Recensione I Grandi Classici Disney 63 Triscaidecafobia. Fu mai pronunziata parola più affascinante su una pagina di fumetto? Forse no. “Deliziosa”, come giustamente la definisce Luca Boschi subentrato a Lidia Cannatella nel trafiletto di apertura, è la storia dello “strano duo”
Guido Martina e
Romano Scarpa Paperino e la triscaidecafobia. La paura irragionevole del numero tredici (questo il significato) assurge a livelli paradossali e ponderatissimi in questo piccolo gioiello di iperboli e colpi di scena.
Meno brillante la storia di
Carlo Panaro ed
Enrico Faccini Paperoga e l’aiuto controproducente, in cui il Paperoga facciniano scalpita per diventare quella perla che sarà in seguito, ancora non servito da una sceneggiatura sufficientemente surreale né da un disegno nel pieno della maturità (ancorché già molto godibile).
Pregevolissimo quanto indipendente
remake di
Paperino e la scavatrice è
Zio Paperone e il dono prestigioso, di
Abramo e Giampaolo Barosso e
Romano Scarpa. Una vera ed eccellente “barossata” che riprende in buona parte dei passaggi essenziali il capolavoro di Barks, senza però andare a riesumare quelli davvero irripetibili, errore comunissimo nei
remake con alte e indebite pretese.
Segue
Archimede ballerino telefonico, di
Vic Lockman e
Phil DeLara, quest’ultimo alle matite: ne risulta quasi uno Strobl irrigidito. Quanto alla storia, lascia sicuramente rimpiangere le brevi di Barks con l’inventore di Paperopoli. Non va troppo meglio con
Paperina e il visconte gentiluomo, opera di un
Giorgio Pezzin difficile da riconoscere e di un
Giorgio Cavazzano, invece, in uno dei suoi… numerosi periodi d’oro.
Guarda chi si rivede
Ma il numero si risolleva immediatamente: dopo una tenera pagina con Topolino alle prese con dei
piccoli geni (firmata da
Bill Walsh e
Manuel Gonzales) è il momento di
Super Pippo e il sabotaggio di Gancio:
Luca Boschi è, come suo solito, a pieno agio con questi personaggi secondari e riempie tutti i passaggi della storia di scelte intelligenti e umoristiche. Un peccato che non si sia cimentato più spesso nelle sceneggiature disneyane. Ai disegni troviamo
Marco Palazzi, che allora entrava nel suo periodo di maggiore attività, culminato nella collaborazione alla saga di Wizards of Mickey. Fra i personaggi ripescati dal lontano passato troviamo
il ricco collezionista Fila Telico, denominatore comune di alcune fra le storie che andiamo ora a commentare.
Sono infatti i
francobolli il tema della sezione Superstar di questo mese. Molto azzeccata la scelta di affiancare al
monumento barksiano Paperino contro l’Uomo d’Oro un’avventura sudamericana in buona sostanza ricalcata su quest’ultima ma con protagonisti Topolino e Pippo,
Topolino e la grande caccia al francobollo di
Carl Fallberg e
Paul Murry. La storia, ahilei, patisce impietosamente il confronto con il lavoro di Barks, che è un bellissimo viaggio verso la Guyana britannica infarcito di perle umoristiche e di tensione avventurosa, con una propensione all’integrazione fra azione e apertura paesaggistica di altissimo profilo.
L’orrore, l’orrore
Sempre in tema di ispirazioni nobili, si rifà vagamente al sublime cortometraggio
I pulitori di orologi la storia di
Daan Jippes e
Freddy Milton (coautori sia sul versante dei testi sia su quello grafico)
Paperino pulitore esperto, in cui un Jippes ad inizio carriera si scatena e prende le misure di quella che sarà la sua personale visione dell’eredità dell’Uomo dei Paperi.
E per finire, ecco una storia veramente strana:
Topolino e il francobollo rivelatore, scritta dallo Studio Disney per il mercato internazionale (le cosiddette “S-code”) e disegnata da
Giorgio Rebuffi. Ma attenzione: a fianco del delizioso disegnatore milanese troviamo nientemeno che
Ivo Milazzo, il quale – ancora acerbo – compie su Rebuffi una certa opera di irrigidimento quasi “delariana”; ed essendo già Rebuffi un disegnatore “ossuto”, il risultato non è sempre il massimo della morbidità. Il risultato non è brutto, ma certo è particolare. Ciò detto la storia si regge in piedi e regala dei buoni momenti.
Nel complesso un numero buono, che sa miscelare rarità e pezzi forti puntando sull’equilibrio qualitativo, il cui acquisto ci sentiamo senz’altro di consigliare. Buona lettura!
Voto del recensore:
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