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I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale

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PolliceSu
    Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
    Risposta #1035: Venerdì 20 Nov 2020, 19:57:22
    Non butto certo nomi a caso ,ma sono storie emblematiche di un epoca che mi pare essere un po troppo trascurata nell economia della testata
    come faccio a mettere immagine qui

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    Giona
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      Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
      Risposta #1036: Sabato 21 Nov 2020, 10:31:14
      A me la storia Topolino e la cometa Teta piace, come è piaciuta lo storia della quale è il seguito, Topolino e la cometa Beta. Certo è, però, che queste due storie richiedono una sospensione dell'incredulità maggiore di quella solita che vede umanizzate solo determinate categorie di animali. Ad esempio, in Topolino e la cometa Beta compare anche una pianta antropomorfizzata (definita "Donna vegetale" nel sito di Andrea Salimbeti).
      « Ultima modifica: Sabato 21 Nov 2020, 13:37:51 da Giona »
      "Coi dollari, coi dollari si compran le vallate / Così le mie ricchezze saran settuplicate" (da Paperino e l'eco dei dollari)

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      dr. Paperus
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      PolliceSu
        Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
        Risposta #1037: Sabato 21 Nov 2020, 10:37:55
        Vorrei dire che l'incipit de La cometa Beta lo trovo romanticamente indimenticabile:

        "capita, a volte, di sentirsi un po' malinconici, magari in un nuvoloso pomeriggio di fine estate..."
        ex Paperinik il Templare e Volkabug, inventore dell'Immergrün; prima niubbo, poi lurkatore, adesso utente affezionato; secondo la monetazione antica TEMPLI*PAPERINICUS*E*PAPERIBUS*MIRUM

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          Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
          Risposta #1038: Sabato 21 Nov 2020, 10:42:44
          Io invece la trilogia delle comete non la sopporto. Anche se posso accettare che una cometa dell'alieno ( >:() Eta Beta parli, non posso accettare che c'è una strega. Non dico che le streghe non vadano bene, basti pensare ad Amelia, ma almeno vorrei che mi venisse fornita uno straccio di spiegazione: perché è mezza fiore e mezza donna? Perché vive a Topolinia anziché nel Paese delle streghe? Da dove viene e perché ha il controllo dei vegetali? Insomma, viene presentato un nuovo personaggio per niente approfondito, come usa dire oggi senza background, che è lì senza un motivo. Sarebbe bastato un Gambadilegno che vuole far soldi sfruttando le incredibili potenzialità della cometa. E ancora, come fanno ii nostri eroi a respirare nello spazio? Il lettore può immaginarsi che ci sia un'atmosfera artificiale, però non viene spiegato. Il tutto poi è condito da un finale assolutamente buonista e troppo zuccheroso, soprattutto nella seconda storia. Tutto questo ovviamente IMHO.

          Ciao!

          Il Grande Tiranno
          Vorrei dire che l'incipit de La cometa Beta lo trovo romanticamente indimenticabile:

          "capita, a volte, di sentirsi un po' malinconici, magari in un nuvoloso pomeriggio di fine estate..."
          Questo è vero. Meraviglioso.
          « Ultima modifica: Mercoledì 24 Mar 2021, 11:33:37 da Grande Tiranno »
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          MarioCX
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            Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
            Risposta #1039: Sabato 21 Nov 2020, 13:11:54
            Ma infatti.
            È chiaro che sarebbe assurdo negare l'elemento fantastico in un fumetto non realista, ma tutto deve stare all'interno di una coerenza con l'universo proposto senza sforare da quel perimetro concettuale.
            In caso contrario incappare nella classica boiata è un attimo.
            ...ho la febbre, ma ti porto fuori a bere...

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              Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
              Risposta #1040: Sabato 21 Nov 2020, 17:03:03
              Ma infatti.
              È chiaro che sarebbe assurdo negare l'elemento fantastico in un fumetto non realista, ma tutto deve stare all'interno di una coerenza con l'universo proposto senza sforare da quel perimetro concettuale.
              In caso contrario incappare nella classica boiata è un attimo.

