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Bolt - Un Eroe a Quattro Zampe

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cianfa88
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    Bolt - Un Eroe a Quattro Zampe
    Martedì 2 Dic 2008, 16:30:34
    Non mi sembra che ci sia il topic dedicato al nuovo film della Disney, quindi lo apro visto che sono stato a vederlo ieri.

    TRAMA
    Bolt è la star di una seguitissima serie TV, in cui interpreta un cane dotato di superpoteri, che ha il compito di proteggere la sua padroncina Penny. A Bolt viene fatto credere che tutto sia vero e non una finzione televisiva, e che sia realmente dotato di superpoteri, in modo che possa recitare in modo più realistico: di vero c’è solo l’affetto che lega Bolt a Penny.
    Per erroe Bolt scappa dagli studios, e si ritrova trasportato da un camion a New York: da qui parte un lungo viaggio attraverso gli Stati Uniti per tornare a Hollywood da Penny, in quanto il cane è convinto che la ragazzina sia in pericolo e che abbia bisogno di lui. Bolt è inizialmente accompagnato dalla gatta randagia Mittens, che rapisce poiché crede che lei sappia dove si trova Penny; ai due si aggiungerò in un secondo momento il criceto Rhino, grande fans della serie TV di Bolt.
    Piano piano Bolt si rende conto di non possedere superpoteri e di essere vissuto in un modno di finzione: riesce a superare lo “shock” di essere diventato un cane normale anche grazie all’amicizia di Mittens e alla simpatia di Rhino. Nonostante il parere della gatta, Bolt è convinto che l’affetto che lo legava a Penny fosse reale: decide quindi di continuare il viaggio, e finalmente ritorna a Los Angeles; qui, in un drammatico finale, salva la vita a Penny, rimasta intrappolata nell’incendio del set provocato per errore  dal cane che ha sostituito Bolt bello show. La storia si conclude così con Penny che si è ritirata dalla carriera televisiva e con Mittens e Rhino che vengono adottati nella sua famiglia.
    FINE TRAMA


    L’intero film si può dividere in due parti distinte:

    - nella prima metà della storia, il film non decolla e risulta anzi leggermente noioso. Il regista compie la raffigurazione del set dove lavora Penny, volendo fare una leggere presa in giro al mondo hollywoodiano, ma questo non gli riesce completamente. Nel lungo (forse troppo lungo) prologo è rappresentata una puntata della serie TV di Bolt, piena di mirabolanti effetti speciali e di improbabili superpoteri; anche il personaggio caricaturale del manager di Penny non convince appieno. La figura della protagonista Penny contribuisce alla trama, ma non al film: è la rappresentazione stereotipata della classica bambina buona e brava, senza una particolare caratterizzazione.
    Come al solito, il film inizia a prendere quota quando l’attenzione si sposta dal mondo umano al mondo animale: il personaggio di Bolt è, seppur non eccezionale, discreto, simpatico nella sua fissazione supereroistica, e ammirevole nella tenacia quasi illusoria con cui vuole tornare dalla sua padroncina; al contrario la gatta Mittens è concreta e realistica, radicata nella vita reale e senza slanci di ambizione, come dimostra il progetto di restare a vivere come randagi insieme a Bolt: il suo è un personaggio però solo abbozzato, che forse aveva delle potenzialità e delle sfaccettature maggiori a cui si poteva dare più attenzione.

