Recensione I Grandi Classici Disney 96Copertina inedita di Giorgio Cavazzano dedicata al Natale.
Neve, ghiaccio e freddo caratterizzano il numero 96 dei
Grandi Classici Disney, che ha il compito di sigillare l’annata 2023 della longeva testata curata attualmente da Pier Luigi Gaspa.
Il tema invernale, infatti, è centrale nella maggior parte delle storie proposte nel volumetto, a partire da quella che ha il compito di inaugurarlo, ovvero la piacevole
Paperino e il Natale col vicino, frutto della collaborazione tra i fratelli Barosso e un giovane Massimo De Vita. L’avventura viene pubblicata sul numero 578 di Topolino del dicembre 1966, tristemente noto fra gli appassionati per la presenza della cartolina deputata ad annunciare la morte di Walt Disney. La trama si sviluppa a partire da uno spunto piuttosto semplice e non certo inedito, ovvero l’eterno conflitto tra Paperino e il vicino Jones, che questa volta avrà come scenario una località montana dove entrambi, all’insaputa l’uno dell’altro, decideranno di trascorrere le vacanze natalizie. Al netto della semplicità del plot,
I fratelli Barosso riescono comunque a dare vita ad una storia molto piacevole, che si è invogliati a leggere più di una volta, ricca di gag simpatiche e divertenti, rese ancora più efficaci dai bei disegni di Massimo De Vita. Una buona scelta, dunque, che ci consente di riscoprire un’interessante chicca anni ‘60.
Le altre storie “invernali” trovano spazio nella vasta sezione Superstar, colonna portante della testata. Ai tempi del compianto Luca Boschi, in queste pagine trovavano spazio chicche semisconosciute e di rara reperibilità. Oggi, nella gestione gaspiana, questo tipo di approccio filologico viene a mancare e la sezione Superstar
si riduce a un contenitore più generalista e rivolto prevalentemente al lettore occasionale.
I grezzi disegni di Onofrio Bramante non aiutano la poco memorabile storia.
L’articolo introduttivo è ben scritto e offre alcuni spunti interessanti su famose storie Disney dedicate a questo tema, ma
approfondisce molto poco quelle che invece sono state selezionate per apparire nel numero. Fra queste troviamo
Topolino e la canicola invernale, un giallo del 1963 firmato da Ennio Missaglia e Giovan Battista Carpi.
Leggiamo un’avventura scorrevole e ben disegnata, ma povera di pathos e che, a fine lettura, non lascia poi molto. Inoltre, l’uso incessante delle didascalie appesantisce la narrazione e, alla lunga, può costituire un elemento di disturbo per il lettore.
Il trend non si risolleva con la successiva
Paperino e le navi di ghiaccio, storia del 1974 che vede ai testi il poco prolifico Bruno Mandelli e ai disegni Franco Lostaffa. La trama ruota attorno alla volontà di Zio Paperone di trovare un metodo alternativo alle navi per il trasporto dei merluzzi pescati dalle sue compagnie e che vede il classico coinvolgimento di Paperino e di Qui, Quo e Qua. Si tratta di un’avventura molto standard, forse realizzata per riempitivo.
Ci risulta difficile capire perché sia stata scelta proprio per la sezione superstar, poiché non brilla certo nel novero della vasta produzione Disney nostrana.
Ritorna poi Ennio Missaglia, questa volta coadiuvato da Luciano Gatto, per la breve
Paperino seminatore di ghiaccio (1965) che, benché ricicli molti
topoi caratteristici delle avventure del periodo,
riesce comunque a strappare un sorriso e a lasciare un minimo di soddisfazione al lettore.
Si arriva poi alla storia più recente proposta in questo Grande Classico, ovvero
Topolino e il Babbo Natale nero, un’intrigante prova di Giuseppe Zironi autore completo che viene pubblicata su
Topolino in occasione del Natale 1996. L’autore si diverte a
plasmare una controparte malvagia di Babbo Natale e a introdurre fiabeschi scenari che gli consentono di divertirsi con piacevoli e originali sperimentazioni grafiche.
Una trama poco clichè e scevra da stereotipi, quindi. A seconda dei gusti personali può piacere o non piacere, ma
si tratta certamente di una storia che ha dietro un certo tipo di pensiero e di elaborazione.
L’eclettico Pippo non esita a sorprendere Ser Soldano.
La poco entusiasmante sezione Superstar si chiude con un’altra breve storia del passato,
Paperino e il week-end sulla neve di Carlo Chendi e Giorgio Rebuffi, risalente al 1971. Esattamente come nella breve di Missaglia e Gatto, troviamo molti spunti già noti misti a qualche elemento comico non da buttare.
In definitiva, però, crediamo che Chendi abbia confezionato sceneggiature ben più memorabili. Un’altra storia discreta, quindi, ma poco “superstar”.
Chiudiamo l’analisi del volumetto con un accenno alle tre avventure in sommario non dedicate al tema invernale:
Topolino e il frutto impossibile è un’altra prova dei fratelli Barosso, che vede alle matite Sergio Asteriti. Topolino e Pippo dovranno affrontare svariate prove (alcune anche ai limiti del verosimile) per procurare una pesca ardentemente desiderata dal nipotino di un’amica di Minni (al momento della narrazione, infatti, il frutto è fuori stagione e di conseguenza irreperibile).
Non parliamo della migliore prova dei fratelli Barosso, ma riesce comunque a intrattenere piacevolmente.
Bocciata, invece,
Paperon De’ Paperoni e la carta “acciaio”, sceneggiata da Angelo Saccarello e accompagnata dai poco convincenti disegni di Onofrio Bramante.
La classica concorrenza tra i Bassotti e Zio Paperone viene qui calata nel contesto dell’editoria. La storia è invecchiata male e fatica a coinvolgere e a divertire il suo fruitore.
Interessanti sperimentazioni grafiche by Giuseppe Zironi.
Ottima scelta, invece, quella di inserire
Pippo e il fantasma migratore, perla della premiata ditta Chendi/Bottaro, nella quale ritroviamo sia la strega Nocciola sia il personaggio di Ser Soldano. Lo scrivente ha acquistato l’albo proprio per recuperare questa storia ed
è rimasto molto soddisfatto della sua lettura. Si tratta certamente dell’avventura migliore proposta in questo numero dei Grandi Classici.
In conclusione, nonostante la presenza di avventure poco ristampate e di tre storie più che buone (Il Natale col vicino, il fantasma migratore e il Babbo Natale nero),
la qualità media del numero non è eccelsa. Per lo scrivente, questo è il primo
Grande Classico acquistato dopo la tragica dipartita di Luca Boschi e, senza nulla togliere alla passione e alla competenza di Pier Luigi Gaspa, si può dire che
la mancanza del grande divulgatore ed esperto disneyano si fa sentire. Spiace, inoltre, constatare la mancanza di una storia anni ‘50 per dare un po’ di struttura all’albo.
In definitiva,
consigliamo l’acquisto del numero solo a chi non possedesse le tre valide avventure sopracitate.
Voto del recensore:
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