              Non credo sia questo il problema, semmai come ho accennato prima trovo che Topolino ed Eta Beta risultino sminuiti, per come agiscono e per le interazioni che hanno, in una storia del genere rispetto a come siamo abituati a conoscerli... il classico discorso di personaggi che hanno bisogno di storie di un certo tipo per essere davvero valorizzati e ben sfruttati, ma questo non c'entra con una qualche coerenza di universo da rispettare... dopotutto nel fumetto classico ci sono importanti differenze anche all'interno della produzione dello stesso Gottfredson: se seguissimo questo ragionamento, il formidabile Topolino di De Maris di Topolino e il mistero di Macchia Nera sarebbe stato rovinato da Walsh in storie perfettamente surreali e prive delle "spiegazioni necessarie" a cui vi riferite, senza alcun tipo di background per personaggi o realtà immaginarie usa e getta... come in Topolino e l'uomo del 2000, Eta Beta e la spia poeta, Topolino ed Eta Beta nel pianeta minorenne, Eta Beta e il tesoro di Mook, Topolino e la macchina toc-toc (oh, guarda un po', proprio qua ci sono vegetali antropomorfi), Topolino e il deserto del nulla, Topolino e la scarpa magica, per non parlare di tutti gli interrogativi senza risposta di Topolino e Pippo cervello del secolo... qualcuno forse pensa che la produzione di Walsh sia di qualità scadente, che sia un cumulo di boiate? Si accomodi, io la penso diversamente ;) ovviamente non sto mettendo sullo stesso piano Walsh e Michelini, sto solo confutando la tesi secondo la quale il "perimetro concettuale" da non sforare sia poi così vicino.
              ex Paperinik il Templare e Volkabug, inventore dell'Immergrün; prima niubbo, poi lurkatore, adesso utente affezionato; secondo la monetazione antica TEMPLI*PAPERINICUS*E*PAPERIBUS*MIRUM

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                Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                Risposta #1041: Sabato 21 Nov 2020, 18:18:49
                Ma infatti.
                È chiaro che sarebbe assurdo negare l'elemento fantastico in un fumetto non realista, ma tutto deve stare all'interno di una coerenza con l'universo proposto senza sforare da quel perimetro concettuale.
                In caso contrario incappare nella classica boiata è un attimo.

                Nel mondo Disney è possibile vedere anche un Maggiolino che guida da solo (Un Maggiolino tutto matto) e un gatto che parla (Il gatto venuto dallo spazio) e una fatina che vola con un ombrello (Mary Poppins): se un dice di averli visti senza dire che sono personaggi di un film ti trattano da drogato, pazzo o ubriaco...

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                  Risposta #1042: Sabato 21 Nov 2020, 19:34:36
                  Ma infatti.
                  È chiaro che sarebbe assurdo negare l'elemento fantastico in un fumetto non realista, ma tutto deve stare all'interno di una coerenza con l'universo proposto senza sforare da quel perimetro concettuale.
                  In caso contrario incappare nella classica boiata è un attimo.

                  Nel mondo Disney è possibile vedere anche un Maggiolino che guida da solo (Un Maggiolino tutto matto) e un gatto che parla (Il gatto venuto dallo spazio) e una fatina che vola con un ombrello (Mary Poppins): se un dice di averli visti senza dire che sono personaggi di un film ti trattano da drogato, pazzo o ubriaco...

                  Si vabbè.
                  Mi sembra che si voglia per forza far valere sta cosa che "tutto può succedere giacché s'è visto di tutto".
                  Mi stai citando dei film di un general generico "universo Disney"  che nulla hanno a che vedere con gli ambienti a fumetti di Paperopoli e Topolinia.
                  Altri citano opere di Walsh che appartengono ad epoche remote e che oggi mal si adatterebbero ad un fumetto che nei decenni si è sviluppato diversamente ed in senso, se non più realistico, almeno meno fanciullesco.
                  Detto ciò, chi mi ha voluto capire mi ha capito...inutile adesso avvitarsi su una discussione che sta diventando una gara a chi ha l'ultima parola finendo a ripetere all'infinito le stesse cose declinandole nei modi più fantasiosi.
                  Per quel che riguarda il mio pensiero, credo di essere stato chiaro e non voglio annoiare nessuno, pertanto mi fermo qua.
                  « Ultima modifica: Sabato 21 Nov 2020, 19:39:43 da MarioCX »
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                    Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                    Risposta #1043: Sabato 21 Nov 2020, 23:21:17
                    Per quel che riguarda il mio pensiero, credo di essere stato chiaro e non voglio annoiare nessuno, pertanto mi fermo qua.