    - nella seconda metà il film cambia decisamente marcia, e ciò avviene precisamente con l’entrata in scena del criceto Rhino, vero punto di forza del film, che si rivela un’inesauribile fonte di comicità e simpatia, protagonista di ottime gag e buffe avventure del trio, e anche valido appoggio per Bolt durante la sua maturazione.
    Proprio la maturazione di Botl da “super-cane”  a cane normale occupa questa seconda parte: è ben sviluppata dalla sceneggiatura, non trattata in modo superficiale né immediata, ma vissuta con momenti di difficoltà che il cane riesce a superare anche grazie ai suoi due nuovi amici. Bellissima la scena in cui Bolt torna finalmente agli studios, vede Penny da lontano e le corre incontro: ma la ragazza abbraccia un altro cane, il suo sosia che lo ha sostituito nello show; Bolt se ne va affranto, non sapendo che la scena era solo un ciak e che in realtà non è stato sostituito anche nel cuore della padroncina. Forse un poco esagerata la scena dell’incendio del set, ma comunque il film si conclude bene, non risentendo del finale prevedibile di ricongiungimento tra Bolt e Penny.
    Da segnalare la presenza di alcuni piccioni in varie fasi del film, nel ruolo di spalle comiche; uno di questi pronuncia una gustosa autocitazione dal film “Alla ricerca di Nemo”.

    Concludendo, un prodotto discreto: un film a doppia velocità, che non passera alla storia ma che si lascia guardare; risente forse eccessivamente di una idea di base non troppo originale, ma comunque offri ottimi spunti comici e buoni sentimenti non stucchevoli.



    Il momento esilarante di tutto il film è stato comunque quando un signore vicino a me si è addormentato, mettendosi a russare sonoramente...mi sono veramente scompisciato ;D
    « Ultima modifica: Martedì 2 Dic 2008, 21:14:17 da Grrodon »

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      Re: Bolt - Un eroe a quattro zampe
      Risposta #1: Martedì 2 Dic 2008, 21:13:16


