Recensione Topolino 3524 Questo mese in edicola troviamo a aspettarci un numero dei
Classici Disney dedicato a
Detective Donald, un’incarnazione di Paperino come investigatore anni Quaranta ideata da
Vito Stabile nel 2016, che ha portato sulle pagine di
Topolino le atmosfere dei gialli hard boiled rilette in chiave Disney.
In maniera simile a quanto avvenuto in occasione del
numero dedicato a Vito Doppioscherzo, anche in questo caso questa uscita è accompagnata da
un nuovo episodio sul settimanale. Ed è così che ad accoglierci in apertura di
Topolino 3524 abbiamo
Detective Donald: Cercansi guai disperatamente.
Il tema di Paperino investigatore non è nuovo: non solo di fatto costituisce uno dei lati del suo
alter ego supereroistico Paperinik, ma il cappello da agente segreto ha già preso il posto di quello da marinaio sul capo di Paperino nella serie di storie della PIA e nelle più recenti avventure di DoubleDuck.
Detective Donald si è però discostato significativamente da questi esempi precedenti: in primo luogo
le atmosfere noir prendono il posto di quelle di spionaggio, secondariamente
i racconti si presentano fin dal principio come storie in costume, ambientate in un passato in cui i personaggi a cui siamo abituati hanno la possibilità di ricoprire ruoli alternativi e inediti, dando maggiore libertà allo sceneggiatore e
evitando la creazione di un ennesimo alter ego del Paperino contemporaneo, da far convivere con una rosa di identità alternative forse fin troppo nutrita.
Come le altre storie del ciclo, anche questo episodio non risulta particolarmente memorabile di per sé, ma comunque
una lettura piacevole e non scontata. Questa settimana seguiamo un Donald che, ferito nell’orgoglio dall’assistente Oletta (Paperetta Yè-Yè) si mette alla prova cercando un “vero caso” dopo mesi di (per quanto remunerative) indagini carenti di sfida e pericolo su furti minori ai danni dei miliardari di Duckburg.
Trova pane per i suoi denti quando il locale malfamato del suo amico Scoops viene completamente devastato da ignoti, e le indagini proseguono frenetiche fino a un’inaspettata soluzione.
Una nota negativa in questa storia è a mio parere la scelta di riscrivere la vicenda di Paperone e Doretta, che pare sia un po’ slegata dalla vicenda principale sia una specie di versione un po’ troppo addolcita e romanticizzata dell’originale scritta da Barks e rielaborata da Rosa.
Me lo ricordavo diverso…[/size][/i]
È persino presente una lettera da parte di Doretta che richiama quella di
Cuori dello Yukon, che, pur differenziandosi nel contenuto, porta a simili conseguenze.
Il rapporto tra Paperone e Doretta, un tempo tema originale e inedito,
sta diventando sempre più un presente tra le pagine di
Topolino,
spesso declinato in semplice storia romantica che banalizza il mordente della versione originale, forse in effetti non più proponibile al giorno d’oggi. Proprio per questo però, è forse meglio lasciarla alle storie passato, evitando di inflazionarla in una sua versione indebolita.
Nonostante questa (minore) critica, la stessa storia è in definitiva riuscita, e accogliamo con piacere e sorpresa il ritorno della saga di detective Donald tra le pagine del settimanale,
augurandoci che non sia un caso isolato.
A seguire abbiamo
l’ultimo (?) episodio di Newton e Pico in viaggio nel sapere. La puntata di questa settimana si discosta in maniera significativa da quello a cui ci aveva abituato la serie: piuttosto che una lezione con un tema specifico ci troviamo infatti davanti a un contenuto più narrativo, che ci descrive la fine dell’anno scolastico, la consegna delle pagelle e, soprattutto, ci mostra come Newton e Pico affrontano un’estate priva di lezioni di ripetizione.
Quest’ultimo episodio potrebbe essere l’occasione per tirare le somme della serie, ma in realtà c’è poco da aggiungere a quanto è già stato detto in recensioni precedenti: si tratta di un’idea partita come uno spunto originale che sfruttava il rilancio del personaggio di Newton Pitagorico per riportare su
Topolino storie dal formato didattico, basandosi su un’inedita interazione tra il giovane e pratico Newton e l’enciclopedia vivente che è Pico de Paperis.