                    Ecco, forse è meglio ;) anche perché le storie di Walsh saranno remote ma rimangono capisaldi della letteratura disney, e, con tutte le censure accumulate negli anni, affermare che siano quelle più fanciullesche e meno realistiche lascia quantomeno perplessi... in Eta Beta e il tesoro di Mook si può trovare la cortina di ferro, giusto per intenderci... ma vabbè chiudiamola qui.
                    ex Paperinik il Templare e Volkabug, inventore dell'Immergrün; prima niubbo, poi lurkatore, adesso utente affezionato; secondo la monetazione antica TEMPLI*PAPERINICUS*E*PAPERIBUS*MIRUM

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                      Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                      Risposta #1044: Martedì 1 Dic 2020, 22:07:58
                      Vorrei se possibile conoscere l impressione generale dell albo da qualcuno che ha gia concluso la sua lettura :flower:
                      come faccio a mettere immagine qui

                        Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                        Risposta #1045: Mercoledì 2 Dic 2020, 00:08:12
                        L'impressione complessiva di quest'albo? La mia è quella di un insieme raccogliticcio e poco organico di storie francamente prescindibili.
                        Non che alcune non siano gradevoli, ma nel complesso non ne consiglierei l'acquisto.
                        « Ultima modifica: Mercoledì 2 Dic 2020, 13:12:30 da MarioCX »
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                          Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                          Risposta #1046: Giovedì 3 Dic 2020, 15:32:48
                          L'impressione complessiva di quest'albo? La mia è quella di un insieme raccogliticcio e poco organico di storie francamente prescindibili.
                          Non che alcune non siano gradevoli, ma nel complesso non ne consiglierei l'acquisto.
                          Non che non sia abituato al tuo cinismo, ma qui mi pare che il tuo giudizio del numero, oltre ad essere ingeneroso, non sia per nulla obiettivo, e te lo sta dicendo uno che ha già in altre edizioni quasi tutte le storie in sommario e non ha una predilezione particolare per nessuna di esse. Ma si tratta pur sempre perlopiù di materiale di non facilissima reperibilità e, nella sezione Superstar in particolare, non mi pare che tutte le storie siano "prescindibili": ce ne sono anzi almeno un paio che non sono certo dei capolavori, ma che, oltre ad avere lo stesso tema, hanno un valore storico di non poco conto. Mi piacerebbe, comunque, sapere come gestiresti la testata se dipendesse da te: spero che per "imprescindibili" tu non intenda solamente i grandi capolavori, perché quelli non sono poi così tanti da poter andare avanti per molti anni, e peraltro sono anche ristampatissimi nella maggior parte dei casi. Io personalmente considero imprescindibili tutte quelle storie che, anche se magari non brillano per qualità, sono ormai reperibili solo attraverso l'acquisto di costose e delicate pubblicazioni d'epoca. Sono proprio quelle le storie che più cerco, apprezzando anche la biblioteca di "classici" e di storie curiose che contemporaneamente ci si costruisce collezionando la testata mese per mese.

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                            Risposta #1047: Giovedì 3 Dic 2020, 16:21:01
                            L'impressione complessiva di quest'albo? La mia è quella di un insieme raccogliticcio e poco organico di storie francamente prescindibili.
                            Non che alcune non siano gradevoli, ma nel complesso non ne consiglierei l'acquisto.
                            Non che non sia abituato al tuo cinismo, ma qui mi pare che il tuo giudizio del numero, oltre ad essere ingeneroso, non sia per nulla obiettivo.

                            Non sono cinico, cerco di essere chiaro e sintetico anche in relazione al poco tempo che ho.
                            Certo che non sono obiettivo. Naturalmente si tratta di una mia opinione e come tale non può che essere soggettiva.
                            Tutti non siamo obiettivi nel giudicare secondo i nostri gusti e le nostre aspettative.


