Molto divertente e vivace questa storia, che prende il via dalla preoccupazione dello Zione per come il nipote in blusa da marinaio sia di manica larga nello spendere i propri soldi in quelle che lui sostiene siano "futilità" per niente necessarie.
Tuttavia, il suo tentativo di raddrizzare Paperino nel suo modo di vivere finisce per ritorcersi contro sé stesso, visto quanto inflessibile e pesante si rivela essere colui che lo stesso Paperone aveva chiamato al fine di rieducare il nipote.
Il pro-zio Mac Paperon, come suggerisce il titolo del racconto, riesce anche a sorpassare il miliardario in basette in quanto a spirito economo, tale da renderlo ancora più ossessionato del diretto nipote riguardo alla possibilità di risparmiare su tutto, rendendo impossibile la vita di un papero già parco di spese e ben poco improntato allo scialacquare denaro quale è lo Zione.
La storia è molto simpatica per le interazioni che nascono dapprima tra Mac Paperon e Paperino e poi tra l'inflessibile avaro di "Stingy Town" (il paese da cui proviene) e lo Zio Paperone.
Ricordo quanto mi abbiano fatto ridere le scene della chiamata del papero in basette al nipote (con quest'ultimo che urla spazientito della resistenza di Paperino, facendo affacciare un ghigno animalesco allo stesso telefono), il Paperino che getta un termometro in bocca allo zio per controllare se stia straparlando per via di un attacco febbrile, la presentazione tra il giovane papero e il pro-zio che è tutto un programma (Largo, largo! Non do mance, non faccio beneficienza, non uso taxi!), la telefonata disperata di Paperone al nipote supplicandolo di trovare un modo per allontanare il pro-zio piangendo affranto dall'altro capo della cornetta.
Oltre alla simpatia e al brio della sceneggiatura, mi sono piaciuti molto anche i disegni di Maurizio Amendola, il quale ritrae i personaggi in maniera espressiva e con una appropriata vis comica nell'animarli nelle loro mimiche facciali ed espressioni più teatrali.
A questo proposito, ho sempre trovato bellissimo il modo in cui viene ritratto un desolato Zione nel momento in cui subisce la prima ramanzina dal burbero pro-zio, con un'espressione affranta e mogia che già solo con lo sguardo comunica tenerezza al lettore e che ricerca sostegno in un nipote che invece si mostra tutto contento nell'essersi liberato della fastidiosa compagnia del coriaceo Mac Paperon.
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