      Moltissimi progressi sono stati fatti dalla WDAS dai tempi in cui per uno sciagurato scherzo del destino il capo di allora, il mefitico Eisner, giunse alla conclusione che il 2d era morto e che bisognava acchiappare il nuovo pubblico proseguendo sulla scia dei Dreamworks CGI. Certo poi avvenne la fusione con la Pixar, l'arrivo di Lasseter, la fine dei sequel, la ripresa dei corti, del 2d, e tutto ciò che viene considerato un abbozzo di rinascita, compresa la scelta di non chiudere definitivamente con il 3d una volta tornati sui giusti binari ma avvalersi di volta in volta della tecnica più adatta al tipo di storia da raccontare. Quel che è certo è che se si esclude il procrastinatissimo e almeno sulla carta rivoluzionario Rapunzel, è con Bolt che possiamo considerare definitivamente chiusa la parentesi CGI "forzata", il famoso strascico eisneriano da cui bisognava aspettarsi il meno possibile, incrociando le dita e pregando. Con Chicken Little si era avuta una mezza roba, un prodotto indeciso a metà tra il Disneyano e il trendy, incapace di accattivarsi alcun pubblico, perfetto sintomo di una Disney allo sbando senza una direzione precisa, con I Robinson avevamo invece avuto un film salvato in corner dalla nuova gestione, ricco di ottimi elementi e una storia trasudante emozioni, ma ancora troppo pasticciato per poter essere minimamente competitivo, ma con Bolt gli effetti di questa nuova direzione iniziano a vedersi al 100%. E dispiace molto per il creativo Sanders e il suo diverbio con la Disney che l'ha portato alla concorrenza ma non c'è alcuna garanzia che il suo attraente American Dog avrebbe potuto iscriversi come invece fa Bolt in un progetto preciso. I tempi del re travicello, delle cellule impazzite e dei loro personalissimi progetti come Lilo & Stitch o Atlantis sono ormai lontani, ora che alla Disney c'è John Lasseter, pronto a dirigere ogni lavoro e a mettere il suo zampone anche nelle produzioni più infime, come i direct to video.
      In Bolt non esistono personaggi che chissà che belli che sarebbero stati in 2d, ognuno ha un certo appeal visivo e un'espressività molto convincente che li rende adatti alla tecnica utilizzata, i tempi comici sono finalmente tutti al punto giusto, non ci sono pause imbarazzanti, battute poco divertenti, sbalzi di registro come avveniva nei due Classici precedenti (e soprattutto nell'apocrifo The Wild, prodotto dalla CORE ma marchiato Disney). Persino Rhino, che dai trailer sembrava il personaggio più sguaiatamente dreamworksiano, riesce a trovare una collocazione senza interferire troppo. Finalmente quindi si ha una ferrea direzione, consapevole del tracciato in cui ci si sta muovendo, che sa quello che vuole e come raccontarlo. Certo il pretesto di base può sembrare già visto, e in questo campo Bolt è sicuramente un mix di situazioni già utilizzate. Il protagonista ha infatti la sindrome di Buzz Lightyear, e si muove in un contesto simile al Truman Show, il road movie con animali domestici è inoltre un topos spesso utilizzato sia nell’animazione di questi anni che nel periodo xerox (corsi e ricorsi storici), infine l’estetica dell’intero film fonde lo stile Disney con quello visto negli anni ‘90 negli Animaniacs. Alcuni personaggi di quella mitica serie tv Warner trovano qui infatti delle controparti, la coppia Bolt/Mittens infatti non può non ricordare Rita e Runt, vista anche la caratterizzazione disincantata e malinconica di lei, che sembra esser stata graficamente concepita da Chuck Jones. Per non parlare poi del terzetto di piccioni che Bolt incontra, dallo spiccato accento siciliano, uno dei quali si chiama per giunta Bobby, plagio/citazione dei warneriani Picciotti (ed è così che si autodefiniscono!). Ma anche in quel caso Bolt si dimostra un film ben scritto, visto che a differenza di quanto accadeva in The Wild, qui i vari gruppetti di piccioni non sono solo uno strambo incontro occasionale ma un leit motiv del film, che accompagna Bolt attraverso l’intero suo percorso facendolo incontrare con terzetti sempre diversi. Per giunta sono molto divertenti e chiosano con una certa arguzia l’intera pellicola, visto che è con una loro battuta che il film finisce.
      Il film sfocia nel classico viaggio di maturazione, con buoni sentimenti ed elogio dell'amicizia, tematiche tanto care allo stile Disney che non potranno non esser prese di mira dai soliti detrattori intellettualoidi, che riconosceranno in queste i soliti punti deboli della produzione DIsneyana: la punta di diamante di tutto questo è la canzone Barking at the Moon, cantata fuoricampo mentre il terzetto attraversa l'America, momento musical veramente azzeccato viste le sonorità country del brano. E' l'unica in tutta la pellicola, se si esclude I Thought I Lost You piazzata nei titoli di coda (peraltro con stilizzazioni 2d, molto carine), per il resto c'è una colonna sonora di John Powell non memorabilissima.
      Molto buono e assolutamente originale è invece a mio avviso la rappresentazione del mondo dello spettacolo, con degli umani molto ben riusciti sia sotto il profilo grafico che sotto quello caratteriale. Penny non è granché (ma del resto credo che debba incarnare per esigenze di copione il suo stereotipo), ma il suo irritantissimo agente, il regista invasato, la tipa del network sono tutte figure riuscitissime e perfettamente degne di Bolt, Mittens & co, che in quanto animali partono già avvantaggiati. Il fittizio telefilm è tralaltro un bellissimo esempio di versione moderna di quelle vecchie serie tipo Lassie o Furia, ripiene in modo quasi grottesco di cliché e stereotipi. L'unico rimpianto lo si ha con l'Uomo dall'Occhio Verde, il malvagio Dottor Calico che non viene mai utilizzato fuori dal set, quando invece sarebbe stato gustoso approfondirlo e magari ottenere l'effetto Laurie Brick (che in PKNA #15: Motore/Azione di Faraci e Ziche era l'attrice buonissima a cui toccava interpretare un personaggio cattivissimo, con le conseguenze comiche che questo comportava).
      Due parole vanno spese per la tecnologia 3d a base di occhialetti che dopo esser stata sperimentata in patria su Chicken Little e qui da noi con I Robinson approda finalmente in un gran numero di cinema, per esser poi riproposta anche dalla concorrenza in salse sempre diverse. L'effetto è buono, davvero, anche se in mezzo a tanta azione e spettacolarità mi sono un po' mancati quegli effetti estremi che nei Robinson facevano "bucare" lo schermo al cattivo o al burro d'arachidi. Andrebbero però alleggeriti gli occhiali, visto che dopo un po' danno fastidio al naso, e magari bisognerebbe togliere quel filtro grigiastro (poca cosa, specifichiamo!) che penalizza leggermente i colori originali del film.

