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I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale

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Paolo
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    Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
    Risposta #855: Venerdì 24 Apr 2020, 18:43:15
    Per approfondire l'argomento se vuoi c'è questa pagina  http://www.papersera.net/wp/2018/01/23/omaggio-abbonati/ dedicata proprio a quella testata.

      -Paolo

      Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
      Risposta #856: Venerdì 24 Apr 2020, 18:54:15
      Grazie Paolo. Lo leggerò senz'altro, data la mia totale ignoranza sull'esistenza di questi albi che tra l'altro sembravano essere davvero interessanti
      Luca Giacalone

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        Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
        Risposta #857: Venerdì 24 Apr 2020, 20:17:46
        normalmente c'era la scelta fra un libro o un gioco

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        Vito65
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          Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
          Risposta #858: Venerdì 24 Apr 2020, 23:12:36
          Aggiungo a quanto detto sopra che le storie pubblicate sui volumi cartonati di cui stiamo parlando risulteranno probabilmente un po' penalizzate nel formato più ridotto dei Grandi Classici.

            Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
            Risposta #859: Sabato 25 Apr 2020, 08:07:04
            Quindi se ho inteso bene sono in bianco e nero tranne le ristampe.
            « Ultima modifica: Domenica 26 Apr 2020, 03:21:13 da Valerio »

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            Vito65
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            PolliceSu
              Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
              Risposta #860: Sabato 25 Apr 2020, 13:01:38
              Quindi se ho inteso bene sono tutti in bianco e nero tranne le ristampe che lo alternano al colore.
              I primi volumi cartonati dell'epoca presentavano tutte le storie in bianco e nero, e successivamente si passò all'alternanza con le tavole colorate. Come verranno presentate adesso le ristampe nei Grandi Classici lo scopriremo presto.

                Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                Risposta #861: Sabato 25 Apr 2020, 15:20:29
                Allora, riguardo i volumi omaggio abbonati io li ho tutti fino al 1980, compresi i due non fumettosi cioè "Il guiness dei primati" e "il grande libro dei giochi".
                Dollari e spiccioli del 1972 dedicato a Paperone ha la particolarità che le  brevi  storie sono raggruppate in capitoli stampati ognuno con colori diversi, arancione, azzurro, viola, rosso.E poi la copertina è alquanto improbabile...si è mai visto un  Paperone che taglia parti di banconote che straripano dalla sua cassaforte?
                I volumi ai quali sono più legata sono però i primi tre, assolutamente indispensabili per un appassionato,  e cioè  Le nostre prime leggendarie imprese del 1966
                Trilogia di Topolino del 1969
                Le follie di Eta Beta  del 1971 che hanno al loro interno anche dei preziosi  redazionali a cura di Elisa Penna con  molte informazioni sulla vita lavorativa di Walt Disney, le prime avventure di Topolino e i suoi storici disegnatori, e altre pagine che raccontano il
                mondo Disney fatto anche di documentari sulla natura, ideazione in Florida  di Disney World con relative foto interessantissime o il racconto Scenografia e Colore che  spiega i metodi di lavorazione (dell' epoca!) per realizzare i capolavori animati che conosciamo.
                Ma esiste un topic per queste testate?

                  Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                  Risposta #862: Domenica 26 Apr 2020, 17:56:42
                  Purtroppo anche a me manca il 49 non sono riuscito a trovarlo da nessuna parte ne su internet ne altrove . Se qualcuno lo vuole vendere sono disposto ad acquistarlo , la banconota non mi interessa . Grazie

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                  Maximilian
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                  PolliceSu
                    Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                    Risposta #863: Venerdì 1 Mag 2020, 17:53:42
                    Io detesto quella sorta di universo parallelo torbido e inquietante creato da Siegel
                    Appunto per questo volevo sentire il parere di qualche altro utente  ;)

