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https://inducks.org/story.php?c=W+US+++55-01

Complice la sua ristampa sul numero di Settembre del mensile di Zio Paperone, ho riletto con piacere la bella storia oggetto del topic che apro con l'intento di condividere con gli altri utenti il mio parere su questa avventura.
"Zio Paperone Lawrence d'Arabia" rientra a mio avviso nel novero delle storie più riuscite del Maestro Carl Barks: il racconto infatti è scandito da una narrazione affascinante e procede con ritmo e armonia per tutto il tempo della storia.
La vicenda si rivela, inoltre, essere intrigante già dalla sua prima tavola, la quale immette fin da subito il lettore nel mood della vicenda con una bella vignetta in medias res e affrescando nell'immediato tanto lo sceicco Arrabi (ovvero colui il quale muoverà il riccone paperopolese al richiamo dell'avventura) quanto le spie assoldate dall'avido antagonista bramoso di ricchezze e delineato graficamente con la fisionomia del classico cattivo suino ricorrente in diverse storie di Barks.
Il celebre cartoonist americano dà quindi vita ad una storia intensa, dove la ricerca delle ricchezze viene ben presto rimandata, da parte dei nostri, a qualcosa di ben più necessario: la messa in salvo del bravo principe Arrabi e di uno dei nipotini, tratti in ostaggio dal bieco cattivo con la faccia da maiale.
Il senso di avventura, gli spazi ampi ed assolati del deserto, le immagini delle carovane che percorrono la distesa di sabbia sotto il sole rovente, il sofferto tentativo di Paperino e dello Zione di ritrovare i due sequestrati mentre devono far fronte ai tipici miraggi desertici, la coesione e la forza di gruppo dei piccoli eroi della storia...
Sono tutti elementi che mi hanno fatto vivere la storia con un pieno coinvolgimento e che me l'hanno fatta assaporare con gusto e verve ma non per questo il racconto si dimostra carente dal punto di vista umoristico.
Ammantato di simpatia è - per esempio - quel Paperone che accetta di parlare con il principe arabo scendendo con entusiasmo dal corrimano della sua scala, così come mi ha divertito quanto dice per accertarsi della correttezza delle parole del suo interlocutore, posto all'esame della macchina della verità quando questa raffigura sulla carta l'effigie del dollaro (Ha disegnato il mio simbolo preferito, quello della verità nel mio zodiaco !  )

In conclusione, si tratta di una storia che ritengo davvero ben riuscita sotto più profili, tanto di quello più leggero ed umoristico - che strappa buone risate -quanto di quello più avventuroso ed intenso  che rappresenta sicuramente il cuore pulsante e che meglio caratterizza l'essenza più importante e incisiva di questa bella "Zio Paperone Lawrence d'Arabia". 

Perfetto esempio del tipo di storie di Barks che prediligo cui accennavo in altra discussione : il clan dei Paperi coinvolto in vicende avventurose, in spirito di armonia e solidarietà, unito contro nemici spietati spesso peggiori dei Bassotti.
La mia preferita, graficamente e non solo, resta quella delle Sette Città, ma anche questo Lawrence d'Arabia è un bel leggere. Mi piace in particolare il sorridente finale, con un Paperone

Perfetto esempio del tipo di storie di Barks che prediligo cui accennavo in altra discussione : il clan dei Paperi coinvolto in vicende avventurose, in spirito di armonia e solidarietà, unito contro nemici spietati spesso peggiori dei Bassotti.
La mia preferita, graficamente e non solo, resta quella delle Sette Città, ma anche questo Lawrence d'Arabia è un bel leggere. Mi piace in particolare il sorridente finale, con un Paperone

Spoiler: mostra

che, del tutto privo di grettezza, prende con filosofia lo sfumare del possibile sfruttamento della miniera, in quanto possedimento della sperduta e pacifica comunità di abitanti del deserto.