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        Re: Bolt - Un eroe a quattro zampe
        Risposta #2: Martedì 2 Dic 2008, 21:13:43

        Invece un appunto molto polemico va fatto alla promozione del film. Lasciando perdere i trailer che puntano tutto su Rhino, personaggio che appare solo dopo la metà, e la mancata promozione su Topolino (niente cover dedicata e all'interno un servizio che proponeva una trama inventata), punterei l'accento sulle millemila clip con parti anche ingenti di film rilasciate sul web e sulla mole di informazioni e di elementi spoilerata anche solo da trailer e immagini promozionali. E' la prima volta che mi capita, ma l'impressione che ho avuto è di star vedendo brevi interstitials che facevano da ponte tra una scena già vista e l'altra. E anche mettendo da parte la clip iniziale, quella dei piccioni e quella del canile, il resto delle ambientazioni e delle situazioni, meno un paio verso il finale, erano già apparse in qualche modo. Gioie e dolori di internet, che giustifico solo pensando al fatto che non c'era tempo di lavorarsi il pubblico visti i tempi record per rimettere in sesto il progetto dopo i problemi avuti con Sanders.
        Ciò non toglie che Bolt da tutti questi problemi ne esce a testa alta, solido e senza falle. Di certo non sarà il film della rinascita, per quello c'è The Princess and the Frog che se l'anno prossimo farà buoni risultati potrebbe rilanciare il 2d definitivamente. Da Bolt ci aspettavamo tutti poco e abbiamo avuto abbastanza, siamo usciti abbastanza indenni dal più buio periodo per la storia Disney e di questo dobbiamo ringraziare quel pacioccone di John Lasseter.