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                      Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                      Risposta #864: Venerdì 1 Mag 2020, 19:29:42
                      Siegel come ho letto in un articolo comincio a scrivere per topolino perche venne richiesta a lui una storia dal allora direttore che mi pare fosse Gentilini ,poi la cosa piacque e vennero realizzate numerose storie A me non dispiacciono Proprio in questi giorni sto leggendo PIPPO DRAGO DEI TRAVESTIMENTI eTOPOLINO E IL TERRORE AD ALTA TENSIONE entrambe disegnate da ASTERITI
                      come faccio a mettere immagine qui

                        Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                        Risposta #865: Lunedì 18 Mag 2020, 21:26:40
                        Ricco, ma non abbastanza... Cannatella
                        Zio Paperone e la galassia dei profeti indovini   Cimino/Cavazzano
                        Paperoga cacciatore degli abissi  Kinney / Hubbard
                        Pico De Paperis e il premio inadatto Lockman/ Strobl ( chine di Liggera)
                        Le Tops Stories - Topolino e la caverna di Alì Babà Pezzin/ Massimo De Vita
                        Paperino e la gara di sci acquatico Barks
                        Ser Lock e il furto d'auto
                        Pippo e la superfantasia Saio- Repetto/ Dossi 
                        STORIE SUPERSTAR - In dono agli abbonati Boschi
                        La superventosa di Archimede Studio Disney - Gazzarri/ Carpi
                        Paperino re delle banane ?/ Bradbury
                        Paperino nel mare di Groenlandia Martina/ Perego
                        Zio Paperone e il monte degli eremiti Martina/Bottaro 
                        « Ultima modifica: Lunedì 18 Mag 2020, 21:36:27 da Geronimo »
                        Luca Giacalone

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                        il grillo atomico
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                          Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                          Risposta #866: Lunedì 18 Mag 2020, 23:12:23
                          mi lasciano sempre in dubbio le brevi americane di 6-7 pagine che vedo presenti anche in questo numero e dire che ci sarebbe tanto materiale da ripescare sui topolini anni 60 -70-80-90
                          come faccio a mettere immagine qui

                            Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                            Risposta #867: Lunedì 18 Mag 2020, 23:18:37
                            Urca... Paperino nel mare di Groenlandia!  Era da un po' che volevo recuperare questa vecchia storia che mi sembra la più interessante dell'albo, anche per il modo in cui fu realizzata da Perego, in uno stile evidentemente barksiano e differente da quello che adotto' nelle storie successive

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                            Gladstone
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                              Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                              Risposta #868: Mercoledì 20 Mag 2020, 13:47:10
                              Recensione I Grandi Classici Disney 52


                               E niente, l’assioma delle cose certe della vita colpisce anche stavolta: nonostante la sovrabbondanza di tempo libero scandito dal tedio della quarantena, dall’isolamento, dal lockdown, dalla Fase 2, dalle innumerevoli dirette social del Presidente (meme compresi), la recensione dei Grandi Classici rispetta su questi lidi il consueto ritardo. Di certezza in certezza, dunque, scavalcata la tradizionale e riuscita copertina di Cavazzano con i suoi personaggi che indicano cose o persone, il mese di aprile 2020 è caratterizzato da un florilegio di qualità sulle pagine del nostro mensile preferito.

                               Sembra che il famoso disclaimer da poco introdotto nelle testate dedicate alle ristampe o, come in questo caso, al recupero delle storie del passato remoto della vasta e multiforme produzione a fumetti disneyana stia producendo dei bei risultati: la riproposizione dei Ribelli di Brillifrilly ne è un valido esempio. Se nel 2020 è difficile trovare sulle pagine di Topolino espedienti narrativi oggi considerati estremi, la possibilità di rivedere una storia così legata alla sua epoca – e soprattutto alla sensibilità che si aveva una cinquantina d’anni fa – fa sempre piacere. Qui non si fa mistero dell’esistenza di ribellioni, contrabbando, agitazioni varie nel mondo di fine anni Sessanta: siamo nel 1968, il Sudest asiatico è particolarmente turbolento ed è da tempo uno dei principali punti caldi del pianeta.

