Tante parole si potrebbero spendere riguardo quest'avventura, che a me è piaciuta moltissimo.
Purtroppo mi ha convinto poco Facciotto, e pensando che disegnerà il prossimo numero di Pk...
Io invece ho apprezzato moltissimo il comparto grafico della nuova storia di Ok Quack.
Espressivo, solare, dinamico... In una parola "vivido" si è dimostrato essere lo stile di disegno di Giuseppe Facciotto, un autore che a tenere conto di prove come questa (o come "Grosso Guaio a Paperopoli") sono proprio contento di vedere integrato nel progetto "Topolino".
Le sue tavole mi hanno trasmesso una sensazione di ariosità, di un ampio respiro infuso alla pagina e dotate di una regia nelle inquadrature che ha ulteriormente contribuito alla mia immersione nella storia, alla mia empatia con i personaggi e con la narrazione della vicenda imbastita dalla penna brillante di Francesco Artibani.
Una bella storia davvero si rivela essere
Ok Quack e l'eterno ritorno, che strappa buoni sorrisi in quello che dovrebbe essere l'ultimo viaggio terrestre del bizzarro alieno proveniente dal pianeta Duck accompagnato dall'amico terrestre Paolino Paperino e che intenerisce nelle tavole che fungono da preludio alla conclusione della storia.
Artibani ha centrato in pieno la sensibilità spiccata che è insita nell'animo candido del personaggio creato dalla coppia Chendi/Cavazzano, rendendolo protagonista e "cantore" di riflessioni sui rapporti umani niente affatto banali o che calchino troppo su una deriva moraleggiante che lascia il tempo che trova.
Anche grazie alle espressioni che Facciotto imprime ad Ok Quack, il suo mostrarsi a cuore aperto (dinanzi agli occhi della sorella) nel raccontare cosa lo ha legato in questi anni al pianeta Terra risulta umano, spontaneo, credibile, così come è stato bello vedere le sue dimostrazioni di affetto nei confronti delle persone che ha incontrato in questo suo viaggio lontano da casa.
E inoltre ho trovato molto convincente ed interessante l'idea di contrapporre al carattere tipicamente sognatore del papero col ciuffo rosso una personalità a lui diametralmente antistante, nella sua identità pragmatica, nel suo essere rispettosa del dovere e "quadrata" quale si dimostra la sorella Tsk-Tsk Quack, primo membro della famiglia del papero "turista spaziale" che il lettore ha modo di conoscere dopo il cugino KO Uack.
Segue "Topolino e il ragazzo venuto dal freddo", che vede un Alessio Coppola impegnato rispettivamente in: soggetto, sceneggiatura, disegni, chine e supervisione colore.
(Di più non poteva fare il buon Alessio!
)
Innanzitutto, al riguardo di questa storia comincio col dire che presenta un titolo molto suggestivo che, fin da quando è stata annunciata, ha attirato la mia attenzione e suscitato la mia curiosità.
Ebbene, questa prima parte ha decisamente colpito nel segno per quanto concerne le buone aspettative che nutrivo nei suoi confronti.
Mi è piaciuta la regia del Coppola narratore, che da un quadretto di sfondo domestico e conviviale (la cena con Pippo, la vecchia cassetta da vedere insieme, gli amici che gli ricordano del regalo per la festa di Orazio...) trasporta il lettore nel vivo di un racconto che prende una piega
mistery, fatta di intrigo e di suspence.
La storia scorre bene per tutte e trenta le tavole che compongono questo suo primo tempo, coinvolgendo chi legge in un'indagine sostenuta da un ritmo sia narrativo che grafico che mantiene alta l'attenzione, senza concedere momenti di stanca o di flessione nel piglio intrigante del racconto.
L'altra storia che mi è parecchio piaciuta del numero è stata la breve di Davide Aicardi e Valerio Held.
"La Banda Bassotti e il difficoltoso regalo" è stata infatti una buona lettura, simpatica nella sua leggerezza e che ho apprezzato per il buonumore che mi trasmesso nel vedere le peripezie compiute dai tre fratelli nel cercare il dono più indicato per festeggiare il compleanno del nonno!