        da La Tana del Sollazzo

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          Re: Bolt - Un Eroe a Quattro Zampe
          Risposta #3: Martedì 2 Dic 2008, 21:30:14
          E alla fine è arrivato. Cosa? Un Classico Disney che si merita senza riserve la C maiuscola e l’ho capito subito dalle prime immagini, dopo l’allegro Mickey dello Steamboat Willie che segue il nuov fantastico Castello. Un Classico senza se e senza ma, che mi ha ricordato alla fine della proiezione quelli del periodo Xerox, forse per via dei protagonisti animali. Fatto sta che l’atmosfera è proprio quella di film scanzonati come La Carica dei 101, Gli Aristogatti e Oliver & Co., grazie al fatto che il protagonista anche se non rapito nel senso stretto del termine è comunque allontanato da casa e dai suoi affetti, vale a dire dalla padroncina Penny, proprio come nei film sopra citati. Ma il bello e l’originalità rispetto a quelle gloriose pellicole è che Bolt viene allontanato dal suo mondo, ovvero quello del set del telefilm che lo vede protagonista, ma lui crede di essere stato allontanato dal mondo fittizio della finzione narrativa del telefilm stesso. Questo è fonte ovviamente di gag e di equivoci che se da una parte riconducono a Buzz Lightyear (ci ho pensato anch’io in sala, collegamento mentale palese) dall’altro portano più all’estremo questa situazione fondendola con contorni malinconici e riflessivi. Il tutto aiutato dai due co-protagonisti che incarnano due ruoli opposti e necessari per far progredire la vicenda: la gatta Mittens e il criceto nella palla Rhino.
          Insomma, il nostro Bolt, che nella prima parte ci è stato ben presentato nella sua vita quotidiana sul set (con una lunga sequenza presa dalla registrazione di una puntata dello show) e che viene catapultato nella vita reale senza nemmeno accorgersene, ha trovato dopo lo smarrimento iniziale un appiglio dal quale partire per muoversi, la gatta Mittens, riconducendola a un emissario dell’uomo dall’occhio verde cioè a elementi a lui familiari in un luogo che inizia a capire essere diverso dal solito. Il rassegnarsi al fatto che la sua realtà non era reale è un cammino lungo e tortuoso, proprio come in The Truman Show(che invece io non avevo ricollegato sul momento, ma il richiamo è d’obbligo), tanto che Bolt dà la colpa al polistirolo per la perdita dei suoi poteri. Mittens cerca di fargli capire come stanno le cose, e non è solo un personaggio comico nel suo non essere ascoltata ogni volta e nel suo essere trascinata per l’America, dimostra la sua profondità con il triste racconto del suo passato, accennato in forma falsificata precedentemente, che mi ha ricordato quello di Jessie, la bambola di Toy Story 2.
          Ma se da un lato c’è bisogno di qualcuno che faccia capire a Bolt che lui ha vissuto da sempre nella finzione, dall’altro c’è bisogno di qualcuno che creda in Bolt, di modo che lo possa incitare nel momento in cui c’è bisogno che lui un eroe lo sia davvero: chi meglio di un nerd, cioè di un criceto che abbia seguito tutte le puntate dello show e reputi il suo mito proprio lui? Rhino è perfetto, è geniale, esaltato anche da un doppiaggio italiano molto buono e convincente, dimostra come una spalla comica non debba per forza essere stupida ma possa far ridere e di gusto per battute, gag e situazioni ma nello stesso tempo possa dare svolte e stimoli alla trama e al protagonista… insomma, essere necessaria alla narrazione ed essere allo stesso tempo divertente e non demenziale a tutti i costi. Rhino motiva Bolt quando capisce che non è un super cane, facendogli capire che crede in lui e che lui può farcela comunque. Il bello di Rhino è che non si riesce mai a capire se lui è conscio del fatto che Bolt non è l’eroe del telefilm, ma anche se non lo èp gli piace crederlo perché gli fa bene farlo. Ed è bellissimo.
          Questo terzetto va a spasso per l’America, per tornare agli studios dalla sua Penny, classica padroncina di animali da film Disney, dapprima per trovare il Dottor Calico, unico vero cattivo del film che, ironia della sorte, è solo il cattivo della serie, poi per ricongiungersi a Penny. E la narrazione è sempre fluida, solo in pochi punti mi ha forse un pochino stancato, ma con scene spettacolari come quando saltano sul treno in corsa, quando vanno al canile a liberare Mittens e la scena finale in cui Bolt si lancia al salvataggio della sua Penny, veramente magistrale e (almeno per me) commovente. Classica chiusura da Classico, i Nostri si ritrovano a vivere tutti insieme insieme a Penny.

          Il terzetto protagonista si amalgama bene che meglio non si può, in virtù del fatto che ciascuno ha il suo ruolo e lo ricopre senza stonature.
          Questo terzo Classico in 3d è sicuramente il migliore, molto molto migliore di Chiken Littlee anche migliore dei Robinson che pure ho apprezzato. Qui ci sono delle marce in più e sono quelle di essersi rifatti direttamente al modo di raccontare storie in animazione dei bei film Disney, e questo non vuol dire che sono un sentimentalone conservatore che ritiene che solo quello è il Bello, ma che sentimenti ed emozioni semplici e forti sono stati la ricetta del successo di grandissimi film d’animazione e negli ultimi anni (Pixar a parte) è una scia quasi considerata fuori moda. Che poi si possa fare anche diversamente (Pixar innalzandosi o Dreamworks scegliendo la stile comico-demenziale a tutti i costi) sono d’accordo, ma è bene che ci sia sempre riattualizzazione di questo modo di concepire l’animazione, al di là della tecnica.
          Bolt è un film molto bello, e contrariamente a ciò che pensavo prima di vederlo mi prenderò pure il dvd, quando uscirà!

