Giorni fa mi chiedevo cosa si sarebbe inventato Vito Stabile una volta letto il titolo della sua storia arrivatami oggi (e domani in edicola) Zio Paperone e la prova di scozzesità. Ebbene, oltre ad una 'reunion' che già si era vista in una storia di Don Rosa, si è inventato un nuovo interessante personaggio, un anziano scozzese di Glasgow che non sopporta le esternazioni nostalgiche del suo concittadino da tempo trapiantato in Calisota, al punto di fargli domande geografiche, storiche e culturali riguardo il loro comune paese che mettono in difficoltà Paperon de' Paperoni (per la gioia di Rockerduck).
Libero Ermetti, davvero bravo anche nelle grandi tavole senza bordi, lo delinea con un fisico asciutto, dinoccolato e più alto dello zione, quasi un Nonno Basotto 'papero'. Un personaggio che sembra avere del potenziale e che potrebbe essere ripreso dallo stesso Stabile (se non da altri colleghi) come presenza costante del Club dei Miliardari. Un nuovo nemico per Zio Paperone, oltretutto un rivale specifico di 'scozzesità' visto che, al contrario di Scrooge McDuck, Alan McWallace non ha mai abbandonato la sua Glasgow.
L'irruzione improvvisa di questo scorbutico personaggio scuote Paperone al punto di fargli venir voglia di rivedere la sua città natale, il suo castello e sua sorella. Al singolare e non al plurale, come dovrebbe essere. D'altronde nelle storie ambientate nel presente il rischio di un incontro fra Ortensia e Paperino (madre e figlio) è grande, al punto che lo stesso Don Rosa decise di far risiedere nel castello di famiglia la sola Matilda, ipotizzando addirittura un decesso della sorella maggiore (ipotesi che spero non sarà mai 'ufficializzata' da qualcuno, visto che oltretutto Ortensia è più giovane sia di Paperone che di Matilda)
Anche Vito Stabile ha preferito presentare la sola Matilda che, dopo il fratello, incontrerà i nipoti, sentendoli prima al telefono. E questo perché con Ortensia anche una semplice telefonata sarebbe un problema: un conto è un nipote che chiama la zia che non sente da tempo, un altro è un figlio che chiama la madre non sentendola e non vedendola da una vita. Difficile da gestire la cosa, considerando un eventuale, non impossibile, diktat della Disney.
Chissà se questo 'impasse', questo tabù narrativo sarà mai risolto. Spero di si anche perché il personaggio di Ortensia, oltre alle sue apparizioni giovanili in storie ambientate nel passato, sarebbe interessante da proporre nella sua versione anziana, come capita a Matilda (ben delineata da Ermetti). In fondo le DuckTales, sdoganando Della, hanno rotto il tabù del rapporto madre-figli con Qui Quo e Qua. Certo, Paperino resta un personaggio più centrale, storico e adulto per la Disney (una sua colonna) e quindi più difficilmente 'modificabile' nei rapporti familiari, oltretutto materni. Nell'animazione come nel fumetto. Infatti nelle DuckTales (più 'spregiudicate' dei fumetti) Ortensia non si è ancora 'palesata'.