                               Già Carl Barks aveva avuto modo, soltanto due anni prima, di inserire i suoi paperi nell’Unsteadystan sconvolto da una (disneyana) guerra civile; ora è il turno di Guido Martina che, forse premendo meno il tasto della satira feroce, fa finire Topolino e Pippo a Brillifrilly, «uno dei pochi sultanati indipendenti che ancora esistono». E siccome non c’è paese scosso da sediziose guerriglie senza armi, ecco che attorno a un manipolo di trafficanti e al pericoloso contenuto di una cinquantina di casse ruota tutta la vicenda. Se Martina insomma attinge dall’attualità per confezionare un intrigante ed esotico giallo, un proteiforme Carpi non è da meno e si diverte a sperimentare soprattutto nel character design: Pippo, in particolare, è un ibrido tra la lezione classica gottfredsoniana, il pionierismo di Bioletto, il manierismo di Murry e l’apporto, coevo, dell’animazione e di alcuni autori impegnati sul fronte dello Studio Disney (si pensi ad alcune espressioni pippesche simili a quelle realizzate, ad esempio, da Fred Abranz).

                               
                              Variazioni carpiane sui quattro Pippi

                               A proposito di storie figlie della propria epoca: i trafficanti, i sequestri di persona e un’allusione (disneyana) al terrorismo sono tra gli aspetti più memorabili di Topolino e il contrabbando… armato, un autentico campionario di adorabili esagerazioni. Chi ai testi se non Jerry Siegel? Pier Lorenzo De Vita è poi abile nel far percepire il senso di tangibile e spoglia povertà di una Topolinia in recessione: le prime tavole sono affollate da una torma di disoccupati e di emarginati che, pazientemente, attendono il proprio turno davanti all’Ufficio di Collocamento della città. Topolino e Pippo sono tra costoro e, complice l’arruolamento come guardie di frontiera, avranno il loro bel daffare davanti all’esageratissima escalation che Siegel apparecchia con una punta di sadico divertimento: prima i fucili, poi i carrarmati, infine le bombe ad orologeria.

                               I fratelli Barosso e Sergio Asteriti prendono invece Tip e Tap e li infilano in una Partita a “guardie e ladri” in cui i bimbetti hanno la meglio su due esponenti della malavita cittadina. Come sempre per quanto riguarda le storie realizzate dai due congiunti genovesi, il ritmo di queste 15 tavole è serrato e dinamico; i toni sono abbastanza infantili, visti i protagonisti e l’escamotage utilizzato per catturare i cattivi, ma il risultato è buono, quello delle “belle vecchie brevi di una volta”. E se nei Ribelli di Brillifrilly Carpi avrebbe ripreso, tra gli altri, gli autori americani, in questo caso un ancor giovane Asteriti dà a Sgrinfia e al suo compare delle fattezze mutuate dalle tavole di Paul Murry, principale riferimento grafico per gli autori italiani alle prese con i topi negli anni Sessanta (si veda anche Massimo De Vita).

                               Sul versante paperopolese, invece, il modello all’epoca non può che rimanere quello barksiano ed è lo stesso De Vita a farsi ispirare dal Maestro dell’Oregon per i disegni di Paperino e le zanzare Za-Za, ristampata nella sezione monografica delle Superstar. Sfogliare questa storia, sceneggiata dai Barosso, equivale a fare un viaggio nell’esercizio della mimesi artistica, un concetto che sembra quasi essere il tema portante di quest’albo: i vantaggi stilistici ottenuti dall’influenza delle opere degli autori d’Oltreoceano sono molti e tutti positivi.

                               Una testimonianza degli effetti benefici della contaminazione è per l’appunto offerta dalle tavole dell’allora giovanissimo disegnatore meneghino: sia i paperi sia i personaggi di contorno sono pura espressione di un barksismo artistico militante. Anche la sceneggiatura risente delle assai salubri influenze provenienti dalla West Coast, riprendendo il tema del conflitto tra Paperino e Gastone. In particolare, il rimorso qui provato dal primo nei confronti dell’impomatato cugino ha radici in un capolavoro assoluto come il Tesoro dei vichinghi, una storia chiave in cui poter ritrovare la profonda (e talvolta un po’ meschina) umanità di cui sono imbevuti gli anatidi disneyani.