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          Andrea87
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            Re: Bolt - Un Eroe a Quattro Zampe
            Risposta #4: Martedì 2 Dic 2008, 21:38:54
            Citazione
            Insomma, il nostro Bolt, che nella prima parte ci è stato ben presentato nella sua vita quotidiana sul set (con una lunga sequenza presa dalla registrazione di una puntata dello show) e che viene catapultato nella vita reale senza nemmeno accorgersene, ha trovato dopo lo smarrimento iniziale un appiglio dal quale partire per muoversi, la gatta Mittens, riconducendola a un emissario dell’uomo dall’occhio verde cioè a elementi a lui familiari in un luogo che inizia a capire essere diverso dal solito. Il rassegnarsi al fatto che la sua realtà non era reale è un cammino lungo e tortuoso, proprio come in The Truman Show(che invece io non avevo ricollegato sul momento, ma il richiamo è d’obbligo), tanto che Bolt dà la colpa al polistirolo per la perdita dei suoi poteri. Mittens cerca di fargli capire come stanno le cose, e non è solo un personaggio comico nel suo non essere ascoltata ogni volta e nel suo essere trascinata per l’America, dimostra la sua profondità con il triste racconto del suo passato, accennato in forma falsificata precedentemente, che mi ha ricordato quello di Jessie, la bambola di Toy Story 2.

            non so voi, ma mi ricorda in un certo qual modo "La Carica dei 101 II - Macchia un eroe a Londra"

            Ok, ora linciatemi
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              Risposta #5: Martedì 2 Dic 2008, 21:45:27

              non so voi, ma mi ricorda in un certo qual modo "La Carica dei 101 II - Macchia un eroe a Londra"

              Ok, ora linciatemi

              Idem, anche io l'avevo pensato quando ho letto la trama. E ora potete linciare pure me ;D

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                Re: Bolt - Un Eroe a Quattro Zampe
                Risposta #6: Martedì 2 Dic 2008, 22:18:30
                Bolt dà la colpa al polistirolo per la perdita dei suoi poteri. Mittens cerca di fargli capire come stanno le cose, e non è solo un personaggio comico nel suo non essere ascoltata ogni volta e nel suo essere trascinata per l’America, dimostra la sua profondità con il triste racconto del suo passato, accennato in forma falsificata precedentemente, che mi ha ricordato quello di Jessie, la bambola di Toy Story 2.
                Sembrerebbe un gran film...
                Non l'ho ancora visto, ma dico un'eresia se, oltre ai film già citati da voi, mi ricorda un po' anche Dumbo?   :D

                P.S. Bolt (che in originale avrebbe dovuto intitolarsi American Dog) dovrebbe uscire in DVD a Marzo 2009 negli Usa!

                « Ultima modifica: Martedì 2 Dic 2008, 22:20:13 da iuventuri »

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                  Re: Bolt - Un Eroe a Quattro Zampe
                  Risposta #7: Sabato 6 Dic 2008, 20:14:36
                  Sono andata a vederlo ieri (il giorno dell'anniversario della nascita di Walt, come da tradizione). Molto bello, più di quanto mi aspettassi, il terzetto di animali è ben assortito e la scena del salvataggio finale è veramente commovente :'(
                  Tata a te, tata per ora! (Tigro)

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                    Re: Bolt - Un Eroe a Quattro Zampe
                    Risposta #8: Sabato 6 Dic 2008, 21:14:20
                    Da segnalare la presenza di alcuni piccioni in varie fasi del film, nel ruolo di spalle comiche; uno di questi pronuncia una gustosa autocitazione dal film “Alla ricerca di Nemo”.
                    Quale, se si può sapere?

                     

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