Ducktopia, che nel frattempo l’anno scorso ha sdoganato il genere isekai sulle pagine del Topo.

 Usai fa un lavoro molto buono per ciò che riguarda il comparto grafico, tuttavia si è comunque avvertita la differenza con uno Sciarrone che ha dettato lo stile della saga e che in contesti fantascientifici di questo genere è difficilmente superabile.

 Per quanto riguarda le altre storie presenti sul numero, troviamo in apertura la prima parte di Minaccia dallo spazio che, per i testi di Francesco Vacca e con i disegni di Casty, al suo inaspettato esordio con i paperi, ci farà compagnia per altre quattro puntate. La storia si è già rivelata essere una grande avventura corale con Paperi e Topi che, in presenza di una minaccia globale, non esitano a collaborare tutti assieme per salvare il nostro pianeta dal pericolo che incombe.

 I due prologhi disegnati da Marco Mazzarello hanno introdotto il lettore alla situazione (particolarmente riuscito il secondo, che sembra partire come una classica storia qualunque e poi si rivela essere, solo alla fine, parte di questa saga fantascientifica) e da questa prima puntata in teoria dovrebbe cominciare l’azione vera e propria.

 
Casty, proprio tu??

 “Dovrebbe”, condizionale, in quanto la prima parte si è rivelata essere un episodio introduttivo dove succede ben poco, solo la “chiamata alle armi” di altri personaggi (alcuni anche a sorpresa) che non erano stati compresi nei prologhi. È ancora troppo presto per dare un giudizio ma le premesse per una storia interessante ci sono tutte.

 Certamente la notizia più clamorosa che riguarda questa saga e il numero in generale è l’esordio da parte di Casty come disegnatore di Paperi, oltre che di Topi. Paperino, Paperone e gli altri diventano via via più convincenti col procedere delle tavole: se i personaggi canonici sono molto buoni per un “quasi esordiente”, meno riusciti risultano essere alcuni comprimari evidentemente non ancora ben noti al disegnatore, che deve ancora giustamente prendere la mano e le misure col nuovo mondo che gli si palesa davanti; non si può non sottolineare il lavoro fatto su Amelia, veramente ben riuscita. Le piccole incertezze presenti in questo episodio andranno certamente a ridursi man mano che si andrà avanti.

 Vacca torna in auge anche con la prima puntata de Le Giovani Marmotte e il bislacco coacervo faunistico, per i disegni di Simona Capovilla. La storia sembrerebbe rientrare nello stesso universo di Minaccia dallo spazio, ma al momento appare solo come una classica storia delle GM di questi ultimi tempi che, depurate delle istanze di satira sociale ed ecologiste, al momento risultano seguire un canovaccio abbastanza consolidato: Newton causa danni e tutto il corpo di piccoli esploratori dovrà cercare di porre rimedio. Capovilla si districa bene tra le numerose creature selvatiche rappresentate, ben figurando in una storia certamente non semplice da disegnare.

 In conclusione, non resta che analizzare la nuova “fatica” in costume di Paperogate di Creta: L’invasione vacanziera è un’avventura che fa affidamento sull’utilizzo a scopo comico degli anacronismi. La trama può essere velocemente riassunta come il tentativo da parte di Paperogate & Co. di rintuzzare l’invasione degli Spartani: nel farlo troveranno modo di far loro conoscere le delizie (odierne) delle vacanze al mare. La problematica da riscontrare in questa storia è di tipo strutturale: l’unico autore in grado di rendere eccezionale questo tipo di escamotage comico è stato René Goscinny. Per ciò che riguarda il comparto grafico, Usai fa anche in questo caso un ottimo lavoro

 In ogni caso quella che state leggendo è l’opinione di un recensore semplice, di una persona a cui basta leggere una citazione a Boris e così, de botto, senza senso, una risata se la fa.