                               
                              Carl Barks, è lei?

                               Barks, Barks e ancora Barks, dunque: in questa sede vengono riuniti per la prima volta un suo classico e il relativo italico sequel, Paperino e la cimice Tuff-Tuff e La vera storia della cimice Tuff-Tuff. La psichedelia sperimentale e anomala infilata dall’Uomo dei Paperi nella versione moderna del Rip Van Winkle di Irving dà il la al Maestro dell’esagerazione deformante, Luciano Bottaro.

                               
                              Commistioni

                              In occasione di un aureo volume realizzato nel 2001 da Disney Italia per celebrare il centenario di Barks, Bottaro decise infatti di omaggiare quella fulminante ten-pager pubblicata cinquant’anni addietro sul glorioso Walt Disney’s Comics and Stories. La vera storia della cimice Tuff-Tuff non è di certo il trip più memorabile apparecchiato dall’artista rapallese, ma rimane un’ulteriore testimonianza di un modo di narrare che è stato il marchio di fabbrica della sua produzione più tarda.

                               Godibilissima poi una rara storia dei due Giorgi, Pezzin e Cavazzano, risalente ai primi anni della loro collaborazione. Il flagello delle ferro-termiti presenta dei risvolti intriganti, senza contare una piccola “anticipazione” alla corazzata che sarebbe apparsa in quella perla di Paperino e l’eroico smemorato. Per il resto, l’introduzione di un elemento alieno pressoché invisibile nella placida esistenza quotidiana di una Paperopoli inizio anni Settanta dà luogo a una serie di situazioni divertenti: tra le innumerevoli versioni del deposito viste negli ultimi sei decenni, il monumento paperoniano svetta qui in una reinterpretazione lignea, pienamente integrato nel regresso tecnologico nel quale la capitale del Calisota è precipitata da un momento all’altro. Ed è inoltre interessante notare come Pezzin abbia anticipato di un bel po’ di anni anche uno degli ultimi – non bellissimi – episodi della serie classica di DuckTales, L’invasione delle pulci metallivore (1990).

                               Chiusa la sezione Superstar con una breve avventura nel “megaminimondo” del Grillo Saggio, rimangono due storie diversissime tra loro che in questo percorso recensorio, come sempre anarchico, ci riportano alla prima metà dell’albo. In primis, abbiamo i prolifici Dick Kinney e Al Hubbard che, dall’alto della loro inarrivabile maestria, mettono in piedi una storia piacevolissima (senza Paperoga) con un delizioso ritmo da corto animato.

                               In chiusura, invece, Luca Boschi e Andrea Ferraris si riallacciano al tempo che fu mixando un vagabondo Gancio con uno stanziale Sfrizzo de’ Pippis: due personaggi nati nelle strisce sindacate americane e, soprattutto nel caso del merlo indiano, cresciuti altrove, nelle pagine dei periodici italiani. Il portentoso germogliorama è una storia completamente basata su gag e ricorda un po’ quel genere di commedia family friendly in voga negli anni Novanta, riuscendo a tenere insieme il tutto solo grazie alla pura interazione tra due personaggi (minori e un po’ dimenticati) dotati di caratteri totalmente opposti: la tradizione e il passato che tornano a vivere, seppur per un breve momento, nel mood del Topolino di fine secolo.



                              Voto del recensore: 4/5
                              Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
                              http://www.papersera.net/wp/2020/05/20/i-grandi-classici-disney-52/
                              Homo viator

                              Omnia tempus habent, et momentum suum cuique negotio sub caelo

                                Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                                Risposta #869: Mercoledì 20 Mag 2020, 19:52:06
                                E' più un numero da "studio" che non da puro piacere di lettura.
                                Ci sono storie curiose e molto antiche ed un Cimino un po' decotto di fine anni '90.
                                Manca una bella storia lunga come quella dello scorso numero dei ribelli di Brillifrilly.
                                Solo per filologi.
                                ...ho la febbre, ma ti porto fuori a bere...

                                 

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