La prima puntata de "Gli Evaporati" trasmette bene il clima di una Topolinia ben diversa da quella che conosciamo nelle storie di ambientazione classica, restituendo al lettore un'atmosfera di mistero, desolazione e incertezza.
I personaggi che si muovono all'interno di questa realtà distopica sono completamente immersi nel clima di una quotidianità a loro circostante che è radicalmente cambiata e vivono nel terrore che quella strana nebbia gialla possa colpirli e farli scomparire come sembra essere successo a coloro che non si sono più rivisti, almeno fino ad oggi, ad un anno di distanza dalla sera che ha drasticamente mutuato il loro modo di vivere abituale.
Questo primo episodio risulta essere ovviamente introduttivo delle dinamiche del racconto e getta le basi per lo sviluppo di una storia che è ancora profondamente avvolta in un clima di incertezza e
suspence per la sorte degli "evaporati" e di chi è rimasto a difendersi in quella città fantasma che è divenuta Topolinia.
Sono molto curioso di conoscere l'evoluzione della vicenda e i retroscena che hanno portato i personaggi a cambiare nell'aspetto e a decidere che ruolo rivestire nel modo di affrontare una minaccia tanto impalpabile quanto pericolosa.
Dal punto di vista grafico, lo stile di disegno di Davide Cesarello mi piace molto nel suo tratto fluido ed espressivo che accompagna bene il carattere suggestivo del racconto di Enna, valorizzato ulteriormente da una colorazione specifica che, con le sue tonalità ad effetto seppia, contribuisce ad ammantare la vicenda di un clima particolare e appagante anche dal punto di vista visivo.
A seguire troviamo una graziosa avventura papera firmata da Vito Stabile in coppia con Marco e Stefano Rota, facente parte del ciclo di storie (
Pianeta Paperone) che, di volta in volta, esplora un qualcosa (un oggetto, un'abitudine, un rapporto interpersonale....) cui il vecchio cilindro è legato.
In questo caso specifico, tuttavia, lo Zione ignora che la teca che custodisce da anni la moneta alla quale è più affezionato possa rivestire un importante valore e il personaggio maggiormente focalizzato in questo dalla sceneggiatura di Vito risulta essere il fedele maggiordomo Battista.
Nel momento in cui la teca viene misteriosamente rubata da Amelia in luogo della assai più tradizionale "Numero Uno", lo Zione non può fare a meno di interessarsi del perché il suo fidato assistente si senta così abbattuto nel non vederla più e scopre quale potere rivesta, per lui, quell'oggetto di vetro finemente lavorato da un abile "mastro" di Murano e quale alto significato abbia per lui.
Un racconto, questo, che ho letto con molto piacere e gusto anche per il fatto che si sia spostata l'attenzione su Battista e non solo (in maniera preponderante) sul personaggio dello Zio Paperone, dando vita ad una vicenda simpatica e molto gradevole da leggere che non ha mancato di divertirmi (specie nell'atto di dolore del platano semovente che, nei pressi della bocca del Vesuvio, viene erroneamente bruciacchiato dalla stessa Amelia inducendolo a scappare come un animaletto indifeso!
)
Prosegue poi con il terzo capitolo la narrazione de "Il Principe delle Sabbie", la storia di ambientazione egizia scritta a quattro mani dal direttore e da Francesco Vacca e disegnata da Giuseppe Facciotto.
Questa saga, nonostante un capitolo iniziale che ho trovato abbastanza spento e ben poco esaltante, già dalla scorsa settimana ha saputo rialzare il mio grado di interesse per la sua lettura e il nuovo episodio odierno conferma la mia sensazione di sentirmi, ora, assai più coinvolto nel viaggio di Topolomeo e nel tentativo dei due
villain di mettergli i bastoni tra le ruote per colpirlo nella sua inesperienza e nel suo bisogno di conoscersi meglio per divenire poi, un giorno, un valente faraone.
Apprezzo poi il fatto che anche in questo capitolo sia stato introdotto un nuovo personaggio (al quale è stato affidato un ruolo assai calzante nella sua veste di "oracolo") e che mi ha da subito ispirato molta simpatia, così come sono rimasto convinto dell'interpretazione fornita dal più ostinato nemico di Topolomeo e dall'aura trionfante e sprezzante di assoluta verità con cui giudica il futuro del principe.
La lettura di questa storia, quindi, mi sta intrigando e coinvolgendo ed aspetto con curiosità il suo prosieguo nei prossimi due capitoli di un racconto che, graficamente, è valorizzato dal tratto di Giuseppe Facciotto che mi piace molto per la resa dei personaggi, l'espressività che sa infondergli e per il senso di pienezza che ricavo nell'osservare le tavole da lui disegnate.
Chiudono il numero due storie simpatiche e che ho letto con altrettanto piacere.
La prima vede un buon esordio disneyano del debuttante Federico Butticè alle prese con una piacevole
ten-pages nel campo degli scacchi con l'innesto di una macchina "auto-apprendente" (in stile IA) creata ad hoc da Archimede, mentre la seconda presenta una avventura con protagonista Paperino che si rivela graziosa nella sua leggerezza.
In merito a quest'ultima avrei preferito che il racconto durasse ancora per qualche altra tavola visto che il finale mi è sembrato un po' troppo affrettato ma rimane comunque una storia apprezzabile e che mi ha suscitato simpatia nel vedere il papero con la giubba da marinaio alle prese con dei teneri esemplari di "orsetti lucidatori''.
Infine, voglio anche spendere una nota di merito per gli interessanti articoli che approfondiscono alcune ambientazioni storiche e dei temi trattati nelle storie di questa settimana e voglio fare un plauso all'umorismo di Silvia Ziche e di Enrico Faccini che in una sola paginetta, all'inizio e alla fine del giornalino, mi hanno saputo far ridere con le divertenti gags da loro ideate e disegnate!