 


Voto del recensore: 2/5
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https://www.papersera.net/wp/2022/08/25/topolino-3482/

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Ho visto che su questo Topo è stato detto molto poco. Un po' sono sorpreso perché secondo me c'erano molti spunti di riflessione.
Minaccia dallo spazio mi è piaciuta anche se è un po' presto per dare un parere definitivo. C'è tanta carne al fuoco e non si può certo escludere che ne venga aggiunta altra. C'è poi la novità di Casty che disegna paperi, come già detto da altri il tratto è un po' acerbo (per esempio i nipotini non mi sembrano venuti benissimo) ma in compenso Amelia è davvero ottima.
Quella sulle GM fa parte delle mie storie preferite perché mi piaccione le storie con le GM ma non sulle GM. Questo è un mio gusto personale, la storia di per sé è discreta. Mi chiedo solo se non sia una specie di spin-off della minaccia dallo spazio.
Paperogate di Creta fa parte di un'altra tipologia di storie che non mi piacciono molto e che invece sono il tipo preferito di Gagnor. Ciononostante l'ho letta con un minimo di apprezzamento e anzi l'ho preferita alla Paperiliade. Probabilmente perché più breve (anche se non troppo breve) e perché queste trame secondo me sono più accettabili come storie riempitive anziché come storie principali.
Ho il netto ricordo che subito alla prima pagina ho pensato "Ciccio in versione Antica Grecia si è gia visto 12000 volte, se anche stavolta lo ritraggono come uno che mangia feta per tutta la storia mi inca**o".

E poi arriviamo a Mickey 3.0... Posso solo dire che è un gran peccato. Fino alla prima metà tutto bene, mi è piaciuto molto come mi erano piaciute molto le parti precedenti. Tutto inizia a scricchiolare nell'ultima vignetta della prima parte.
Lì purtroppo ho capito dove sarebbero andati a parare e così è stato.
Dico che è un peccato non perché il finale sia stupido ma perché si è buttato via in pochissimo tempo un'ambientazione, un mondo e dei personaggi che avrebbero poturo dire tantissimo per molte, molte, molte altre storie.
Da quello che ho capito questa storia è stata problematica da pubblicare per motivi ignoti ma forse immaginabili (censura? linee guida non rispettate? Tip e Tap vecchi?). Probabilmente ne è stata consentita la pubblicazione solo dopo alcuni rimaneggiamenti e garanzie. Mi viene da pensare che il finale preventivato fosse completamente differente e che si sia optato per quest'ultimo solo perché la casa madre ha obbligato a trasformare tutto in un

Io sono stato il primo che ha ipotizzato una censura ma non capisco… perché Tip e Tap vecchi l'anno scorso sarebbero dovuti andatre bene e oggi no? Secondo me c'è dell'altro.

Ciao!

Il Grande Tiranno

Paperogate di Creta fa parte di un'altra tipologia di storie che non mi piacciono molto e che invece sono il tipo preferito di Gagnor. Ciononostante l'ho letta con un minimo di apprezzamento e anzi l'ho preferita alla Paperiliade. Probabilmente perché più breve (anche se non troppo breve) e perché queste trame secondo me sono più accettabili come storie riempitive anziché come storie principali.

Ecco, quando si parlava di Paperiliade, che era fatta male perché squilibrata tra demenzialità ed epica, facevo proprio il paragone con storie come questa, dove invece Gagnor dà il meglio di sé (in senso positivo)!
Storie dove ti fai trasportare dai tormentoni (come quello della feta...), dalle esagerazioni e dagli anacronismi, che sono messi lì per farti fare quattro risate senza pensarci troppo, e ci riescono (almeno con me)!
Certo, ci sono sempre anche gli inglesismi, ma stavolta mi sono sembrati meno invadenti del solito...

Io sono stato il primo che ha ipotizzato una censura ma non capisco… perché Tip e Tap vecchi l'anno scorso sarebbero dovuti andatre bene e oggi no? Secondo me c'è dell'altro.

La mia personale interpretazione è che Tip e Tap vecchi non andavano bene né l'anno scorso né oggi. Semplicemente è stato raggiunto un accordo che ha permesso la pubblicazione delle vecchie storie (così com'erano?) ma allo stesso tempo ha imposto una linea sul finale e il veto totale a ripresentare i due personaggi invecchiati. Temo inoltre che di questa serie non sentiremo più parlare: non solo non ci saranno storie nuove ma non ci saranno nemmeno ristampe (vedi Star Top).
Fosse stato per me Mickey 3.0 non si sarebbe limitato a una saga bensì a una nuova ambientazione dalla quale ricavare storie a bizzeffe.
Ci tengo però a dire che tutti gli autori (Faraci, Sciarrone, Usai) hanno comunque il merito di aver fatto un lavoro più che buono, il mio solo rammarico è che non è stato sfruttato tutto il potenziale.

Altra nota interessante che stavo dimenticando.
Alla fine di Mickey 3.0 c'è il seguente dialogo:

Evviva la continuity Va beh... niente di grave. Volevo essere divertente  , non polemico.