                            e te lo sta dicendo uno che ha già in altre edizioni quasi tutte le storie in sommario e non ha una predilezione particolare per nessuna di esse. Ma si tratta pur sempre perlopiù di materiale di non facilissima reperibilità e, nella sezione Superstar in particolare, non mi pare che tutte le storie siano "prescindibili": ce ne sono anzi almeno un paio che non sono certo dei capolavori, ma che, oltre ad avere lo stesso tema, hanno un valore storico di non poco conto. Mi piacerebbe, comunque, sapere come gestiresti la testata se dipendesse da te: spero che per "imprescindibili" tu non intenda solamente i grandi capolavori, perché quelli non sono poi così tanti da poter andare avanti per molti anni, e peraltro sono anche ristampatissimi nella maggior parte dei casi. Io personalmente considero imprescindibili tutte quelle storie che, anche se magari non brillano per qualità, sono ormai reperibili solo attraverso l'acquisto di costose e delicate pubblicazioni d'epoca. Sono proprio quelle le storie che più cerco, apprezzando anche la biblioteca di "classici" e di storie curiose che contemporaneamente ci si costruisce collezionando la testata mese per mese.

                            Sono contento per te se la testata "I Grandi Classici" collima con le tue lecite aspettative di completista.
                            Io preferirei vedere pubblicate in essa cose di sicuro pregio ristampate pochissimo rispetto ad altre storie.

                            Ad esempio questa storia:
                            https://inducks.org/story.php?c=I+TL++629-A
                            Ha avuto poche riedizioni...eppure è una vicenda intrigante narrata in modo perfetto.

                            Poi ci sono alcune storie Cimino/Bordini magnifiche e che molti giovanissimi continuano a non conoscere:
                            Questa, ad esempio, sono quasi vent'anni che non viene riproposta e lo è stata solo tre volte in mezzo secolo:
                            https://inducks.org/story.php?c=I+TL++748-A

                            Quest'altra:
                            https://inducks.org/story.php?c=I+TL++819-A
                            Ha avuto due ristampe in 49 anni e l'ultima risale a 22 anni fa.

                            Alla vicenda dello specchio nero è andata un po' meglio, ma mica troppo:
                            https://inducks.org/story.php?c=I+TL++595-C

                            Potrei continuare ancora, ma mi fermo qua.
                            Ho scritto "non ne consiglio l'acquisto" a causa della bassa qualità delle storie, avrei dovuto usare la formula, molto ricorrente nelle recensioni discografiche, "for fans only".
                            Buon pomeriggio.
                            « Ultima modifica: Giovedì 3 Dic 2020, 22:26:28 da MarioCX »
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                              Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                              Risposta #1048: Lunedì 7 Dic 2020, 02:56:49
                              L'impressione complessiva di quest'albo? La mia è quella di un insieme raccogliticcio e poco organico di storie francamente prescindibili.
                              Non che alcune non siano gradevoli, ma nel complesso non ne consiglierei l'acquisto.
                              Non che non sia abituato al tuo cinismo, ma qui mi pare che il tuo giudizio del numero, oltre ad essere ingeneroso, non sia per nulla obiettivo.

                              Non sono cinico, cerco di essere chiaro e sintetico anche in relazione al poco tempo che ho.
                              Certo che non sono obiettivo. Naturalmente si tratta di una mia opinione e come tale non può che essere soggettiva.
                              Tutti non siamo obiettivi nel giudicare secondo i nostri gusti e le nostre aspettative.


                              e te lo sta dicendo uno che ha già in altre edizioni quasi tutte le storie in sommario e non ha una predilezione particolare per nessuna di esse. Ma si tratta pur sempre perlopiù di materiale di non facilissima reperibilità e, nella sezione Superstar in particolare, non mi pare che tutte le storie siano "prescindibili": ce ne sono anzi almeno un paio che non sono certo dei capolavori, ma che, oltre ad avere lo stesso tema, hanno un valore storico di non poco conto. Mi piacerebbe, comunque, sapere come gestiresti la testata se dipendesse da te: spero che per "imprescindibili" tu non intenda solamente i grandi capolavori, perché quelli non sono poi così tanti da poter andare avanti per molti anni, e peraltro sono anche ristampatissimi nella maggior parte dei casi. Io personalmente considero imprescindibili tutte quelle storie che, anche se magari non brillano per qualità, sono ormai reperibili solo attraverso l'acquisto di costose e delicate pubblicazioni d'epoca. Sono proprio quelle le storie che più cerco, apprezzando anche la biblioteca di "classici" e di storie curiose che contemporaneamente ci si costruisce collezionando la testata mese per mese.

