Recensione Topolino 3525Le due copertine prodotte per il 3525, affiancate formano un’unica immagine
La sfortunata coincidenza con i recenti tragici fatti di cronaca, non rende di certo facile l’approccio a
Fast Track Mickey: Full Circle, la nuova storia di
Claudio Sciarrone ricca di velocità, videogiochi, auto modificate e corse sulla tangenziale.
Storia che comunque introduce alle vicende che ci accompagneranno per quattro settimane in maniera divertente,
ben organizzata nella distribuzione dei tempi (o del numero di tavole se preferite) tra l’approccio ludico, l’evento che dà il via alla catena degli eventi, l’introduzione degli antagonisti e la presentazione di un nuovo comprimario Kolin Mc Crick, ispirato al campione scozzese di rally Colin McRae tragicamente scomparso anni fa.
I disegni, nonostante alcune vignette dove le proporzioni dei personaggi non mi sono risultate sempre chiare, specialmente nel confronto tra Topolino e i suoi nipoti,
sono nel complesso molto interessanti, soprattutto l’utilizzo di espressioni facciali non sempre di facile realizzazione (menzione particolare per Orazio nella seconda vignetta di pagina 14),
la scelta di punti di vista/prospettive non scontati e le gabbie della tavola utilizzate a supporto della narrazione grafica e non come semplice confine.
L’impressione che ho avuto è di uno
stile di disegno dinamico, vicino a quello di un
cartoon, che favorisce lo scorrere “veloce” della lettura così come ci si aspetta da una storia incentrata sulla velocità.
Orazio infrange la “quarta parete” con il suo look-in-camera, alla ricerca di comprensione da parte del lettore[/size][/i]
Velocità che scompare nella seconda storia del fascicolo,
I denari del giovane Rockerduck, che lo sceneggiatore
Giorgio Fontana basa sul ricordo e sui ritmi più lenti che la narrazione di questo tipo esige, con tempi dilatati senza – fortunatamente – scendere nella puntigliosa analisi dei dettagli, il che consente di leggere con soddisfazione entrambe le parti che la compongono.
Certo, la necessità di continue (vista anche la storia
Detective Donald: Cercansi guai disperatamente della
settimana scorsa)
retcon con la
Saga di
Don Rosa e con l’immaginario creato da
Carl Barks un po’
limitano la freschezza delle trame, instradando il fumetto Disney verso
una perdita delle trovate umoristiche da sempre preminenti nella sua storia e imboccando
una china simile a quella della Secret Origins, mutuata dall’universo DC.
L’incontro tra Paperone e il padre di Rockerduck non è l’unica citazione della Saga…
I disegni di Cavazzano seppur ottimi nelle inquadrature, nella postura e nella recitazione dei personaggi non sono al meglio, chissà non sia dovuto all’inchiostrazione, viste invece le belle matite di alcune vignette pubblicate a corredo dell’intervista ai due autori.
Quello che mi chiedo leggendo la storia è l’effettiva differenza di età tra i due magnati: tralasciando la bizzarra soluzione di
Guido Martina di renderli coetanei nella
Storia e Gloria della dinastia dei Paperi, al momento del loro primo incontro-scontro non sembrano esserci più di 7-8 anni: Paperone
ha solamente 16 anni quando cede la sua miniera di rame a Rockerduck senior sotto gli occhi di un Rockerduck junior che potrebbe essere un bambino di poco meno di 10 anni.
In età adulta però tra i due sembrerebbero esserci molti più anni di differenza… liberà narrative che per fortuna fanno parte di un fumetto che ha il privilegio di poter lasciare all’immaginazione del lettore le vicende che riempiono i buchi e lo spazio bianco tra le vignette,
per questo un’eccessiva volontà di aderenza al modello Barks/Rosa non sempre è da considerarsi un bene.
Si chiude la storia da autore completo di
Alessandro Pastrovicchio,
Topolino e il fattore Gamma, tre puntate che non mi hanno convinto del tutto, con un distacco grafico e stilistico tra i personaggi e gli sfondi digitali che non ha giovato alla resa complessiva, ancor più sottolineato dall’utilizzo di una palette di colori estremamente scura.
Inoltre
la “disinvoltura” nell’utilizzo di terminologie proprie dell’astrofisica hanno minato la permanenza della storia sulla sottilissima linea dell’equilibrio tra “troppo tecnico” e “troppo semplificato”, lanciandosi in affermazioni che potrebbero causare qualche alzata di sopracciglio a chi è più addentrato nella materia (
no, non quella topica) o confondere i più giovani.
Curiosità alla quale potrebbe rispondere solo l’autore: il personaggio di Ghimel, l’intelligenza artificiale che si esprime tramite emoticon, mi ha ricordato un episodio di
Doctor Who, popolato di robot la cui interfaccia verso l’esterno era appunto uno schermo dove trasmetteva le sue “faccine”.
La somiglianza tra i robot dell’episodio Smile! di Doctor Who e Ghimel[/size][/i]
Tralasciando – per amor di… testata – il commento all’ennesimo episodio della serie
Time Machine (Mis)Adventures, nonostante i divertenti disegni di
Giada Perissinotto, volevo approfondire un po’ una considerazione che tipicamente mi trovo a fare all’inizio dell’estate, o meglio alla chiusura delle scuole, quando il tempo libero del “target principale” del settimanale aumenta notevolmente rendendo potenzialmente il settimanale una delle scelte per riempire le giornate.
Dovrebbero quindi essere queste le settimane di maggior diffusione di Topolino, e dovrebbero essere viste come una ghiotta opportunità di investimento per l’acquisizione fedele del maggior numero possibile di lettori casuali o meglio ancora esordienti.
Però – da profano – la possibilità di acquisire nuovi lettori secondo me mal si sposa con l’esporli a storie legate ad episodi di continuity, a storie basate sulla retcon, ad una confusione dovuta alla presenza contemporanea in edicola di due copertine per lo stesso fascicolo… Insomma, se avessi iniziato a leggere
Topolino con il numero 3525, dubito che avrei atteso con entusiasmo il 3526… peggio ancora se avessi iniziato con il 3524 dovendo subire anche un aumento di prezzo di quasi il 10%, anticipando di qualche settimana quello “tradizionale” di luglio, mese in cui nell’epoca dell’Euro si sono verificati il 60% dei ritocchi al rialzo.
Una nota che non ha strettamente a che fare con il fascicolo: a pagina 8 c’è la pubblicità per l’uscita di
Caffè “Zombo”, di
Régis Loisel: un omaggio al Mickey Mouse di Floyd Gottfredson assolutamente imperdibile per gli amanti del Topolino classico!
Voto del recensore:
3/5Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
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