Anch'io ho accolto molto positivamente la chiosa della vicenda, che esaurisce il proprio racconto in un modo leggero che è un giusto contraltare rispetto al clima teso e di preoccupazione che aveva caratterizzato la sofferta ricerca dei paperi e del gruppo delle GM locali nel tentativo di salvare i due prigionieri del bieco antagonista.
Mi è piaciuto poi il fatto che tale chiusura completa in modo ciclico la storia, ricollegandosi all'iniziale gara spensierata al lancio dei sacchi di denaro disputata tra Zio e nipote, con un Paperone che non vede l'ora di tornare dai suoi amati dollari nell'ottica di riprendere il suo passatempo fisico e monetario al tempo stesso. 

Una delle prime storie che lessi. Se mi sono innamorato di Zio Paperone, c'è un perché...

si tratta di una storia che ritengo davvero ben riuscita sotto più profili, tanto di quello più leggero ed umoristico - che strappa buone risate -quanto di quello più avventuroso ed intenso  che rappresenta sicuramente il cuore pulsante

mi collego a questo punto,perché l'essenza di questa storia, oltre alla cruda difficoltà di una ricerca nel deserto, ha dei momenti di piena leggerezza.
Iniziando subito dallo sport del momento,il lancio dei sacchi  che si rivelerà provvidenziale per la massa muscolare di Paperino,e la sua super forza verrà sfruttata appieno nel momento più opportuno.
O come non sorridere dinanzi al distributore di acqua piazzato nel bel mezzo del deserto, che verrà disertato per l'ingente esborso che viene preteso in cambio di un bicchiere d'acqua??( Ben 5 cent  ) Il tutto accadendo nel bel mezzo di una vicenda in piena suspence, nei meravigliosi paesaggi di sabbia.
Questa vicenda (come tante altre del resto) dimostrano la capacità di Carl Barks di creare trame complesse a più livelli di svolgimento,riuscendo ad utilizzare al meglio ogni singola vignetta disponibile.
Se qualcuno non avesse ancora letto questa frizzante avventura, e avesse voglia di inoltrarsi nel caldo e nelle fatiche desertiche, la storia è facilmente reperibile nel numero di questo mese di Zio Paperone,con tanto di approfondimento dedicato a questa bellissima storia superstar 

Una delle ultime storie del Maestro dell'Oregon a trasudare il fascino del mito e degli spazi sterminati. Fin dall'incipit deliziosamente umoristico, che mostra lo sport cui si dedica Paperone nel tempo libero, Barks si dimostra eccezionale nel strutturare un intreccio complesso, ritraendo ogni singola scena con grande forza evocativa. La trama si dipana presentando un'alternanza perfettamente orchestrata dei vari registri e ritmi narrativi, che valorizzano le varie sequenze affinché il lettore le possa apprezzare al meglio. Dalle concitate e frenetiche vignette di azione, irresistibili nel ritmo e nelle trovate, alle scene madri ambientate nel deserto, descritto con meravigliose panoramiche che animano la pagina, le danno il respiro lento e cadenzato proprio di un passo dell'epos omerico. E proprio di Letteratura si tratta, di un connubio di perfezione narrativa e grafica che fa rivivere sulla carta le suggestioni degli interminati spazi e il fascino dell'avventura che si trovano nei più grandi racconti di sempre, dall'Odissea a queste meravigliose storie con i Paperi, narrate dall'ultimo, grande cantore dei giorni nostri, che ancora sa far rivivere l'antica innocenza e senso di meraviglia in questa fredda e impersonale società: Carl Barks.
Grazie Samu, per aver aperto questo topic che dà la dovuta importanza e il giusto riconoscimento a questo capolavoro, ahimè spesso sottovalutato, dell'Uomo dei Paperi.

Grazie Samu, per aver aperto questo topic che dà la dovuta importanza e il giusto riconoscimento a questo capolavoro, ahimè spesso sottovalutato, dell'Uomo dei Paperi.

E beh, se non provassi a stimolare delle discussioni proficue ed interessanti coinvolgendo la community al riguardo di belle storie Disney (come questa) di cui parlare...che ci starei a fare sul Papersera? 

A proposito, hai scritto un bel commento su questo racconto di Barks dal quale si vede appieno quanto sia appassionato anche tu della cifra autoriale e stilistica del Maestro dell'Oregon.