                              Sono contento per te se la testata "I Grandi Classici" collima con le tue lecite aspettative di completista.
                              Io preferirei vedere pubblicate in essa cose di sicuro pregio ristampate pochissimo rispetto ad altre storie.

                              Ad esempio questa storia:
                              https://inducks.org/story.php?c=I+TL++629-A
                              Ha avuto poche riedizioni...eppure è una vicenda intrigante narrata in modo perfetto.

                              Poi ci sono alcune storie Cimino/Bordini magnifiche e che molti giovanissimi continuano a non conoscere:
                              Questa, ad esempio, sono quasi vent'anni che non viene riproposta e lo è stata solo tre volte in mezzo secolo:
                              https://inducks.org/story.php?c=I+TL++748-A

                              Quest'altra:
                              https://inducks.org/story.php?c=I+TL++819-A
                              Ha avuto due ristampe in 49 anni e l'ultima risale a 22 anni fa.

                              Alla vicenda dello specchio nero è andata un po' meglio, ma mica troppo:
                              https://inducks.org/story.php?c=I+TL++595-C

                              Potrei continuare ancora, ma mi fermo qua.
                              Ho scritto "non ne consiglio l'acquisto" a causa della bassa qualità delle storie, avrei dovuto usare la formula, molto ricorrente nelle recensioni discografiche, "for fans only".
                              Buon pomeriggio.
                              Ti ringrazio per i chiarimenti. Le storie che citi è più che giusto che trovino posto nella testata, ma è chiaro che lo spazio è limitato e la produzione italiana talmente sterminata che è normale per molte storie, anche meritevoli, restare indietro col rischio di dover attendere anni per vederle ristampate. Lo stesso vale per altre storie che cerco io degli anni '50, ancora in attesa di ristampa. Naturalmente la speranza è che in entrambi i casi non ci siano problemi di impianti. Per il resto, e per quanto riguarda questo numero in particolare, credo che alcune storie di qualità alta ci siano eccome, come ci sono quasi sempre (una qualità il più possibile oggettiva, non legata ai gusti personali), perciò mi sembrava fuori luogo sconsigliare il numero in generale, a prescindere quindi dai gusti e dalla biblioteca fumettistica di ognuno, dato che alcune storie presenti questo mese, per il loro valore storico, dovrebbero conoscerle tutti.

                              *

                              Gladstone
                              Diabolico Vendicatore
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                                Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                                Risposta #1049: Lunedì 14 Dic 2020, 18:51:00
                                Recensione I Grandi Classici Disney 59


                                 Archeologia del fumetto Disney: così potremmo definire l’interessante sezione Superstar dei Grandi Classici 59, un florilegio di piccole perle del passato più remoto delle storie di Topi e Paperi. Raramente nel mensile, quantomeno negli ultimi anni, compare il nome di Floyd Gottfredson, ma è sempre una festa poter rileggere su queste pagine le sue opere al servizio del Mickey Mouse più autentico. Stavolta, complice il filo conduttore della sezione monografica dedicata (più o meno interamente) alla nobile professione dei vigili del fuoco, abbiamo l’occasione di rivedere una delle primissime avventure di Topolino in cui il nostro è ancora l’adorabile ragazzetto della sconfinata campagna statunitense, la periferia esistenziale del Midwest composta di fattorie e piccoli insediamenti rurali dalla quale proveniva lo stesso Walt Disney.

                                 È evidente – e del resto risiede proprio in questo l’eterno fascino di storie come Topolino arciere: i principali personaggi disneyani dei primissimi anni Trenta sono ancora in rodaggio e il loro mondo non è certo ben definito o “canonico”. Piccole vicissitudini di vita quotidiana un po’ naif, in cui il piccolo protagonista si ingegna per far fidanzare ufficialmente gli amici di sempre, Orazio e Clarabella. Ed è proprio un incendio in casa di quest’ultima, tra varie gag che riecheggiano corti di quel periodo come The Fire Fighters o Mickey’s Fire Brigade, a portare alla lieta unione tra i due.

                                 La lettura di una storia così antica rispetto agli standard che lo stesso Gottfredson avrebbe fissato solo pochi anni dopo ha il giusto sapore rétro che dovrebbe far capolino un po’ più spesso sulle pagine dei Grandi Classici, magari rispolverando versioni come quella qui riproposta di Topolino arciere: strisce rimontate provenienti dal diciannovesimo albo di Nel regno di Topolino del 1936, con la caratteristica colorazione rosata di quel periodico, che non si vedevano in ristampa dal prestigioso Topolino 70 anni di carta del 2002.