Newton sta dimenticando i suoi amici coetanei[/size][/i]
Dopo un’ottimo inizio, però, il concept si è arenato, diventando presto ripetitivo e didascalico. Con l’episodio di questa settimana vediamo cosa maestro e allievo hanno imparato l’uno dall’altro e, in particolare,
il forte rapporto di amicizia sorto tra i due. Complice dell’appiattimento della serie è forse proprio il rapporto tra i due e come ha cambiato Newton:
il “genietto” che vediamo in queste pagine ha poco di quello che era nelle prime storie del rilancio operato da Nucci.
Mancano la sua caotica esuberanza e, soprattutto, il rapporto con i coetanei, verso i quali ha un certo atteggiamento di sufficienza e da cui mai è stato così isolato come nella storia di questa settimana. Questo lo rende u
n personaggio complessivamente meno interessante rispetto a quello che avevamo trovato al suo ritorno tra le pagine di Topolino, e speriamo che in futuro venga riportato più vicino alle sue “nuove radici”.
Con il
Topolino e il fattore Gamma: Il ponte spaziotemporale continuano le avventure di Topolino e Atomino, nonché la prova di
Alessandro Pastrovicchio come
autore completo. Dopo un primo episodio con numerosi echi scarpiani riletti in chiave moderna,
l’episodio di questa settimana vira decisamente sul fantascientifico e il richiamo pare piuttosto a PK, con navicelle spaziali, costumi, supercattivi e un atomino sempre più supereroe.
La difficoltà maggiore che si troverà ad affrontare la storia sarà probabilmente la stessa già vista in occasione dell’arrivo di PK su
Topolino: quella di adattare atmosfere e tematiche lontane da quelle del libretto in un formato che non finisca per snaturare né contenuto, né contenitore. Si tratta di
un esperimento interessante, di cui aspettiamo la conclusione prima di poter dare un giudizio più completo.
Atomino New Adventures[/size][/i]
Dopo alcune pagine iniziali di spiegazione, in cui veniamo a conoscere più nel dettaglio l’inedito
villain della vicenda e il suo assistente robotico Ghimel,
l’azione riprende frenetica portandoci nello spazio, dove Pastrovicchio ha modo di sbizzarirsi come disegnatore nel rendere le affascinanti atmosfere cosmiche, tra quasar, galassie e wormhole, con la complicità di
una colorazione digitale particolarmente ricercata e riuscita. La conclusione è un drammatico
cliffhanger che ci proietta verso l’ultimo episodio, in uscita settimana prossima.
La conclusione del numero “ordinario” è lasciato a un nuovo episodio di
Le pensatone di Fiuto Joe, come gli altri della serie basato su una gag allungata che lascia poco al lettore, e mostra forse ancora una volta come non tutti i personaggi secondari hanno il carisma per poter fare il salto da protagonisti.
Ma il numero non finisce davvero qui: anche questa settimana ci aspetta, “a testa in giù”, la riproposizione in chiave futuristica di uno dei corti classici di Topolino. Questa volta tocca alla
Roulotte di Topolino, che diventa una astroroulotte per una vacanza sul suolo di Marte. Come gli altri episodi di questo ciclo, si tratta di
un’occasione per sperimentare sia per lo sceneggiatore Francesco Artibani che per il disegnatore di turno, in questo caso Lorenzo Pastrovicchio.
Quest’ultimo ci dona
personaggi con un design che unisce classico e moderno, in tavole con
una colorazione molto particolare che contribuisce non poco alla resa eterea dell’ambientazione con una
palette limitata di colori pastello. La narrazione segue a grandi linee l’avventura classica, con
chiari richiami e easter egg disseminati tra le tavole, ma se ne discosta anche significativamente diventando
molto più che un semplice remake.
Un numero complessivamente nella media, insomma, che unisce la sperimentazione di Alessandro Pastrovicchio e della rilettura fantascientifica di un corto classico a nuovi episodi di serie più collaudate, sebbene in questo caso tra alti e bassi.
Voto del recensore:
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