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Paperino e il reclamo del mare" ha già guadagnato un suo spazio personale in quell'angolo del mio cuore di appassionato lettore Disney riservato alle storie per cui provo un affetto ed un trasporto immediato, fin dalla prima lettura, e che mi invoglia a rileggerle con gusto ogni volta che mi ritaglio il tempo a disposizione per farlo.
Vito Stabile sa bene come rendere tridimensionale e ben strutturato il personaggio di Paperino, qui assunto a protagonista e titolare della vicenda, cucendo attorno a lui una trama di carattere marinaresco a partire da un implicito messaggio onirico che il suo subconscio cerca di trasmettergli.
Ho apprezzato molto l'inizio di questa storia, sapientemente descritto nel suo essere inquietante e nel suo conformarsi come una situazione che stressa sempre più un papero in giubba da marinaio bisognoso più che mai di ritrovare quella serenità interiore che sente lontana.
Il racconto confezionato da Vito si rivela pregevole nel suo essere scritto con una vivacità ed una freschezza che lo rendono intrigante dal tumultuoso
incipit onirico (sapientemente descritto con delle didascalie efficaci che catturano da subito l'attenzione del lettore) fino a giungere alla sua conclusione.
La storia è davvero piacevole anche nella capacità dell'autore di bilanciare in modo riuscito la componente vivace ed umoristica che caratterizza Paperino ed i momenti di riflessione del papero in blusa.
Questi ultimi non risultano affatto stucchevoli e l'introspezione con cui scandagliano gli stati d'animo del protagonista risulta umana, empatica e contribuisce a creare un legame per chi legge con il papero che sta cercando di comprendere se e quanto sia forte la sua passione per il mare.
A proposito di ciò, c'è una vignetta in particolare che mi ha colpito: quella di pagina 55, laddove in Paperino, osservando il panorama che gli si para davanti, vediamo le onde del mare specchiarsi nei suoi occhi mentre un sorriso ricolmo di ritrovata serenità si scioglie spontaneo sul suo viso.
Questa scena mi ha trasmesso con efficacia il momento in cui il nostro mette a frutto l'insieme dei pensieri e delle riflessioni che lo hanno portato ad indagare sulla sua natura negli ultimi giorni, rivelandogli che in cuor suo è sempre stato profondamente legato al mare!
Davvero una bella storia, impreziosita dai disegni di un Christopher Possenti che mi hanno accompagnato con delizia nella lettura del racconto per mezzo di uno stile grafico personale e suggestivo che ben si addice alle anime oniriche ed introspettive della storia.
Passando alle altre storie, "
Gli Evaporati" continua in modo brillante con un terzo episodio che ribadisce l'abilità nella regia e nel modo di assemblare insieme parti del racconto che procedono su piani spaziali e temporali sfalsati (tra flashback di rimando dal passato ed un presente in cui i personaggi si muovono in direzioni proprie per cercare di capire a fondo il mistero che si cela in quella fitta nebbia gialla) che fanno di Bruno Enna un bravissimo narratore disneyano.
A ciò si aggiunge una capacità di gestire e muovere i personaggi con una caratterizzazione che li rende vividi ed umani ed un modo di farli interagire frizzante, dinamico e che contribuisce a far scorrere la storia con un piglio intrigante, il cui ritmo non accenna minimamente a fasi di stanca né di eccessivo rilassamento.
L'episodio contiene poi dei momenti evocativi che ho molto apprezzato, dalle scene in cui Pluto fa le feste a Minni (bellissima la vignetta in cui le sorride con quegli occhioni carichi di espressività, tale da far pensare che a questo quattro zampe manchi solamente la parola) al gesto di altruismo del Commissario Basettoni che spinge letteralmente Topolino alla ricerca di una verità che possa finalmente fare luce sul mistero, fino a giungere alla evocativa, ultima tavola che chiude questo capitolo centrale solleticando il lettore riguardo i prossimi sviluppi della storia.
Mi sono poi divertito leggendo la storia di Gagnor, Valentini e Guerrini ambientata nel palazzo del Club dei Miliardari.
Vivace, briosa e molto piacevole si è rivelata la lettura di questo racconto, con un ingresso nel gruppo elitario delle più facoltose personalità del Calisota che ha dato un tocco di verve e creato nuove dinamiche nella ormai consolidata quotidianità delle giornate affaristiche dei frequentatori del club.
La storia mi ha regalato molti sorrisi e si è fatta leggere con gusto, impreziosita dal comparto grafico di un Francesco Guerrini le cui tavole sono da incorniciare!
Infine, si conclude piacevolmente a mio parere la lunga storia del "
Principe delle Sabbie", conformandosi come un racconto che procede in modo lineare e di certo non imprevedibile nei suoi risvolti ma che ho apprezzato nella sua scorrevole e nell'interesse che mi ha trasmesso nel leggerlo.
I tanti personaggi che hanno preso parte alla narrazione penso siano stati ben caratterizzati e mossi in maniera tale da dare ad ognuno il giusto spazio, con un Pippo ed un Eta Beta che ho trovato molto simpatici, un Macchia Nera sicuro di sé nel rovesciare il potere della dinastia dei Topolomei (e splendidamente "teatrale" ed espressivo nella sua caratterizzazione grafica) ed un Topolino in versione principesca che piano piano matura il suo carattere impreziosendo la sua personalità per mezzo di un viaggio, di nuove conoscenze, nuove amicizie e una presa di coscienza che lo arricchiscono e lo aiutano a crescere.
Il tutto è stato trasportato su carta dalle matite vibranti, espressive e dinamiche di un Giuseppe Facciotto a cui voglio fare i complimenti per avermi deliziato in queste cinque settimane per il piacere che ho provato nel leggere questo racconto di ambientazione storica, ai tempi dell'Antico Egitto!