                                 
                                Le origini del fidanzamento combinato di Orazio e Clarabella

                                 Una simile aria di piacevole vetustà si respira anche nelle altre storie riproposte in coda all’albo: la sublime arte comica del Carl Barks degli anni Quaranta, periodo in cui l’Uomo dei Paperi non sbagliava un colpo né nelle fulminanti ten-pager né nelle avventure di più ampio respiro per Four Color, pervade le due disavventure paperiniane in questione. Paperino e l’incendiario è un capolavoro puro concentrato in sole tredici pagine: piromania, un mistero da risolvere, un protagonista pazzo e scalmanato da domare. Fondamentalmente un piccolo manuale di sceneggiatura che, ahinoi, subì una censura già all’epoca della sua prima pubblicazione per via di un finale non convenzionale. Lo stacco, causato da un ben poco originale risveglio da un incubo, è abbastanza evidente ma non rovina la bellezza delle tavole precedenti in cui vengono apparecchiate le gesta dei paperi, più o meno assennati, e di “Benzina” Banzoni.

                                 
                                Fiamme e distruzione!

                                Più classica è invece l’altra storia barksiana, Paperino capopompiere. Ciò che la avvicina alle vicende dell’Incendiario, riferimenti infiammabili a parte, è la caratteristica principale del papero che, con il passare dei decenni fino alla stretta attualità, è andata desolatamente affievolendosi. Paperino di base è intraprendente, in una maniera però così folle e autodistruttiva da portarlo – in totale buona fede – a risultati basati su un ribaltamento delle aspettative: un disastro tira l’altro e, in questo caso, si assiste alla sua degradazione a ruoli sempre più marginali nel fondamentale corpo dei pompieri di Paperopoli. Che il numero 13 sul suo casco fosse già un malaugurato avvertimento? In una storia di cui si respira a pieni polmoni una certa americanità di fondo, il meccanismo della malasorte applicato a quella cifra è funzionale: Paperino è sì sfortunato, ma davanti alle difficoltà non si rifugia in una confortante e autoassolutoria pigrizia da amaca.

                                 Allo stesso modo una caratterizzazione simile, pur spogliata della verve di Barks, compare in Paperino pompiere, di poco successiva. Qui l’ambientazione è un generico e proletario sobborgo in cui i paperi, Pippo e Gambadilegno vivono l’uno accanto all’altro; la distinzione netta tra Paperopoli e Topolinia, evidentemente, è ancora di là da venire. Anche il ritmo non è quello proprio del fumetto, dato che sembra di assistere a un corto d’animazione, con logiche che tuttavia funzionano anche su carta. Il ruolo dei pompieri nelle piccole comunità americane è, si sarà capito, fondamentale e i paperi ne sono del tutto consapevoli. La particolarità di questa storia risiede semmai nel rapporto conflittuale tra Paperino e un acerbo Zio Paperone, qui ritratto come un vecchietto maligno che vive in una stamberga, con l’insolita “capigliatura” che avrebbe ritrovato cinque decenni dopo in due rare apparizioni in Mickey Mouse Works e nella coppia di film natalizi del 1999 e del 2004 con gli standard characters. Nulla di trascendentale, ma questa abbozzata versione della “Paperopoli” di Paul Murry merita una certa attenzione, essendo peraltro assente dal 1997 nelle testate Disney italiane.

                                 
                                Basette d’antan e malefici sogghigni

                                Ottimo l’inserimento, sempre in questo recupero dell’antico, di una storia poco nota di Gil Turner con Ezechiele, Lupetto e i Tre Porcellini, perfettamente in tema con le altre. Cosa che non si può dire, invece, di Topolino contro la banda elettrica di Bruno Concina e Sergio Asteriti: una serie di furti inspiegabili si scatena a Topolinia, “la Polizia brancola nel buio”, Pippo sembra essere coinvolto in prima persona, Topolino risolve il caso. Tutto è assai classico, a partire da un buon utilizzo di Basettoni e Manetta che a tratti ricordano le proprie versioni originali delle strisce sindacate, ma sembra stonare rispetto alla scelta perfettamente calibrata delle Superstar di novembre 2020 data l’assenza di qualsivoglia elemento riconducibile ai vigili del fuoco. Lodevole, comunque, come riproposizione di un buon giallo urbano, perché di questo stiamo parlando, a tredici anni dall’ultima ristampa sulle Imperdibili. Come già avvenuto nel passato più recente, tuttavia, è di nuovo il caso di una storia il cui legame con le altre “perle rare” è decisamente labile se non addirittura inspiegabile.

                                 Poco male, comunque, rispetto a una prima parte dell’indice che non brilla particolarmente neanche questo mese. L’albo si apre, in continuità con il numero 49 dello scorso gennaio, con le vicende della cometa Teta. Sul “ciclo delle comete” firmato da Fabio Michelini sono poche le cose da dire, in verità: stilemi cari all’autore partenopeo, a partire da uno spiccato e personalissimo gusto per il fiabesco applicato ai personaggi Disney, si rincorrono nei due tempi di questa avventura in cui Topolino e Eta Beta fronteggiano i dispetti di Teta, in un tourbillon che porta alla comparsa di un “bruco nero” divoratore di mondi. Nonostante un sottinteso appiattimento dell’uomo del 2000 sulla sua versione “extraterrestre”, è tuttavia degno di nota il tentativo di trovare un compromesso con la caratterizzazione walshiana di Eta Beta, riprendendo ad esempio il traduttore universale già apparso nella storia d’esordio di questo peculiare comprimario. Notevoli, invece, i disegni di Massimo De Vita, che tra gli anni Ottanta e i Novanta aveva raggiunto probabilmente la vetta apicale della sua carriera di disegnatore di Topolino.

                                 
                                Qualsiasi lingua, inclusa quella interrogativa delle comete

                                 Il resto è ordinaria amministrazione, con una serie di riempitive che, nel bene e nel male, mostrano le varie potenzialità dei personaggi Disney. Se infatti abbiamo una buona commedia con lo strampalato 01 Paperbond proveniente dall’ampio corpus autoriale di Dick Kinney e Al Hubbard, storie come Gilberto e i poeti spaziali (attribuita a Martina, ma in realtà scritta dai Barosso; disegni di Perego) e Qui, Quo, Qua e il richiamo radiocomandato (Lockman e Strobl, per l’ineluttabile “quota Newton” del mese) fanno invece parte di quel vastissimo sottobosco di “avventure” minori che – purtroppo – appesantiscono la lettura di un albo complessivamente di buona fattura.

                                 Esulano da questo discorso la simpatica Paperino e la caccia all’amuleto di Chendi e Capitanio e, soprattutto, Zio Paperone e il grande “party”: in questo caso Dalmasso riesce a scrivere un Paperone simil-barksiano, disposto a tutto pur di imbucarsi a un fastoso ricevimento del notabilato paperopolese, rendendo così interessante una storia che di primo acchito potrebbe sembrare quasi banale.

                                 Notizie dall’edicola disneyana Piccola postilla, un extra che ci fa piacere segnalare in calce a questa recensione. Da tempo I Grandi Classici escono in edicola accompagnati da una sorta di “scudiero editoriale” che, forte del potente nome del titolare della testata, sembra riscuotere un buon successo: Zio Paperone. Pur non essendo una collana che il Papersera recensisce, stavolta è cosa buona e giusta fare una piccola eccezione.

                                 Differentemente dal solito trend, vale a dire la ristampa un po’ casuale di avventure paperoniane di produzione italiana degli ultimi vent’anni, Zio Paperone 29 sfoggia un indice insolito. Presentate da Francesco Gerbaldo, curatore di Cronache dal Papersera, in apertura vengono proposte una classica scarpiana e il suo sequel danese. Paperino e la farfalla di Colombo e Zio Paperone e il popolo delle farfalle sono strettamente collegate tra loro per motivi forse poco noti ai lettori italiani: la prima, risalente al periodo autoriale più felice di Scarpa, è un’avventura molto amata in Germania in quanto presente sul primo, storico numero di Lustiges Taschenbuch, periodico di lungo corso tedesco; la seconda, invece, è un deferente omaggio all’autore veneziano in occasione dei cinquant’anni della testata teutonica. A prescindere dalle altre storie proposte, è un albo da recuperare.



                                Voto del recensore: 3/5
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